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Autore: Midori Haruka    14/02/2016    0 recensioni
"Riconobbe nell’immediato la stanza, senza il minimo sforzo, e rimase per qualche attimo ad osservarla. I segni di lotta erano ancora ben presenti in tutto l’ambiente, persino le tracce bruciate delle proprie fiammate persistevano scure sulle pareti. Era lì che aveva incontrato l’illusionista, Mukuro, per la prima volta."
[ Note: scritta per la terza settimana della cow-t, prompt “Fiammata”. Dedicata ad Alecchi. ♡ ]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò in volata, la fiamma che sfrigolava tranquilla sulla sua fronte, lo sguardo determinato ad esaminare la struttura desolante che si trovava di fronte. Quel luogo era talmente familiare da dargli una fitta dolorosa al cuore.
« Lambo! »
Il Decimo dei Vongola chiamò a gran voce il nome della stupida mucca, ma le sue parole non fecero altro che echeggiare solitarie in mezzo alle strutture decadenti di Kokuyo Land. Erano mesi che Tsunayoshi non metteva piede in quel luogo, eppure nulla pareva cambiato in modo eccessivo.
Entrò nel primo edificio, il più familiare, ed iniziò la ricerca del più scapestrato e giovane dei suoi guardiani. Inciampò un paio di volte tra i sassi nascosti nella polvere e si salvò la faccia solo per miracolo, ma ancora non trovò nulla.
Più tempo restava in quel posto più il suo sguardo s’incupiva, adombrato da ricordi dolci e amari.
Una lieve risata infantile proveniente dal piano superiore lo distrasse per un attimo dai suoi pensieri, le iridi aranciate che subito andarono a cercare la scalinata per salire. Di essa rimaneva solo il corrimano, sospeso nel vuoto, mentre i pezzi di cemento giacevano sgretolati sul pavimento.
Le mani si serrarono in pugni, subito le fiamme li avvolsero e con un salto Tsunayoshi raggiunse il piano superiore.
Riconobbe nell’immediato la stanza, senza il minimo sforzo, e rimase per qualche attimo ad osservarla. I segni di lotta erano ancora ben  presenti in tutto l’ambiente, persino le tracce bruciate delle proprie fiammate persistevano scure sulle pareti. Era lì che aveva incontrato l’illusionista, Mukuro, per la prima volta.
Udì dei passi ed una piccola figura con fin troppi capelli, gli sfrecciò fra le gambe, andando a nascondersi dietro al divano lacerato, posto al centro di quello stanzone.
“Finalmente…” si ritrovò a pensare il ragazzo con un sospiro. Doveva solo recuperare Lambo, poi avrebbe potuto abbandonare quel luogo ed i ricordi legati ad esso ancora una volta.
« Lambo? »
Chiamò ancora una volta, la voce più spazientita, il tono più alto, mentre lo raggiungeva dietro al sofà. Tuttavia dietro al mobile non trovò altro che altra polvere. Il giovane Vongola tornò quindi ad alzare lo sguardo e per qualche attimo il fiato gli restò bloccato in gola.
Lui era lì, seduto tra quei logori e polverosi cuscini, le gambe accavallate e lo sguardo divertito fisso su di lui.
« Kufufu ~ »
Il corpo del Decimo si irrigidì di colpo per la sorpresa, gli occhi aranciati spauriti come quelli di un cerbiatto, mentre vedeva nuovamente il suo pensiero prendersi gioco di lui.
« Mukuro…? »
La voce abbandonò le sue labbra, quasi sussurrata, come incerta sulla sua reale presenza in quel luogo. Il guardiano della nebbia sorrise enigmatico e si alzò, un passo verso il capofamiglia.
Tsunayoshi arretrò di un paio di passi. Il tempo era passato, ma lui restava il timoroso di sempre.
« Sei—sei tornato? »
Stavolta per davvero..?
Le labbra dell’illusionista si strinsero in un mesto sorriso, il dito posto sulle labbra del moro ad imporgli silenzio. La bocca del giovane rimase socchiusa, senza pronunciare altre parole. Sentimenti contrastanti combattevano dentro di lui, dal sollievo più sincero all’angoscia totale, poiché sapeva di doversi aspettare di tutto da Mukuro.
Le dita fredde del guardiano gli accarezzarono il viso per qualche attimo, afferrandogli il mento. Bastò l’esitazione di un secondo, Tsunayoshi non si ritrasse e Mukuro chiuse la distanza fra di loro, regalandogli un bacio a fior di labbra.
« Non ancora. »
Il giovane vongola avvertì quelle parole come un sussurro in fondo alla sua testa e quando riaprì gli occhi si ritrovò solo nell’edificio fatiscente, così come era stato fin dall’inizio. L’immagine di Mukuro tornò ad essere quello che era stata fin da principio: una bellissima e malinconica illusione.
La luce oltre le finestre si era affievolita, fino ad annunciare l’arrivo della notte. Tsunayoshi si accucciò in quel luogo, stringendosi le gambe in petto, non sentendosi ancora pronto per tornare a casa. Si sentiva un completo idiota, nuovamente ingannato da un’illusione, nuovamente abbandonato. Una, due, le lacrime iniziarono a scivolargli lungo il viso, la fiamma sulla fronte che andava pian piano affievolendosi.
Non c’era speranza, non per uno come lui.
Non per loro due.
  
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