Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Evola Who    13/02/2016    1 recensioni
Un caso di omicidio, un insegniate trovato morto nel suo quartiere. Lestrade pensa una aggressione ma Sherlock capisce subito che non è cosi. E manca qualcosa in questo caso, non una prova. Ma una testimone...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Siamo tornati.” fece John.

Ma Sherlock era sulla scrivania con le mani sotto il mento, gli occhi chiusi a pensare.

Eva lo fissò un po’ incuriosita, ma poi chiese a John: “Voi una mano con la spesa?”

“Si, si grazie.” Cosi andò in cucina e aiutò il dottore.

Eva vide i tanti oggetti scientifici sopra al tavolo: microscopio da laboratorio, provette, liquidi e varie altre cose.

“Eeeeh… perché Sherlock ha il ‘piccolo chimico’ in formato adulto qui in cucina?” chiese un po’ incuriosita.

“Di solito fa dei esperimenti, a volte per risolvere un caso, a volte per noia o per… ‘passione’ diciamo cosi.” Spiegò John.

Lei si avvicinò e chiese: “E che tipo di esperimenti fa?”

“Sinceramente? Non lo la minima idea di quello che fa o quello che vede in quel microscopio.” Disse John con tono sconfitto.

Cosi Eva si avvicinò a quel tavolo un po’ schifata dicendo: “Ma questo è un dito umano?!”

John si girò, la guardò e disse con tono un po’ imbarazzato: “Si Eva, forse devo dirti una cosa riguardante Sherlock.”

Lei rimase stranita dicendo: “Che cosa?”

“Beh… ti ricordi quando ho detto che non devi toccare il frigo?”

“Si?”

“Ecco… l’ho detto perché lì a volte ci mette dei pezzi umani.” Disse John con un po’ di imbarazzo.

Eva aveva gli occhi fuori dalle orbite dicendo: “Cosa?”

“Si, lo so è un po’ stano ma è vero… perciò stai attenta a quello che trovi.”

Lei era confusa e disse: “Si, ma che cavolo se ne fa?! E poi… dove li trova?!”

“Beh… è una cosa un po’ complicata da dire ma in pratica lui…” cercò John di spiegare, ma in quel momento Sherlock apri gli occhi dicendo: “Ha, siete già arrivati?”

“Si, da 5 minuti fa per essere precisi.” Rispose John.

“Hai preso il pane e il burro?” chiese subito.

“Si, l’ho preso.”

“Bene.” E cominciò a digitare i tasti del potatile.
Eva guardò entrambi e non sapeva bene perché sentiva un po’ di tensione.

Prese il frappè (che aveva messo sul tavolo) lo appoggiò vicino al computer
Dicendo: “Tieni”

Il detective guardò il bicchiere con aria stranita e chiese: “Che cos'è?”.

“È un frappè. È come il gelato ma sciolto.” Spiegò Eva.

“Bevilo, è buono.” Aggiunse John finendo di mettere a posto la spesa e sedendosi sulla sua poltrona.

“Magari più tardi.” Rispose lui lavorando al computer.

Eva lo guardò strano e John sopirò e rimasero muti.
“Quando siete andati a perdere un frappè?”

“Beh… sicuramente siete pari. Quello che ho bevuto era molto dolce, come se avessero usato una barretta di cioccolato a late Milka. Anche se della mia gelateria che andavo spesso in Italia il frabè è molto buono e dolce. Ma una volta in un'altra città per uno sprecatolo teatrale per la scuola, dopo lo spettacolo siamo andati a predaci un gelato e io avevo preso un frabè sempre al cioccolato perché non avevo voglia del gelato. E li era un po’ più amaro.” 

Sherlock annui ma tutte e due avevano l’impressione che non li stava ascoltando.

“E di cosa avete parlato?” Chiese Sherlock un po’ più interessato.

Lei rimase un po’ sorpresa ma cercò di spiegare; ma in quel momento le vibrò il cellulare, lo prese dalla tasca, vide il numero, sopirò dicendo: “Scusatemi, è mio padre, devo rispondere.”

E andò verso in camera di John.

Quando furono da soli, Sherlock prese il frappè, prese un sorso dalla cannuccia e rimase sorpreso: “Frutti di bosco?”

“Già, le ho detto che non sapevo che gusto potrebbe piacerti, cosi ha preso uno che piaceva sia a me che a lei…”

“Cosi se a me non mi fosse piaciuto, potevate berlo voi due più tardi.” Fini Sherlock.

“Esatto.”

“Astuta.”

“Ti piace?” chiese l’amico.

“No, troppi coloranti e agenti chimici. Mettilo in frigo, cosi potete pero più tardi.” Rispose Sherlock appoggiando il frappè.

John sopirò e disse: “Prima di salire abbiamo visto la signora Hudson. Stavamo raccontando il perché Eva era qui ma ha mentito raccontando che ero suo zio e non ho detto niente.”

“E perché hai mentito?” chiese Sherlock.

“Perché non voleva raccontare la sua storia per non avere la sua compassione. E io sono stato al gioco perché mi sembrava giusto farlo.”
 
“Gentile da parte tua.” Rispose l’amico con indifferenza.

John rimase sorpreso dalla sua reazione e lo rimproverò con tono serio:

“Sai Sherlock, io l’ho conosciuta solo oggi e devo dire che è davvero una ragazza straordinaria. Le ho parlato della mia esperienza di guerra, mi ha detto che la guerra è una cosa stupida e che è pacifista ma mi ha detto che ho fatto del bene. E poi sai cosa mi ha chiesto?”

“Cosa?” chiese lui.

“Perché io stavo con te.”

Lui rimase un po’ perplesso, si girò verso di lui dicendo: “Davvero?”

“Certo.”

“E che cosa le hai riposto?”

“Le ho detto che sei fatto così, di come sei arrogante, presuntuoso e molti altri tu difetti. Ma che mi hai aiutato tantissimo:” disse John con tono serio.

Sherlock era sorpreso, ma cercò di non dimostralo e non disse nulla.

“E secondo me, vuole conoscerti ma tu la ignori, e questo secondo me non è giusto.”
 
“Perché dovrei conoscerla? Tanto fra pochi giorni scoprirò chi è l’assassino e perché l’ha fatto. Quindi non c’è un motivo per conoscerla meglio.” Disse lui con sguardo inespressivo osservando lo schermo.

“Perché è molto più di quello che tu pensi!” rispose John quasi urlando e rimasero muti.

“Sherlock, Eva sta vivendo in un brutto momento che nemmeno lei sa cosa fare, e anche se non vivrà  un'altra depressione ha sempre bisogno di conforto e sicurezza  per sentirsi meglio. Ed è quello che sto cercando di fare ma tu, la stai proprio ignorando, e secondo me ci è rimasta male. E poi sei stato tu a chiedere se vuole stare da noi!” spiegò il medico con tono calmo ma con espressione arrabbiata.

“Gliel'ho chiesto solo per avere la sua testimonianza e la sua collaborazione al caso! Niente di più!” ripose Sherlock con tono irritato.

“E poi? Lei dove andrà? Che cosa farà? Che cosa succederà? A questo non ti importa?”

“No. Tanto ci penserà la polizia.”

John non disse nulla. Lo guardò male, Sherlock e il suo comportamento cosi insensibile verso Eva.

“Tanto è abituata.” Aggiunse l’amico rompendo il silenzio.

John rimase confuso dicendo: “Abituata a cosa?”

“A questo. Fin da piccola ha sempre parlato con gli adulti e ha capito il loro linguaggio, ha avuto diversi maestri di sostegno nel corso della sua vita. E in nove mesi di scuola si è talmente affezionata a loro per avere un rapporto di amicizia. Quindi sa già come farsi affezionarsi ad un adulto in fretta.”

“Ma non credo che lo usa come arma a suo piacimento.” Aggiunse John con tono convinto.
Sherlock non ripose e anche John e capi che il discorso era finito li.

---------------------------------------------
Notr della autrice:
E ecco il mio nuovo capitolo!
Spero che ti sia piacuta!
John che difende Eva e Sherlock
che la ingoria... come va avanti?
Lo so che è pasato un pò da l'utimo
capitolo ma siamo ancora in corso di copiare
e di corezzione.
Ma spero che vi sia piacuta
e rigrazio a tutti quelli che leggono e 
recesicono e quelli che leggono
e non recesicono!
Vi grazio a tutti!
Alla prosima.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Evola Who