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Autore: francar2225    12/02/2016    2 recensioni
Anakin Skywalker guardò suo figlio Luke inginocchiato accanto a quello che non era mai stato il suo corpo.
Perché lui, Anakin, non era morto quel giorno. Era morto un lontano giorno di 20 anni prima.
Il giorno che aveva ucciso l’unico e solo amore della sua vita. Sua moglie. Incinta di suo figlio. Quel figlio che aveva creduto morto e che invece ora piangeva tenendo tra le braccia il corpo di colui che tutti conoscevano come Lord Darth Fener, il Sith più malvagio mai conosciuto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala, Yoda
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

“No, mai.” Luke Skywalker gettò la spada laser e fissò dritto negli occhi l’Imperatore. “Non passerò mai al lato oscuro. Avete fallito Altezza. Sono uno Jedi. Come mio padre prima di me”.
“Sia come vuoi…Jedi.”
“NOOOOOOO!”
Lord Darth Fener avrebbe voluto urlarlo a pieni polmoni, ma non ci riuscì.
Sdraiato alle spalle di Luke, con la mano mozzata, osservò impotente suo figlio che firmava la sua condanna a morte. L’imperatore l’avrebbe ucciso, e tutti i suoi sforzi per tenerlo in vita sarebbero stati vani.
Sentì qualcosa di bagnato sul suo viso, e ci mise una frazione di secondo a capire che si trattava di una lacrima.
Non versava più lacrime da anni ormai. Da quel lontano giorno su Mustafar, per essere precisi.
Eppure ora stava piangendo.
Nascosto dietro la terribile maschera nera, piangeva per la sorte di suo figlio.
L’idea di perderlo per sempre gli stringeva lo stomaco, eppure non riusciva ad alzarsi per salvargli la vita.
Sapeva che se avesse voluto ci sarebbe riuscito. Era più forte dell’Imperatore. Lo era sempre stato.
Ma in quel momento era come se il lato oscuro lo paralizzasse impedendo al bene di uscire fuori per farlo agire come doveva.
“Ti prego figlio, combatti… So che puoi farcela”. Fener sperò che quel suo pensiero arrivasse sino alla mente di Luke, ma subito si rese conto che non sarebbe stato così. Suo figlio era troppo concentrato sull’Imperatore, e, con somma disperazione, Fener avvertì la sua paura.
Dannazione, perché non riusciva a muoversi?
Perché non riusciva a fare qualcosa per suo figlio?
Negli ultimi anni Luke gli aveva ridato in qualche modo la vita ricordandogli, con la sua sola presenza, l’uomo che era stato. Scatenando dentro di lui un conflitto senza eguali.
Lo aveva sfidato, combattuto, odiato e amato, aprendo uno squarcio nella sua corazza e costringendolo a fare i conti con quel cuore che aveva dimenticato di avere.
Il non essere riuscito mai ad ucciderlo, ne era la prova lampante.
Perso nella lotta contro se stesso, Fener venne destato dalle scariche elettriche che l’Imperatore stava scagliando contro Luke.
Vedere suo figlio contorcersi sotto l’attacco dell’Imperatore, gli diede la forza di rialzarsi.
L’odio, verso quell’Essere che gli aveva tolto la vita trasformandolo in un mostro, colse Fener in pieno petto mentre sentiva l’amore per suo figlio espandersi per ogni fibra del suo corpo. Cercò di avvicinarsi, ma il lato oscuro, ancora una volta lo bloccò.
“Padre! Ti Prego!”
Quelle parole disperate, lo colpirono come un pugno nello stomaco. Di colpo, uno dopo l’altro, migliaia di Flashback gli invasero la mente.
La prima volta che aveva visto Padme da bambino.
Il ciondolo in legno che le aveva regalato.
I dieci anni trascorsi a pensarla.
Il giorno in cui l’aveva rivista più bella che mai.
Il giorno in cui le era stato assegnato per proteggerla.
I giorni di Naboo.
Padme che lo consolava per la morte di sua madre.
Padme che lo accompagnava a salvare il suo amico e Maestro Obi Wan Kenobi.
Padme che gli confessava di amarlo.
Il matrimonio.
La notizia che sarebbe diventato padre.
Gli incubi.
Padme distesa a terra su Mustafar.
La notizia della sua morte.
La scoperta di avere un figlio.
La scoperta di averne due.
Luke che diceva all’Imperatore di essere uno Jedi come suo padre…
Di colpo la consapevolezza esplose e la luce si fece strada dentro di lui. “Io sono uno Jedi!”
In un attimo Fener si avventò sull’Imperatore, lo afferrò lasciando che le scariche elettriche abbandonassero suo figlio per colpire la sua corazza nera, e lo scaraventò nel vuoto.
“Per te Padme.” Pensò mentre le forze lo abbandonavano.

1.
Anakin Skywalker guardò suo figlio Luke inginocchiato accanto a quello che non era mai stato il suo corpo.
Perché lui, Anakin, non era morto quel giorno. Era morto un lontano giorno di venti anni prima.
Il giorno che aveva ucciso  l’unico e solo amore della sua vita. Sua moglie. Incinta di suo figlio. Quel figlio che aveva creduto morto e che invece ora piangeva tenendo tra le braccia il corpo di colui che tutti conoscevano come Lord Darth Fener, il Sith più malvagio mai conosciuto.
Quello che nessuno sapeva, era quanta disperazione si era sempre celata dietro la maschera nera di quella macchina di morte che ora giaceva inerme a terra.
Anakin ricordava perfettamente il giorno in cui si era votato al male. Il suo ex maestro Jedi, Obi Wan Kenobi, lo aveva sconfitto dopo un estenuante duello con la spada laser, per poi lasciarlo orribilmente mutilato ed in preda alle fiamme sul pianeta Mustafar . L’imperatore Palpatine lo aveva curato facendo costruire per lui l’armatura che aveva portato per venti anni, e lo aveva informato della morte di sua moglie Padme, avvenuta per sua stessa mano.
La notizia di aver ucciso la sua amata moglie lo aveva portato sull’orlo della pazzia, fino a quando, sfinito e sfiancato dal dolore, si era abbandonato completamente al lato oscuro.
Per un attimo Anakin pensò di avvicinarsi a suo figlio e cercare di alleviare il suo dolore in qualche modo, ma si rese conto che non c’era nulla che lui potesse fare, considerato che era morto; quindi si limitò ad osservarlo piangere.
Inaudito.
Perché Luke avrebbe dovuto piangere per lui? Che padre era stato per suo figlio?
Lui non meritava quelle lacrime. Avrebbe dovuto ascoltare le parole di sua moglie, quel giorno. Era sempre stata più saggia di lui.
No, non meritava il pianto di suo figlio. E non meritava il suo amore, come non aveva meritato quello di Padme.
Il suo pensiero corse a sua figlia. La rivelazione, inaspettata, che aveva letto nei pensieri di Luke, lo aveva letteralmente sconvolto, ed ora non poteva fare a meno di chiedersi chi fosse e se fosse bella come sua madre.
Ovviamente non lo avrebbe mai saputo. L’inferno lo avrebbe inghiottito prima che lui fosse riuscito a vederla, anzi, era strano che fosse ancora lì, accanto a Luke e alla corazza nera che era stata il suo nascondiglio per così tanto tempo.
Si avvicinò lentamente alla sua armatura ed osservò il viso vecchio e pallido del mostro che era stato. Quel mostro che aveva benedetto la morte, finalmente liberato dalle sue atroci sofferenze.
Accanto al suo corpo, faceva bella mostra di se la sua maschera nera, quella maschera che per venti anni aveva celato il suo volto martoriato, che aveva provocato terrore reverenziale in chiunque, tranne che in Leila Organa, e che gli aveva procurato il rispetto dell’ Imperatore.
Anakin si chinò accanto alla maschera e vi si specchiò dentro.
Con suo sommo stupore, si ritrovò ad osservare il suo volto giovane e bello. Il capelli biondi come l’oro che arrivavano scompigliati fino al collo, le labbra insolenti, i grandi occhi azzurri. Sorprendentemente azzurri. Limpidi come quelli degli Jedi, come quelli di suo figlio.
Ricordava quel volto, era il volto che aveva avuto nel periodo più felice della sua vita, quando combatteva il male accanto al suo amico e maestro Obi Wan Kenobi, e la sera tornava tra le braccia di sua Moglie Padme.
Era il periodo delle giornate trascorse a giocare e a fare l’amore con Padme su Naboo, nella regione dei laghi dove era sbocciato il loro amore, lontano da tutto e da tutti. I giorni passati ad attendere il loro bambino e a fare progetti sul suo futuro. Prima che quei suoi maledetti incubi distruggessero tutto….
 
2.
“E così Qui-Gon Jinn aveva ragione. Eri davvero tu il prescelto.”
Anakin si alzò e si voltò verso il suo vecchio maestro Obi Wan Kenobi, stupito nel rivederlo. Fu ancora più sorpreso nello scoprire che non lo odiava più.
“Maestro…” La parola uscì spontaneamente dalle sue labbra, e lui non si curò di preoccuparsene. Obi Wan era il suo maestro. Lo era sempre stato.
La naturalezza con cui lo aveva chiamato in quel modo, aveva annullato di colpo gli ultimi venti anni.
Solo col tempo Anakin aveva capito che sarebbe volentieri tornato sui suoi passi, se solo Padme fosse stata viva….
Una debolezza, questa, che aveva tenuto ben chiusa in uno scrigno in fondo al suo cuore. Nessuno avrebbe mai dovuto saperlo. Darth Fener non aveva punti deboli.
Obi Wan si avvicinò a lui lentamente e Anakin si chiese come mai riusciva a vederlo così nitidamente. Forse erano gli occhi della morte.
“Non sono più il tuo maestro Anakin. Non lo sono più da tanto tempo, ma a quanto pare hai saputo cavartela bene anche da solo. Complimenti.”
La sua voce era calma, pacata, come quella che conosceva fin da bambino. Non quella che aveva sentito l’ultima volta che si erano visti. Quella era disperata, sofferente, furiosa. Sospirò. E abbassò gli occhi riprendendo ad osservare la maschera di Lord Fener. Non ebbe il coraggio di guardare il suo maestro. Pensare di averlo ucciso era un peso insostenibile ora…
“Spesso le cose non vanno come abbiamo sperato, ma ciò non significa che non si possa raggiungere ugualmente l’obiettivo.” Osservò saggiamente Obi Wan.
“Già…” Anakin sospirò guardando suo figlio.
“E’ diventato un grande Jedi. Hai fatto un ottimo lavoro con lui Maestro. Fortunatamente non è come me.”
“Be’, non siamo tutti uguali.”
Anakin si fece coraggio e guardò Obi Wan fisso negli occhi. “Era viva vero?”
Per un attimo lui sembrò non capire. “Cosa?”
“Padme. Era viva quando avete lasciato Mustafar.”
“Come lo hai saputo?”
“Rispondimi, ti prego. Ho bisogno di sentirtelo dire.”
“Si, era viva.”
Anakin barcollò all’indietro in preda alla disperazione, poi si passò una mano tremante tra i capelli.
“Lo sapevo che era viva. Lo avevo sentito. Non l’avrei mai uccisa, non avrei mai potuto farlo. L’amavo troppo…. Ma l’Imperatore… Lui mi disse che ero stato io. Ed io non sono riuscito a sopportare il peso di questa mia azione sconsiderata. Non ho pensato… ”
“Tu non pensi mai Anakin. E’ questo il tuo problema.”
Anakin annuì. Sapeva che era vero.
“Per anni ho vissuto col peso della morte di mia moglie, e di mio figlio sulla coscienza.” La sua voce si incrinò. “Poi, quando l’Imperatore mi ha detto che Luke era mio figlio, sono come impazzito. Se mio figlio era vivo, allora Padme era morta dopo averlo dato alla luce, quindi io non potevo averla uccisa. Da quel momento mio figlio è diventato per me un ossessione. Dovevo salvargli la vita. Potevo fare per lui quello che non ero stato capace di fare per Padme.”
Anakin avvicinò la sua mano alla guancia di Luke, ma ovviamente lui non sentì la sua lieve carezza.
Alzò le spalle “Non mi è mai importato gran che se lui fosse passato al lato oscuro o meno. L’importante era che vivesse.”
Evitò di raccontare al Maestro della sua estenuante lotta con se stesso e col suo lato chiaro dal momento in cui aveva scoperto l’esistenza di suo figlio, nè dell’odio nei confronti dell’imperatore che inaspettatamente lo aveva colto, quando si era reso conto che la sua Padme era viva quando aveva lasciato Mustafar. E che il saperlo avrebbe potuto cambiare le cose.
“Maestro?”
“Dimmi.”
“Chi è lei? Chi è mia figlia?”
Osservò il Obi Wan Kenobi con uno sguardo freddo, determinato. Lesse l’imbarazzo nei suoi occhi.
“Allora sai anche questo?”
“L’ho letto nei pensieri di Luke.”
Obi Wan annuì. “Certo. Sei sempre stato molto dotato. Il più dotato di tutti.”
“Maestro…”
Sentì Obi Wan sospirare “Leila Organa.”
Anakin rimase impietrito. Leila Organa era sua figlia? Non riusciva a crederci.
Invece no, ci credeva eccome!
Le sue doti diplomatiche erano innegabilmente quelle di sua madre, e poi la sua temerarietà, il suo tenergli testa, la sua bellezza…Come aveva fatto a non collegarla a Padme? Doveva essere stato veramente cieco.
Aveva sempre provato un odio irrazionale per quella ragazza, fantasticando negli anni di riuscire ad ucciderla, ed ora capiva perché. Ogni volta che la guardava vedeva Padme, e il dolore per la sua perdita riaffiorava potente, così potente da nutrire il suo lato oscuro.
Abbassò di nuovo gli occhi. “Lei mi odia…”
“Cambierà idea. Prima o poi.”
Anakin sospirò. “perché mi hai fatto questo Obi Wan? Perché non hai capito quanto ero combattuto?”
Anche Obi Wan sospirò. “Perche tu non eri come noi Anakin. Non siamo stati in grado di gestirti. E mi dispiace.”
“Avresti dovuto uccidermi allora. Mi avresti risparmiato tanta sofferenza.”
“Il tuo destino non era quello di morire allora.”
“Perché sei qui?”
“Sono qui per riparare al mio errore. Abbiamo poco tempo. Vieni.”
“Dove?”
“Dove avresti sempre dovuto essere. E’ ora che tu riprenda il tuo posto. Con me e Yoda. Sei un fantasma di Forza adesso.”
Anakin sgranò i suoi immensi occhi azzurri. “Ma che dici? Io non sono uno Jedi. Non più.”
“Si che lo sei, lo sei sempre stato. Solo che non lo ricordavi, sopraffatto com’eri dal lato oscuro.”
Anakin avrebbe voluto tanto crederci. Non si era mai rassegnato a colui che era diventato. Ed in effetti questo avrebbe spiegato il motivo del suo aspetto. L’aspetto che aveva prima che il lato oscuro lo inghiottisse.
Possibile che ora, da morto, avesse finalmente raggiunto la serenità?
No, non era possibile. Non senza Padme. La tentazione di seguire Obi Wan lo colse in pieno petto. Guardò di nuovo suo figlio. Esitò.
“Non posso lasciarlo. Devo assicurarmi che esca da qui sano e salvo.”
“Lo farà. Ha la Forza dalla sua parte. Non ha bisogno di noi.”
Anakin lo guardò di nuovo, mentre un moto di orgoglio misto ad amore lo pervadeva in tutto il suo spirito. “Ho sempre voluto il figlio che Padme portava in grembo.”
Obi Wan lo osservò, in silenzio.
“Non è curioso, Maestro, che Luke sia stato l’unico che nonostante tutto ha sentito il bene che avevo dentro? ”
“Non è stato l’unico.”
“Che vuoi dire?”
“Padme. Sono state le sue ultime parole. Ci disse di essere convinta che in te fosse rimasto del bene. Non le abbiamo creduto.”
Un sorriso triste ed ironico curvò le labbra del guerriero. Certo, come avrebbero potuto?
Il suo pensiero corse a Padme. Anche lei aveva creduto in lui. Anche lei nonostante tutto.
“Va bene.” Anakin assunse, per la prima volta dopo venti anni, il portamento fiero tipico dei cavalieri Jedi. Se non aveva potuto servire il bene da vivo, lo avrebbe fatto da morto. Lo doveva ai suoi figli. Lo doveva a sua moglie.
Raggiunse il maestro Obi Wan.
“Aspetta un attimo Maestro.” Il giovane guerriero Jedi si fermò ad osservare Luke che saliva sulla navicella  con il suo corpo martoriato tra le braccia, per lasciare la morte nera. Quando fu sicuro che fosse in salvo, annuì soddisfatto e con il suo Maestro scomparve tra le stelle.

3.
“Questo è crudele Maestro.”
Anakin ebbe un tuffo al cuore. Le cascate di Naboo.. .
Il posto dove lui e Padme erano soliti andare quando volevano stare soli.
Dove si erano sposati. Dove avevano preventivato di far nascere e crescere il loro bambino….
Obi Wan non disse nulla.
Anakin lo fissò. “Ormai la profezia si è avverata. Perché sottopormi ancora a tanto dolore? Che prova è mai questa?”
“Nessuna prova. Non siamo qui per suscitare il tuo dolore. Siamo qui perché tu hai un conto in sospeso. Ora devo andare. Tornerò quando sarà il momento.”
Lo Jedi osservò il suo Maestro scomparire nel nulla senza capire, poi, di colpo, vene investito da qualcosa. Per un istante l’istinto di uccidere di Darth Fener, quell’istinto cui aveva lasciato libero sfogo per decenni, lo pervase in tutte le fibre del suo spirito, poi di colpo si affievolì. Anakin non seppe mai se la Forza fosse arrivata in suo aiuto, o quel profumo…Il suo profumo. Il profumo di Padme.
Chiuse gli occhi e si abbandonò all’abbraccio che conosceva bene, l’abbraccio che negli anni felici era stato il suo rifugio, e negli anni bui il suo rimpianto. Non importava se era reale o meno. Importava che ci fosse.
“Padme…” Sussurrò senza avere il coraggio di aprire gli occhi per paura che il sogno svanisse.
“Ecco perché sei sempre stato diverso da loro. Ho sentito la tua volontà di uccidermi.”
Nel sentire la sua voce, Anakin trovò il coraggio di aprire gli occhi, lasciando che incontrassero quelli limpidi di sua moglie;  poi cadde in ginocchio ai suoi piedi.
“Perdonami, Padme…. Perdonami per  tutto quello che ti ho fatto… Perdonami ti prego….”
Padme si inginocchiò davanti a lui e lo prese tra le braccia. “Adesso non parlare Ani. Ora voglio solo stringerti. Non hai idea di quanto mi sei mancato.”
Ani…Nessuno lo aveva mai più chiamato così.
“E tu non hai idea dell’inferno che è stata la mia vita senza di te. Avrei dovuto seguirti allora. Avrei dovuto credere in te. Perdonami….”
Padme non disse nulla, si limitò a stringerlo accarezzando i suoi capelli biondi, e lui si abbandonò completamente a quelle carezze che, solo ora, si rendeva conto di quanto gli fossero mancate.
 
4.
Il prato verde era proprio come Anakin lo ricordava.
Il pensiero di lui e Padme che facevano l’amore in quel luogo da favola, lo aveva tormentato per anni, ed ora, sdraiato con la testa appoggiata al grembo di lei, se ne stava in silenzio, assaporando la felicità ritrovata. Non aveva la più pallida idea di cosa ne sarebbe stato di lui adesso, ma non gli importava.
Obi Wan gli aveva detto di essere un fantasma di Forza come lui e Yoda, ma Anakin non sapeva bene di cosa si trattasse. Ne aveva sentito parlare in passato, ma aveva avuto la sensazione che nemmeno gli Yedi più anziani fossero a conoscenza di cosa volesse veramente dire.
“Riuscirai mai a perdonarmi Padme?”
“Non sono mai stata arrabbiata con te Ani.” Lei affondò i suoi occhi scuri in quelli chiari di lui. “Ti conosco meglio di quanto tu creda. Conosco le tue debolezze,  i tuoi incubi. E so quanto sei capace di amare.”
“No, non lo sai. Non hai la più pallida idea di quanto io ti ami.”
Padme sorrise, e il suo sorriso scaldò il cuore di Anakin;  quel cuore che ormai non batteva più da anni, e poco importava che lui fosse vivo o morto.
“No, forse no, ma so quanto ti amo io. Sono anni che aspetto, qui, in questo giardino, l’uomo che ho conosciuto e di cui mi sono follemente innamorata.”
“Davvero mi aspettavi qui?”
Padme annuì. “Quando Obi Wan venne da me dopo che tu lo avevi ucciso, mi disse di rassegnarmi. Secondo lui non c’era più nulla di buono in te, ma io non gli ho creduto.”
“Hai fatto male. Quello che ti disse Obi Wan era vero. Palpatine mi ha fatto credere di avervi ucciso, e l’orrore per quello che avevo fatto mi ha annientato. Avevo ucciso mia moglie, l’unica persona che avessi mai amato, ed il figlio che portava in grembo… Mio figlio. Quel figlio che avevo tanto desiderato. L’Imperatore conosceva bene il mio punto debole. Ha giocato bene le sue carte. L’odio per me stesso, si è trasformato in odio verso gli altri. E sono diventato malvagio. Non immagini quanto ho goduto nel vederlo cadere nel vuoto.”
“ Ho sempre saputo che non potevi essere così cambiato senza un motivo.”
Anakin sospirò. “Ero andato da lui solo perché non volevo perderti…. ”
Padme sfiorò delicatamente con le labbra quelle di lui.
“No, non farlo Ani…” Gli sussurrò.
“Cosa?”
“Non sentirti in colpa. Per quello che è successo su Mustafar.”
Anakin chiuse gli occhi ricordando il dolore lancinante di quei giorni. “Tu non immagini Padme… ”
“E’ tutto finito adesso.”
“Non ho mai smesso di amarti. Mai. Nemmeno nel momento più buio della mia vita. Nemmeno quando il male dominava le mie azioni.”
Lei sorrise. “Lo so. Ecco perché non ho creduto ad Obi Wan. Ed ho cominciato a sperare in nostro figlio.”
“Luke….”  Suo figlio. Il suo adorato figlio. Quando Padme gli aveva rivelato di aspettare un figlio, Anakin aveva pensato fosse una benedizione. Era vero.
“Quando gli ho confessato di essere suo padre, ha preferito lanciarsi nel vuoto piuttosto che passare al lato oscuro.  Volevo salvarlo dalla morte certa, e invece lui ha salvato me. Con lui i Maestri non hanno fallito.”
Padme lo baciò. “Siete più simili di quanto tu possa credere. Solo che lui riesce a controllare le emozioni e gli istinti omicidi meglio di te.”
Finalmente, per la prima volta dopo più di venti anni, Anakin Sorrise.
“Leila è bellissima. Ti somiglia molto. Anche nel carattere. Ho avuto molto a che fare con lei in questi ultimi anni. E sono sempre rimasto affascinato dal suo modo di tenermi testa. L’ho odiata. Non sai quanto. Ora capisco il motivo. Mi ricordava te, e questo mi distruggeva. Spero che un giorno mi perdoni….”
“Lo farà, vedrai, le serve tempo. Lei non è come Luke.”
“Credi che quel generale da strapazzo la ami davvero?”
Padme scoppiò a ridere. “Certo che la ama. Ha fatto di tutto per lei. Compreso il salvarla da te. Con lui al suo fianco sarà al sicuro.”
Sempre schietta come la ricordava, la sua Padme. L’attirò a se e la baciò, poi si irrigidì.
“Cos’hai Ani?”
“Niente.”
“Ani…”
Lui sospirò. Non poteva nasconderle nulla. E comunque doveva  togliersi quel peso dal cuore.
“Cosa succederà ora?”
“Beh, tu sei un fantasma di Forza. Il tuo compito è aiutare Luke nell’addestramento di nuovi giovani Jedi insieme ad Obi Wan e Yoda.”
Anakin si sedette mentre un brutto presentimento gli attraversava lo spirito.
“E tu?”
Padme gli accarezzò una guancia. “Io rimarrò qui. Felice perchè sei diventato quello che sapevo potevi diventare.”
Lui scatto in piedi. “Quindi ci dobbiamo separare di nuovo?”
Lei annuì.
La rabbia, quella rabbia che non era mai riuscito a controllare e che era stata la sua rovina in passato, lo accecò di nuovo.
“Oh no Padme. Scordatelo.” Sibilò. “Ora che ti ho ritrovata, io non ti lascio.” Il panico gli fece scorrere un brivido lungo la schiena. E la sua rabbia aumentò.
Anche Padme si alzò e lo strinse forte a se, cercando di calmarlo.
“Ani, così è scritto. Uccidendo l’imperatore, sei tornato ad essere uno Jedi. E tu sai che agli Jedi non è permesso avere una moglie.”
“Non è permesso nemmeno avere figli Padme! Ed io ne ho due! Con te! Come puoi pensare che io ti lasci?”
Lui si allontano da lei, sempre più furioso. No, non l’avrebbe lasciata. Che se li allenassero da soli gli Jedi, i suoi maestri!
“Ani, calmati.” La voce di lei, serena ma ferma, lo quietò.
“Allora a cosa è servito tutto questo Padme? Abbandonando il lato oscuro credevo di aver trovato la pace, invece mi ritrovo catapultato in un inferno ancora peggiore. L’eternità senza di te. Come Fener, potevo sperare nella morte, ma ora…” Anakin abbassò la testa, sconfitto. “Ora non mi rimane più niente.”
Padme si avvicinò a lui e gli afferrò il volto tra le mani. “Ti rimangono i nostri figli. E ti rimane il mio amore. Io ti amo e ti amerò sempre.” Lo baciò. Un bacio struggente, triste. Un bacio d’addio. Anakin si strinse ancora più a lei, in un abbraccio disperato.
 
5.
“Dobbiamo andare figliolo.” La voce profonda di Obi Wan Kenobi spezzò l’incantesimo.
Anakin si staccò da sua moglie.
“Devi andare, Ani.”
La strinse di nuovo  “No…”
“Ani…”
Lui la guardò ancora un attimo, poi si voltò verso il maestro Jedi, senza lasciare la mano di sua moglie. Lo fissò, nei suoi occhi la sfida.
“Non verrò con te Maestro.”
“Ani!” Anakin ignorò la voce colma di rimprovero di sua moglie.
“Rimarrò qui, accanto a mia moglie. E’ questo il mio posto.”
“Tu sei un Fantasma di Forza Anakin” Sentenziò Obi Wan. “Il tuo posto è con noi.”
“No, non verrò. Sono stato il peggiore degli Jedi. Ho stravolto il vostro concetto di vita sposandomi e avendo dei figli. Ho compiuto stragi senza fine, sono passato al lato oscuro, vi ho sterminato. Che aiuto potrei mai darvi?”
Strinse la mano di Padme ancora più forte, rendendosi conto che stavolta era la disperazione a parlare, non l’odio, e nemmeno la rabbia. Solo la disperazione. “E poi davvero pensi che il mio posto sia con voi? Io sono stato l’incarnazione del male, e me ne sono preso tutte le mie responsabilità, ma tu? Lasciandomi morente su Mustafar mi hai condannato a vivere nel dolore per ciò che avevo fatto. Mi hai nascosto che mia moglie era viva.  Mi hai tolto i miei figli e li hai addestrati ad odiarmi, e Luke anche ad uccidermi. Credimi, mi sto chiedendo chi è stato il peggiore in questi anni. ”
Obi Wan Abbassò lo sguardo per un attimo, colpito da quelle parole,  poi tornò a fissare Anakin.
“Tu hai sconfitto l’imperatore e ci hai salvati dal male. E’ giusto che riprendi la tua strada.”
“Con tutto il rispetto Maestro, quando ho ucciso Palpatine, il mio unico scopo era salvare mio figlio dalla morte e vendicarmi dell’uomo che mi aveva mentito sulla sorte della donna che amavo e che amo. Nessun sentimento da Jedi come vedi.”
“Strano, strano Jedi…. Forse è per questo che tu il prescelto sei.”
I tre si voltarono tutti in direzione della voce.
Il Grande Maestro Yoda avanzava verso di loro con il suo passo incerto ed il piccolo bastone che ticchettava sul manto verde del prato.
“Obi Wan, credo che il nostro prescelto ragione ha. La donna egli ama con tutto se stesso, e questo amore sempre le sue scelte guidato ha. Sono sicuro che con Padme accanto, lui sereno è, e aiutare suo figlio Luke meglio può.”
Anakin sgranò i suoi immensi occhi azzurri, incapace di credere alle parole di Yoda.
“Maestro Yoda, mi stai dicendo che posso rimanere qui con mia moglie?”
Yoda annuì. “Con te sbagliato tanto io ho. Avrei dovuto addestrarti e capire come tu eri. Ma ora riparare ai miei errori voglio. Tu qui con tua moglie vivrai, ma ricorda. Fantasma di Forza ora sei. E tuo figlio aiutare devi.”
“Certo Maestro Yoda.”
La felicità, quella felicità mai più provata dopo la morte di Padme, si fece strada dentro di Anakin facendo vibrare di Forza tutto il suo essere, mentre  prendeva la sua Padme tra le braccia e la baciava.
“Anakin, dobbiamo andare ora. Luke deve sapere che sei con lui.”
Anakin lasciò Padme e, sfoderando il sorriso dei suoi giorni migliori le disse. “Aspettami. Torno presto.”
Lei annuì: “Mi troverai qui al tuo ritorno.”
Lui le sorrise di nuovo, poi scomparve insieme ai due Maestri.
 
EPILOGO
Anakin, appoggiato al balcone rivolto verso il lago di Naboo, scrutava preoccupato l’orizzonte. Le cose si stavano mettendo male. Il lato oscuro si stava riorganizzando. Lo sapeva. Lo sentiva. E gli Jedi erano ancora pochi. Troppo pochi. Bisognava cercare ancora. E fare in fretta.
Sospirò  e guardò verso il lago alla ricerca di Padme. Era arrivato all’improvviso, ma lei non c’era. Certo, non poteva essere andata lontano. Lei non poteva muoversi da quei luoghi. Probabilmente stava nuotando.
Cercò di guardare meglio e alla fine la vide, in lontananza. Lei aveva sempre adorato l’acqua. E lui aveva sempre adorato guardarla.
Padme, probabilmente si sentì osservata, perché si voltò. Lui le concesse un radioso sorriso felice e la salutò con un cenno della mano. Lei gli sorrise a sua volta e cominciò a nuotare nella direzione opposta. Anakin comprese che stava arrivando da lui.
Yoda aveva mantenuto la sua promessa. Lo aveva lasciato libero di tornare da sua moglie, ed in cambio ne aveva ottenuto il Fantasma di Forza più potente che la storia ricordasse. Anche più potente dello stesso Grande Maestro. La Forza che irradiava era percepibile chiaramente, e la potenza che ne derivava era immensa. Come sempre Yoda aveva avuto ragione. E Anakin prevedeva che presto quella forza sarebbe servita.
Mentre meditava, assorto e preoccupato, sul futuro della galassia, si sentì avvolgere dal caldo abbraccio di sua moglie. Chiuse gli occhi assaporando felice la carezza di lei tra i suoi capelli. Di colpo si calmò. Quello era il potere di Padme su di lui. Lo rasserenava. Da sempre. Si voltò verso di lei e la prese tra le braccia.
“Ciao.” Le sussurrò tra i capelli. Sembrava che gli anni non fossero mai passati. Quei terribili anni di sofferenza erano stati cancellati per sempre. Finalmente era felice. Aveva raggiunto la sua dimensione.
“Ciao. Come è andata?”
Lui esitò. “Bene.” La strinse più forte a se.
“Bugiardo.”
Anakin si allontanò da lei per guardarla. Non poteva nasconderle nulla. Padme lo conosceva troppo a fondo.
“Leila continua ad odiarmi.”
Padme gli accarezzò la guancia. “Dalle tempo.”
Anakin annuì. Purtroppo il futuro di Leila lo preoccupava molto. Aveva avuto delle visioni. Il lato oscuro presto l’avrebbe colpita duramente, e sarebbe stata costretta a cambiare la sua visione del mondo.  Sperava solo che fosse il più tardi possibile.
“Non è questo che ti preoccupa Ani.”
Lui sospirò. “Il male oscuro sta per tornare Padme.”
“Impossibile. Sono anni che viviamo in pace.”
“Il male oscuro si ripresenterà di nuovo. Lo so. Lo sento.”
La vide sgranare gli occhi. “Come puoi esserne così sicuro?”
Anakin la baciò. “Tesoro. Ne ho fatto parte per vent’anni. Fidati. Sta per tornare.”
“E cosa intendete fare?”
Lui le prese le mani. “Ti va di passeggiare?”
Padme annuì e insieme si incamminarono verso le cascate. Il sole era sempre splendente in quell’angolo di paradiso.
“Luke è un ottimo Jedi, ed il Maestro Yoda ha grandi progetti per lui. Con il nostro aiuto addestrerà la nuova generazione, e quando il male oscuro si presenterà noi saremo pronti. Creeremo un esercito più grande e più preparato di quello che ha sconfitto l’imperatore Palpatine.”
“Ani, lo hai sconfitto tu Palpatine.”
Anakin alzò le spalle. “Dettagli. L’ho sconfitto perché Luke mi ha risparmiato la vita. E comunque, non ho distrutto io la morte nera.”
D’un tratto Anakin si fermò. “Padme…”
Lei lo guardò con aria interrogativa. “Si Ani…”
“Amo i nostri figli. E li salverò entrambi. A qualunque costo. Te lo giuro.”
Padme lo baciò. “Lo so, e ti amo anche per questo. ”
Un ombra passò attraverso i suoi occhi limpidi. Anakin la scrutò, preoccupato.
“Che hai tesoro?”
“Ani… Ho bisogno di dirti una cosa….”
“Cosa?”
“Non ho mai smesso di amarti. Nemmeno quando sei passato al lato oscuro. Nemmeno quando hai tentato di uccidermi. Mai. E ti prego, credimi, non ti ho mai tradito. Obi Wan è salito sulla mia nave di nascosto. Non gli avrei mai detto dov’eri. E lui lo sapeva.”
“Padme… Lo so…”
“No, aspetta, non ho finito. E’ giusto che tu sappia che se fossi vissuta abbastanza a lungo, probabilmente ti avrei seguito anche per la strada del male, come quando ho accettato di sposarti e di vivere nella menzogna, tutte le mie belle idee si sono sempre infrante contro di te. Il mio centro dell’universo sei sempre stato tu Ani. Ti ho sposato contro il nostro destino che ci voleva separati. Non avrei esitato a venire con te. Qualsiasi cosa tu fossi diventato.”
Anakin accarezzò il ciondolo di legno che le aveva regalato tanti anni prima. “Ti amo da morire Padme, e sono contento che tu non abbia avuto modo di seguirmi, così non saprai mai quali  orribili crimini ho commesso.”
La prese di nuovo per mano e ricominciarono a camminare, in silenzio, mentre Anakin assaporava la sensazione di essere finalmente a casa.
Sarebbero arrivati tempi duri, lo sapeva, ma lui sarebbe stato pronto.
Come fantasma di Forza si sarebbe schierato accanto ai suoi figli proteggendoli. Per poi tornare da sua moglie. A casa. In pace.
   
 
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