Alla
Micchan,
perché
è il suo compleanno,
perché
è un mito,
perché
è la moglie di Sasori,
perché
sì.
In
tutta sincerità, Naruto non amava la biblioteca. Per
niente.
Detestava
la polvere depositata sugli scaffali più alti, che puntualmente lo faceva
starnutire, l'odore di vecchio dei volumi antichi, l'aria irrespirabile di
chiuso e la luce giallognola e soffusa proveniente dai lampadari alti in
quell'intreccio di corridoi contenenti libri di ogni
genere.
Non
sopportava la voce stridula della bibliotecaria, che tempestivamente lo
riprendeva con la scusa di vederlo trattare i libri in malo modo o lasciarli in
giro senza metterli a posto nello scaffale giusto.
Preferiva
sicuramente a quel luogo indifferente e umido una bella passeggiata al parco o
tirare due calci ad un pallone; ma per colpa delle ricerche che quasi ogni
settimana gli appioppavano i suoi insegnanti, eccolo presentarsi puntualmente a
ricavare spunti per le sue tesine dai quei vecchi libri
polverosi.
Sakura
adorava andare in biblioteca.
Non
appena metteva piede in quell'edificio dai mille corridoi, le si apriva davanti
un mondo fatto di lettere stampate, giochi di grafie e storie incantevoli, che
la lasciavano sempre a bocca aperta; le piaceva passare la mano sopra la
copertina rigida, accarezzare le pagine e annusare la carta stampata, come se ne
potesse trarre emozioni anche solo toccandola.
Soffiava
via la polvere dai libri più antichi e la guardava volteggiare nell'aria, le
piaceva scervellarsi sui finali aperti, ascoltava con attenzione quello che la
bibliotecaria aveva da dirle.
Leggeva
di tutto; poteva stare anche un pomeriggio intero, in biblioteca, anche se il
più delle volte che si trovava lì era per qualche impegno scolastico: i suoi
professori esigevano qualche punto da un libro, e lei andava a cercarlo; sebbene
fosse per studio, quel posto per lei era così magico che non le dispiaceva
affatto recarvisi.
Sotterfugi
in biblioteca
Naruto
si arrampicò agilmente sulla scaletta di metallo, alzò il bracciò più che
poteva, afferrò l'aria un'altra volta e riprese a sorreggersi all'ultimo piolo;
guardò con odio un libro dalla copertina rossa, il quale spuntava dall'ultimo
scaffale di una delle tante librerie della biblioteca.
Aveva
impiegato mezz'ora solo a trovarlo, rovistando fra tutti gli indici dei libri e
poi, una volta trovatolo, la fortuna di certo non lo aveva assistito: era
posizionato in una delle scansie più alte, come se il suo precedente lettore
avesse voluto smarrirlo e non farlo ritrovare mai più; E forse sarebbe stato
meglio così, pensò Naruto, dato che il suo spessore era ben poco invitante.
Riallungò
la mano verso l'alto, puntando i piedi sulla scaletta, iniziando a tirar fuori
il libro dallo spigolo sotto; quando fu convinto che c'era quasi, il volumetto
rosso gli sfuggì dalle mani e cadde verso il basso, colpendolo in testa e per
poco non cadde a terra anche lui.
La
voce acuta e fastidiosa della bibliotecaria seguì le imprecazioni di Naruto,
forse un po' troppo ad alta voce per quel luogo. Toccandosi la testa nel punto
colpito e dolente, il biondo scese dalla scaletta e raccolse il tanto cercato
testo, e scrutò la copertina, leggendovi il titolo, in scritta dorata, e capendo
al volo che si sarebbe ancora trattato di uno di quei mattoni filosofici.
Si
diresse verso un tavolo per iniziare a sfogliarlo, e lì Naruto si sorprese:
nella prima pagina vi era, sotto le righe d'autore ed in un bel corsivo, alcuni
appunti presi a matita ed un foglietto, piegato in due
parti.
Naruto
dimenticò tutti i diritti della privacy e lo aprì, deducendo che fosse stato
smarrito da qualche studente.
Scemo
chi legge.
Quella
infantile presa in giro troneggiava a bordo del foglietto. La calligrafia era
tondeggiante, molto sinuosa, evidentemente femminile (o di un maschio davvero
molto effemminato).
Cominciò
a leggere avidamente quel bigliettino.
Non
le era mai capitato. Mai.
I
libri erano qualcosa di sacro, assolutamente intoccabile ed imperdibile: mai
avrebbe pensato di poterne perdere uno… che non era nemmeno suo,
oltretutto!
Sua
madre, in un impeto di generosità, le aveva prestato uno dei suoi cimeli più
antichi: il libro di filosofia di quando aveva frequentato il liceo.
Sakura
adorava la filosofia e si era subito persa a leggere di Socrate, Platone, anime,
idee e tutte quelle nozioni così assolutamente magnifiche, interessanti e poco
amate da tutti i ragazzi “normali”.
Ma
quel brutto giorno (“quella notte buia e tempestosa” direbbe Snoopy), quel
pomeriggio del giorno prima, aveva per sbaglio ritirato il tomo filosofico
insieme a tutti gli altri libri che aveva consultato. Disgrazia, terribile
sciagura! Non l’avesse mai fatto!
Entrò
di gran passo nella biblioteca e salutò con la mano quella donna deliziosa che
era la bibliotecaria, che ricambiò con un mieloso sorriso.
Si
recò nella sezione “Filosofia” e alzò lo sguardo, cercando il libro tra tutti
gli altri che aveva riportato il giorno precedente, ma purtroppo il tomo era già
stato trafugato.
Il
cuore prese a batterle all’impazzata, tentando quasi di uscirle dal petto.
Deglutì rumorosamente e corse all’entrata dove la bibliotecaria, che aveva quasi
preso un infarto nel vedere la sua pupilla correre in un modo così poco consono
al luogo in cui si trovava, la fulminò inorridita.
«Mi
scusi, avrei bisogno di sapere se avete trovato un libro che non appartiene a
questa biblioteca nella sezione filosofia, scaffale F. La prego, è questione di
vita o di morte!»
La
donna si sistemò gli occhialetti dalla montatura dorata sul naso aquilino e
trasse un sospiro di sollievo, poichè la sua pupilla non l’aveva delusa: correre
e disperarsi per la perdita di un libro era
giustificabile.
«Non
preoccuparti, Sakura, lo troveremo. Come s’intitolava?»
«“L’Iperuranio,
questo sconosciuto”» rispose la giovane, grattandosi il capo
nervosamente.
Alla
bibliotecaria luccicavano gli occhi dalla gioia: anche le ragazze così giovani
si interessavano di filosofia. O, giorni di gaudio!
«Il
libro non è stato preso; ho controllato nei registri. Evidentemente ce lo deve
avere qualcuno che sta studiando qui… chiedi a tutti, io domanderò anche alle
persone che escono. Lo troveremo, vedrai!»
Sakura
annuì, terrorizzata, girando sui tacchi e ricercando con gli occhi il possibile
ladro del suo libro.
Naruto
ripiegò il bigliettino senza prestarvi troppa cura: i soliti pettegolezzi delle
femmine… una certa Ino che si era messa con un certo Shikamaru e tanti altri bla
bla bla autocelebrativi.
Sbuffò,
ora avrebbe fatto meglio a concentrarsi su quel diavolo di
tomo.
L’argomento
sul quale verteva la ricerca era “La Grecia negli studi” quindi, fortunatamente
(o sfortunatamente) quel libro faceva proprio il caso suo. Avrebbe descritto
della lingua greca, di come si studiasse ancora, della filosofia nata proprio
lì… il solo pensarci gli faceva venire l’abbiocco.
Aprì
il libro e lesse le prime righe. Lo richiuse subito, inorridito. Non aveva
capito una sola parola.
Maledì
sua madre che, invece di lasciarlo ricercare comodamente seduto sul suo letto
con il portatile sulle ginocchia, una Coca-Cola a destra e un sacchetto di
patatine a sinistra, l’aveva costretto a perdere il suo pomeriggio in una
stupida e polverosa biblioteca piena zeppa di vecchi.
Adocchiò
in lontananza una bella ragazza, dai capelli rosa («Che pugno in un occhio!»),
che si guardava intorno, spaesata. Infilò il libro nello zaino, così avrebbe
mostrato a sua madre che aveva fatto qualcosa, e si alzò, dirigendosi verso di
lei.
Sfoderò
un sorriso smagliante. «Ehi, ciao! Ti sei persa?» le domandò, facendole
l’occhiolino.
Sakura
squadrò il ragazzo da capo a piedi: capelli a spazzola strabordanti di gel,
maglia larga e puzzolente, pantaloni strappati a cavallo basso, scarpe
improponibili… quel teppista non poteva assolutamente avere il suo amato
libro.
«No,
per niente! Sto cercando una cosa.» lo liquidò, voltandogli le spalle e
lasciando dietro di sé una scia di profumo di ciliegie.
«Che
caratterino!» borbottò il ragazzo, poi annusò l’aria. «Adorabile.»
commentò.
La
seguì con la coda dell'occhio. Se prima era già scoraggiato e deciso a
rinunciare, il profumo dolce lasciato nell'aria dalla ragazza subito gli aveva
fatto cambiare idea: un altro tentativo avrebbe potuto
rifarlo.
«Ehm..
e che staresti cercando, se si può chiedere?» chiese di nuovo, sfoggiando uno
dei suoi sorrisi migliori, mentre Sakura scorreva il dito in modo maniacale di
libro in libro, alla ricerca del titolo a lei familiare.
Ignorò
il sorriso, continuando a cercare. A dir la verità, pensare che qualcuno fosse
così tranquillo mentre lei era alla ricerca di qualcosa di così
importante.
Gli
lanciò un'occhiata fulminante (o, per meglio dire, inquietante) e,
semplicemente, riprese la sua ricerca.
Per
un attimo Naruto si sentì bruciare, e una vocina dentro di sè gli urlò:"Lascia
perdere!"; tuttavia, non voleva desistere ad attaccar discorso con quella
ragazza.
«Hai
perso qualcosa di importante..?» insistette, avvicinandosi di più a
Sakura.
L'ultima,
intanto, aveva cambiato scaffale e stava controllando minuziosamente ogni
dannato tomo.
Doveva
trovare un pretesto per mandarlo via.
«Sì.
E non t'interessa. Me la sbrigo da sola, grazie.»
Oh
sì. Liquidato, ne era certa.
«Ma
forse potrei aiutarti a cercare.»
Sakura
si fermò, sperò di aver sentito male - no, quello non poteva essere ancora lì
a romperle le scatole - e girò la testa alla sua sinistra, di scatto,
trovandosi Naruto vicino, anzi, vicinissimo alla sua faccia, con il suo
sorrisone a trentadue denti stampato sul viso.
Fortunatamente
Sakura ricordò che lei era una persona civile, calma e lucida e, soprattutto, in
quel momento di trovava in un edificio sacro per lei, quindi represse la sua
indole violenta e la voglia di stampare un secondo bernoccolo in testa a Naruto
- il primo, causato dal libro, era ancora ben visibile sulla sua testa - e
decise di ricorerre ad un altro stratagemma.
«Oh,
allora sì! Grazie..» La voce della rosa si addolcì, gli occhi smeraldini presero
a vagare qua e là civettuoli. «Stavo giusto cercando "Memorie di un
Tamagotchi".. che stupida, un libro così popolare, ed io non riesco a
trovarlo.»
Naruto
si grattò la testa, scompigliando i capelli biondi.
«E'
famoso?»
«Oh,
di più. Come fai a non conoscerlo?»
Il
ragazzo alzò un sopracciglio. Ok, non se ne intendeva di libri,
però..
«Ma
sentito nominare» asserì poi allegramente, «Ma per te lo troverò, dattebayo!»
esclamò infine.
«Grazie!»
cinguettò Sakura, trattenendo una risatina mentre Naruto si allontanava. Se
n'era sbarazzata definitivamente, e ora poteva tornare alla ricerca disperata
del suo amato libro.
"Possibile
che al mondo ci sia gente tanto idiota?" pensava, mentre riprendeva a guardare
in ogni angolo delle librerie e ad informarsi con la bibliotecaria se lo avesse
ritrovato.
Aveva
giusto avvistato un tomo simile al suo prediletto quando sentì qualcuno
richiamarla con un colpetto sulla spalla.
Sakura
si girò, e rimase a dir poco sconvolta quando si ritrovò di nuovo a faccia a
faccia con Naruto: i suoi occhi azzurri brillavano in uno sguardo di
vittoria.
«Tu?
Cosa vuoi?? Hai trovato il libro?!» lo accusò, esasperata.
«Signorsì
signora!» rispose soddisfatto il ragazzo. «"Memorie di un Tamagotchi", eccolo
qui!» Le scanciò un libro consistente. «Era nello scaffale centrale! Come hai
fatto a non vederlo?»
Sakura
rimase allibita, per non dire completamente sconcertata. Esisteva davvero un
libro chiamato “Memorie di un Tamagotchi”. Un peso a dir poco opprimente sembrò
crollarle addosso.
Forse,
ma solo forse, quel ragazzo poteva davvero fare il caso
suo.
«D’accordo…
grazie mille…» sorrise, come pietrificata, prendendo il volume con entrambe le
mani data la sua evidente pesantezza.
«Altro
che posso fare per te?» domandò Naruto, sfoderando l’ennesimo sorriso
radioso.
A
questo punto, pensò Sakuta, tanto valeva chiedergli di aiutarla a trovare il
vero libro.
«Sì,
effettivamente ce ne sarebbe un altro: “L’Iperuranio, questo sconosciuto”.
Apparteneva a mia mamma e sia lei che io ci teniamo davvero
moltissimo…»
Naruto,
felice, prese a saltellare tutto eccitato: adorava le cacce al tesoro. Sakura
gli intimò il silenzio con uno “Shhh!” sottovoce.
«Oh,
scusa…» si grattò il capo, imbarazzato.
«D’accordo,
cominciamo la ricerca.» disse la ragazza, dando l’ordine di sparpagliarsi
ovunque.
Mentre
Naruto controllava le scansie dedicate alla filosofia, Sakura chiedeva in giro,
terrorizzata dal non riuscire a trovare l’amato libro.
All’improvviso,
il biondo fu colpito da un flash: quel libro! Aveva già letto il titolo, ma non
ricordava dove…
Cominciò
a investigare con ancora più frenesia, convinto di averlo visto lì, mentre
cercava i volumi per la sua tesina.
«Non
è questo… questo nemmeno… nah, cos’è ‘sta roba?, oddio, che nome
impronunciabile!» scartava i tomi ad uno ad uno, riponendoli poi senza troppa
attenzione; tuttavia, dopo oltre tre quarti d’ora di ricerca (la sua maglia
chiedeva pietà dal sudore delle ascelle), si accasciò a terra abbattuto. Quel
libro doveva sicuramente essere scomparso, o finito in quel diavolo di
Iperqualcosa che menzionava nel titolo. Naruto sapeva bene dove avrebbe voluto
mandarlo…
«Sicuri
di non averlo visto da nessuna parte?» domandò Sakura per la centomillesima
volta a due ragazzi che stavano studiando, piuttosto in
intimità.
Il
ragazzo, dai corti capelli rossi, guardò fisso negli occhi la compagna, che era
evidentemente la sua
ragazza.
«No,
ti ripeto che Mimi ed io non abbiamo visto proprio nessun libro con quel
titolo.» replicò, gelido. Odiava essere interrotto.
«Sasori,
calmati!» lo rimproverò Mimi, baciandolo sulla guancia. Si rivolse a Sakura:
«Fidati, non l’abbiamo visto, mi dispiace.» ripeté, guardandola con
un’espressione dispiaciuta.
Sakura,
col morale ormai sotto i piedi, raggiunse Naruto, che era crollato a terra, e
sospirò.
«Mia
madre mi ucciderà…» si lamentò.
Naruto
non disse nulla.
«Sì,
verrò squartata. Poi farà di me la copertina per un libro…» continuò Sakura,
aspettando che Naruto la consolasse.
Nessuna
risposta.
«Ho
detto che mia madre mi ucciderà! La cosa non ti tocca
minimamente.»
Ancora
silenzio. Poi un grugnito.
«Stai
dormendo?!» esclamò la ragazza, dimenticandosi completamente di tenere la voce
bassa.
Il
biondo si svegliò di soprassalto. «Eh? Cosa, dove, come?»
«Tu…
tu stavi dormendo!» lo indicò Sakura, indignata. «Come ti sei
permesso?»
«No!
Non è come credi! C’è una spiegazione plausibile per questo!» si schermì Naruto,
alzandosi subito in piedi e soffocando uno sbadiglio.
«Sto
aspettando…» Sakura batteva il piede sul pavimento,
impaziente.
«Allora…
ho trovato un libro di ninne nanne e…»
«Deeeng.
Risposta sbagliata.» la ragazza gli voltò le spalle e se ne andò, affranta.
Dopotutto, contava su quel teppistello biondo, e lui l’aveva profondamente
delusa.
Girò
i tacchi, uscendo dalla stanza, ignorando le richieste di perdono da parte di
Naruto e sgattaiolando velocemente fuori dalla sezione "Filosofia". Il biondo, a
carponi, avanzava dietro di lei scongiurandola di dargli un'altra possibilità e
attaccandosi alle pieghe della gonna. In ogni caso, Sakura era irremovibile da
riprendere le sue ricerche da sola. Era stata una stupida ad affidarsi a quello
spaccone!
Il ragazzo, sconsolato, se ne stette sul ciglio della porta della
sezione un altro po', guardando la figura della rosa sparire nel corridoio per
riprendere alla ricerca.
Sbuffò, mesto, dandosi dell'idiota per essersi
addormentato e aver smesso di rovistare in giro per il libro. Ma quei libri di
filosofia erano così noiosi, che solo pensare al titolo di ciò che doveva
cercare gli aveva fatto venire sonno. Ed infatti, si era assopito; però gli
dispiaceva aver deluso quella ragazza: in fin dei conti, per quanto potessero
essere stravaganti quei capelli rosa, era carina, e aveva un profumo delizioso,
alle ciliegie.
Ora che ci pensava, aveva un panino alla marmellata di
ciliegie dentro allo zaino, insieme al materiale per studiare; glielo aveva
preparato sua madre come "spuntino post-studio". Anche se non aveva minimamente
studiato, aveva fallito ad aiutare Sakura e il suo stomaco approvava entusiasta
di mandar giù un boccone, Naruto cedette alla tentazione, convinto che con
qualche morso sarebbe riuscito mandar giù il dispiacere per non aver trovato il
libro della ragazza e a conciliarsi col suo stomaco. Era ancora in biblioteca,
ma pazienza.
Si alzò da terra e ritornò al suo zaino, trovandolo
incredibilmente pesante e chiedendosi che diavolo ci avesse messo dentro in
precedenza, dato che se n’era completamente dimenticato.
Tornò nel suo
angolino ed iniziò a frugare dentro, alla ricerca di cibo.
Purtroppo non ne
trovò - doveva averlo lasciato di nuovo sul tavolo in cucina, maledizione! - ma
invece la sua mano andò a sbattere contro qualcosa che a primo pensiero aveva
immaginato come un grandissimo mattone, ma che poi riconobbe il libro che aveva
preso per studiare.
Lo tirò fuori, giusto per sfogliarlo ancora, dato che si
era del tutto scordato anche di che argomento trattava, e nel girarlo guardò il
titolo.
All’inizio non gli disse nulla. Né il titolo, né niente. Ma poi lo
riconobbe.
Bingo!
Sakura aveva frugato di nuovo in tutte
le sezioni, fatto impazzire gli altri visitatori della biblioteca con richieste
di aiuto per trovare quel tomo maledetto e provocato l’ennesimo sorrisetto
compiaciuto sulle labbra dell’anziana bibliotecaria, così contenta di vedere una
giovinetta all’opera per ritrovare un libro sperduto. Senza risultati,
ovviamente.
Si sedette, affranta. Ormai si era pure preparata
psicologicamente alla ramanzina che le sarebbe spettata una volta tornata a
casa; sua madre non l’avrebbe mai perdonata per aver perso quel testo.
Per un
attimo, pensò pure a Naruto. Che tipo bizzarro. Neppure si erano presentati, e
l’aveva anche aiutata. Le dispiaceva un po’ di averlo trattato così male, però
quel suo modo di fare l’aveva fatta andare su tutte le furie.
Giusto di
proposito all’orizzonte o, per meglio dire, da in fondo al corridoio, vide
spuntare una chioma bionda, ed eccolo arrivare verso di lei; se prima la stanza
era silenziosa, e si poteva udire solo il rumore di qualche passo o pagine
voltate, con l’arrivo di Naruto la quiete venne disturbata di colpo: nella foga
di correre contro la rosa, il ragazzo aveva fatto cadere una sedia e urtato
contro alcuni libri, facendoli cadere e provocando l’indignazione della
bibliotecaria, che subito contrasse il viso in un’espressione di disgusto e
disapprovazione.
«Che c’è, ancora? Trovato un altro libro di ninne nanne?»
gli chiese, sarcastica e arrendevole.
Il
sorriso furbetto di Naruto non prometteva nulla di buono. Sembrava nascondere
qualcosa dietro la schiena.
Con
aria trionfante, il giovane alzò come un trofeo il volume tanto cercato. Il viso di Sakura si
illuminò.
«È…
è…»
«È
lui.» annuì il biondo, serissimo. «E cosa mi dai in cambio?» propose, allungando
le labbra ed aspettandosi un bacio passionale.
«Che
ne dici di questo?» ribatté la rosa, mostrando il pugno
minaccioso.
«Mi
dispiace, se fai così niente libro…»
Sakura
sospirò. «Una mano nelle ricerche?»
«Direi
che è un’ottima idea.»
Tornarono
ad un tavolo e si sedettero, riportando l’atmosfera calma e polverosa propria
della biblioteca; tuttavia, mentre Sakura sfogliava le pagine del libro per
trovare i passi che più si addicevano alla tesina di Naruto, il biondo non
poteva far altro che guardarla.
Chissà,
magari Sakura avrebbe perso presto un altro libro…
Auguri
Mimi!!! Buon Compleanno!!!
In ritardo, lo so, anzi, sappiamo. Questa fic è una Kiu&Aka production! E il ritardo è dovuto al fatto che Akami, quella grande idiota, ha avuto problemi di connessione e non è riuscita a pubblicarla in tempo… T_T potrai mai perdonarmi? La Kiu non c’entra nulla! ù.ù
La NaruSaku che avevi commissionato! XDDD Tutta tua!
Lampante
dimostrazione che due teste sono meglio di una (?)!
Ancora
auguri Micchan! Ti vogliamo bene!
Kiu&Aka