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Autore: purpleblow    13/02/2016    3 recensioni
Sanji non lo avrebbe mai ammesso, ma un po' lo ammirava per questa sua determinazione. E però, accidenti, possibile non si rendesse conto che così facendo avrebbe sempre fatto soffrire chi gli stava accanto?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What I feel.
 



Sanji non sapeva niente di Zoro. Lo guardava in silenzio mentre combatteva contro Drakul Mihawk e l'unica cosa cui riusciva a pensare era che quello strambo ragazzo con quegli assurdi capelli verdi non aveva la benché minima speranza di uscire vivo da quello scontro; chiunque conosceva la forza spropositata di Occhi di falco, ma vederlo di persona era tutta un'altra storia e no, Roronoa Zoro, per quanto fosse determinato non aveva uno straccio di possibilità di vincere.
Sanji si chiedeva come potesse quella persona essere tanto sconsiderata da buttarsi fra le braccia della morte pur sapendo come sarebbe andata a finire. Cos'era, orgoglio? Non capiva e, forse, non l'avrebbe mai capito negli anni a venire.
Quando Mihawk lo colpì in pieno petto non poté fare a meno di trattenere il respiro, sentendo uno strano senso di vuoto dentro di sé che non se ne andò neppure quando qualche istante dopo lo seppe vivo. Le lacrime – oh, quelle dannate lacrime – lo avrebbero tormentato per sempre: ora sapeva che Zoro avrebbe fatto qualunque cosa, anche a costo di rischiare la vita, per raggiungere il suo sogno e questo gli avrebbe fatto perdere il sonno nei mesi a venire, ma lui ancora non poteva saperlo.

 

Ancora una volta Sanji si era ritrovato a domandarsi se Zoro fosse un pazzo, un testardo o semplicemente una persona coerente – o tutte e tre le cose – perché accidenti, ancora una volta combatteva senza badare a ciò che ne sarebbe stato di se stesso.
Sanji non lo avrebbe mai ammesso, ma un po' lo ammirava per questa sua determinazione. E però, accidenti, possibile non si rendesse conto che così facendo avrebbe sempre fatto soffrire chi gli stava accanto?

Beh, se proprio doveva essere così, nessuno gli avrebbe impedito di dargli una mano di tanto in tanto – senza farsi notare, s'intende – almeno per evitare che s'ammazzasse: non l'allettava l'idea di dover preparare un pasto in meno, ecco.

 

Non avrebbe mai immaginato di trovarsi in una situazione del genere, sebbene avesse capito fin da subito che entrare a far parte di quella strana ciurma lo avrebbe messo a dura prova – perché ehi, essere pirati non era semplice come preparare del pudding, questo l'aveva messo in conto – ma mai, mai nella vita, pensava di doversi improvvisare medico.
« Che tu fossi un folle l'ho sempre saputo, ma arrivare a tagliarti le gambe... sul serio? » brontolò Sanji, senza riuscire a tenere per sé quel pensiero, inserendo il filo nella cruna dell'ago.
Zoro rimase in silenzio, senza scomporsi neppure un po'.
« Non ti ho chiesto un parere, mi sembra. Fallo e basta. » il cuoco lo guardò torvo, convincendosi a lasciar perdere dato che aveva ben altro a cui pensare. A prenderlo a calci era sempre in tempo, dopotutto.
« Farà molto male, ti avverto. » disse, prima di prendere un profondo respiro e cominciare a ricucire quel che restava della caviglia destra di Zoro, cercando di non ascoltare i gemiti dell'altro, cercando di non fare a caso al sangue che iniziava a uscire dai palmi delle sue mani – di cui, per inciso, avrebbe dovuto occuparsi sempre lui.
Finito il lungo – e maledettamente stressante – lavoro, accompagnato da un mal di testa crescente, Sanji si alzò e rimase a fissare Zoro in silenzio: lo spadaccino si era abbandonato lungo disteso sulla panca di legno, privo di sensi, provato da quell'operazione delicata; a vederlo così il cuoco non poté fare a meno di sorridere: quell'idiota aveva superato anche questa.
« Razza di incosciente, un giorno mi farai crepare d'ansia. » sussurrò, sentendo l'impellente bisogno di accarezzargli i capelli, prima di accendersi una sigaretta e sedersi sul pavimento, tirando l'ennesimo sospiro di sollievo.

 

Jazz. In quella chiassosa bettola risuonava musica jazz e tutti, Luffy in prima fila, assecondava Brook lasciandosi andare a grida di gioia e balli, tra una coscia di pollo e l'altra.
Nonostante l'aria di festa, non riusciva proprio a unirsi a loro. Sì, per l'ennesima volta erano riusciti a dribblare la morte, ma a che prezzo?
Ancora una volta si erano dovuti affidare a quel pazzo suicida di Zoro e non lo trovava giusto; quel maledetto spadaccino li aveva protetti tutti, usando il suo corpo a fare da scudo, senza che loro fossero stati capaci di fare niente.

Anzi, addirittura Sanji si era ritrovato a fare la figura dell'idiota: per una volta si era deciso a sacrificarsi per la ciurma – per lui – sapendo perfettamente che non sarebbe servito a niente e cos'aveva ottenuto? Non voleva protezione da Zoro, accidenti. Voleva solo rendersi utile, sentirsi al suo pari, evitare di vederlo in condizioni disastrose, di nuovo.
Sospirando uscì dalla taverna, lasciando che un paio di lacrime gli scivolassero lungo le guance: l'aveva quasi perso quel giorno e la pura che prima o poi sarebbe potuto accadere sul serio lo lasciava senza respiro – esattamente come ciò che aveva realizzato da un po' di tempo a quella parte.

 

Incontrarsi dopo due anni era stato come non essersi mai separati. Zoro era sempre lo stesso: la solita testa d'alga con zero senso dell'orientamento – anche se dannatamente più alto e con tanta voglia di fargli perdere la pazienza.
Si erano ritrovati per caso e, finalmente, quel peso che Sanji aveva avuto per tanto tempo – troppo – se n'era finalmente andato, lasciandolo libero di respirare.

Non era raro che durante i pochissimi momenti di calma a Kamabakka si ritrovasse a pensare e l'immagine di Zoro che spariva davanti ai suoi occhi, senza che lui avesse potuto fare nulla per impedirlo lo faceva andare in bestia: ancora una volta si era sentito del tutto inutile e inadeguato.
Ma ora che ce l'aveva davanti non gli importava davvero più di niente; non era proprio il momento per piangersi addosso, anche perché dovevano recuperare due lunghi anni di insulti.

 

 

Note autrice:
Ma salve, ogni tanto resuscito e scrivo qualcosina. No, in questo fandom non mi conosce nessuno (scrissi una cosina ZoSan mille secoli fa e ancora non conoscevo bene One Piece se non grazie a qualche puntata qua e là vista in tv – però Zoro e Sanji li shippavo ♥) e niente, mi è presa voglia di scrivere considerando gli ultimi eventi del manga.
Avrete notato che sono cinque parti (come le lettere che compongono il nome di Sanji, così come le iniziale di ogni parte) che fanno riferimento a cinque saghe diverse e tutte dal punto di vista del cuocastro e bon, forse la conoscete, ma la terza parte è ispirata a una doujinshi di cui in questo momento mi sfugge il nome, ma c'è Sanji che appunto ricuce le caviglie a Zoro e l'ho trovata molto carina :3
Ah, tra parentesi, io e i titoli non andiamo d'accordo ma penso si sia notato.

   
 
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