UN
DODO, LA SUA
SOLITUDINE
Che
cosa è un
dodo senza ciò che lo fa sentire vivo?
Che
cosa è un
dodo senza il suo ananas da compagnia?
E
pensare che se
quel giorno non si fosse “offerto” per fare la
spesa...
Tutto
cominciò cinque lunghissime ore fa, durante uno stravagante
pomeriggio tinto di
rosa.
-
Togliti quegli orrendi occhiali! Non sei né fashion,
né simile a Fran! –
-
Ma... ma... ma –
-
Chi è il padrone? Chi è il capo? Eh eh eh?!
–
Già,
da qui si capisce bene perché il pomeriggio fosse rosa. Ma
parlando di cose
intelligenti, cerchiamo di fare chiarezza sulle entità che
ci hanno deliziato
con quel discorso, e facciamo luce sulla situazione.
Era
un tetro ed assolato lunedì, e il magnifico borgo sembrava
più smorto che mai.
Il capo cremisi, Actinium , un carismatico giovine destinato alla
conquista del
potere temporale e di quello spirituale, viste le sue attitudini
divine, aveva
deciso di trasferire la base del prestigioso Ordine Cremisi nel piccolo
comune
ticinese di Mendrisio, sua città natale.
Quel
giorno, egli si sentiva particolarmente disposto ad abbassarsi al
livello dei
veterani, che erano incaricati di incaricare un fedele suddito di fare
la
spesa.
-Dolce
creaturina dal becco spastico, vieni, orsù, ascolta
ciò che ho da dirti- Disse
con fare pretesco l’inquisitore
dispotico.
-
Mi.. mi dica capo...-
-
Togliti quegli orrendi occhiali! Non sei né fashion,
né simile a Fran! -
-
Ma... ma... ma -
-
Chi è il padrone? Chi è il capo? Eh eh eh?! -
-
Va bene - Il dodo
levò gli occhiali con
malinconia, aspettando il prossimo comando.
Il non glaucopide Actinium gli comunicò di
aver bisogno del tè verde, e
dunque lo mandò nell’unico posto in cui esso fosse
reperibile: la Migros.
-
Torna presto, Darling. Attento alle macchine, e non fare tardi.- L’ambiguo saluto
del ragazzo, per mezzo di un
roseo fazzolettino, lasciò il pennuto perplesso, ma essendo
un uccello stupido,
non si curò molto di quella situazione.
Dopo
aver attraversato deserti sconfinati, oceani impetuosi e aiutato una
vecchina
ad attraversare la strada, giunse dunque all’anelato
supermercato. Era
stremato, la sua
psiche sull’orlo di un
collasso, ma non demordeva. Zampettò verso la porta
automatica del negozio e
finalmente riuscì... PUM.
-Cavolo,
la fotocellula non mi riconosce-
Dovette
aspettare qualche minuto, finché qualcuno, uscendo, non gli
permise di
infiltrarsi all’interno, dove un clima fresco lo attendeva.
Si
diresse velocemente verso il frigorifero delle bibite, passando per il
percorso
più lungo come tutti fanno perché non si rendono
conto del fatto che, passando
dietro alle casse, si possa arrivare prima agli articoli di cancelleria
e agli
snack; quando una luce sfavillante pervase i suoi occhi: Ananas in
azione!!
Non
ci pensò due volte, si avvicinò di soppiatto, e
trasse un frutto dalla cesta;
lo accarezzò, lo strinse forte e gli sussurrò
dolci parole. La sua buccia
appiccicosa e le sue pungenti foglie erano troppo delicate sul suo
piumaggio,
doveva acquistarlo. E mentre si dirigeva verso la sua meta, tenendo per
mano e
facendo strisciare sul pavimento lercio il suo nuovo tesoro, sognava il
giorno
del suo matrimonio con quello straniero. Da quando Anna era marcita, la
sua
vita era diventata vuota. Nessuna donna (o ananas che fosse) avrebbe
potuto
consolarlo, quindi si buttò a capofitto sugli uomini,
semplice, no?
Prese
la bottiglia per il capo e si avviò quindi alla stazione di
pagamento. La fila
era interminabile, ma non gli importava. Finché vicino aveva
Bruce (perché? Un
ananas non può chiamarsi Bruce?), null’altro
contava. Gli parlava di quanto
fosse felice di essere con lui, che il loro amore non sarebbe mai
finito, che
gli avrebbe fatto conoscere Actinium, e gli avrebbe insegnato come
difendersi
da lui, e intanto lo coccolava... e allungava le ali... Bruce lo
fissava vacuo,
ma sotto quest’ espressione vegetale si celavano forti
sentimenti per il
pennuto, era evidente.
La
colonna giunse infine al termine, e il dodo potette posare i suoi
articoli sul rullo.
Vedere il suo frutto dell’amor scorrere pateticamente su
quella striscia nera
di materiale sconosciuto lo eccitava, non poteva nasconderlo,
sfortunatamente
il viaggio durò ben poco.
-
Ha la carta cumulus? -
-
Sì, eccola qui, prenda. -
-
Grazie mille. Allora, sono 5 franchi e 80 -
-
Accetta la carta cremisi? -
-
Ovviamente-
Per
il resto sapete come funziona un supermercato, no?
Quando
l’imbustamento della bottiglia e del pungente fu terminato,
il volatile si
diresse verso l’uscita, dove fu obbligato ad attendere
nuovamente qualche
passante che permettesse alle porte di aprirsi, e non appena fu fuori
guardò
verso la chiesa, dove un orologio indicava le cinque del pomeriggio:
doveva
sbrigarsi, ma non aveva voglia. Prese, dunque, a camminare con passo
calmo
verso la residenza Rossa.
Ripercorse
i deserti e gli oceani, ma non la vecchietta, che aveva avuto un
infarto, a
causa dello spavento, dopo aver attraversato la strada (stranamente era
l’unica
ad accorgersi che ci fosse un dodo parlante per le strade del borgo).
Giunse
finalmente a destinazione, aprì il portone e percorse la
navata della reggia.
D’un tratto gli si parò innanzi un febbricitante
Actinium, con la bava alla
bocca e l’espressione ebete, invocante la sua ambrosia
smeraldina, mentre la terza
in comando, Amethyst,
cercava di tenerlo calmo.
-
Ce ne hai messo di tempo! Dove sei stato? Non sai che se non beve
quello
stramaledetto tè entro 10 minuti dal momento in cui lo ha
richiesto
impazzisce?- Lo rimproverò furibonda la uoma.
-
Mi perdoni, signora ... È che ho trovato
quest’ananas, me ne sono innamorato e
ci sposeremo...-
-
Oh, che romantico... Non me ne può fregare di meno, lo hai
capito orrenda
bestia raccapricciante?!-
-
ma.. ma.. ma... -
-
Chi è il padrone? Chi è il capo? Eh eh eh?! -
Intanto,
il carismatico ragazzo, realizzò che il suo servo non aveva
portato con sé
soltanto la sua bibita, bensì anche qualcosa d’
altro...
-
Did you say ANANAS?! ANANAS!!!!!1111!!! -
E
potete ben immaginare, ricollegando la riflessione dodesca
all’inizio, quello
che successe.
E
la morale di questa favola è, bambini, che non si deve mai
comperare quello che
non vi è stato ordinato di prendere quando siete mandati a
fare compere, perché
finisce sempre che non potete godervelo.
X°°D