Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    13/02/2016    1 recensioni
«Sei sicura di volerci andare?» chiese Mycroft. Aveva tentato di farle cambiare idea, ma lei non aveva sentito ragioni. D’altronde, come gli aveva ricordato lei stessa, era stato lui a prometterglielo tanto tempo prima. L’uomo ricordava ancora quel giorno e adesso se ne rammaricava perché il tempo era passato troppo velocemente.
«Mycroft, me lo avevi promesso.» gli ricordò puntandogli l’indice contro anche se non suonava per niente come una minaccia.
«Lo so, ma-»
«Perché non dovrei andarci?» chiese perplessa poggiando la schiena alla sedia e sprofondando nel morbido cuscino che rivestiva la poltrona.
Lui sospirò. «Sherlock non è la persona adatta ad avere rapporti con-»
Lei lo interruppe «Nemmeno tu.»
«È diverso.»
Fu il turno di lei di sollevare le sopracciglia. «Non è vero.» affermò «Siete simili. Più di quanto credi.» fece notare.
Mycroft scosse il capo. «No. Non ci somigliamo per niente.»
«Come vuoi. Ma questo non mi farà cambiare idea.» sorrise ancora. «Comunque ero solo passata per dirti che se avessi voluto cercarmi mi avresti trovata là.»
Mycroft annuì. «Se è quello che vuoi.»
«Sì, è quello che voglio.»
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Here without you
 

Lieto fine
 

 Shireen stava osservando il suo riflesso nello specchio di fronte a sé, dato che dopo essersi occupate dell’acconciatura e del trucco, Molly e la signora Hudson avevano lasciato la stanza per darle un momento di intimità prima dell’inizio della cerimonia. L’abito bianco che stava indossando era stato scelto insieme a loro qualche mese prima. L’avevano accompagnata insieme a John in una piccola boutique in città e dopo aver provato un paio di abiti semplici e senza troppi fronzoli, la commessa le aveva consigliato di provare ad indossare quello. Non appena John, Molly e la signora Hudson l’avevano visto erano rimasti a bocca aperta. Il corpetto era in raso, ricoperto da una trama in pizzo che richiamava dei fiori e le maniche tre quarti, anch’esse in pizzo, le accarezzavano le braccia lasciando intravedere la sua pelle diafana; la gonna in raso scendeva fino ai piedi, accarezzando le sue gambe esili e mettendo leggermente in risalto le sue curve.
 Era semplice e rispecchiava in tutto e si poteva dire che la rispecchiasse completamente. Nella sua semplicità era bellissimo e Shireen se n’era innamorata immediatamente, perciò l’aveva acquistato senza pensarci due volte, con grande soddisfazione dei suoi accompagnatori.
 Molly si era poi proposta come truccatrice, premurandosi che il trucco fosse leggero e richiamasse il bianco e la semplicità del vestito, mentre la signora Hudson le aveva sistemato i capelli. Nonostante fossero troppo corti per essere acconciati, la donna era riuscita a fare un lavoro bellissimo, donando alla giovane la coroncina decorata con fiori bianchi sul lato destro, che lei stessa aveva utilizzato al suo matrimonio. Shireen, quando le due donne avevano concluso il lavoro, era rimasta a bocca aperta: era davvero una meraviglia.
 La ragazza sospirò, accarezzando la fascia che le copriva i fianchi. I mesi prima del matrimonio erano passati velocemente e le sembrava quasi impossibile di essere in procinto di sposarsi. Sembrava un sogno, dopo tutto ciò che aveva passato nei mesi precedenti.
 La porta alle sue spalle si aprì, riportandola alla realtà e facendola voltare.
 Mycroft aveva varcato la soglia della stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
 Shireen gli sorrise. «Ciao» lo salutò. Non aveva mai visto suo fratello più elegante e bello che in quel momento, con il completo nero a risaltare i suoi tratti morbidi, i suoi capelli e la sua barba rossiccia e i suoi occhi. Il maggiore si era sempre distinto per la sua eleganza, ma mai come in quel momento era stato più affascinante.
 Mycroft avanzò verso di lei e si prese un momento per ammirarla. Studiò il suo viso e il suo corpo, percorrendo ogni centimetro con gli occhi blu, soffermandosi poi su quelli della sorella. Sembrava senza parole.
 «Sei splendida.» sussurrò alla fine, accarezzandole una guancia con il dorso della mano. Poi sorrise dolcemente e le mise un ricciolo ribelle dietro l’orecchio, prestando attenzione e non rovinare l’acconciatura.
 «Anche tu sei bellissimo.» replicò Shireen, accarezzandogli il petto e sorridendo.
 Il maggiore abbassò lo sguardo. «Sherlock mi ha aiutato a scegliere il completo.» ammise. «Non voleva che ti facessi sfigurare nel tuo grande giorno.»
 «Tu non mi faresti mai sfigurare.» disse Shireen ridacchiando, poi gli accarezzò il petto, sistemandogli meglio la cravatta.
 Mycroft le rivolse un sorriso accennato. «Sei pronta?»
 Lei prese un bel respiro e annuì. «Sono un po’ nervosa.»
 «Non devi.» replicò il fratello. «Sarai una moglie perfetta. Sei una donna meravigliosa, dolce e bellissima e Greg non potrebbe desiderare di meglio.»
 Shireen sorrise dolcemente, poi si sporse in avanti e, circondandogli il collo con le braccia, lo abbracciò, accarezzandogli il capo. «Grazie, Mycroft.» disse e gli scoccò un bacio sulla guancia, lasciandosi stringere dalle braccia del maggiore. Quando si separarono, sorrise. «Sono felice che tu sia qui.»
 «Anche io sono felice.» replicò il politico.
 «Davvero?» chiese Shireen. «Sei veramente felice?»
 «Ma come? Non si vede?» chiese, accennando un sorriso. «I miei occhi non brillano?»
 «Smettila di prendermi in giro con questa storia.» lo rimproverò lei, ridendo.
 Il maggiore rise a sua volta. «Scusami.» disse. Poi sospirò. «Andiamo?» chiese e le porse il braccio.
 La giovane prese il mazzo di garofani bianchi che era stato poggiato sul tavolo e poggiò la mano sul braccio del fratello. Fece un respiro profondo, poi annuì. «Andiamo.»
 I due uscirono dalla stanza e una volta percorso il corridoio, arrivarono di fronte alle porte della stanza da cerimonie del municipio.
 Shireen si prese un momento per inspirare profondamente, poi, dopo aver rivolto un cenno d’assenso e un sorriso a Mycroft, insieme varcarono la soglia.
 Gli invitato non erano molti – era presente qualche poliziotto di Scotland Yard, Molly, la signora Hudson e John e Sherlock a fare da testimoni – ma quando si voltarono per osservare la sposa percorrere il corridoio centrale, la ragazza sentì le guance avvampare di rossore. Shireen, d’istinto, strinse maggiormente la mano intorno al braccio del fratello e lui, in risposta poggiò la mano destra su quella di lei, per rassicurarla, accarezzandole le dita.
 Quando arrivarono di fronte a Greg, che era in piedi di fronte all’officiante, i due fratelli si fermarono. Mycroft prese la mano destra della sorella e la porse all’Ispettore, accarezzandola un’ultima volta.
 «Lei è la mia vita, Greg.» disse soltanto. «Te la sto affidando. Prenditene cura.»
 Shireen volse lo sguardo verso il maggiore e accennò un sorriso di fronte a quelle parole.
 Greg prese la mano della giovane e sorrise. «Lo farò.» promise.
 E Shireen avanzò fermandosi accanto allo sposo, mentre Mycroft prendeva posto accanto alla signora Hudson, già in lacrime.
 Sherlock e John, vedendo Shireen così felice e così bella, si sorrisero.
 E la cerimonia iniziò.
 Dopo un breve discorso, l’officiante si rivolse ai due. «È il momento delle promesse.» affermò, poi si volse verso l’uomo. «Ispettore.»
 I due si voltarono in modo da guardarsi negli occhi e Lestrade prese le mani della giovane tra le proprie e le sorrise.
 «Shireen, non ci sono parole per esprimere quanto io sia felice di essere qui, oggi. Il fatto che stiamo per diventare marito e moglie mi sembra un sogno.» esordì con un sorriso accennato, incatenando gli occhi a quelli di lei. «Sei una donna meravigliosa e sapere di essere amato da te, Shireen Holmes, è un onore e privilegio. So di essere l’uomo più fortunato a questo mondo ad aver trovato una donna come te e posso assicurati che farò del mio meglio per renderti felice e per essere all’altezza. Ti amo con tutto me stesso e ti amerò sempre. E da oggi in poi, amore mio, niente potrà allontanarmi da te.»
 Shireen sorrise.
 «Shireen» disse l’officiante. «Prego.»
 La ragazza abbassò lo sguardo per un momento e prese un bel respiro, poi puntò gli occhi in quelli di Greg. «Non c’è nulla che possa dirti che tu non sappia già.» disse lei, aumentando la presa sulle mani di lui. «Sei tutto ciò che ho sempre desiderato, il mio sogno che si avvera. E anche se siamo una coppia e viviamo insieme da tempo, non vedo l’ora di diventare tua moglie. Non ho desiderato altro che essere tua e adesso sta succedendo davvero. Sei tutto per me, Greg. Ti amo con tutto il mio cuore e sono impaziente di cominciare questa nuova vita insieme.»
 I due si sorrisero e l’officiante intervenne. «È il momento dello scambio degli anelli.»
 A quel punto Molly si mise in piedi e si avvicinò con il cuscinetto su cui erano stati adagiati, poggiandolo di fronte agli sposi.
 «Vuoi tu, Gregory Lestrade, prendere la qui presente Shireen Holmes come tua moglie?» chiese l’officiante.
 Lestrade prese la fede e la infilò all’anulare sinistro di Shireen. «Lo voglio.» disse.
 «E vuoi tu, Shireen Holmes, prendere il qui presente Gregory Lestrade come tuo marito?»
 Shireen prese l’anello e lo fece indossare all’Ispettore. «Lo voglio.»
 L’officiante sorrise. «A seguito della vostra risposta affermativa, io, Ufficiale dello Stato Civile del Comune, dichiaro, in nome della Legge, che siete uniti in matrimonio.» affermò. «Può baciare sua moglie, Ispettore.» concluse, rivolto all’uomo.      
 Shireen e Greg si guardarono negli occhi per un momento, ammirandosi a vicenda come si fossero visti per la prima volta, poi Lestrade si avvicinò a lei, le accarezzò il volto con una mano e la baciò dolcemente sulle labbra, chiudendo gli occhi. Shireen ricambiò il bacio accarezzando i fianchi del marito e, quando si separarono, sorrise, incontrando gli occhi di Greg.
 I presenti si misero in piedi e applaudirono.
 I due sposi – dopo aver firmato i documenti per ufficializzare le nozze – uscirono dalla sala, seguiti dai loro invitati. Una volta fuori, il fotografo chiese di scattare alcune foto agli sposi nel parco accanto al Municipio e i due lo seguirono, mentre gli invitati attendevano fuori dalla struttura per raggiungere il ristorante.
 
 Dopo il pranzo, arrivò il momento dei discorsi dei testimoni.
 Il primo a mettersi in piedi fu John, che era seduto accanto a Shireen. Si schiarì la voce e tutti gli occhi degli invitati si soffermarono su di lui, insieme a quelli degli sposi.
 «Shireen, sai bene che non sono bravo con le parole, quindi spero che alla fine di questo discorso tu non ti penta di avermi scelto come testimone.» esordì John, sorridendole. Sospirò e riprese. «Fin dal tuo arrivo qui a Londra ho capito che eri speciale. Aldilà della tua spiccata e invidiabile intelligenza, ciò che più mi ha colpito di te sono state la tua gentilezza e spontaneità. Sono poche le persone incontrate durante la mia vita, che potevano vantare queste qualità. Per questo penso che tu sia speciale. Perché sei buona, gentile e dolce oltre ogni dire.» disse, rivolgendole un sorriso. «Senza di te non sarei riuscito a sopravvivere un solo giorno dopo aver perso Sherlock e posso tranquillamente affermare che tu mi abbia salvato la vita in quei due anni. Mi hai amato, dandomi la forza per andare avanti come solo una vera amica farebbe. Sei stata la mia roccia e spero di esserlo stato per te a mia volta. Dopo tutto ciò che hai passato, meriti tutta la felicità del mondo e sono sicuro che Greg saprà dartela.» disse, portando lo sguardo sull’Ispettore. «Greg, sei un amico fantastico e un uomo come se ne trovano pochi. Per questo so per certo che sarai un marito perfetto per Shireen. So quanto la ami e quanto lei ama te e vi auguro con tutto il cuore di essere felici. Auguri!»
 «Auguri!» risposero gli invitati, in coro e poi applaudirono.
 Shireen si mise in piedi e abbracciò John, scoccandogli un bacio sulla guancia. «Grazie.»
 L’uomo le circondò la vita con le braccia e sorrise, stringendola a sé. «Congratulazioni.»
 Anche Greg si mise in piedi e abbracciò il medico. «Un bellissimo discorso, John. Grazie.»
 Watson gli diede una pacca sulla spalla e poi tornò a sedersi insieme agli sposi.
 A quel punto, Sherlock si mise in piedi, pronto per il suo discorso. Si schiarì la voce e accennò un sorriso. «Devo dire che la richiesta di Lestrade di fargli da testimone mi ha alquanto sorpreso.» esordì. «Considerato che nemmeno ricordavo il suo nome, non riuscivo a capire come avesse potuto scegliere me per qualcosa di così importante. Poi quando mi ha detto che aveva scelto me perché ero il suo migliore amico, be’… come avrei potuto rifiutare?»
 Shireen poggiò una mano sulla gamba del marito e quando lui si voltò, gli sorrise.
 «Non meritavo un onore del genere. Dopo tutto ciò che vi avevo fatto passare era l’ultima cosa che meritavo, ma tu mi hai scelto comunque. Quindi il minimo che possa fare è ringraziarti come si deve.» riprese Sherlock e l’Ispettore sollevò lo sguardo su di lui, incontrando i suoi occhi blu. «Sono d’accordo con tutto ciò che ha detto John e non credo ci sia altro modo per descriverti. Posso solo dirti che non potrei essere più fiero del fatto che mia sorella ti abbia scelto e ti abbia sposato, perché sei un uomo giusto e un amico fidato. E se dovessi scegliere qualcuno a cui affidare la mia vita o per cui darla, tu saresti uno di questi.» fece una pausa. «E sappi che quanto dico che ti meriti mia sorella ti sto facendo uno dei più grandi complimenti di cui sono capace, perché Shireen è una donna meravigliosa. Piena di vita e di amore. Gentile, saggia e intelligente.» disse dolcemente, portando lo sguardo sul volto di sua sorella, che lo stava guardando con un dolce sorriso a illuminargli il volto. Sorrise, poi tornò a guardare Greg. «Prima Mycroft ti ha affidato nostra sorella dicendo che è la sua vita. E ha ragione: Shireen è la nostra vita, è tutto ciò che abbiamo e che ci rimane e so che te ne prenderai cura, rendendola felice, esattamente come hai fatto finora.» concluse, poi sollevò il calice. «A Greg e Shireen!»
 «A Greg e Shireen!» ripeterono gli invitati, levando i calici.
 Lestrade si mise in piedi e sorrise a Sherlock. «Grazie.» disse soltanto.
 Il consulente investigativo accennò un sorriso. «Se devi abbracciarmi fallo ora prima che cambi idea.»
 Greg rise sommessamente e lo abbracciò, dandogli una pacca sulla spalla. «Grazie, Sherlock» gli sussurrò e quando si separarono, gli rivolse un altro sorriso.
 Sherlock annuì, poi si volse, vedendo che sua sorella si era avvicinata. Shireen gli sorrise dolcemente e lo abbracciò a sua volta, accarezzandogli i capelli. Lui la strinse a sé, chiudendo gli occhi per qualche istante.
 «Grazie, Sherlock» sussurrò lei, poi quando si separarono gli accarezzò il viso e riprese. «Sei meraviglioso.»
 Lui le prese il volto fra le mani e le baciò la fronte. «Tu sei meravigliosa.»
 
 Greg e Shireen aprirono le danze sulle note di un valzer scritto da Sherlock per l’occasione. Le note lente e il dolce suono del violino accompagnavano ogni loro movimento rendendolo più leggiadro e sinuoso. Durante il ballo non smisero di guardarsi negli occhi neanche un momento, quasi fossero incatenati gli uni agli altri da una forza invisibile che impediva loro di distogliere lo sguardo.
 «Non posso credere che siamo sposati.» disse Shireen con un sorriso. «Sei mio marito. Non mi sembra vero.»
 «Ma è tutto vero.» disse lui, ricambiando il sorriso. «Siamo marito e moglie.»
 La ragazza rise. «Non sono mai stata più felice in tutta la mia vita.»
 «Anche io sono felice ed è tutto grazie e te, Shireen.» affermò lui, accarezzandole la schiena, dove aveva poggiato la mano. «Tu riesci a rendermi felice come nessun altro è mai riuscito a fare. Sei riuscita a illuminare la mia vita da quando ne sei diventata parte e ti amo così tanto che non riesco a trovare le parole per esprimerlo.»
 «Oh, Greg…» sussurrò lei. «Ti amo così tanto»
 «Ti amo anch’io, raggio di sole.» replicò lui. Poi sorrise. «Ti ho già detto che sei bellissima?»
 Shireen rise. «Sì, almeno una ventina di volte.»
 «So che ti sembrerò ripetitivo, ma sei davvero splendida.» affermò. «Così mi fai sfigurare.»
 «Tu sei sempre bellissimo, amore mio.» replicò lei.
 La musica rallentò e così i movimenti dei due sposi. Quando finì, i due sposi si osservarono per qualche istante, poi Lestrade si mosse in avanti e baciò sua moglie sulle labbra, accarezzandogli il viso. Quando si separarono rimasero per un momento con le fronti poggiate l’una contro l’altra, poi si allontanarono e si sorrisero. Poi Greg le prese la mano e tornarono ai lati della pista, raggiungendo gli invitati.
 «È stato bellissimo, ragazzi!» esclamò la signora Hudson, abbracciando la giovane e scoccandole delicati baci sulle guance. «Che meraviglioso primo ballo. Siete così carini.»
 «Grazie, signora Hudson.» replicò Shireen, ricambiando la stretta. «Ma è tutto merito del valzer di Sherlock. La sua musica sembra rendere tutto migliore.»
 Greg ridacchiò e annuì. «È vero. Sherlock non delude mai. Ha composto un valzer splendido.»
 «Ci ha lavorato per settimane perché fosse perfetto.» confermò John, che intanto si era avvicinato, sorridendo. «Greg, credi che potrei rubarti tua moglie per un ballo?»
 Lestrade sorrise e annuì. «Certo.» affermò, poi si voltò verso la signora Hudson. «Signora Hudson, vuole concedermi un ballo?» chiese e quando la donna gli porse la mano, lui la trascinò in pista.
 Shireen e John si guardarono negli occhi per un momento, poi lui allungò una mano verso la ragazza e lei poggiò la propria su quella dell’amico, lasciando che la trascinasse in pista.
 La musica si era fatta nuovamente dolce e lenta, così Shireen poggiò una mano sulla spalla di John e lasciò che lui la tirasse a sé. Presero a muoversi sulla pista, i corpi a contatto, le tempie poggiate l’una all’altra. Ballarono in silenzio per un lungo momento, tenendo gli occhi chiusi, lasciandosi guidare dalla musica.
 «Grazie.» disse lei, rompendo il silenzio e scoccandogli un bacio sulla guancia.
 I loro occhi si incontrarono.
 «Per il tuo discorso.» spiegò la giovane. «È stato meraviglioso.»
 «Sono felice che ti sia piaciuto.» replicò lui e le fece fare una giravolta, per poi tornare a stringerla tra le braccia.
 «Non hai idea di quanto tu mi abbia resa felice con ciò che hai detto. Grazie, John.» concluse e tornò a poggiare il capo contro il suo. «Sei un uomo fantastico. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre.»
 «Anch’io ti voglio bene, tesoro.»
 Shireen ad un tratto aggrottò le sopracciglia e si allontanò da lui, quasi si fosse accorta solo in quel momento che stavano ballando. «Aspetta un secondo. Ma dove hai imparato a ballare così bene?»
 John rise e prima che potesse rispondere lo fece qualcun altro.
 «Gliel’ho insegnato io, ovviamente.»
 Shireen si voltò e incontrò gli occhi di Sherlock, che era fermo, in piedi, dietro di loro. «Ah, adesso si spiega tutto!» esclamò. «Hai avuto il migliore insegnante in circolazione.»
 «No, il fatto è che non ero poi così male.» protestò John, ridacchiando e smettendo di ballare. «Sono bastate poche lezioni e voilà.»
 «Ma se l’unica volta in cui ho tentato di insegnarti le nozioni base non hai fatto altro che pestarmi i piedi.» gli ricordò Shireen, ridendo. «Forse il fatto che fosse Sherlock a insegnartelo ti ha invogliato a impegnarti di più?»
 Watson arrossì e abbassò lo sguardo, ridendo. «Bene, adesso vi lascio al vostro ballo.» disse una volta che ebbe risollevato lo sguardo. Passò accanto a Sherlock e gli poggiò una mano sulla guancia tirandolo verso di sé per baciarlo sulle labbra. «Il prossimo ballo è per me.» gli soffiò sulla bocca.
 Sherlock sorrise. «Agli ordini, dottor Watson.» concluse e John si allontanò. A quel punto il consulente investigativo si volse verso sua sorella e le sorrise dolcemente, tendendole la mano. «Mi concederesti questo ballo, signora Lestrade?»
 Lei sorrise. «Certo, signor Holmes.» poggiò la mano su quella del fratello e, quando lui la tirò a sé, cominciarono a ballare. Dopo un momento passato a guardarsi negli occhi, la ragazza parlò nuovamente. «Sono orgogliosa di te.»
 Sherlock aggrottò le sopracciglia. «Perché?»
 «Perché quando guardo John vedo la stessa persona che avevo conosciuto quando sono arrivata a Londra. È tornato quello di una volta e tutto perché tu gli hai concesso il tuo cuore.» spiegò. «E allo stesso tempo, quando guardo te, ti vedo estremamente diverso. Sei più… luminoso.»
 Gli angoli della bocca di Sherlock si incresparono in un sorriso.
 «L’amore per John ti ha cambiato. In meglio.» riprese la ragazza. «E sono fiera di te, perché il tuo amore per lui lo sta rendendo felice. Tu lo stai rendendo felice. E John si merita tutta la felicità e l’amore di questo mondo, perché è un uomo meraviglioso.» concluse la giovane, sorridendo. Poi sospirò, poggiando il capo nell’incavo della sua spalla e circondandogli il collo con le braccia per stringerlo a sé. Sentì le braccia di Sherlock circondarle la vita e accarezzarle la schiena. «Inoltre hai fatto un discorso bellissimo e scritto un walzer commovente.»  
 «Ti è piaciuto?» domandò lui.
 Lei annuì nell’incavo del suo collo. «È una delle tue composizioni più belle.» disse. «John ci ha detto che ci hai lavorato a lungo.»
 Sherlock sorrise e annuì. «Volevo che fosse perfetto per te.» spiegò, accarezzandole i fianchi. «Volevo che ogni cosa fosse perfetta, perché te lo meriti. Ti meritavi di trovare qualcuno che ti amasse così tanto e che potesse renderti felice, piccola.»
 Shireen sollevò lo sguardo sul suo volto e sorrise dolcemente. «Sei straordinario, Sherlock. Grazie.» sussurrò e gli scoccò un bacio sull’angolo delle labbra.
 «Sono io a dover ringraziare te.» replicò lui. «È vero, in parte il merito è di John, se sono cambiato, ma il fatto che tu sia qui, che mi sia rimasta accanto e che mi abbia amato incondizionatamente anche dopo le cose terribili che vi ho fatto passare… è questo ad avermi reso migliore. Tu sei meravigliosa, Shireen. Sei la luce dei miei occhi ed è merito tuo se io ho capito di avere un cuore e di essere in grado di amare. Me lo hai insegnato tu, fin da quando eri poco più che una bambina.» spiegò. «E sarebbe dovuto essere il contrario. Noi avremmo dovuto insegnarlo a te, in quanto fratelli maggiori, e invece tu hai insegnato più a noi di quanto noi non abbiamo trasmesso a te.»
 «Non è vero, Sherlock. Voi mi avete insegnato tante cose.» fece notare. «A dedurre, ad osservare senza limitarsi a guardare, a fare la cosa giusta, ed essere buona anche quando le altre persone non se lo meritano e a non curarmi di ciò che pensa la gente. Mi avete fatto da padri e siete stati lì per me quando ne ho avuto bisogno, anche se la maggior parte delle volte io nemmeno lo sapevo. Tu ti sei buttato da un tetto per proteggermi e quando ho perso Arthur non hai esitato a venire da me per starmi accanto, così come hai fatto quando ho scoperto di essermi ammalata. Eri con me più spesso di quanto non ti piaccia ammettere.» spiegò, poi gli accarezzò il viso. «Tu e Mycroft siete le due persone più importanti della mia vita. Amavo moltissimo i nostri genitori, ma non mi vergogno ad ammettere che voi due siete sempre stati al primo posto per me.»
 «Lo sappiamo e posso assicurarti che non ne abbiamo mai dubitato.» confermò Sherlock. Poi sorrise. «Sai che la tua prima parola in assoluto è stata “Myc”?»
 Gli occhi di Shireen si spalancarono. «Davvero?»
 Il fratello le sorrise. «Non posso nascondere che ne rimasi deluso, all’inizio, considerato lo spropositato quantitativo di tempo che passavi insieme a me, piuttosto che con Mycroft.» spiegò. «Tuttavia, quando poco tempo dopo pronunciasti il mio nome per la prima volta, mi sentii la persona più felice e speciale al mondo, considerando che da quel momento in poi sarebbe stata la parola che avresti pronunciato più spesso.» concluse sorridendo. «E credo che per Mycroft sia stato lo stesso. Credo che sia proprio a causa tua se ha cominciato a montarsi la testa in quel modo.»
 La giovane rise. «Possibile.» poi si voltò verso i lati della pista da ballo, dove Mycroft stava parlando insieme a John, mentre osservavano Molly e la signora Hudson ballare di fronte a loro insieme a Greg e un poliziotto. «John sta aspettando che tu gli chieda di ballare.» affermò, volgendosi nuovamente verso il fratello.
 Sherlock sorrise. «Forse è meglio che vada da lui.» confermò. «Gli ho promesso che se non mi pesterà i piedi, toglierò la testa mozzata dal frigorifero.»
 Shireen rise, mentre seguiva il fratello fuori dalla pista da ballo. «Wow, Sherlock Holmes che rinuncia ai suoi esperimenti.»
 «Non ho detto che me ne sbarazzerò.» fece notare lui. «Solo che la leverò dal frigorifero.»
 La giovane gli rivolse uno sguardo penetrante. «Se stai pensando di infilargliela nell’armadio, ripensaci.» disse. «Potrebbe rifiutarsi di avvicinarsi a te per i prossimi dieci anni e l’astinenza ti fa un brutto effetto. Da qualunque cosa essa sia.»
 Sherlock rise, senza tracce di imbarazzo.
 I due fratelli raggiunsero i lati della pista e il consulente investigativo si avvicinò al compagno. «Balliamo, John?» chiese, poggiandogli una mano sulla schiena. «Ti avevo promesso un lento e questa è la tua occasione per far vedere quanto sei bravo nella danza.»
 Il medico si volse verso di lui e sorrise, sollevando un sopracciglio. «Ti sorprenderò.» replicò «Se non altro per veder sparire quella maledetta testa dal frigo.» concluse e insieme rientrarono in pista, mano nella mano.
 Shireen sorrise, poi si voltò verso Mycroft. «Myc, ti va di ballare?»
 Lui sorrise e, dopo un momento, annuì. «Sì.» disse, poi le prese la mano e la guidò verso la pista. La tirò a sé e le circondò la vita con le braccia, facendo in modo che i loro corpi fossero a contatto. Sentì le braccia della sorella circondargli il collo, e le loro tempie poggiarsi l’una contro l’altra. E cominciarono a muoversi lentamente, seguendo le note dolci e sommesse del lento.
 Rimasero a lungo in silenzio, beandosi di quella vicinanza e della tranquillità della pista, poi Shireen ruppe il silenzio, per pronunciare tre semplici parole, parole che aveva ripetuto spesso, ma che in quel momento sentiva il bisogno di confermare di fronte a suo fratello.
 «Ti amo, Mycroft.» sussurrò accarezzandogli i capelli.
 «Anche io, Shireen.» replicò lui, accarezzandole la schiena.
 E non ci fu bisogno di nient’altro. Per questo quando si guardarono negli occhi, capirono ogni cosa, senza bisogno di altre parole, oltre quelle appena pronunciate. Era tutto implicito, anche se taciuto, e quando poggiarono le loro fronti si incontrarono, entrambi sorrisero, felici di aver ottenuto finalmente il loro lieto fine.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti ;) È a malincuore che pubblico l’ultimo capitolo della mia long. Eh, sì… purtroppo siamo giunti alla fine di questa storia, ma non preoccupatevi, sto già abbozzando un seguito ;) immagino la vostra gioia ^.^”
Ringrazio tutti coloro che in questi mesi mi hanno sostenuta, leggendo, lasciando una recensione, aggiungendomi tra i preferiti/seguiti/ricordati, siete fantastici! ♥♥ Vi voglio bene, grazie di cuore a tutti quanti per avermi sostenuta in questa pazzia. Non sono come ringraziarvi♥
Spero che questa storia vi sia piaciuta, tanto quanto è piaciuto a me scriverla e che la fine sia stata soddisfacente ;)
Grazie ancora. Un bacio ENORME a tutti.
La vostra Eli♥  
   
 
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