Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Ricorda la storia  |      
Autore: Nono23    13/02/2016    0 recensioni
Harold, giovane Conte di bell'aspetto, nasconde un segreto da quando era in fasce. Sofia, timida ragazza che lavora come serva per una famiglia nobile. In che modo la fanciulla entrerà a far parte della vita di Harold? Riuscirà ad aiutarlo?
***
Buona lettura a tutti!
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Harold e Sofia

***
 
Brasov era immersa nel buio più cupo. Era così profondo da non riuscir a vedere a un palmo dal proprio naso. Le poche stelle solitarie che punteggiavano il cielo non bastavano a illuminarla. Neppure la Luna penetrava quel buio. Di giorno era un ghetto. Le stradine acciottolate e tortuose si inerpicavano su fino alla piazza centrale, il cui elemento distintivo dalle altre secondarie era una piccola fontana in pietra. Le condizioni d’igiene del paesino erano molto precarie. Non era raro sentir lanciare qualche urlo da parte delle donne alla vista delle pantegane. Quei grossi roditori neri infestavano il villaggio, correndo veloci da un magazzino all’altro, divorando tutti i viveri. I contadini più volte avevano tentato una disinfestazione, ma nulla. Quei sorci sembravano infiniti.
Brasov si divideva in due parti nette. C’era il borgo, dove abitavano i più poveri, i quali, per sopravvivere, spesso e malvolentieri, dovevano mettersi al servizio dei potenti, che abitavano fuori dal centro, nei palazzi e castelli che ereditavano da generazioni. Tra di essi spiccava il nome del Conte Harold. Non aveva servi, a differenza di molte altre famiglie, ma non per questo doveva avere una reputazione da “bravo ragazzo”. Esistevano molte storie popolari sul suo conto, dovute soprattutto al bell’aspetto dell’uomo. Ma non vi era nulla di accertato. L’unica cosa che potevano constatare con i loro stessi occhi era di non scorgerlo mai alla luce del giorno. Ogni tanto, qualche mendicante affermava di veder passeggiare un uomo alto, portante un vestiario ricercato, durante la sera inoltrata, quando il Sole già era tramontato. Nessuno, però, poteva essere sicuro che si trattasse proprio di lui.
Il Conte Harold, d’altro canto, rimaneva indifferente sulle dicerie sul proprio conto che animavano il paese. Era vero, lui passava le giornate rinchiuso tra le fredde mura del suo castello, ma aveva un buon motivo per giustificare tale apparente e incomprensibile comportamento: vivere. Infatti, a causa di una maledizione che lo colpì da neonato, lui non avrebbe mai più potuto vedere la luce del Sole nella sua vita, altrimenti sarebbe diventato cenere. L’unico modo per rompere l’incantesimo, lanciatogli da una vecchia strega nubile, era, per l’appunto, sposarsi con una donna che avrebbe accettato la sua vera natura di vampiro. Da bambino era stato molto difficile accettare il problema e ci vollero molti anni prima che riuscisse ad imparare a conviverci. Ora, era un giovane uomo sulla trentina, con un sorriso accattivante e una voce suadente, con le quali mieteva le sue ingenue vittime. Usciva tardi nella notte; durante la “caccia” intravedeva nell’oscurità le figure di barboni appollaiati lungo i muri delle case popolari, coperti solo da una giacca logora, ma non vi badava. Si dirigeva verso la piazza, dove era certo di incontrare ragazzine attardatesi a lavare i panni. Aveva modi di “cacciare” diversi. A volte le colpiva alle spalle, mordendogli il collo senza lasciar loro il tempo di realizzare che stavano morendo, mentre beveva il sangue caldo con ingordigia. Altre, invece, utilizzava un approccio diretto. Si presentava sotto falso nome, esibiva i suoi miglior complimenti e poi le mordeva. In ogni caso, quelle povere ragazzine si trasformavano in angeli e volavano in cielo a causa della fame insaziabile del Conte. Quando riteneva di essersi “divertito” abbastanza, rincasava con un ghigno agghiacciante a incurvargli le labbra, completando il quadro dei suoi denti bianchi incorniciati da rivoli di sangue.
I paesani, terrorizzati, avevano stabilito un coprifuoco, per salvaguardarsi al meglio. Al calar del Sole era assolutamente vietato girare per le stradine ciottolose del villaggio. Le donne erano le prime a rientrare. Per un periodo sembrava che quel piano avesse avuto successo. I corpi femminili, decorati con due buchi sul collo, sparsi per la piazza centrale erano terminati. Niente più vittime.
Il Conte aveva notato lo strano cambiamento negli abitanti. Quando la sera era sceso nel centro di Brasov, non aveva trovato nessuna fanciulla alla fontana. Non toccava sangue da qualche giorno e, più tempo passava, più diventava intrattabile e irritabile. Era così nervoso che avrebbe ucciso dieci fanciulle in una sola volta. Un numero elevato, giacché la sua media era di tre, quattro ragazze per sera. Aveva, dunque, deciso di provare a “cacciare” nella parte nobiliare di Brasov. Si era diretto verso un palazzo illuminato da vari fuochi, sistemati nell’immenso giardino curato, colmo di roseti variopinti, dal quale proveniva una splendida suonata di Mozart. Era in corso una festa. I nobili dei ranghi più alti erano presenti e danzavano serenamente, incoscienti che due occhi color del ghiaccio li stessero osservando famelici. C’erano così tante ragazzine con dei colli così invitanti che avrebbe fatto un banchetto completo. Si leccò le labbra, sentendo già l’acre e ferroso sapore del sangue scorrergli caldo lungo la gola. La sua mente era stata distratta da un rumore proveniente dall’interno del castello. Sembrava un acciottolio di piatti e bicchieri. Doveva esserci qualcuno nelle cucine. Si mosse rapido per constatare la sua ipotesi, ma, non appena scorse la minuta figura di una ragazza sistemare, con qualche difficoltà,  le stoviglie nella credenza in legno, provò un attimo di esitazione. Era affamato e lei era una preda facilissima. Così indifesa, così ingenua… Però qualcosa dentro sé lo bloccò dietro alle mura in pietra che davano sul corridoio. La osservò attentamente. Un gesto che non aveva mai compiuto prima di mordere la vittima, neppure quando ci discorreva insieme. Lunghi capelli castani scuri raccolti in una treccia morbida laterale contornavano il viso sporco di fuliggine. Gli smeraldi incastonati sul volto dall’aria indaffarata, ma stanca, la rendevano la creatura più bella su cui gli occhi cristallini del Conte si fossero mai posati.
Rimase impalato senza sapere cosa fare. Per la prima volta nella sua vita era rimasto senza parole. Sentiva un dolore nel petto tremendo, come se qualcuno lo stesse colpendo ripetutamente all’altezza del cuore. Cuore…? Lui aveva… un cuore? Senza accorgersene, emise un suono di sorpresa, che fece spaventare la ragazza.
 
« Chi siete Voi? E che cosa volete?» domandò lei, portandosi un vassoio al petto, come per proteggersi. Il Conte impiegò diversi secondi per riprendersi, ma alla fine rispose:
 
« Signorina… Perdonatemi, non era nelle mie intenzioni spaventarvi. Mi presento, sono il Conte Harold, nobile di medio rango che abita proprio in quel castello laggiù.» le indicò fuori dalla finestra un punto preciso nella coltre scura della notte.
 
La ragazza seguì il suo sguardo e individuò una costruzione di medie dimensioni stagliarsi all’orizzonte indistinto tra Terra e Cielo. Il Conte fece un inchino seguito da un delicato baciamano, al quale la bella fanciulla arrossì.
 
« Potrei avere l’onore di conoscere il Vostro nome, signorina?» domandò con voce suadente. Aveva una nota diversa da quella che utilizzava per attirare le proprie vittime normalmente. Aveva un che di sincero.
 
« I-il mio nome… è S-Sofia e sono la serva dei Signori Morata. Desiderate che vi chiami i padroni?» rispose balbettando incerta. Era come incantata dallo sguardo di Harold. Assumeva, man mano che conversavano, sfumature sempre più calde e più dolci.
 
« No, desidero solo parlare con Voi.» le rispose lui, accennando un sorriso invitante.
 
« Oh… Aspettate, accomodatevi prima. Vi porto qualcosa con cui dissetarvi. Avete preferenze?»
 
« Quello che bevete Voi, Sofia.» la ragazzina aveva le gote rosse per l’imbarazzo. Nessuno le aveva mai rivolto parole più gentili e trattata al pari di una nobile.
 
Tornò dopo qualche minuto con due calici e una bottiglia di Sforzato italiano. Stappò e servì. Poi si accomodò, mettendosi in ascolto. Qualcosa, dentro di lei, le diceva che le parole del Conte le avrebbero cambiato la vita per sempre. Harold venne scosso da un brivido di incertezza e forse anche paura, siccome non aveva idea della possibile reazione delle fanciulla dinanzi a sé.
 
« Sofia… voi mi avete conosciuto come il Conte Harold pochi minuti fa… ma… la verità è che… non sono umano…» s’interruppe, vedendo la ragazza portarsi una mano sotto il mento, come per poterlo scrutare meglio. Era logico che non avesse inteso le sue parole. Lui non si era spiegato bene. Continuò: « Vedete… quando ero ancora in fasce, venni colpito da una maledizione… ed ora sono un…» si bloccò nuovamente. Era più difficile di quello che immaginasse confessare la propria natura ad un estraneo. Anzi, a una ragazza di nome Sofia. Sapeva il suo nome, non erano più due semplici sconosciuti.
Sofia, vedendo passare un lampo di sconforto negli occhi meravigliosi del Conte, gli prese istintivamente una mano grande nelle sue piccole e delicate, come a dargli coraggio. Questa volta fu il turno di Harold ad arrossire, poi sospirò e parlò tutto d’un fiato.
 
« Sono un vampiro.» attese la reazione della ragazza. In un primo momento, lei sgranò gli occhi, portando entrambe le mani sulla bocca, come a impedirsi di urlare. Solo dopo qualche secondo di incredulità, Sofia gli accarezzò il viso e gli domandò con la voce più dolce che riuscì:
 
« … E non esiste un rimedio?»
 
« Sì. Dovrei sposare una fanciulla che mi accetti per quello che sono. Un vampiro.»
 
« E l’ha già trovata?» con tutta sé stessa sperò in una negazione, che non tardò ad arrivare. Harold l’aveva stregata, non c’era dubbio. I suoi modi eleganti con cui la trattava la facevano sentire una principessa.
 
« No. Però tu… tu sei la prima persona a cui lo confesso… e sei anche l’unica che mi abbia fatto battere il cuore dopo tempo immemore in cui era rimasto immobile. Ti prego, vorresti sposarmi?» le si rivolse con la seconda persona singolare, perché si sentiva tremendamente in balia di lei e dei sentimenti che aveva provato dal primo istante in cui l’aveva vista.
 
La ragazza rimase scioccata in un primo momento. Però il suo cuore le diceva che non si sarebbe pentita, se avesse accettato la proposta. E così fu. I due, colmi di gioia- e il Conte Harold anche di immensa gratitudine per la ragazza- si abbracciarono, entrambi felici per la nuova vita che li aspettava: l’uomo sarebbe ritornato completamente umano; la ragazza non sarebbe più dovuta sottostare alle angherie dei suoi padroni. Quando diedero la buona novella tutto il paese li festeggiò contenti. Si sposarono  in una Cappelletta buia e piccola nel centro di Brasov. Era stato l’unico desiderio della sua fidanzata: essere vicini al popolo, anche se nobili. Sofia indossava un magnifico abito bianco in seta e pizzo a dolce vita con lunghe maniche in pizzo. Teneva nelle mani tremanti un delizioso bouquet di rose rosse e bianche profumatissime. Harold vestiva il suo completo nero migliore. Entrambi sorridevano ampiamente -al futuro che si apriva ora davanti a loro- nel ritratto di nozze che appesero nella loro nuova camera da letto.

Fine.
 
Note dell'autrice:

Benritrovati a tutti, cari lettori e lettrici!

Come state? É da un po' che non mi faccio vedere su qui... So che devo pubblicare le ultime due One-shot per "Couples-First Kiss" (Storia presente anche su Wattpad - https://www.wattpad.com/212155750-couples-first-kiss-lashton)
, ma in realtà non le ho ancora scritte... *sospira pesantemente* Non è che mi manchi l'ispirazione, eh... è proprio il tempo che si diverte a mettermelo sempre "in quel posto", cavolo! Spero di riuscire a finire e pubblicare entro due settimane la Muke della serie... Ma! Bando alle ciance! Cosa ve n'è parso? É la primissima volta che scrivo una storia di questo genere, perciò sono ben accette critiche e commenti! Sono ispirati vagamente a "The Vampire Diaries", Damon e Helena.
Buon weekend e buon Carnevale a chi lo festeggerà! 
♥ Baci enormi a tutti, guys! ♥

Nono23.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Nono23