Come
ci sei arrivata?
Ti
senti mai stanca?
Dimmelo
adesso, perché sai bene che tra pochi minuti
sarà
troppo tardi.
Il
ricordo di un metro di distanza tra di noi sarà vago
Metri,
miglia, stormi di accusativi impazziti
Ci
ripristineranno nel nostro accademico splendore
Ma
tu non temere, perché saremo di nuovo tutti qui
E
ci saremo tutti.
Stai
tranquilla, perché ti accoglieremo come al solito
Nessuno
dimenticherà di fissare il proprio libro
Per
qualche secondo alla ricerca di un nome
La
tua presenza scaldare i vestiti di tutti
Ci
guarderai e noi non sosterremo il tuo sguardo.
Ti
senti mai brutta?
Le
altre sono mai state gelose di te?
Ti
hanno mai bersagliato con interrogative retoriche
Dai
risvolti imprevedibili e dalla conclusione introvabile?
Eppure,
c’è chi dice che tu fossi bella, davvero bella.
E
non pensare che io sia in cerca di gloria
Se
adesso ti dico che ho sentito distintamente qualcuno
Che
apprezzava le tue fattezze ormai a te sconosciute.
Non
ti conosco giovane, non ti conoscerò vecchia.
Sei
il presente, l’autorità che dura un secondo ed atterra
Su
un letto di polvere e foto.
Sei
uno stadio intermedio della mia evoluzione,
sei
una specie protetta, ormai estinta eppure vivente
non
cerchi l’errore nel mio sguardo
noi
ci capiamo, ed è un solo sguardo
quel
secondo in cui esali una parola d’accusa
e
finalmente i tuoi occhi si accasciano al suolo
non
sei morta ma sembri stanca, è la vita che ti ha tradita?
È
il sangue che ti è mancato
Per
l’ennesimo salasso della malasorte?
Sei
stata giocata?
Ti
hanno attirata in questa trappola come accadrà a tutti noi?
Ti
senti mai forte?
Eppure
nei tuoi occhi riluce il rigore di mille notti di veglia
Forse
hai pianto, forse hanno pianto i tuoi occhi
Ma
ne siamo tutti certi, la tua voce non piange mai
Solo
l’acciacco che la marea di ogni anno virale
Stampa
a fuoco nelle gole di tutti.
Non
fumi.
La
tua vita sottile nasconde un piccolo stomaco
Il
ricordo della moderazione che hai avuto
E
che sempre sembri avere.
Il
tuo cuore, rosa selvatica tra mille diamanti
Non
piange, ma stridendo sussurra
Che
in fondo ce la puoi fare
Che
il tuo è il dramma di amare
Di
non riuscire a capire
Quanto
sia strano morire.
Ti
ho conosciuta così, e così per me morirai.
Così
per me tu sei nata, così polvere tornerai.
Sei
la concezione figurale della tua storia nella mia testa.
Non
c’è angolo di te che io immagini al di fuori di come è.
Perché
tu per tutti sei, non sei mai stata e mai sarai.
Sei
l’attimo, l’immagine della più profonda e frustrata attenzione
Eppure
lo splendore di un attimo che dura anni senza mai sfiorire.
Guarderemo
una foto, seduti per una nostra cena.
E
sarai vestita, magra nel tuo forte decoro
Gli
occhi coperti, perché altrimenti, lo sai
Ci
tradisci, tradisci noi.
E
questo incestuoso amore finisce.