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Autore: Seekerofdreams_    14/02/2016    2 recensioni
Ziam AU | 10.3k parole
Liam lavora in un negozio di fiori insieme ad Harry ed un uomo strano gli commissiona di portare dei fiori per un'intera settimana ad un ragazzo ma le cose non sono semplici come sembrano. Liam sente che qualcosa non va, quel ragazzo nasconde qualcosa e in un modo o nell'altro si troverà costretto a scoprire tutto.
o Liam salva Zayn da uno stalker e se ne innamora perdutamente.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A chi ama, a chi sogna e a chi sorride nonostante tutto.

 

*

 

So never mind the darkness, we still can find a way”

November Rain – Guns n' Roses

 

*

 

Cammino spedito sul marciapiede stringendo la stoffa della giacca intorno al collo. Bradford è sempre fredda in questo periodo dell'anno ma alle sette del mattino l'aria è decisamente glaciale. Per ogni respiro vedo il fumo fuoriuscire dalle mie labbra screpolate e aumento il passo per raggiungere il negozio di fiori in cui lavoro il prima possibile. Attorno a me la città sembra dormire ancora e in realtà invidio un po' tutti, è Lunedì e vorrei solo essere sotto le coperte a dormire o magari a guardare una delle serie TV che dovrei recuperare. Invece eccomi qui, a spingere la porta del “Flowers all round shop” per iniziare un'altra giornata tra composizioni e consegne. Ancora mi chiedo perché Harry, il proprietario, abbia scelto proprio questo nome ma ormai ho capito che potrebbe non esserci una spiegazione soddisfacente dato che Harry è semplicemente strano.

Ho iniziato a lavorare per lui un po' per caso, stavo cercando un lavoro come tecnico del suono in realtà ed una sera mi sono ritrovato in un locale da quattro soldi a sentire una piccola band emergente per cercare di inserirmi in quel mondo. Ricordo perfettamente quel posto, le luci scure e il piccolo palco improvvisato dove uno ad uno si esibivano gli artisti, non ho trovato quello che cercavo ma in compenso quella sera ho conosciuto Harry e con il senno di poi ne sono più che felice e poi quel gruppo si è sciolto poche settimane dopo.

“Haz?” chiamo chiudendomi la porta alle spalle. L'odore familiare di fiori mi invade le narici e chiudo un secondo gli occhi per poi camminare verso il retro del negozio facendo attenzione a non far cadere nulla.

Le pareti interne sono quasi completamente bianche come biancho è il bancone, l'intonaco, i mobili, tutti dello stesso colore vuoto e forse insulso che viene però riempito piano piano dalle piante verdi, dai fiori di ogni forma e dimensione. E' una delle cose che amo di più di questo posto e quando ho qualche minuto di tempo amo guardarmi attorno e perdermi in questa quantità infinita di colori, non so perché ma mi fanno sentire speciale e felice.

“Liam finalmente sei arrivato!” Un foulard arrotolato tra i capelli, un grembiule da lavoro e foglie ovunque. E' così che Harry mi accoglie quasi tutti i giorni ma so che questo è un periodo più intenso degli altri per chi fa questo mestiere, è in arrivo una settimana piena di lavoro, San Valentino è alle porte e il ragazzo riccio sta preparano composizioni su composizioni per la festa degli innamorati.

“Mi tolgo la giacca e arrivo ad aiutarti” dico sorridendo e spogliandomi dell'indumento per riporlo su una sedia accanto alla finestra. Il locale non è grandissimo, nella stanza sul retro c'è un piccolo bagno sulla destra, un tavolo da lavoro - dove Harry mette in pratica la sua creatività sui fiori creando dei pezzi unici che a mio parere dovrebbero essere conservati e considerati opere d'arte – e tanti vasi bianchi che contengono tutto il verde delle composizioni e alcuni fiori freschi in più.

Io sono più l'addetto alle consegne e alla cassa che alle composizioni, alcune volte mi diletto a creare bouquet o mazzi di fiori a spirale ma non sono di certo in grado di creare composizioni a cascata come Harry. Lo invidio un po', vorrei avere la sua mente creativa per mischiare forme e colori ma in compenso sono un ottimo oratore e un ottimo scrittore, sono quasi certo Harry mi abbia assunto per quest'ultimo punto. E' risaputo in ogni negozio di fiori che si rispetti che la cosa che accomuna tutte le varie occasioni o cerimonie è il problema di trovare la frase adatta con cui accompagnare una composizione ed è qui che provo a dare il meglio di me. Certo, c'è anche il piccolo libro di frasi sul bancone, proprio accanto alla cassa e ad una pila di biglietti bianchi ma ehi, le mie idee sono più originali!

Scuoto la testa per avvicinarmi ad Harry e lo osservo tagliare qualche stelo più lungo degli altri, annoda con maestria un nastro verde sottile intorno al mazzo per tenerlo unito e con l'altra mano recupera la rete di colore rosso poggiata sul legno chiaro.

Lo guardo un po' confuso, di solito prima di aprire il negozio Harry compone dei piccoli mazzi di fiori da esporre fuori così da tenerli pronti per le persone che non cercano niente di elaborato ma questo non mi sembra uno dei soliti mazzi “Non è presto per i fiori di San Valentino?” chiedo.

Passa un panno umido sulle foglie verdi e si gira a guardarmi “Quando sono sceso questa mattina c'era un uomo che mi stava aspettando, ha detto di avere fretta e mi ha commissionato di dover portare ogni giorno da qui a Domenica un mazzo di fiori diverso ad un indirizzo che mi ha scritto velocemente. Mi ha anche pagato tutto abbondantemente!” mi fa sapere. Alzo un sopracciglio confuso e poi semplicemente annuisco, nel corso degli anni ne abbiamo viste di cose strane e ad un certo punto ho smesso di farmi domande.

“Ok, quindi devo consegnarlo adesso?” chiedo afferrando il foglietto che mi sta porgendo“Girlington Road” leggo a bassa voce. Faccio mente locale per ricordarmi la strada e annuisco, non è molto distante, mi porterà via una ventina di minuti viaggio di ritorno compreso.

“O aspettiamo qualche altra consegna come al solito?” chiedo spostandomi in avanti per studiare le ultime rifiniture, lo vedo applicare l'etichetta del negozio su una foglia prima di girarsi “No, mi ha chiesto di portarli il prima possibile” dice scuotendo le spalle e io annuisco “Va bene, allora vado così torno in tempo per l'arrivo del carico di fiori” ribatto e sto già per recuperare la giacca quando si schiarisce la gola “In realtà dovresti scrivere una frase, mi ha chiesto di darti questa e di scrivere per ogni mazzo una frase speciale, era un uomo strano ad essere sincero ma comunque... tieni!” continua porgendomi poi una foto ripiegata in due. Sento una strana sensazione allo stomaco prima di afferrarla, mi aspetto di trovarvi sopra il volto di una bella donna ma quando la apro il viso sorridente di un ragazzo mi si presenta raggiante davanti. Sbatto più volte le palpebre sorpreso prima di annuire “Mi metto a lavoro allora”.

“Grazie Lee, io sistemo le piantine fuori” ribatte Harry sorridendo e io annuisco ancora prima di spostarmi dietro al bancone. Mi siedo sul piccolo sgabello, recupero una penna dal contenitore di legno e un foglio di carta per poi giocherellare con il tappo alla ricerca di qualche parola. Non ho un indizio su cosa scrivere, su cosa vorrebbe dirgli. Scrivere avendo carta bianca è più difficile che scrivere seguendo delle regole. Continuo a fissare la fotografia soffermandomi più del dovuto sul suo sorriso, i suoi occhi sorridono insieme a lui e mi ritrovo ad ammettere che è oggettivamente bello, vorrei che la foto non fosse in bianco e nero, così da permettermi di conoscere il colore dei suoi occhi ma devo accontentarmi, magari riuscirò a scoprirlo quando gli consegnerò i fiori. Sospiro massaggiandomi le palpebre delicatamente con i palmi delle mani, cerco di concentrarmi sbuffando poi riprendo ancora in mano la fotografia, fissandola come se potesse parlarmi e provo ad immaginare il suono della sua voce, non può essere una voce possente, rude, un viso come il suo lo associo solo ad una voce melodiosa e dolce. Sorrido facendomi coinvolgere dalla sua espressione per poi darmi dello stupido, che cosa sto facendo? Scuoto la testa e scrivo “Sorriso” sul foglio di prova, picchietto la penna sul legno studiando quella parola prima di prendere un biglietto bianco e farci scorrere sopra l'inchiostro nero di getto:There is a devil in your smile that's chasing me and every time i turn around it’s only gaining speed.

Rileggo la frase soddisfatto prima di inserirla in una busta bianca e “Harry!” richiamo il mio amico.

E' inginocchiato a sistemare le piante e non mi guarda nemmeno quando “Dimmi” chiede affaccendato.

“Ti ha detto un nome? Devo scrivere qualcosa dietro al biglietto?” continuo poggiando il mazzo di fiori sulla parte più alta del bancone, recuperando la spillatrice.

“Ha detto che non c'era bisogno, a quell'indirizzo troverai solo il destinatario” mi risponde e io annuisco senza fare domande. Spillo il biglietto sulla rete andando poi a prendere la giacca sul retro insieme alle chiavi della macchina che uso per fare le consegne.

“Allora vado” dico sistemandomi e avvicinandomi all'uscita.

“Si, ci vediamo tra un po', non metterci tanto che abbiamo da lavorare” dice con tono piatto prima di girarsi verso di me e sorridermi. Scuoto la testa passando poi una mano tra i suoi capelli ricci “A dopo piccolo Haz” lo saluto uscendo all'aria fresca.

E' stato quasi naturale far sbocciare questo rapporto di amicizia tra me e Harry, siamo diversi in alcuni aspetti ma anche molto simili in altri e questo ci è servito per imparare a lavorare in armonia ed è servito a me per guardare al mio lavoro con un occhio diverso, più spensierato. Può sembrare un lavoro sciocco alcune volte, non pesante ma vorrei sfidare chiunque a preparare addobbi su addobbi senza stancarsi, non sarà come lavorare in fabbrica ma ho sempre odiato sminuire i lavori degli altri, se non è fisica, la stanchezza è mentale. Accendo la radio e fischietto una canzone mentre viaggio tranquillo verso la mia destinazione, picchietto le dita sul volante fermandomi ad un semaforo e mi fermo a guardare le prime gocce di pioggia poggiarsi sul parabrezza.

“Ci mancava solo la pioggia” borbotto. Spero solo non venga giù il diluvio all'improvviso o Harry non farà mai in tempo a rientrare tutte le piante da solo e finiranno per rovinarsi tutte.

Svolto a sinistra fino a ritrovarmi nella via segnata sul foglio, osservo i numeri civici e cerco di posteggiare il più vicino possibile all'abitazione per evitare di bagnarmi.

Tiro su il cappuccio del giaccone e recupero il mazzo di fiori dal sedile del passeggero prima di scendere. Mi guardo attorno e il quartiere sembra quasi deserto, ci sono delle piccole case di mattoni color ocra, sono tutte identiche, la stessa altezza, lo stesso giardino e la stessa recinzione attorno. Cambiano solo i colori dei fiori o qualche panno dimenticato steso ma cerco di non distrarmi troppo e mi avvicino al cancello, prima di suonare mi prendo qualche secondo per leggere il nome sull'etichetta bianca: Malik, Z.

“Un nome no eh?” borbotto a bassa voce prima di citofonare.

Rabbrividisco per una raffica di vento e mi copro il volto in attesa. Cerco di osservare le finestre alla ricerca di un movimento ma sembra non ci sia nessuno in casa. Suono altre due volte e sto quasi per andare via quando una voce strascicata mi risponde con un “Cosa cerchi?”

Sembra scontroso, forse spaventato e mi coglie del tutto impreparato, balbetto qualcosa prima di schiarirmi la voce e “Devo consegnare un mazzo di fiori” dico deciso. Lo sento sospirare e alzo lo sguardo verso la porta sperando di vederlo uscire fuori ma non deve essere la mia giornata fortunata perché “Mh... Li lasci lì” sussurra piano e “Si bagneranno tutti!” non posso non protestare ma mi rendo conto che non sono fatti miei e scuotendo la testa mi scuso. Poggio i fiori accanto al cancello cercando di metterli nel migliore dei modi e quando mi rialzo mi avvicino nuovamente al citofono. “Fatto, arrivederci allora” dico ma non ottengo nessuna risposta.

Scuoto la testa confuso, questo ragazzo è strambo! Entro in macchina e dando un'ultima occhiata alla casa riparto concentrandomi sulla strada di ritorno. Non posso negare di avere l'amaro in bocca, volevo vederlo in carne ed ossa ma scuoto la testa cercando di non pensarci.

Quando arrivo al negozio fuori non c'è più nulla e sorrido mentre vedo Harry porge gentile una pianta grassa ad un cliente.

“Buongiorno” dico gentile sorpassando il bancone senza aspettare una risposta per togliere la giacca bagnata e fermarmi qualche secondo. Prendo un respiro appoggiandomi sullo sgabello di legno e scuoto la testa, sento inspiegabilmente una sensazione di disagio nel petto, odio quando succede. E' come se qualcuno volesse prepararci ad un'eventualità e vista la mia tendenza ansiosa potrei cominciare a pensare al peggio da un momento all'altro.

“Ehi! Stai bene?” chiede il riccio osservandomi. Scuoto la testa, non sono in grado di mentirgli, non ad Harry “Ho una strana sensazione” rivelo.

Lo vedo avvicinarsi e poggiare un bacio delicato sulla mia fronte “Niente febbre” sussurra e “No, non è questo, non mi sento fiacco solo...strano?!” dico alzando gli occhi su di lui. Mi sorride incoraggiante “Beh ora sai che si prova ad essere me, no?”

Scoppio a ridere e lo trascino in un abbraccio, Harry sa di essere particolare, lo sa e non se ne cura perché è fatto così e ama il suo modo di essere. Questa è una delle qualità che più apprezzo in lui, mi fa tornare sui miei passi ricordandomi che anche se non mi piaccio alcune volte, sono io e non posso trasformarmi in qualcun altro.

“Com'è andata la consegna?” chiede staccandosi e io faccio una smorfia “Era un tipo strano anche lui” dico semplicemente per poi alzarmi e mettermi a lavoro per distrarmi e smettere di pensarci.

“Siamo una banda di strani!” sorride “Iniziamo dopo con le composizioni, tra dieci minuti arriva il camion di rifornimento” continua e io annuisco dandogli ascolto. Qualsiasi cosa purché io smetta di preoccuparmi per qualcuno che nemmeno conosco.

 

*

 

Il giorno successivo, Martedì, mi ritrovo a ripercorrere la strada che mi separa dal mio appartamento striminzito al negozio. Cammino lentamente questa volta, inconsciamente cerco di rimandare il momento della consegna. Sono stato tutta la notte sveglio ad osservare la foto di quel ragazzo, ovviamente per scrivere la frase da inserire nel mazzo, non per altro e sono quasi spaventato di dover tornare a casa sua. Oggi è una bella giornata soleggiata, anche se le temperature sono basse si può camminare senza cappuccio. Butto in un secchio il bicchiere di caffè che ho preso al bar sotto casa e continuo per la mia strada. Ho ancora quella sensazione strana di ieri e vedere le strade completamente deserte mi mette ancora di più a disagio, mi guardo attorno nervoso, non vedo nessuno ma questo non mi ferma dall'accelerare il passo.

Quando sento il familiare rumore dei campanelli sulla porta del negozio mi lascio andare in un sospiro rumoroso. Chiudo gli occhi appoggiando la schiena contro il vetro della porta e cerco di regolarizzare il battito del cuore.

“Liam? Ti senti bene?” La voce di Harry mi fa sobbalzare spaventato, fisso il mio amico negli occhi per qualche secondo restando immobile e in silenzio prima di scuotere la testa “Scusa, io... non so che mi prende” mi giustifico.

“Vuoi andare a casa a riposare?” mi chiede premuroso e sono quasi tentato di dirgli di si ma poi mi ricordo che mancano cinque giorni a San Valentino e che dobbiamo sistemare e preparare un sacco di cose.

“Non preoccuparti Haz, magari mi farà bene distrarmi” dico sincero.

“Mh, ok... vai a fare la consegna e se poi ti senti stanco puoi anche andare. Hai già scritto la frase?” mi chiede indicandomi i fiori sul bancone. Vorrei negare ma ho passato ore a pensare ad una frase cercando di distaccarmi il più possibile. Non sono riuscito nel mio intento, le parole le ho trovate ma non sono sicuro di non essermi fatto coinvolgere.

Annuisco in sua direzione e prendo un nuovo bigliettino bianco, gioco con la penna per qualche secondo prima di buttare giù i miei pensieri: “I come alive when I hear your voice.

 

Quando provo a suonare al citofono la situazione si ripresenta la stessa, la casa sembra deserta. Cerco di osservarmi attorno ancora una volta per notare lo scostamento di una tenda ma non ottengo assolutamente niente in cambio. Suono ancora una volta poi una terza subito dopo. Non mi fermo a domandarmi se potrebbe essere a dormire, non ci ho pensato e all'improvviso mi do dello stupido da solo per averlo disturbato. Sospiro e decido di poggiare i fiori nello stesso punto in cui li ho lasciati ieri, mi inginocchio sistemandoli al meglio e la mia attenzione viene catturata da un foglietto nascosto sotto una pietra. Alzo gli occhi guardandomi attorno prima di recuperarlo e leggerlo: “Smettila di portarmi i fiori.”

Chi è che non vorrebbe ricevere dei fiori? Metto in tasca il biglietto ma lascio comunque il mazzo a terra, io il mio lavoro l'ho svolto poi lui può farne quel che vuole. Mi rimetto in piedi e ancora una volta la sensazione di essere seguito da qualcuno mi invade, devo smetterla e forse ha ragione Harry, ho bisogno di una giornata di riposo.

Torno in macchina e ancora una volta butto uno sguardo verso la casa, questa volta la tenda del piano superiore è leggermente scostata. Mi sfugge un sorriso dal nulla prima di mettere in moto e andare via.

Dieci minuti dopo sono in negozio a buttarmi, letteralmente, sulla sedia dietro al bancone. Poggio la testa sul legno fresco e “Mi spieghi che succede?” chiede Harry poggiandosi accanto a me.

“Non lo so” dico rimanendo nella stessa posizione. Sono un po' indeciso ma alla fine tiro fuori dalla tasca il biglietto e lo porgo a lui “Ho trovato questo davanti casa del ragazzo della foto” dico girando il viso verso di lui.

“Sembra strano ma noi non possiamo farci poi molto, quell'uomo ha pagato e i fiori devono essere consegnati” dice dopo aver letto e io annuisco perché so che ha ragione “Ma perché non vuole questi fiori?” dico alzando un sopracciglio.

“Non lo so Lee ma non vedo cosa possiamo fare noi” dice alzando le spalle e io annuisco.

“Vuoi andare a casa?” chiede dolcemente e io scuoto la testa alzandomi “Rimango fino a pranzo, ok?” chiedo e lui mi sorride grato. Per le due ore successive sistemiamo cuori in feltro sugli scaffali e su ogni pianta presente, su ogni composizione o creazione nei vasi. Veniamo interrotti ogni tanto da qualche cliente e poi continuiamo canticchiando le canzoni che passano in radio improvvisandoci su un palco. Harry improvvisa un ballo accanto a me e io rido lasciandomi abbracciare qualche secondo, lasciandomi coccolare “Io ci sono sempre, lo sai?” chiede poggiando la testa sulla mia spalla e “Lo so e se sapessi qual è il mio problema ne parlerei con te, giuro! E' come se dovesse succedere qualcosa e non riesco a capire se sarà positiva o negativa” confesso.

“Staremo a vedere e l'affronteremo insieme” dice serio e io annuisco un po' più sereno.

Usciamo dal negozio all'una precisa, chiudiamo la porta dietro di noi e attraversiamo la strada verso la tavola calda. A volte ci capita di venire a mangiare qui, lo facciamo quando sentiamo il bisogno di stare insieme e di fare qualcosa di diverso. Ci sediamo a tavola con un sorriso ed il tempo sembra volare. L'amicizia con Harry è particolare, Harry lo è in realtà. E' un ragazzo pieno di vita, più permaloso di quello che dà a vedere ma un grande ascoltatore e un ottimo amico.

“Ah, quasi dimenticavo! E' passato Niall prima ci ha chiesto di andare a giocare con lui e i suoi amici dopo domani, gli ho detto che ci penseremo” dice mettendo poi in bocca una forchettata di insalata.

Alzo gli occhi al cielo e sospiro, Niall è amico di Harry fin da quando erano bambini e io l'ho conosciuto quasi in contemporanea del riccio, è un po' quello che ci mantiene vivi e allegri, sempre spensierato e attivo. Io non sono il tipo che rimane seduto per ore, mi piace avere le giornate piene ma Niall è decisamente ad un altro livello.

“Quando dobbiamo dirgli si o no?” chiedo continuando a mangiare.

“Domani in giornata altrimenti devono trovare qualcun altro” ribatte e non mi sembra poi così contento di andare.

“Non ci andremo vero?” chiedo ridacchiando.

“Lo sai che odio giocare a calcio!” ribatte e scoppiamo a ridere entrambi, povero Niall, ormai ha perso le speranze con noi due. Finiamo di mangiare chiacchierando del più e del meno e quando usciamo lo abbraccio ringraziandolo per la mezza giornata di riposo.

“Ci vediamo domani mattina, se hai bisogno chiama” mi saluta e io gli sorrido in risposta incamminandomi dalla parte opposta alla sua. Ripercorro la strada verso casa con le mani in tasca e mi sento leggermente più sollevato. Recupero la posta e salgo le scale verso il mio appartamentino. Non è poi così grande, un salottino con un angolo cottura, un bagno e una stanza da letto ma è mio, ogni centimetro mi ricorda chi sono e cosa sono diventato, è frutto dei miei sacrifici ed è casa.

Mi butto sul divano recuperando il computer e una bottiglia di acqua fresca che poggio sul piccolo tavolino pronto a passare il pomeriggio e forse anche la sera, immerso in qualche serie televisiva.

Lascio che il sito carichi una puntata e mi giro a guardare la finestra chiusa, il cielo si sta pian piano riannuvolando, chissà che fine hanno fatto quei fiori.

 

*

 

“Non ho scritto la frase, non posso andarci” protesto ignorando lo sguardo di Harry.

“La scriverai strada facendo allora, è passato mezzogiorno e stai trovando solo scuse per non andare!” dice poggiandomi sul petto una penna e un biglietto. Sospiro spostando lo sguardo sul mazzo di ranuncoli gialli e scuoto la testa. Ho cercato di rimandare la consegna ma so che devo andare così sconfitto prendo la giacca e ci infilo dentro il foglio e la penna.

Esco dal negozio stringendo i fiori in una mano senza salutare e posso distintamente vedere Harry scuotere la testa dal vetro. Sbatto la portiera dell'auto e colpisco più volte il poggiatesta con il capo sospirando “Liam, sei grande e vaccinato, che ti prende?” dico cercando di incoraggiarmi e scuoto la testa quando mi rendo conto che sembro pazzo visto dall'esterno. Metto in moto e ripercorro la solita strada. Provo a pensare alla frase da scrivere ma il mio cervello si rifiuta di collaborare. Posso anche non scrivere niente, mi limiterò a lasciare il mazzo di fiori senza nemmeno suonare.

Si, farò così. Parcheggio l'auto qualche metro prima visto che il solito parcheggio sembra essere occupato, prendo i fiori e cammino verso l'abitazione. Sono pronto a sistemare i fiori a terra quando incrocio due occhi ambrati. Il ragazzo della foto è in piedi in giardino e mi guarda con gli occhi spalancati e spaventati, ha una maglia che mi sembra troppo fredda per questo periodo dell'anno, sembra fragile ma è di una bellezza fuori dal normale. Sto per parlare quando una furia castana esce di casa, due occhi azzurri presuntuosi e arrabbiati “Senti non so chi tu sia ma faresti meglio a lasciare il mio amico in pace” è quello che urla avanzando verso di me. Faccio qualche passo indietro spaventato e confuso. Nei suoi occhi vedo quasi odio mentre passa un braccio attorno alle spalle del ragazzo e lo trascina all'interno. Riesco a guardare i suoi occhi ancora una volta prima che la porta venga chiusa con un rumore assordante.

“Sto solo facendo il mio lavoro” sussurro. Osservo i fiori tra le mie mani per poi rialzare il viso verso la piccola casa, il ranuncolo viene associato ad un fascino misterioso e malinconico. Harry mi ha detto che alla luce del sole questi fiori riescono ad ammaliare chiunque e mi sento un po' così in questo momento, ammaliato e scosso.

Mi inginocchio poggiando i fiori a terra e tiro fuori il biglietto dalla mia tasca scrivendo di getto una semplice frase: “But you've got stars in your eyes.

Torno in auto turbato per quanto successo, la scena rivive nella mia mente più e più volte e mi ritrovo curioso di conoscere la storia di quei due ragazzi. Perché sembravano spaventati? Anche il ragazzo che mi ha urlato contro sembrava allarmato. Torno in negozio bianco in volto e racconto per filo e per segno quello che è successo ad Harry. Vedo il suo volto confuso e immagino di avere più o meno la sua stessa espressione. Di comune accordo decidiamo di non consegnare i fiori domani.

 

*

 

Di scelte sbagliate in questi ventisei anni di vita ne ho fatte abbastanza, come quando ho deciso di spiare i miei compagni di scuola negli spogliatoi pur non partecipando alle attività sportive per testare veramente il mio orientamento sessuale, facendomi beccare e umiliare davanti a tutti o come quando ho tenuto nascosto ai miei genitori di aver rotto l'auto del nostro vicino di casa pentendomene settimane dopo e beccandomi una punizione con i fiocchi! Ma pensandoci bene nessuna di queste decisioni al momento mi sembra sbagliata tanto quanto quella che ho preso con Harry.

Sento il viso premere contro il legno freddo del bancone, le mani grandi di un uomo mi tengono fermo e non mi permettono di vedere. Provo a liberarmi ma è molto più forte di me, prego solo che Harry non si muova dal bagno o che faccia qualcosa di veramente eroico.

“Mi sembra di aver pagato per un servizio, i fiori non sono stati consegnati oggi” sento dire dall'uomo e sgrano gli occhi respirando a fatica, in un modo o nell'altro il ragazzo della foto c'entra sempre qualcosa.

“Non erano graditi” dico sfidandolo. Provo a voltarmi ma sento qualcosa spingere sul mio fianco “Non ti conviene fare lo spiritoso, fai il tuo lavoro e non immischiarti” mi minaccia facendomi sbattere la testa sul legno ancora una volta così da farmi stordire per qualche secondo e avere il tempo di fuggire via. Sento gli occhi inumidirsi poi “Liam, Liam!” le braccia di Harry mi circondano immediatamente e scivoliamo lungo il bancone in un abbraccio e una morsa disperata.

“Ho qualcosa che non va vero? Sono una calamita per le catastrofi” dico lasciando che la parte di me che odio di più venga fuori. Non ho mai amato piangermi addosso e dare agli altri il potere di farmi stare male ma alcune volte ho bisogno di sentirmi debole per rialzarmi dopo più forte e convinto di me. E' uno strano modo di pensare ma la mente umana ha una funzione tutta sua quasi del tutto sconosciuta e non sta a me capirla.

“Non hai niente che non va, ho fatto una foto a questo pazzo, scusa se non sono uscito ma con la mia goffaggine sarei finito infilzato sul coltello puntato contro di te” dice serio e io alzo lo sguardo verso di lui scoppiando a ridere “Tu non sei normale, lo sai?” dico.

“Me l'hanno detto qualche volta” ridacchia per poi stringermi tra le braccia grandi.

“Che poi, quale criminale va in giro con un coltello al giorno d'oggi?” dice cercando di sdrammatizzare e io alzo gli occhi al cielo scoppiando a ridere.

“Andiamo insieme a consegnare questi fiori e vediamo di capirci qualcosa, mh?” continua alzandosi in piedi e porgendomi una mano che afferro prontamente. Sospiro guardando verso la porta del negozio “Hai fatto una foto quindi?” chiedo seguendolo sul retro.

“Tieni” dice lanciandomi il cellulare mentre unisce qualche fiore velocemente per creare un piccolo mazzo di fiori. Sono fresie bianche e mi viene quasi da ridere perché nel linguaggio dei fiori indicano il mistero e il fascino per le cose non possono essere conosciute. Scuoto la testa e mi concentro sul telefono, apro la galleria delle foto e clicco sull'ultima scattata. Sento lo stomaco chiudersi, la foto è un po' scura ma il volto dell'uomo si distingue abbastanza bene, ha gli occhiali, i capelli corti e il viso ossuto e magro, rabbrividisco e chiudo gli occhi bloccando lo schermo.

“Dobbiamo andare per forza?” chiedo cercando di fargli anche un po' pena ma Harry alza lo sguardo e annuisce “Si, se qualcuno entra nel mio negozio minacciando me o un mio dipendente non può passarla liscia, andiamo a portare questo mazzo di fiori e poi andiamo dalla polizia” afferma sicuro.

“E se andiamo prima dalla polizia?” dico avvicinandomi a lui.

“Pensi che si sia allontanato da qui? Facciamo credere a questo pazzo di averti fatto paura, consegniamo i fiori e cerchiamo di avere qualche altra informazione poi andremo a denunciarlo” dice e io annuisco perché il suo discorso non fa una piega.

“Mi sembra giusto” dico annuendo.

“I telefilm di spionaggio e i film di azione insegnano qualcosa!” ridacchia stringendo il nastro per chiudere il mazzo. E se quell'uomo dovesse seguirci fino a casa di quel ragazzo? Anche se non mi ha fatto propriamente una buona impressione e vorrei tirargli un pugno in faccia spero che lì ci sarà anche l'altro ragazzo con gli occhi azzurri. Infilo la giacca seguendo Harry fuori dal negozio, ci guardiamo attorno chiudendo la saracinesca e assicurandoci di riuscire ad arrivare all'auto sani e salvi. Un po' mi viene da ridere per la situazione e non so se è l'ansia che parla o l'adrenalina.

“Prendiamo la mia macchina non quella delle consegne” sussurra Harry e “Perché parli così a bassa voce?” chiedo.

“Non è eccitante questa situazione?” sorride aprendo l'auto e ridendo infilandosi all'interno dal lato dell'autista. Ecco un altro lato del carattere di Harry che viene fuori, ha così tante sfumature che non lo capirò mai del tutto!

“Devi girare alla prima traversa” dico mentre ci avviciniamo in prossimità dell'incrocio. Lui annuisce e fa come ho detto e intanto io colgo l'occasione per osservare le altre auto che ci stanno seguendo. Cerco di ricordarmi se nei giorni passati ho visto una di queste auto ma non riesco a ricordare nessun particolare importante, ero troppo impegnato a pensare alla frase da scrivere sul biglietto o al mio sentirmi inadeguato. Forse sono anche un po' sensitivo, devo imparare ad ascoltare me stesso un po' di più.

Ci avviciniamo alla casa e indico ad Harry dove fermarsi. Dall'esterno sembra tutto come sempre, non c'è nessuno nel giardino e le tende sono tutte chiuse perfettamente. Scendiamo avvicinandoci con cautela “Non siamo in un film Haz, smettila!” dico spingendolo verso il cancello e suonando il citofono immediatamente. E' meglio giocare d'istinto altrimenti ci lasciamo coinvolgere dalle emozioni e finiamo per rinunciare per paura.

“Non c'è nessuno” sussurra Harry guardandosi attorno.

“Anche gli altri giorni al primo squillo non ha risposto nessuno” dico riprovando ancora una volta. Il cuore batte forte in petto rischiando quasi di scoppiare, la paura e la voglia di vedere la porta aprirsi si sovrappongono l'una all'altra rischiando di farmi impazzire. Sto quasi per dire ad Harry di andare via quando sentiamo la porta aprirsi. E' lo stesso ragazzo dagli occhi azzurri ad uscire infuriato “Cos'hai che non va? Ti ho detto di non portare più i fiori e di lasciare in pace il mio amico!”

“Senti non so chi tu sia ma abbassa i toni” ribatte immediatamente Harry prendendo le mie difese. Il ragazzo lo guarda incuriosito avvicinandosi al cancello e io approfitto della sua distrazione per sbirciare alle sue spalle. La porta è socchiusa ma posso comunque notare la sua presenza, sorrido d'istinto ma qualche secondo dopo lo vedo ritirarsi. Faccio una smorfia spostando lo sguardo sul suo amico per riportare l'attenzione su quello che stanno dicendo.

“E' meglio entrare in casa” sento dire e li guardo confuso, come è passato dal volerci uccidere al farci entrare? Harry mi sorride e lo seguo attento richiudendomi il cancello alle spalle. Prima di chiudere anche la porta mi guardo indietro e so che qualcuno ci sta osservando.

“C'è qualcuno” sussurro ad Harry spaventato e lui mi stringe una mano sulla spalla mentre mi fa passare avanti nel piccolo corridoio. La casa è più scura di quello che pensavo, è piccola ma accogliente. Ci sono tanti quadri alle pareti, alcuni astratti ma particolari.

“Da questa parte” ci fa strada occhi azzurri.

E' quando giro l'angolo ed entro nel salotto che sento di nuovo quella sensazione di scombussolamento nel petto. Alzo lo sguardo cercandolo nella stanza ed eccolo lì, rannicchiato su un divano davanti ad un piccolo camino acceso. E' spaventato, sembra quasi voglia sparire o fuggire come una gazzella dal suo predatore.

“Zay, tranquillo!” lo rassicura l'altro ragazzo e quello che io riesco a ripetermi in testa è solo: Zay.

“Quindi? Cosa vuoi dirmi?” continua poi rivolto ad Harry.

Il mio amico si gira a guardarmi facendomi cenno di parlare, ho la gola secca e lo sguardo puntato verso il ragazzo dai capelli color del grano sulle punte così mi schiarisco la gola “Io sono Liam e lui è Harry” inizio “Lavoriamo in un negozio di fiori e ci è stato commissionato di portare dei fiori a questo indirizzo da lunedì al giorno di San Valentino, non volevo creare disagi o quant'altro. So che mi avete detto di non volere i fiori e oggi avevamo ben pensato di non venire. Poi è successo qualcosa di insolito...” continuo trattenendo il fiato al ricordo.

“Quello che Liam vuole dire è che un uomo l'ha minacciato oggi di dover portare i fiori. Ve la siete presi con le persone sbagliate, noi abbiamo fatto le composizioni, Liam si è anche impegnato a scrivere quelle frasi e io non ho intenzione di mettere in pericolo la sua vita quindi vorrei veramente conoscere tutto prima di andare dalla polizia” interviene parlandomi addosso. Di solito Harry parla con molta calma, cerca di spiegarsi lentamente ed è anche un po' soporifero ma quando ha qualcosa che lo fa agitare sputa tutto fuori senza frenarsi.

Osservo la reazione degli altri due ragazzi presenti in stanza e sono più o meno le stesse della prima volta in cui li ho visti, lo spavento e la preoccupazione sui loro volti, l'agitazione nei loro movimenti. Si guardano per qualche secondo “Che intendi per minacciato?” chiede... “I vostri nomi possiamo saperli?” chiedo prima di rispondergli.

“Louis” ribatte “Lui è Zayn” continua indicando il ragazzo sul divano. Sposto lo sguardo su di lui e gli regalo un altro sorriso dolce mentre Harry spiega quanto successo nel dettaglio, raccontando anche della foto fatta.

“Non puoi usarla” risponde Louis immediatamente.

“Come non posso usarla?” ribatte Harry confuso.

“No, voi non sapete niente e non potete arrivare qui a stravolgere tutto” continua agitato. Zayn sembra non voler rispondere. Lo osservo poggiare le mani sulle orecchie e chiudere gli occhi, sembra esausto e sfinito.

“Dovresti darmi una spiegazione seria, io non ti conosco e ho intenzione di denunciare chi entra nel mio negozio con un coltello puntato verso Liam!” dice Harry senza agitarsi molto, mantenendo una facciata di pieno controllo.

“Appunto non vi conosco e non posso raccontarvi la nostra vita!”

E' un botta e risposta tra i due e io scuoto la testa perché Zayn sembra stare male “Volete stare un po' zitti?” butto fuori guadagnandomi uno sguardo confuso da entrambi.

Louis sta per dire qualcosa ma poi sembra notare il disagio del suo amico e rimane in silenzio, si guardano e sembrano parlarsi con lo sguardo perché qualche secondo dopo “Vieni con me” dice rivolto ad Harry. Non aspetta una sua risposta e cammina verso quella che sembra essere la cucina. Li seguo con lo sguardo e li sento parlare, vorrei sentire anche io ma vengo distratto.

“Le hai scritte tu quindi?” La voce dolce e peccaminosa allo stesso tempo, mi giro a guardare Zayn e annuisco incapace di parlare.

“Non c'è nessun biglietto nel mazzo di oggi” dice cauto spostando lo sguardo sui fiori poggiati da Harry sul mobile del salotto. Sposto lo sguardo anche io verso i fiori e “No, mi mancava l'ispirazione” dico sincero e lui annuisce piano.

“Cosa ti ha fatto scrivere le altre?” chiede curioso. Harry e Louis stanno ancora parlando ma sono passati in secondo piano, sposto lo sguardo a terra prima di sorridere e “Tu?” dire.

“Io? Ma non ci siamo mai conosciuti” ribatte curioso. Ha la voce ancora insicura ma le gambe sembrano più rilassate.

“Ehm, quell'uomo ci ha lasciato una tua foto” ammetto e subito noto il suo ritirare le gambe indietro e chiudersi nuovamente in se stesso “Una foto?” chiede. Annuisco recuperandola dalla tasca della giacca, la apro osservandola ancora una volta per poi passarla a lui.

La afferra un po' spaventato e la studia attento, scuote la testa incredulo e non posso non cogliere l'occasione per chiedergli chi è quell'uomo. Ho l'impressione che non mi abbia sentito ma dopo un minuto di esitazione e silenzio batte una mano sul divano “Te lo dirò ma prima mi scrivi la frase di oggi?” chiede inclinando la testa di lato, accenna un sorriso e se è possibile sembra ancora più bello. La pelle olivastra, gli occhi luminosi, voglio vederlo sorridere dal vivo per davvero.

“Io dipingo, quando mi manca l'ispirazione guardare la tela mi aiuta sai? Invece di guardare la foto puoi guardare me se vuoi” dice piano, quasi ingenuamente e non so se si rende conto di quello che mi sta chiedendo e di quanto il mio cuore stia battendo forte. Non ho mai creduto all'amore a prima vista, perché l'amore è ben più complesso... spesso nemmeno dopo tantissimi anni si può parlare di amore ma penso che in qualche modo scegliamo la persona che vogliamo imparare ad amare già dal primo istante, scegliamo quale suono di voce vogliamo sentire più e più volte. E mentre mi siedo davanti a lui dopo essermi tolto la giacca e essermi sistemato, mi rendo conto che se adesso mi chiedessero quali occhi vorrei vedere per il resto della mia vita, risponderei i suoi.

Sostiene il mio sguardo curioso mentre il mio spazia lungo il suo viso, sulle sue labbra rosse, la sua barba un po' incolta, il naso dritto e il taglio degli occhi orientale. Penso a quali parole potrei usare per descrivere quello che sento adesso ma scuoto la testa “Non ci riesco” ammetto.

Mi sento quasi sconfitto, vorrei fare bella figura con lui per un motivo a me sconosciuto eppure mi sento solo stupido e rimango in silenzio. Sospiriamo entrambi poi è lui a parlare.

“Cinque anni fa quell'uomo mi ha avvicinato durante una mostra” dice catturando la mia attenzione “Mi ha chiesto di voler vedere le mie opere e io a vent'anni aspettavo solo qualcuno che potesse aiutarmi ad avere successo...” sospira scuotendo la testa e spostando lo sguardo altrove.

“Non sei tenuto a dirmi nulla se non te la senti, il tuo amico ha ragione, non ci conosciamo e...” provo a dire ma lui sorride “Ci conosciamo ora e sono la tua ispirazione per le frasi” dice sorridendo. Sembra felice di punzecchiarmi su questo punto e io lo lascio fare senza problemi.

“Dicevo...” continua “Pensavo di aver trovato la svolta per la mia vita e invece da quel giorno è andata sempre peggio. All'inizio era interessato a me dal punto di vista fisico ma a me non piaceva e l'ho sempre rifiutato con garbo, non mi dava fastidio ricevere attenzioni, è normale, fino a quando era tutto fatto con rispetto ho continuato a lavorare in galleria con lui. L'anno dopo ho iniziato a frequentare un ragazzo e ha cominciato ad ingelosirsi sempre di più fino a diventare ossessionato dalla mia presenza, dal volermi...” dice senza guardarmi negli occhi, sembra vergognarsi così per istinto allungo una gamba fino a sfiorare una delle sue, per fargli sentire di essere lì.

“Non ti sto a raccontare i particolari perché non mi va di farlo ma è diventato un peso insopportabile, quando ha iniziato a seguirmi ovunque ho provato a farlo ragionare ma non ho ottenuto altro che chiamate ad ogni ora e orchidee, erano il mio fiore preferito ora non posso guardarle. Mi sono trasferito qui pensando che cambiare città mi avrebbe aiutato e così è stato per due anni, Louis è venuto qui con me e abbiamo ricominciato una vita lontano da Doncaster. Sembrava andare tutto bene fino a qualche mese fa, poi ho cominciato a sentirmi osservato e la paura è tornata, vederti arrivare con quei fiori è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quella foto che ti ha dato risale all'anno scorso, sapere che mi ha spiato anche qui, che mi ha seguito mi sta facendo impazzire. Ti chiedo scusa per quello che ho detto a te ma pensavo fossi un suo amico” dice mordendosi il labbro inferiore e io lo guardo a bocca aperta. Penso a tutto quello che ha dovuto passare e che sta passando “Perché non l'hai denunciato?” chiedo allora.

“Come ti ho detto pensavo che venire qui avrebbe aiutato me e anche lui, invece siamo allo stesso punto e non ho nemmeno prove che lo incastrano, ho bruciato tutto quello che mi ha mandato negli anni” afferma per poi “anche i fiori” aggiunge.

Lo guardo facendo una smorfia ma in fondo posso capire perché l'ha fatto, mi chiedo se sono andate perse anche le mie frasi, dovevo scriverle da qualche parte prima di lasciarle a lui.

“Tranne i biglietti, sapevo che non poteva essere stato lui” dice rispondendo inconsapevolmente alla mia domanda. Gli sorrido a pieno volto e lui me ne regala uno a sua volta. Ci guardiamo in silenzio, le gambe di due sconosciuti intrecciate, non lo conoscevo fino a qualche giorno fa eppure ho come l'impressione che lui sia l'unica cosa che stavo aspettando al mondo.

“Continui a fare mostre?” chiedo sentendo il bisogno di voler vedere tutti i suoi quadri per imparare a conoscerlo meglio. Scuote la testa sospirando “No, dopo l'ultima volta dipingo solo per me stesso” dice sconfitto e io inarco un sopracciglio “Trovare un imprevisto lungo il cammino non significa non poter arrivare a destinazione” dico sincero e lui mi guarda sorpreso dalle mie parole. Nei suoi occhi vedo una scintilla di speranza che prima non c'era, forse è solo un uomo che ha bisogno di essere amato. Non risponde, continua a guardarmi e quando Louis ed Harry tornano in stanza capisco dalle loro espressioni che hanno ascoltato la nostra conversazione.

Louis mi guarda attento e rimango a fronteggiare il suo sguardo fino a quando non mi sorride “Mi piaci Liam Payne” afferma.

“Come conosci il mio cognome?” chiedo per poi spostare lo sguardo su Harry.

“Non prendertela con lui, se qualcuno mette gli occhi sul mio migliore amico io devo sapere tutto di lui” dice sorridendo e io arrossisco spostando poi lo sguardo verso Zayn per qualche secondo “Io non ho messo gli occhi... ah, possiamo fare i seri? Cosa avete deciso? Io andrei a denunciare per aggressione questo stronzo!” ribatto sviando il discorso. La gamba di Zayn si spinge contro la mia e quando alzo gli occhi sta sorridendo.

“Quell'uomo mi fa paura, già vi ha minacciati una volta e sono sicuro che non si farà problemi a farlo ancora se non peggio” dice Louis e io annuisco perché ha ragione, non bisogna sottovalutare questo problema, alcune persone sono talmente ossessionate da un qualcosa da non rendersi conto di annullarsi completamente dietro una convinzione, giusta o sbagliata che sia.

“Ma noi abbiamo un asso nella manica, sa che noi siamo qui ma non conosce Niall” dice Harry sorridendo.

“Niall?” chiede Zayn confuso guardandomi.

“Sono felice di sentire la tua voce ma io sono da questa parte” dice Harry richiamando la sua attenzione facendo ridacchiare Louis e arrossire Zayn.

“Niall è un nostro amico” continua poi facendogli l'occhiolino e io scuoto la testa prima di riportare l'attenzione alle sue parole “Posso mandargli la foto e farlo andare dalla polizia, spiegargli la situazione e dirgli che siamo bloccati qui, io sinceramente dopo quello che hai detto un po' di paura ce l'ho” dice e io non posso che essere d'accordo con lui, solo un paio di ore fa mi stava puntando un coltello contro, non vorrei proprio sfidare la sorte.

“Sembra troppo semplice ma va bene” dice Louis dopo aver ricevuto un cenno da Zayn.

“Bene” sospira Harry armeggiando poi con il suo cellulare. Invia la foto davanti a noi e con una nota vocale cerca di spiegare al meglio tutto a Niall, Louis interviene ogni tanto e “Potresti far sentire questo audio anche alla polizia” propongo.

“Contiamo su di te Nì” finisce Harry e per qualche secondo rimaniamo tutti in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri. Penso all'assurdità di questa situazione, a come senza volerlo ci ritroviamo in situazioni scomode ma ho imparato che è inutile pianificare ogni singola cosa, la vita si diverte a stravolgerli tutti questi piani e nonostante tutto le cose inaspettate tirano fuori i sorrisi sinceri e la gioia che solo i bambini con la loro innocenza possiedono.

“Forza Niall, visualizza questo messaggio” borbotta Harry. Louis sta per rispondere quando un boato ci fa spaventare. Il rumore di un vetro che va in frantumi, i mille cristalli per la stanza e il cuore in petto. Mi abbasso spontaneamente sul corpo di Zayn, cercando di tenere al sicuro la sua fragilità, la sua bellezza. Incontro i suoi occhi per qualche secondo poi lo trascino giù dal divano per nasconderci.

“Esci da lì!” sentiamo urlare. Ci guardiamo tutti e quattro increduli mentre “E' lui” dice Zayn.

“Questo è un pazzo sul serio” borbotta Harry guardandomi.

“Ho detto di uscire! Non far finta di non sentirmi” sentiamo ancora.

“Con chi ce l'ha?” chiedo “Con te?” continuo rivolto verso Zayn.

“Non lo so ma spostiamoci da qui” dice quando un'altra pietra viene lanciata all'interno dell'abitazione. Ci spostiamo verso la cucina in modo da non poter essere colpiti e “Ha visto il messaggio!” urla Harry controllando la conversazione con Niall.

“Dai Nì, muoviti questo è un pazzo!” registra un'altra nota e la invia mentre sentiamo ancora sbraitare quell'uomo fuori.

“Sto parlando con te fioraio!” urla qualche secondo dopo e io ed Harry ci guardiamo spaventati.

“Non farti ammaliare da quegli occhi, ti illuderà ma non si concederà... non può essere tuo!” continua e io spalanco gli occhi scioccato. Zayn scuote la testa, sta tremando leggermente e mi rendo conto di quanto fragili siamo davanti a queste cose.

“Zayn?” lo richiamo “Sono sicuro che sai essere più forte di lui e di tutto questo” dico sincero.

“Mi dispiace avervi messo in questo casino” dice tremando.

“Non piangerti addosso, non è colpa tua, alzati e fagli vedere che non hai paura” lo sprono “Non permettergli di ostacolare la tua vita, vuoi nasconderti dentro casa per il resto dei tuoi giorni?” continuo guardandolo dritto negli occhi. Louis è teso verso di me ma Harry lo blocca gentilmente con una mano. Zayn invece mi guarda con gli occhi velati di rabbia “Non mi piango addosso” dice sicuro mettendosi in piedi “Non mi conosci nemmeno” continua.

Mi alzo per fronteggiarlo “Cosa ci fai qui allora? Cosa ci facevi sul divano?” continuo e spero solo che tutto questo funzioni, non voglio attaccarlo ma il problema di situazioni come queste è proprio quello di dover ridare fiducia a chi subisce.

“Ma chi ti credi di essere?” dice spingendomi indietro. Lo lascio fare, lascio che si arrabbi, lascio che la sua parte da uomo venga fuori “Sai perché continua a seguirti? Perché ti vede debole, affrontalo Zayn, non fare la femminuccia” continuo provocandolo.

“Non sono debole” protesta spingendomi ancora e questa volta gli blocco i polsi portandomelo vicino “Ho detto che lui ti vede debole non che lo sei” sussurro.

“A che gioco stai giocando?” chiede rilassando poi le spalle e togliendosi da una posizione di attacco dopo aver capito che il mio era solo un modo per farlo reagire. Mi guarda con gli occhi sorpresi e sereni adesso per poi respirare profondamente quando sentiamo dei vicini affacciarsi e urlare contro quell'uomo. Harry e Louis si affacciano allo spioncino della porta vedendolo litigare con un uomo che minaccia di chiamare la polizia.

“Dai che lo incastriamo questo idiota” sorride Louis. Harry gli sorride complice e io spero solo che tutto questo finisca il prima possibile. Dove sei Niall?

“Se lui continua a minacciarlo andrà via!” dice Zayn e non ha torto. Se si spaventa potrebbe andare tutto a monte, guardo il ragazzo al mio fianco per poi sospirare e avviarmi verso la porta.

“Dove vai?” chiede Harry “Sei impazzito?”

“Ha chiesto di me no? Non mi sembra abbia un'arma da qui, devo distrarlo per farlo restare” dico e sanno anche loro che ho ragione così dopo aver preso un bel respiro apro la porta ed esco in giardino. Cerco di rimanere vicino alla porta in modo da poter rientrare immediatamente in caso di bisogno.

“Ehi!” lo richiamo. Lo vedo girarsi verso l'ingresso con un sorriso sadico in volto “Hai fatto bene a darmi ascolto, quel ragazzo sarà la tua rovina” dice cattivo. Studio il suo volto, mi fa pena, una vita buttata a cercare di distruggere l'esistenza di un'altra persona. Non so cosa dire, cosa inventarmi in realtà, le mie doti da oratore sembrano essere svanite nel nulla in questo momento. Non si cura più di quell'uomo, guarda me “Ti ha già scartato? Non gli piaci?” dice.
Non conosco Zayn ma sentirlo dire queste cose con disprezzo mi urta, vorrei spaccargli letteralmente la faccia ma so che passerei dalla parte del torto. Temporeggio rimanendo in silenzio, sembra innervosirsi del mio comportamento e questo basta per farlo distrarre. Per fortuna non passa molto tempo e due uomini della polizia arrivano da un vicolo cogliendolo di sorpresa senza dargli l'occasione di scappare via, vedo Niall spuntare poco dopo. Sospiro grato al biondo e so già di dovergli cento partite di calcio ma non me ne frega niente.

Gli agenti lo ammanettano e sento la presenza degli altri ragazzi accanto a me, cammino verso il cancello come se fosse di mia proprietà questa casa e apro a Niall. Mi lascio stringere dalle sue mani, ricambiando l'abbraccio “Payno mi hai fatto morire di infarto, mi devi cento partite di calcio” borbotta e io sorrido perché è sempre Niall in fondo.

Rispondiamo ad alcune domande da parte della polizia per poi metterci in macchina, per la prima volta tutti e cinque insieme e dirigerci verso la stazione di polizia per presentare la denuncia di aggressione e stalking. Sembriamo amici da una vita e Niall parla con Louis e Zayn tranquillamente, trattandoli come fratelli “Beh, io l'ho sempre detto, l'unione fa la forza no?” dice sorridendo e io non posso far altro che annuire, girandomi poi verso Zayn che sta sorridendo. Bisogna ricordarsi che parlare con qualcuno può salvarci la vita. Nessun problema è facile da affrontare ma non siamo soli a combattere una guerra. Oddio! Sbatto le palpebre più volte prima di sorridere e “Avete un foglio?” chiedo all'improvviso.

Mi guardano in modo strano poi Harry, alla guida, indica a Louis un blocchetto al lato della portiera e “C'è anche una penna” dice e io li afferro quando me li passano dietro. Prendo una pagina pulita e strappo il foglio, scrivo velocemente sei parole per poi piegarlo e passarlo a Zayn sorridendo.

Mi guarda confuso afferrando il pezzo di carta, guardo la sua espressione cambiare mentre lo apre e legge. Sul suo viso si apre un sorriso sincero, si volta verso di me e spinge la lingua tra i denti ed eccolo lì quel sorriso che volevo vedere. E' ancora più bello di quello racchiuso in foto a dar ragione alle mie parole:“Your beauty could start a war.”

 

*

 

Un anno dopo, 13 Febbraio.

 

Non ho mai pensato a San Valentino come la festa dei fidanzati ma ho sempre pensato a questa festa facendo attenzione al suo significato, la festa degli innamorati e questo non significa per forza essere in coppia. Si può amare anche non avendo un compagno e tante persone che hanno un compagno non amano realmente. Ho capito che questo sentimento è complesso come poche cose nella vita, che spesso confondiamo l'amicizia e l'amore mietendo così vittime dietro di noi. In questo anno ho capito che si ama con ogni parte del corpo e della mente, che l'amore è un percorso, una strada da intraprendere. In questo anno ho camminato insieme ad un'altra persona, imparando a conoscerla piano piano, scoprendone i difetti e i pregi. Solo un anno fa per me Zayn non esisteva, poi ho trovato in lui un amico prima, qualcuno da amare dopo. Sono stato al suo fianco fino ad oggi scoprendo la sua paura di amare e la sua vitalità ma arriva un momento in cui capisci che un'amicizia non ti basta più, hai un bisogno impellente che nasce da dentro e ti scuote, avverti la necessità di sentire l'altra persona completamente tua.

Cammino verso il negozio dopo una consegna serale, sembra tutto uguale fino a quando il cellulare vibra nella tasca dei jeans: “Conosciuto qualcuno di interessante durante la consegna?”

Leggo il messaggio di Zayn sorridendo e mi guardo attorno, Bradford è sempre la stessa ma io non sono più lo stesso ragazzo dell'anno scorso da quando è arrivato lui nella mia vita. Spingo la porta del negozio ed Harry mi sorride dal bancone “Ciao Haz” dico scompigliando i suoi capelli.

“Deduco che questo sorriso sia per qualcosa che riguarda Zayn” ridacchia e io faccio una smorfia.

“Quando ti deciderai a dirgli che ti sei innamorato di lui?” mi chiede scuotendo la testa.

“Tu e Louis dovreste smetterla di farvi i fatti nostri e per la cronaca, so che sei sotto il bancone idiota!” borbotto affacciandomi e trovando Louis accucciato a terra con un sorriso dispettoso.

“Mamma come siamo acidi, lo dico sempre a Zayn, dovreste farvi una bella...”

“Blah, blah, blah... non vi sento!” lo interrompo.

Scuotono entrambi la testa e io recupero una piccola pianta d'edera dal retro “Io vado” dico e sento le loro voci accompagnarmi fino a fuori “L'edera è per lui?” e “Perché cosa significa?”

Scelgo di ignorarli e mi avvio verso la mia nuova auto, mi siedo e prima di partire digito velocemente un messaggio: “No, le consegne sono sempre noiose! Comunque devo farne ancora una per stasera”

Invio e sistemo il cellulare in tasca guidando quasi automaticamente lungo questa strada che è diventata ormai familiare. Risalgo costeggiando tutte le villette fino a fermarmi al civico numero ventinove, recupero la pianta, cammino verso il cancello e mi perdo ad osservare il giardino colorato di fiori prima di suonare il citofono.

Dopo il primo squillo una voce allegra risponde “Chi è?”

“Buonasera signor...” faccio finta di leggere il nome sul campanello “...Malik? Ho una consegna floreale per lei” continuo.

Lo sento ridere al citofono per poi sentire lo scatto della serratura del cancello. Lo spingo entrando mentre lui esce dal portone e il mio cuore batte forte come la prima che ho incontrato i suoi occhi un anno fa.

“Una consegna per me?” dice fingendosi sorpreso.

“Beh sa, è San Valentino” dico cercando di catturare le sue reazioni. Mi guarda attento ma i suoi occhi sorridono “Mh, non è domani San Valentino?” chiede giocoso.

Faccio finta di pensarci su “Magari chi le manda i fiori cerca solo una scusa per poterla portare a cena fuori domani” dico con tono serio facendo qualche passo avanti.

Sorride per poi tenere la porta aperta e “Le dispiace poggiare il vaso dentro casa? Sa, ho lavorato tutta la giornata e sono un po' stanco” continua e io ammiccando lo sorpasso sentendo poco dopo il portone chiudersi.

Cammino verso il salotto dove da sei mesi campeggia un pianoforte a coda e poggiò proprio lì il vaso per poi voltandomi ad incrociare il suo sguardo. Lo guardo avvicinarsi e recuperare il biglietto, mi dà le spalle e io mi avvicino poggiando il mento sulla sua spalla per leggere insieme a lui: “I’ll be your light, You’ll never feel like you’re alone, I’ll make this feel like home.”

Lo sento trattenere il fiato e spingersi contro il mio corpo “Perché l'edera?” sussurra e io non aspettavo altro che questa domanda. Lascio un bacio sulla sua guancia dolcemente e “Perché si attacca ai muri in maniere indissolubile come hai fatto tu con me e io con te” dico “Ne ho presa una piccola, una che deve crescere e subire le intemperie e le potature ma anche l'acqua fresca e le giornate di sole perché voglio essere quell'edera con te Zayn, perché mi sono innamorato di te e non mi basta abbracciarti come amico, voglio baciarti e stringerti la mano quando andiamo a comprare un fumetto nuovo. Voglio potermi addormentare con te con la consapevolezza di poter baciare quelle meravigliose clavicole che hai, voglio poterti chiamare amore e farti il solletico sul divano per poi costringerti a darmi un bacio. Voglio avere il diritto di poterti sfiorare sempre, voglio poter passare le mani tra i tuoi capelli e respirare il tuo profumo ma soprattutto voglio poterti amare come meriti di essere amato” sussurro al suo orecchio sentendolo arrendersi contro di me per poi voltarsi e sorridermi dolcemente “Per favore baciami” mi supplica chiudendo gli occhi e io non posso che avvicinarmi a lui. Strofino il naso contro il suo sorridendo prima di sfiorare le sue labbra e sentire la vita scorrermi dentro. Muovo la bocca dolcemente sulla sua e lui mi segue aggrappandosi alle mie spalle. Poggio le mani sul pianoforte per spingermi contro di lui e tenerlo stretto a me. Lo bacio cercando di trasmettergli le mie emozioni, la mia voglia di amarlo e di lasciarmi amare da lui. “Lee” sospira staccandosi per riprendere fiato.

“Ho aspettato questo momento da un anno” sospira spingendomi indietro fino a farmi cadere sul divano. Si allunga sopra di me sorridendo e “Ah si?” chiedo facendogli il solletico e catturando quel bacio che ho sempre desiderato. Mi bacia il viso e il collo languidamente e “Zaynie” sussurro lasciandomi andare alle sue carezze e alle sue labbra calde contro la mia pelle.

“Mi piaci così tanto Liam ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo” dice baciandomi il petto lasciato scoperto dal maglioncino e insinuando una mano sotto la stoffa per accarezzarmi. Ha sempre fatto caldo in questa casa ma ora mi sembra di bruciare con il suo corpo premuto contro “Volevo fare il gentiluomo” ridacchio “Ma tu sei un tentatore nato” continuo e lui sorride lasciandosi andare a me, lasciandomi prendere il comando della situazione. Si lascia spogliare e baciare lungo il ventre e io cerco di fare attenzione alle sue reazioni perché voglio farlo stare veramente bene. Ci amiamo per la prima volta incrociando le dita delle nostre mani e guardandoci negli occhi, facendo l'amore perfino con la mente dell'altro. Copro i nostri corpi con una coperta e lo stringo facendo aderire la sua schiena al mio petto lasciando che il fuoco ci riscaldi e illumini.
Gli accarezzo il petto dolcemente e lascio un bacio sulle sue spalle perfette facendolo ridacchiare.

Gira il viso verso di me e dandomi un bacio a stampo, mi sorride e “Finalmente sento di essere nel posto giusto, non importa come ci sono arrivato, l'importante è essere qui insieme a te” dice teneramente. Lo stringo forte, aumentando la presa e lui si lascia stringere “Non ti preoccupare mai dell'oscurità, possiamo ancora trovare una strada...*” dico canticchiando un verso di una delle sue canzoni preferite, una canzone che ci ha accompagnati lungo questo anno e che mi ha fatto scoprire anche la passione di Zayn per la musica.

“Stai davvero citando i Guns n' Roses Liam?” ridacchia e io lo guardo facendogli una piccola pernacchia “Forse!” rispondo ridendo per poi far scorrere i polpastrelli sul suo fianco sinistro, facendo incontrare le tre piccole rose tatuate sul dorso della mia mano con la pistola tatuata proprio sul suo fianco, questi tatuaggi che ci siamo fatti solo qualche giorno fa in una muta richiesta di passare il resto della vita insieme. Perché in fondo per vivere felici abbiamo bisogno del bello e del brutto, delle risate e delle lacrime, del giusto e dello sbagliato. Abbiamo bisogno della forza e della potenza di una pistola e della delicatezza e del profumo di una rosa.

 

_______________________________________

*La citazione è la traduzione della frase scritta all'inizio del capitolo.

 

Nda.

Buonaseraaa e buon San Valentino a tutti voi innamorati della vita, di una persona, di una canzone, di un sogno, di un libro...!

Non potevo lasciarvi senza gli Ziam, ci pensavo da giorni ma ho avuto un blocco totale nello scrivere e solo ieri sera sono riuscita a mettermi davvero a scrivere questa one shot. L'ho finita ora dopo ore di lavoro perché non mi andava di lasciarla in una cartella del mio computer. Mi scuso se non è bellissima, forse vi aspettavate di più ma ci ho veramente lavorato duramente.

Per le dediche nei mazzi di fiori ho cercato di prendere frasi tratte da canzoni che Liam ha scritto in collaborazione con altri artisti, purtroppo non posso sapere quale verso è stato composto da lui ma facciamo finta che siano effettivamente tutte sue!

Per chi non le ha riconosciute:

I frase: Ready to run

II frase: Hey Angel

III frase: What a feeling

IV: Wolves

V: Home

Fatemi sapere cosa ne pensate, anche le critiche sono sempre ben accettate se costruttive, mi aiutano a migliorarmi e mi spronano a fare sempre meglio. Se volete su twitter sono “seekerofdreams_” potete scrivermi anche lì o usando #gunsnrosesziam !

Un abbraccio enorme,

Serena.

   
 
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