“No, dolcezza. Non ti permetterò di far indossare un cravattino a nostra figlia.” Urlò disperata  River per l’ennesima volta a suo marito al suo ennesimo tentativo di convincerla che i cravattini erano forti, e soprattutto adatti ai neonati.
“Dai, Riv! Nemmeno uno piccolino? Hai già bocciato l’idea del fez, almeno questo me lo puoi concedere!” s’impuntò il dottore incrociando le braccia.
“No! Tu non oserai mettere a nostra figlia né un cravattino, né un dannatissimo fez. Non c’è bisogno di traumatizzarla già da ora.” Ribatté inflessibile l’archeologa mentre posava con fare protettivo una mano sul suo ventre ancora piatto, come se volesse proteggerlo da tutte le sciocchezze che blaterava suo marito.
Avevano scoperto che stavano per diventare genitori solamente da poche settimane, e da allora il Dottore non faceva altro che farneticare riguardo a culle, cravattini per neonati e culle con sopra disegnati cravattini, ma River era più che ostinata a non concedere le ultime due cose.
“Sei davvero convinta che sarà femmina, vero?” Chiese il Dottore  sedendosi accanto  alla moglie sul divano e aggiungendo anche la sua mano sulla pancia di River.
“Sesto senso, dolcezza. Non so, è come se lo sentissi, forse perché ho sempre voluto una femmina o magari perché è davvero una bambina. Non ci resterà che aspettare altri sette mesi, perchè di scoprirlo prima non se ne parla.” Rispose l’archeologa dopo qualche secondo con fare sognante
“Ammettilo, vorresti una femminuccia perché così la trasformeresti in una tua mini-copia con tanto di capelli spaziali e rossetto allucinogeno. Speriamo che non erediti anche la tua propensione per finire in prigione.”
“Non sarebbe una brutta idea, riesci ad immaginarla? Una bambina tutta riccioluta che corre attorno alla console brandendo una spazzola come se fosse un blaster e fingendo di rincorrere qualche alieno? Magari l’alieno in questione sei proprio tu!”
“Comunque io non lo trovo giusto, perché tu puoi avere un tuo piccolo clone ed io no? Dai, sarebbe bellissimo, già mi immagino un bimbo che ti rincorre per tutta la TARDIS cercando di sonicizzarti i capelli con il suo cacciavite sonico giocattolo.”
“Ma tu sei già un bambino, dolcezza!” sbuffo la donna
“ Ti sembro un bambino? Ho più di mille anni!” s’indignò il dottore sistemandosi il cravattino tentando di darsi un tono, ovviamente fallì nell’impresa dato che River lo guardò come se fosse un caso senza speranza.
“Avrai più di mille anni, ma resti sempre un bambinone, e comunque no, so dove vuoi andare a parare: anche se nascesse un maschio non gli faremo indossare un cravattino, né tanto meno un fez, neanche fossero in miniatura. Discorso chiuso!”
“Ma,dai! River!” iniziò a frignare il dottore.
“Visto  che sei un bambino troppo cresciuto, dolcezza!”