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Autore: ombra_di_cenere    14/02/2016    0 recensioni
Hidan e Kakuzu sono in missione : devono catturare una nijna con una particolare abilità innata desiderata dal loro capo.
Dopo averla osservata per un po' e catturata Hidan scoprirà di provare un sentimento particolare per la ragazza e capirà finalmente che cosa voglia dire essere innamorati. Però non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine...
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Avvertenza: vi ricordo che i *** significano cambio si punto di vista! buona lettura!


È un disastro, proprio un disastro.

Sto osservando Hidan mentre prova a mettersi lo smalto; non fa un'unghia giusta, sbava ovunque e ha tutte le punte delle dita nere.

Kakuzu è sul divano che dorme, toccherà a lui il primo turno per controllarmi quindi subito dopo aver cenato si è addormentato.

Un po' mi rincresce, appena ha aperto la porta oggi pomeriggio deve essere rimasto schoccato vedendomi seduta sopra Hidan. Non stavo facendo nulla di male, io ero solo una difficoltà in più per il suo allenamento. Il problema è stato spiegarglielo, ha subito iniziato a sbraitare e dopo hanno litigato, cosa per nulla inaspettata.

Lo spio ancora un po' da dietro il mio libro e quando vedo che si pulisce l'indice per la quinta volta decido di intervenire: - Dammi qua! - gli dico alzandomi e andando all'altro lato del tavolo, sedendomi accanto a lui.

-Sono un disastro, vero? - chiede mordendosi il labbro. Annuisco senza parlare, prendo il pennellino e gli prendo la mano. Il solo sfiorarlo mi provoca un brivido che mi percorre da capo a piedi. Noto quanto la mia mano sia piccola a confronto e sento di averla fredda. Lui ha i palmi morbidi nonostante combatta sempre impugnando un'arma senza guanti. Gli faccio appoggiare le dita piegate al bordo del tavolo, intingo il pennellino e passo lo smalto nero sulle sue unghie.

-Prendi il colore, togli l'eccesso poi parti dall'attaccatura; stendi e non stacchi il pennello fino alla fine. - gli spiego.

Ha delle belle mani e le unghie sono leggermente arrotondate; lo smalto si stende perfetto e lucido. Finita una mano cambio sedia, portandomi verso l'altro lato e ripeto il tutto. Quando ho finito gli prendo i polsi delicatamente e gli faccio appoggiare le mani al centro del tavolo.

-Ora stai fermo qui finchè non è asciutto... Immobile! - lo lascio e ritorno al mio posto. I suoi polsi sono grandi minimo il doppio dei miei. Le dita sono lunghe e sul dorso delle mani alcune vene sono in risalto. Guarda verso Kakuzu e girando il viso mette in evidenza la curva della mascella e alcuni muscoli de collo in tensione. La sua collana argentata è in risalto contro la pelle chiara che si intravede dal profondo scollo del mantello. I capelli, argentati anch'essi, brillano contro alcuni riflessi della luce.

Mi auto- rimprovero quando mi scopro ad osservarlo in modo così minuzioso. Provo a tornare al mio libro ma mi ritorna in mente l'accaduto di oggi pomeriggio; quando ero seduta sulla sua schiena. All'inizio era strano, poi mi sono abituata a sentire i muscoli che si contraevano sotto di me. Avevo provato a mantenere la concentrazione sul libro, e ci ero riuscita, finché non mi son distratta guardando le sue spalle. I muscoli tesi che lavoravano, le goccioline di sudore che gli colavano sul collo, il tintinnio della collana che picchiava per terra; tutto sembrava volermi far concentrare su di lui. Già mentre mi avvicinavo mi ero distratta un po' a osservare il suo fondoschiena, che devo dire è proprio niente male, ma dopo che ho visto le spalle ho perso completamente la concentrazione e non sono più riuscita a leggere una frase. Quando poi mi sono attaccata a lui e ho sentito i muscoli contrarsi sotto i miei palmi, ho capito che sarei rimasta lì per sempre. Il suo respiro è stato regolare finchè non gli ho fato cambiare andatura. L'ho messo in difficoltà e per ripicca ha iniziato a fare i piegamenti battendo le mani. All'inizio mi sono spaventata, non me l'aspettavo, poi son riuscita a mantenere l'equilibrio. La cosa che più mi ha colpito però è stata la sua voce quando gli ho appoggiato la collana fredda sulla schiena. Non so come ma è riuscito a farmi sentire il solletico nello stomaco; ho percepito come il fuoco nelle vene per poi essere attraversata da una scossa fredda. Tutto questo solo con la voce.

-Non credi che dovrei far pratica? - mi chiede riportandomi alla realtà.

Lo guardo confusa, pratica?

-Con lo smalto... non posso sempre farmelo mettere dagli altri! - sorride mentre si guarda le mani per poi alzare gli occhi verso di me, tenendo sempre la testa un po' bassa.

Che bello che è! La mia mente sta viaggiando, non riesco a concentrarmi.

-Hem... Sì! Puoi metterlo a Kakuzu... - gli rispondo, provando a leggere il mio libro, anche solo per calmarmi.

Ma che mi prende?! Non riesco a concentrarmi sulle parole, sembrano non significare nulla.

-Se lo sveglio si arrabbia... Posso? - fa cenno verso le mie mani alzando un sopracciglio argenteo; oddio e ora che faccio?

Senza sapere perchè annuisco e porto le mani al centro del tavolo. Sono proprio davanti a lui e quando mi fa l'occhiolino prima di iniziare mi sento avvampare.

Non capisco che mi prende, non mi era mai successa una cosa del genere! Distolgo lo sguardo e osservo le mie mani.

Lui prende il pennellino e comincia stendere il nero; la prima unghia sbava un po' e così anche la seconda, mentre dalla terza inizia a migliorare. Alzo lo sguardo per osservarlo in viso; mentre è concentrato sulle mie mani aggrotta le sopracciglia e si morde il labbro inferiore. Noto che mentre stende il colore trattiene il respiro, evidentemente per paura di sbavare troppo. Trattengo un sorriso e torno a guardar le mie mani.

Che strano... non mi son mai sentita così, contenta. Insomma mi sto facendo mettere lo smalto da un rapitore ma sono felice! In me ci dev'essere qualcosa di sbagliato, molto sbagliato. Ma non mi importa, ora mi interessa solamente di godermi questo momento.

Penso che se Hidan non fosse un assassino fuorilegge lo vorrei come amico, o forse come qualcosa di più che un semplice amico.

 

 

 

-Ma santo Jashin! Non puoi essere più gentile quando mi svegli?! - sento Hidan che urla con Kakuzu. Sono nel mio letto, stavo dormendo. Finalmente ero riuscita ad addormentarmi nonostante lo sguardo pesante di Tentacoletto su di me. Mi alzo a sedere per capire che sta succedendo.

-Smettila di lamentarti! - Kakuzu è sempre molto diretto e scontroso. Sento Hidan che si avvia verso la mia stanza per il suo turno di guardia, imprecando e insultando Kakuzu.

Entra e mi vede sveglia:

-Sono stato io? Scusa... Solo che Kakuzu sa farsi odiare! E non è mai gentile! Lo infilzerei volentieri con la mia falce anche se sarebbe inutile!

È arrabbiato, ha i pugni serrati e si siede a terra con la schiena contro al muro. Sbuffa rumorosamente. Io lo osservo in silenzio, consapevole che non riuscirò più a prendere sonno.

-Ora la smetto, dovevo solo sfogarmi un po'... Sto zitto dormi pure...

Inclina la testa appoggiata al muro e mi fa un mezzo sorriso. Io mi sdraio, incrocio le mani sotto al cuscino e guardo fuori dalla finestra alla mia destra le stelle.

Restiamo in silenzio per molto, lui aspettando che io mi addormenti ed io aspettando che lui parli.

Alla fine è lui che inizia:

-Vuoi vederle meglio? - mi chiede a bassa voce per non rischiare di svegliare Kakuzu, che sentiamo russare.

-Cosa? - son contenta che mi parli ma almeno potrebbe essere più chiaro.

-Le stelle... - sorride leggermente.

-E come? - chiedo scettica; non posso allontanarmi da questa stanza.

-Dal tetto ovvio! - allarga le braccia come se questa fosse la risposta più ovvia del mondo.

Rimango un secondo senza parole, confusa. Dal tetto? Potrei scappare subito uscendo da qui. Sembra aver capito cosa pensassi perchè risponde subito:

-Non riusciresti a scappare perchè Kakuzu ha creato una barriera con una tecnica attorno al rifugio. Verresti fulminata all'istante. Letteralmente. - mi guarda serio, e capisco che non sta scherzano , - Allora vieni?

Annuisco e salto giù dal letto, faccio per mettere i sandali ma mi ferma : - Non servono... - mi dice e si avvia verso l'uscita.

Appena fuori dal rifugio sento l'aria fresca che mi circonda, il vento mi scompiglia i capelli. Guardo verso il tetto, non è molto alto, ci posso arrivare facilmente con qualche attacco alle pareti. Mi avvicino per attaccarmi ma Hidan mi porge una mano : - Posso?

 

***

Lei mi guarda per un secondo e poi mette la sua manina nella mia. È fredda e mi provoca un brivido leggero che mi percorre la schiena. Gliela stringo e velocemente la attiro a me con uno strattone, delicato però. La prendo in braccio, salto, atterro sul tetto e la adagio delicatamente sulle tegole. Rimango in piedi e la osservo; ha la bocca leggermente aperta e gli occhi spalancati, non se l'aspettava. Mi guarda e sorride ancora un po' spiazzata dal mio gesto. Si sdraia incrociando le braccia e guardando il cielo scuro attraversato da delle striature più chiare.

Mi sdraio anche io, con le braccia dietro la testa, un ginocchio piegato e l'altra gamba sul ginocchio. Il mantello mi scivola giù dalle gambe.

La sento respirare leggermente; la guardo si sottecchi, senza farmi notare. Ha il volto illuminato dalla luna, proprio come quella sera al parco. La differenza sta nel fatto che ora sembra felice e calma.

Sorrido d'istinto e prendo il mio ciondolo tra le mani, contento del fatto che lei sembri felice grazie alla mia idea.

Dopo un po' è lei che inizia a parlare :

-Che cosa rappresenta? - mi chiede incuriosita dalla mia collana.

-È il simbolo del mio credo, il culto di Jashin... - la guardo, lei annuisce silenziosa.

-Parlamene... - sorride; io inizio e lei torna a guardare il cielo.

È la prima persona che mi chiede del mio credo spontaneamente e che ascolta ciò che dico; ogni tanto fa domande e interviene quando non è convinta di qualcosa.

Perdo la cognizione del tempo e non so per quanto ho continuato a parlare.

-Allora essere sacrificati a Jashin è un privilegio?

-Sì, tutte le mie vittime le offro a lui, e loro dovrebbero esserne felici.

-Bhe, le tue vittime muoiono quindi le capisco se non brillano di contentezza.

-Ok, forse hai ragione, ma dovrebbero andare più nel profondo e capire il privilegio che gli sto concedendo.

-Forse riesco a capirlo, ma solamente perchè mi hai spiegato tutta la storia. Non credo che durante un combattimento tu ti metta a raccontare a chiunque del tuo culto... Quindi non puoi prendertela con loro se provano a scappare!

Ridacchio contento dei suoi commenti, ha ragione, ma la cosa che mi rende più felice è che mi ha ascoltato veramente.

Guardo il cielo, come fa lei, e noto che la luna si è spostata. Solo che non mi ricordo dov'era quando siamo arrivati, quindi non saprei dire che ore sono. Torno a guardarla di traverso, e senza farmi notare mi avvicino lentamente.

Voglio starle più vicino, guardarla negli occhi per ore e toccare i suoi capelli che ora son sparsi intorno a lei. Proprio come se mi avesse letto nel pensiero chiude gli occhi, dandomi la possibilità di muovermi senza essere notato.

Le nostre spalle sono a circa dieci centimetri, credo di aver esagerato ma non posso più tornare indietro: ha riaperto gli occhi. Forse si è accorta del mio spostamento; devo trovare una scusa.

-Mi fan male le spalle... - dico innocente. Stendo in avanti le braccia, verso l'altro e poi quando le apro di lato, lei alza la testa per poi riposarla sul mio braccio teso. Resto spiazzato da quel gesto.

-Ti spiace? - mi chiede timida.

-No no... Figurati... - le rispondo; guardo un attimo di lato per riprendermi. Appena si è appoggiata ho sentito un brivido in pancia, come se qualcuno mi stesse facendo il solletico allo stomaco, e mi son sentito il sangue correre alle guance. Non mi era mai capitato.

-È bello il modo in cui parli di Jashin... - mi dice continuando ad osservare le stelle.

La guardo perplesso, abbasso il braccio su cui è appoggiata così da seguire il suo e formare quasi un abbraccio.

-In che senso?

-Nel senso che parli di lui in modo fantastico! Sembra che per Jashin faresti qualsiasi cosa. Quando racconti del tuo culto... Ti brillano gli occhi... - mi risponde sospirando malinconica alla fine della frase.

Io rimango senza parole per un po', questo significa che mi ha ascoltato veramente e che mi ha capito. Non capito solo nel senso della teoria di Jashin ma mi ha capito parlando di ciò che provo. Per un istante mi sento in imbarazzo; è la prima volta che qualcuno riesce a leggermi dentro.

Continuo ad osservarla. Subito mi sento incredibilmente attratto dal suo profumo, che fin ora non avevo notato. I rilessi delle stelle nei suoi occhi mi attirano e perfino il ritmo del suo respiro, che si è fatto più veloce da quando mi son avvicinato.

-Vorrei che qualcuno parlasse di me come tu racconti di lui... - la sua voce mi manda in tilt.

-Io parlerei di te in quel modo per sempre... - non so che mi prende, so solo che la risposta mi è uscita da sola e anche ciò che faccio dopo accade senza che me ne renda conto.

Mi avvicino in fretta e la bacio.

Appena appoggio le mie labbra fredde sulle sue calde, mi irrigidisco, proprio come lei. Ho gli occhi chiusi, sento lo stomaco contrarsi e scaldarsi, sto trattenendo il respiro. Poi tutto inizia a sciogliersi dentro di me e mi sento più calmo. Anche lei è meno rigida e sento che mi mette una mano sulla guancia. Non capisco più niente. Perdo la concezione di tutto, l'unica cosa che percepisco è lei. Il suo profumo è ovunque. Mi devo concentrare per tenere l'altro braccio rispetto a quello su cui è appoggiata teso, oppure rischio di schiacciarla col mio corpo. Mi allontano leggermente per riprendere fiato, per poi tornare da lei. Sta giocando coi miei capelli, tenendomi vicino. Ogni tanto sento il tintinnio dei coprifronte che si scontrano, ma non me ne importa.

Non so quanto tempo è passato, so solo che mi sento il volto in fiamme quando ci separiamo. Anche lei è rossa e mi guarda con un aria un po' sorpresa, come se non avesse ancora capito che è successo.

Un istante dopo mi allontana, si alza in fretta e salta giù dal tetto, scappando in casa.

Ma che ho fatto?!

Rimango ancora un po' sdraiato sul tetto, guardando il cielo e provando a capire che mi è preso. Solo che quando ripenso a ciò che ho fatto mi si dipinge in volto un sorriso e da qual momento non riesco più a togliermelo.

 

 

 

***

Oddio! Oddio! Oddio!

Io..Lui... Hidan...

La mia testa non riesce a formulare un pensiero coerente.

L'unica cosa di cui sono consapevole è quel bacio che mi ha mandata in tilt. Ancora non ci credo.

Eravamo lì a parlare un secondo prima e poi, bam! Non collego più niente!

Sento il cuore che mi batte all'impazzata nel petto, sento il calore del fuoco ovunque.

Sono nel letto nascosta completamente sotto le coperte. Respiro velocemente ancora confusa .

Quando il respiro si regolarizza mi concedo di ripensare all'accaduto. Appena mi ricordo del suo volto mi sento arrossire e quando rivivo quel momento mi spunta un sorriso che mi toglierò difficilmente di dosso.  



Angolo Scrittrice: ciao! grazie per aver letto! mi metterò subito al lavoro per il terzo capitolo dove la situazione tra i nostri due innamorati si approfondirà ;)
nel frattempo, mentre scrivo di lui, pure io mi sono innamorata di Hidan <3 *-*

grazie per il tempo dedicato alla lettura della mia soria!
un bacio Ombra :*

   
 
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