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Autore: funny1723    14/02/2016    0 recensioni
WilsonxVanessa: non c'è limite all'arte.
Dal testo:
"E che cosa sei?"
"Sono un sognatore."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vanessa Marianna, Wilson Fisk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ARTE DEL SOGNATORE



Vanessa: I clienti chiedono sempre come mai un prezzo così alto per qualche spruzzata di bianco,
io rispondo che non dipende da chi l'ha dipinta e neanche dal talento... e nemmeno dall'arte stessa.
Dipende soltanto da "come la fa sentire"?

Fisk: Mi fa sentire molto solo.





Vanessa siede sul bordo del letto, davanti a lei Un coniglio in una tempesta di neve occupa quasi tutta la parete. Seduto accanto a lei, Wilson si porta istintivamente le mani ai polsini, quelli ormai consumati che una volta appartenevano a suo padre. 
“Come può un uomo come te sentirsi solo?”
È una domanda che gli fa spesso, quella. All’inizio Wilson non sapeva mai come risponderle.
“Suppongo per gli affari che conduco.” 
Sono seduti vicini, abbastanza per sentirsi, ma non abbastanza per toccarsi. “Per ciò che sono.” 
Vanessa sorride, non si gira a guardarlo, ma sorride. 
“E che cosa sei?” 
Sono questo quadro, le vorrebbe rispondere, bianco ed immacolato, eppure carico di ricordi orribili, di morte e di violenza. Bianco come il sangue fra le mie dita. 
“Sono un sognatore.” 
Una risposta che sembra soddisfarla.
“Un liberatore, che cerca di salvare questa città, la mia città. Sono un visionario ed in quanto tale so quale deve essere il futuro di Hell’s Kitchen. So che non è mai stata un bruco, non si chiuderà in un bozzolo per svegliarsi come farfalla, no, ora lo vedo chiaramente. Questa città deve morire prima di poter rinascere.” 
Vanessa gli posa la testa su una spalla, è ammirata, appagata, felice. 
“Sei un artista.” 
Wilson sorride. Un appellativo curioso con cui chiamarlo. 
“Un mostro, un assassino addirittura, a detta di alcuni.” 
Ancora vede il bambino che era, con in mano quel vecchio martello e nelle orecchie il pianto di sua madre. 
“Sbagliano.” 
Vanessa ha sempre visto la sua parte migliore, ha sempre trovato il buono che c’è in lui. 
Wilson si gira a guardarla e con delicatezza Vanessa gli prende il mento fra le dita. 
C’è così tanto tormento nei suoi occhi, così tanto dolore. 
Lei sa che è un peso enorme quello che Wilson si è ritrovato a sostenere. 
“Quello che sei disposto a fare per questa città, quello che hai dovuto fare, è arte e non si può mettere un limite all’arte.” 
 
   
 
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