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Autore: robiii    12/02/2016    1 recensioni
Talmente abituata all'anonimato come era, Chloé pensava che se fosse sparita nemmeno una persona avrebbe notato la differenza - anche a casa. Prima o poi lo avrebbe fatto veramente, magari sarebbe salita su un pullman a caso visto che poco le importava della destinazione. Ovunque ma non lì -non in quella zona a confine con l'inesistenza- e sarebbe risorta dalle sue ceneri come l'araba fenice.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dal suo arrivo a New Orleans erano trascorse due settimane durante le quali Chloé aveva visitato la città. Chiunque poteva tranquillamente scambiarla per una dei tanti turisti che affollavano le strade dei quartieri bene, come le chiamavano lì. Si perché c'erano certi aspetti della vera New Orleans che ai turisti non era dato vedere. Era il lato più cupo e spaventoso che si manifestava dopo il tramonto...quando il sole era calato e ogni creatura si risvegliava.

Quella sera, come tutte le altre sere verso le cinque di pomeriggio, era andata a correre. Seguiva sempre il solito percorso che prevedeva strade non molto affollate per poi tagliare attraversando il parco durante il ritorno in hotel. E proprio lì, nel piccolo parco, ai piedi di un possente albero frondoso vide qualcosa di incredibile. Due uomini, un biondino e un moro, stavano discutendo animatamente quando, improvvisamente, il moro di scatto gli piantò qualcosa -da lì non riusciva a definire esattamente cosa- nel petto per sparire nel nulla subito dopo. Senza neanche pensarci corse da quel uomo, che agonizzante era caduto a terra, per cercare di aiutarlo. Solo quando fu al suo fianco si accorse che si trattava di un paletto di legno, a prima vista un paletto di quercia bianca. Con un ginocchio bloccò la spalla del malcapitato ed afferrò il paletto con entrambe le mani.
-Chi sei? Che vuoi fare?- chiese quasi ringhiando il biondino.
-Ti voglio solo aiutare quindi stai zitto e lasciami fare- disse fissandolo negli occhi. Erano di un blu quasi innaturale, un blu che attirava l'attenzione. Subito distolse lo sguardo.
Quello però non voleva stare fermo, si dimenava tanto da renderle difficile persino tenere in mano la causa di tutte le sue sofferenze.
-Rossa non hai idea di chi ti stai mettendo contro!- a quella frase seguì un ringhio cupo, profondo che avrebbe spaventato chiunque...anche un essere non umano.
Altamente infastidita Chloé levò di scatto le mani dal legno e tornò a fissarlo. -Pensi di farmi paura? Beh ti sbagli, non sei il primo ibrido con cui ho a che fare. Puzzate tutti di sangue e pelo di cane bagnato-
Quella presa di posizione da parte della ragazza lo aveva colpito parecchio così si calmò e come segno di buona volontà cercò di rimanere il più fermo possibile mentre lei, dopo aver afferrato con una mano il paletto, lo liberava dall'atroce tortura che l'altro ibrido gli aveva inferto. Si sarebbe vendicato, lo avrebbe fatto eccome: Timothy Marx aveva appena firmato la sua condanna.
-Certo che sei stato fortunato, pochi centimetri a sinistra e adesso saresti morto-
Le parole della ragazza lo avevano distratto dai suoi piani di vendetta. -Io non posso essere ucciso-
Si era sbrigato a chiudere quel discorso, non sapeva nemmeno chi era lei e il semplice fatto di averlo aiutato di certo non la qualificava a sapere che quella che teneva in mano era l'unica arma in grado di uccidere lui...Nikyros, l'ibrido originale.
-Non ti preoccupare non c'è bisogno di ringraziarmi- borbottò Chloé alzandosi per poi pulirsi le ginocchia.
-Non mi hai ancora detto il tuo nome- la fissò seria, lui non rientrava certamente in quella tipologia di persone abituate a chiedere cortesemente.
-Chloé - la sua risposta fu secca, senza fronzoli proprio come lei.
Nikyros la squadrò dalla testa ai piedi. Aveva dei capelli rossi ordinatamente raccolti in una coda alta e portava una tenuta da corsa scura...non era sicuramente una turista – sapeva troppe cose sugli ibridi, paletti e vampiri per esserlo - anche se non l'aveva vista prima in città.
-Beh grazie Chloé -
Lei non rispose, si limitò semplicemente a fissarlo con i suoi grandi occhi marroni. Aveva un gran brutto presentimento, sapeva che stava per succedere qualcosa che non le avrebbe fatto affatto piacere ed era sicuramente troppo tardi per impedirlo.
Percepì appena il fruscio alle sue spalle e un brivido la scosse, istintivamente scattò girandosi brandendo il paletto come un pugnale senza spingere però il colpo fino infondo. Si fermò sulla sua giugulare cercando di nascondere il misto di rabbia e stupore. Era partita per New Orleans convinta di poterlo evitare – e per due settimane aveva funzionato – ma ora, per via del suo altruismo, il piano era sfumato. Ora non poteva scappare né poteva ignorarlo, gli puntava un paletto alla gola.


















Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
Vi ripropongo il secondo capitolo de La corte dei miracoli. Se qualcuno vuole commentare si faccia avanti, sono aperta alle critiche.
XOXO
Ro

 
  
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