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Autore: _Giuls17_    14/02/2016    0 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Buon pomeriggio a tutti, 
purtroppo sono mancata per molto tempo, ma 
nonostante tutto non ho mai dimenticato questa storia.
Forse per via della serie tv o del mio ritrovato 
amore per questo sito e la mia vita, ho 
avuto l'ispirazione di continuare!
Spero che il capitolo vi piaccia e ne pubblicherò un altro
in settimana :)
Grazie a chiunque di voi si soffermerà a leggere e 
a lasciarmi una piccola recensione 
<3



Life and Love
 
Jace in fondo lo aveva capito fin da quella volta all’Istituto che Jonathan aveva preso il controllo su Clary e durante quella strana convivenza ne aveva avuta più volte la conferma.
Clary era instabile, non tutte le mattine era la stessa ragazza che salutava la sera, e non tutte le volte acconsentiva alle strane richieste del fratello.
Izzy non gli aveva dato più tante notizie e in quel breve periodo di isolamento aveva colto i piani di Jonathan, l’Adamas era la chiave e la scelta di stazionarsi in Irlanda non era stata presa a caso, solo che ancora non capiva.
Non capiva a cosa mirasse quel ragazzo, ma aveva già assaggiato la malvagità del padre e sapeva che lui non era da meno, forse il vero nemico non era mai stato Valentine, ma suo figlio, e sua figlia.
 
*
 
Clary schivò il colpo e si abbassò, velocemente, sorrise, sicura di sé e attaccò.
Si stavano allenando da ore, indisturbati, e non poté che apprezzare la premura del fratello: voleva che lei fosse invincibile.
Voleva che fosse forte come lui, spietata e pronta a tutto e lo era diventata.
Era diventata quello che voleva lui, senza fare domande, senza esitare, come i primi tempi che Valentine l’aveva riportata a casa.
Era solo lui che contava.
-Cosa c’è Clarissa? Stanca, forse?-
-Forse dovrei essere io a chiederlo a te, vecchietto.-
-Ah, ti piacerebbe.-
Alzò la spada Angelica e parò alla destra, spinse in avanti finché le spade non si separarono e Clary riuscì a disarmarlo, era diventata brava; gli puntò la lama alla gola, aveva il fiato corto ma il cuore stava pompando velocemente per la felicità, e l’adrenalina, percepì il sudore scenderle lungo la schiena, incollarsi alla maglietta ma non gli importò.
Suo fratello la faceva sentire femmina anche in quei casi.
-Dicevamo?-
Jonathan allontanò la lama con la mano, come se non stesse toccando un oggetto affilato, ma un semplice giocattolo, l’attirò a sé con l’altra mano, fece aderire i loro corpi e la baciò, percepì l’odore di suo fratello farsi più intenso, odorava di uomo.
Per un momento rimase ferma, quasi immobile.
Più di una volta suo fratello l’aveva trattata in modo diverso, più di una volta aveva mostrato quel genere di sentimento verso di lei e non si era mai tirata indietro.
 
“Clary…”
 
Rispose al bacio, lo sentì contro di lei, prepotente, forte e deciso: suo fratello era molte cose, suo fratello la voleva.
 
“Clarissa, no… Tu non lo vuoi veramente.”
 
Prima che Jonathan la stringesse a sé ancora di più, per approfondire il bacio, lei lo allontanò.
-No.- sussurrò, toccandosi le labbra.
Si prese la testa tra le mani, cercando di far cessare la confusione e il rumore che la perseguitava ogni volta che provava a tornare.
 
“Devi resistere, provaci, non è così che funzionava, Clary.”
 
-Credevo che ormai ti fossi arresa a me.- disse tranquillamente, sistemando la spada nel suo arsenale.
-Perché… Farmi questo?- chiese, guardandolo.
Era ancora lì a lottare per sopravvivere, non avrebbe mai ceduto.
-Perché noi siamo destinati a stare insieme Clarissa, tu mi appartieni e dovevo trovare un modo per fartelo capire.-
-Non… Puoi costringermi ad… Amarti.-
-Ma tu mi ami a prescindere da questo, ti prometto che entro domani non dovrai più preoccupartene, risolverò tutto e sarai con me.-
Le sfiorò la guancia con la mano e si avviò verso la porta.
-Non sei preoccupato, io sono ancora qui!- cadde a terra per lo sforzo di mantenere il controllo su se stessa.
-Non per molto.- rispose, lasciandola sola.
Clary si fece forza e si alzò, doveva parlare con Jace prima che fosse tardi, doveva dirgli che suo fratello aveva un piano, aveva un piano malvagio e che lo avrebbe realizzato entro domani.
Fece un passo verso la porta, ma improvvisamente il suo andamento si fece più stabile.
 
“Resisti! Stai cedendo di nuovo!”
Un piano… Che piano?
“Clary tu lo sai, puoi avvertire il Conclave, puoi salvarli.”
Jonathan lo fa per me, mi ama, vuole che io sia al sicuro.
“No, no!!”
 
Clary si raddrizzò, percepì un lieve mal di testa, ma nonostante tutto si lasciò alle spalle la stanza e tutti i suoi problemi.
 
***
 
-Dobbiamo andare.-
Jace alzò la testa di scatto ed osservò i fratelli Morgenstern, vestititi come Shadowhunters ma non con la classica tenuta, avevano qualcosa di sinistro.
-Dove?-
-A conquistare il potere.-
-Jace prendi la tua spada, è il momento!- lei si avvicinò e lo baciò senza esitazione.
Osservò la sua Clary così vicina al suo cuore eppure così lontana, in quel momento gli tornò in mente la prima volta che l’aveva vista, fuori da casa sua, non era ancora una  vera Shadowhunters eppure aveva abbattuto un Demone Superiore, adesso non aveva più niente di quella Clary, ne era rimasto solo un doloroso ricordo.
-Certo.-
Si alzò velocemente, e si preparò, quasi stentò a crederci che lo avessero coinvolto, alla fine sapeva che Jonathan non si fidava per niente di lui.
 
-Jace.-
-Iz? Dove sei stata? Cos’è successo?-
-Non c’è tempo per questo, dove siete?-
-Irlanda, ma stiamo per uscire, qualcosa sta per succedere.-
 
-Clarissa, a te l’onore.-
Jonathan le sfiorò la spalla ed aspettò, osservò attentamente la scena, lo avrebbe preso a pugni se avesse solo potuto.
 
-Noi siamo pronti, Jace, Magnus vi rintraccerà.
Veniamo a liberare Clary.-
 
-Andiamo!-
Jace si alzò stringendo la propria spada Angelica e li seguì in silenzio, aveva perso il conto dei giorni ma sapeva per certo che il tempo non era più dalla sua parte.
Era partito per quella missione quando ancora il Conclave aveva deciso di interrompere le ricerche, ma adesso, sapeva quasi per certo che non avrebbe trovato la stessa situazione.
Avrebbero preso anche Clary e sperò fortemente che Isabelle non si stesse sbagliando.
 
*
 
Clary seguì Jonathan in silenzio lungo il sentiero di pietre, la desolazione non la colse per niente impreparata, si fidava del fratello e avrebbe fatto di tutto per realizzare il suo piano.
Osservò Jace poco distante da lei, lo sguardo contratto e i muscoli tesi, non riusciva a comprenderlo e sapeva che suo fratello non si era fidato, mai del tutto e non poteva che rimproverare Jace.
-Siamo arrivati.-
 
Notò solo in quel momento uno spiazzo attorno ad un pentagramma al quale si erano radunati un gruppetto di persone.
-Chi sono?- chiese Jace.
-Adesso vedrai.-
 
Jonathan si avviò senza alcuna esitazione al centro della folla e osservò con attenzione tutti gli uomini e le donne che lo stavano fissando.
-Vedervi qua, riuniti oggi, in questo grande giorno mi aiuta a capire quanta strada abbiamo fatto, in questi anni.
Raziel ci ha fatto un dono ma ci ha lasciati soli ad affrontarne le conseguenze, ci ha dato dei poteri che non ci permettono di predominare neanche sui Nascosti, ci ha obbligato a proteggere dei Mondani che neanche ci vedono, che neanche ci ringraziano.
Io dico che è ora di finirla, dico che è ora che le cose cambino.-
-Tuo padre ci aveva promesso la stessa cosa, e sappiamo tutti che fine ha fatto.-
-Valentine dalla sua parte aveva solo la parola, io ho molto di più, ho più di quanto lui avesse solo sognato.
Clarissa, portamela.-
Clary si avvicinò ed uscì dalla bisaccia una coppa, la porse al fratello e notò la bellezza e l’eleganza della Coppa Mortale, solo che aveva qualcosa di totalmente differente.
-Questa, signorie miei, farà la differenza, adesso se non vi dispiace…- indicò il pentagramma ai suoi piedi, si avvicinò con la Coppa in mano e iniziò a pronunciare le parole del rituale.
 
-Clary, Clary dobbiamo andare via.-
Jace le prese il polso e lei si voltò ad osservarlo.
-No, adesso Jonathan cambierà il mondo, ed io voglio esserci.-
-Non capisci, lo sai che non ci sei tu qua dentro, ti sta controllando ma tu puoi farcela, vieni con me!-
-No.- strattonò il polso e si allontanò, velocemente.
Jonathan prese un coltello e con un semplice gesto si tagliò il palmo della mano, lasciando cadere il sangue all’interno della Coppa.
 
-Lilith, adesso io ti invoco. Non sarai più solo mia madre, ma la madre di una nuova razza.-
Clary osservò stupita il Demone apparire all’interno del pentagramma, era bellissima ed era come se la ricordava.
Qualcosa si fece largo nella sua mente, provò ad afferrarlo ma non ci riuscì, come se un ricordo provasse a sfuggirle senza darle la possibilità di salvarsi.
-Figlio mio, avvicina la coppa.-
Il sangue nero di Jonathan venne mischiato con quello del Demone e adesso vide lo splendore della nuova coppa.
-La Coppa Mortale ha creato gli Shadowhunters, questa Coppa Infernale creerà una nuova razza e sarò io a governarvi, assieme a mia sorella, Clarissa?-
La stava guardando con tutto l’amore del mondo, percepì il suo cuore battere, si fece avanti, sicura di aver trovato il suo posto nel mondo ma ancora una volta quel ricordo le viaggiò veloce nella mente, distraendola.
 
 
-Allontanati da mia figlia!!-
-Jocelyn!-
-Mamma?- domandò stupita, e in quel momento li vide, gli Shadowhunters erano venuti per lei, per Jonathan, li avrebbero separati.
Ancora.
-Jonathan!- urlò, cercando di avvicinarsi a lui ma Jace gli bloccò il passaggio.
-Fammi passare!-
-Adesso basta Clary, ho sopportato di tutto in queste settimane, tutto quello che Jonathan voleva, ma tu non sei così ed io non intendo fare finta di niente, adesso torniamo a casa.-
-Lei è a casa.-
-Se vuoi combattere per lei, per me va bene, tu credi di amarla, ma è tua sorella, non puoi amarla.-
-Tu chi saresti per proibirmelo?-
-Quello che la ama veramente.-
Jace estrasse la spada Angelica e si preparò al combattimento, stranamente non percepì l’ansia né la paura.
Stava lottando per la ragazza che amava, Valentine gli aveva insegnato che amare voleva dire distruggere e che essere amati invece, significava essere distrutti, ma adesso non si sentiva più in quel modo.
Clarissa aveva colmato quel vuoto nel suo cuore e non l’avrebbe persa.
 
-Izzy datti una mossa!!-
-Arriviamo.-
 
Jace parò il primo colpo, senza problemi, Jonathan stava stringendo la coppa con la mano libera ma aveva notato la sua disattenzione, stava guardando Clary con la coda dell’occhio intenta ad allontanare alcuni del Conclave.
-Lasciala libera, lasciare fare le sue scelte, è sotto il tuo controllo lo sai.- lo spinse via e attaccò, prima con un colpo sulla sinistra e cercò di far leva sulla sua guardia ma senza riuscirci.
-Jocelyn me l’ha portata via una volta, Valentine una seconda, non lascerò che succeda ancora.- sibilò a denti stretti.
 
“Nonostante tutto ammiri la sua tenacia.”
Se avessi sofferto quanto lui, forse potrei avere anche pietà.
 
-Allora dovrò fermarti.-
Non ci aveva pensato più di tanto, lo attaccò senza esitazione, sapeva che per via della battaglia avrebbe dovuto prendere tempo per far arrivare Isabelle e gli altri, senza rendersene conto superarono Clary ma ciò che lo fece bloccare in difesa fu la tenuta di Jonathan, improvvisamente macchiata di sangue.
Vide anche lui il sangue, avvicinò le dita e lo sfiorò, e solo in quel momento la rabbia fece capolino nei suoi occhi, indurendo ancora di più i lineamenti del viso, si voltò lasciandolo lì come se non fosse mai esistito e si scagliò contro lo Shadowhunters che aveva ferito Clary.
-Non la devi toccare!-
Jace osservò sconvolto, stava lottando meglio di prima, come se per tutto quel tempo si fosse solo contenuto, come se non l’avesse neanche considerato un avversario degno della sua forza.
-JACE!-
Isabelle apparve accanto a lei, vide Simon poco più indietro e Alec coprire Magnus, erano arrivati.
-Tieni Gloriosa.-
-Una spada?-
-Colpisci Clary, annullerai il legame.-
-Cosa?! Voi siete pazzi, io non voglio ucciderla.-
-Non morirà, però devi farlo Jace, questa spada viene direttamente dal Paradiso, sarebbe lungo e inopportuno da spiegare ora, ma fallo.-
Simon lo stava guardando e solo in quel momento lui si convinse, aveva visto il ragazzo farsi trasformare in vampiro per stare con la sua amica, anche in quella vita, non l’avrebbe mai rischiata senza un valido motivo.
Approfittò del momento, Jonathan stava ancora lottando ma ormai il tempo stava per scadere, Clary stava osservando la scena, mordendosi il labbro senza mai distogliere gli occhi dal fratello, non lo vide neanche arrivare.
-Ti amo Clary, e lo sai che non ho mai amato nessun’altra, ma lo devo fare, per te.-
La guardò, non si sarebbe mai perdonato se non lo avesse fatto e la colpì al petto, lasciò andare la spada e solo in quel momento il suo sguardo si posò su di lui.
In lontananza l’urlò di Jonathan lo fece voltare, il legame era stato infranto.
Lo vide avvicinarsi, velocemente, la Coppa Infernale ancora stretta tra le sue mani, e sfiorò i capelli della sorella, con devozione.
-Ti riporterò da me, Clarissa.-
Lo vide sparire in pochi secondi, come se tutto quello non fosse mai successo e solo in quel momento posò il suo sguardo di nuovo su di lei.
Stava bruciando.
-Jace…-
La voce di Isabelle non lo sfiorò nemmeno, provò ad avvicinarsi a Clary ma quel fuoco dorato glielo impedì, aveva gli occhi chiusi e la schiena totalmente curvata, ma nonostante la posizione vide i muscoli delle gambe tesi, contratti per lo sforzo di sostenere il corpo che stava cedendo, l’unica cosa che lo sorprese fu l’assenza di rumore.
Non urlò.
Gloriosa si stava sciogliendo, annerendo il terreno sotto di lei, gocce liquide color oro erano tutto ciò che restava della spada, ma Clary ancora non si muoveva, e come la spada anche la sua ferita iniziò a gocciale, ma il sangue non era più rosso ma dello stesso colore del Paradiso.
Oro.
Lei cadde di fianco senza fiatare, immobile tra i detriti e il terreno carbonizzato, uno squarcio aperto in mezzo al petto ancora sanguinante.
-Clary…-
-Avrebbe dovuto funzionare.- sussurrò Isabelle.
Jace percepì il pianto di Jocelyn poco distante da lui ma non si arrese, non era morta, ne era certo.
-Non è morta.- disse, avvicinandosi per scostarle i capelli dalla faccia.
-Come fai a saperlo?-
-Jonathan ci avrebbe uccisi tutti se fosse morta. Clary apri gli occhi ti prego, fallo per me.-
Fu un movimento fugace eppure lo percepì, allungò la mano e incontrò la sua.
Era viva.
   
 
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