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Autore: An13Uta    14/02/2016    0 recensioni
Molto,molto tempo fa,in un'epoca in cui si perde la memoria,vi era un forte regno,dove le rose crescevano in ogni città.
Per ordine regio,tutte quelle esistenti non potevano avere petali se non gialli e rossi. Si diceva che in quel modo, anche se lontana,la regina potesse controllare tutto coi suoi occhi di fuoco,e si pettinasse i capelli biondi col vento che scuoteva leggermente i fiori.
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Rivisitazione della Saga del Male in versione Utaite
Genere: Commedia, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine, Utaite Vari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualsiasi Cosa







-Che qualcuno sia cattivo,è possibile. Ma non vuol dire che non sia mai stato buono.-.
-Tranne la Regina,vero?-.
-Anche la Regina,invece.-.
-Non è possibile che sia stata buona.-.
-Sì che lo è,Seriyu. Non la conoscevi quand'era bambina-.
-E tu?-.
-Io facevo centrini,e raccontavo storie.-.







Tenchou lasciò cadere sette monete in più nella mano della vecchia ortolana prima di allontanarsi con la spesa.
Si era inventato una melodia che canticchiava nella testa, per non disturbare nessuno.
Era incredibilmente testardo,e molto furbo nel nascondere la sua testardaggine. Aveva deciso di aiutare la povera gente che,in quel villaggio che era la capitale del Regno Giallo,pativa la fame. Nessuno sarebbe mai riuscito a impedirgli di farlo.
La sua posizione gli permetteva solo di aiutare i mercanti da cui faceva compere,e si impegnava quanto più poteva.
Nessuno si accorgeva che trenta monete erano sparite dalle casse del regno ed erano finite nelle mani di alcuni poveri abitanti della capitale,perché quelle trenta monete venivano dalle tasche di Tenchou. La paga per i suoi servigi al castello si riduceva misteriosamente ogni volta che andava in città. Ma finché non venivano intaccate le casse del tesoro,nessuno ci faceva caso,se non coloro che venivano aiutati.
La cosa più strana era come un angelo del genere potesse lavorare così vicino alla Figlia del Male. Si temeva che una così nefasta influenza avrebbe corrotto quell'anima innocente piegandolo a scopi ed idee malvagie,e si rabbrividiva a questi pensieri.
-Questo prezzo è un po' alto per me...-.
Tenchou interruppe bruscamente il motivetto nella sua testa. Il suo occhio guizzò su una ragazza dai lunghi codini verde marino,intenta a contrattare con una gracile donnina sul prezzo di alcune mele.
Miku,la principessa del confinante Regno Verde.
Dio solo sapeva quanto lui la odiasse.
Certo era graziosa,e la voce dolce come una fragolina di bosco. Pareva inoltre molto abile ad amministrare il suo Regno,prospero e felice. I contadini sospiravano,sognando che il suo dominio si estendesse sulle loro terre colpite dalla sfortuna.
Ma Tenchou diventava di pietra quando lei era in giro.
Detestava come venisse nel Regno Giallo a far compere, quando avrebbe potuto rimanere nel suo,dato che era tanto ricco.
Specialmente,lo mandava fuori dai gangheri come usava il suo tono melodioso per pagare meno di quanto avrebbe dovuto. I prezzi erano già bassi,per far sì che nessuno morisse di fame,e Miku pretendeva uno sconto.
Che puntualmente otteneva.
La principessa si era allontanata di alcuni passi,addentando un frutto,quando la donnina sentì qualcosa tintinnarle nella mano. Guardò,e alle prime due monete se n'erano magicamente aggiunte altre otto.
-Le tue mele valgono molto di più.-mormorò Tenchou, afferrandone solo due,quando avrebbe potuto prenderne minimo sei.
Con due falcate se n'era già andato,diretto al castello. Il motivo della sua testa aveva ripreso a suonare,e si sentiva più sollevato.






Le rose ondulavano lente al vento.
Rannicchiata sul davanzale interno della sua finestra,Kuro seguiva con gli occhi il placido moto regolare di quel mare giallo e rosso dal profumo intenso,il capo appoggiato al palmo sinistro.
Prese un lunghissimo respiro,come se dovesse prepararsi a parlare,ma non disse nulla. Si limitò a sospirare,triste.
Qualcuno bussò alla porta della sua camera,senza ottenere risposta. Allora la maniglia si abbassò,rivelando una testa rossiccia con due zaffiri chiari incastonativisi.
-Che è successo,Kuro-chan?-.
La Regina gli indicò debolmente una lettera appoggiata sul tavolino. Mentre il suo servo la afferrava,si limitò a dirgli amareggiata:-Ha rifiutato anche questa volta.-.
Tenchou non rispose. Attese che lei continuasse a parlare.
-Sai perché ha rifiutato?-.
Il ragazzo scosse la testa.
-Perché ha già una promessa sposa. Indovina chi è.-.
Il servo ebbe un brutto presentimento.
-Ha il suo Regno proprio accanto a noi.-aggiunse Kuro.
Il suo tono malinconico fu l'ultima goccia. Tenchou lasciò la lettera lì dov'era e raggiunse la sua regina alla finestra.
Le cinse la braccia attorno alle spalle,appoggiando la fronte sulla sua.
Cercò lo sguardo della ragazza,che faceva del suo meglio per evitarlo. Le avevano insegnato a non mostrare debolezza davanti a nessuno,altrimenti si sarebbe fatta mettere i piedi in testa dai suoi stessi sudditi.
Ma era impossibile scappare agli occhi Tenchou.
Voleva solo aiutarla,in fondo. Ed era l'unico con cui si potesse confidare.
Kuro si abbandonò su petto del ragazzo,aggrappandosi a lui come un naufrago si aggrappa all'isola su cui le correnti lo hanno fatto approdare,e lasciò che alcune lacrime le scendessero per le guance.
Dio solo sapeva quanto lei amasse quel principe.
Non le importavano né i terreni d'oltremare che egli aveva in dote,né la ricchezza racchiusa nel suo tesoro. Voleva solo potersi svegliare una mattina,sposata,con quella chioma bionda vicino alla sua,nel suo stesso letto.
Aveva già mandato lettere in cui gli offriva la sua mano. Le scriveva Kuro stessa,cercando di apparire non troppo emotiva e disperata d'amore come invece era.
Undici lettere,a cui seguiva sempre un garbato rifiuto.
L'ultima,la dodicesima,era stata spedita alcune settimane prima. E la risposta era stata fredda,crudele.
Il Principe al di là dal mare aveva già una promessa sposa.
Niente avrebbe cambiato la sua decisione.

Tenchou cominciò a canticchiare,infilando con la sua bella voce la melodia prima inventata nelle orecchie di Kuro mentre la consolava col suo abbraccio.
Miku aveva preso il posto della sua Regina nel cuore di qualcun altro. Era come se di due sorelle si prendesse solo quella all'apparenza più bella e si ignorasse l'altra.
La sua Regina non era bella,era stupenda,pensò accarezzando i capelli biondi dell'amica.
La sua Regina aveva bisogno di qualcuno che l'aiutasse,la proteggesse,la facesse sentire amata.
Ma Miku? Miku non aveva bisogno di tutto ciò.
Lei faceva il bello e il cattivo tempo come e dove voleva.
Era adorata solo per la sua bellezza,e a nessuno sarebbe importato se fosse stata intelligente come un ciottolo.
Probabilmente ad amministrare il Regno ci pensavano,al posto suo,i suoi funzionari,nobili signoroni in panciotto e monocolo che prendevano decisioni che Miku poi spacciava per sue.
Kuro si occupava del suo Regno senza che nessuno l'aiutasse a decidere il bene e il male dello Stato. L'avevano istruita a diventare regina,questo è vero,ma tra la teoria e la pratica c'è una gran bella differenza.
Le venivano riportate notizie,a volte le si davano consigli, ma di aiuti concreti neanche l'ombra.
Tenchou la strinse più forte,senza smettere di canticchiare.
La Regina aveva smesso di piangere.
Adagio,con la voce appena appena udibile,mormorò:-Vorrei che Miku sparisse...e non tornasse mai... MAI... più.-.
Si interruppe,seguendo la melodia cantata dal servo.
Quindi alzò il capo,fissando gli occhi rossi in quelli blu dell'altro,che spense le note della sua canzone.
-Potresti...-sussurrò,quasi speranzosa,-...Farlo... per me?-.
Tenchou sorrise:-Qualsiasi cosa,per la mia Regina.-.
Anche le labbra di Kuro si incurvarono in un sorriso.
La ragazza gli mise un delicatissimo bacio sulla punta del naso,alzandosi un po' più allegra.
Il suo fedele servo fissò il suo viso felice nella mente.
Qualsiasi cosa,pur di mantenere la Regina felice.

Qualsiasi.



 
   
 
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