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Autore: _Lady di inchiostro_    15/02/2016    4 recensioni
[Ace, Sabo, Rufy] [Rufy centric] [Angst/Maliconico] [405 parole]
*
«Ace… Torni stasera, non è vero?»
«Che razza di domande sono?»
[…]
«Sabo, mi dici che succede?»
«Mi spiace, Rufy…»

*
L’importante è non dimenticare mai.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Come, in una mattina di settembre, due torri gemelle si fecero due scheletri di cemento



 

There's a room in a hotel in New York City
That shares our fate and deserves our pity
I don't want to remember it all
The promises are made if you just hold on








La città era nel caos più totale.
Non aveva mai visto tante persone in vita sua. Guardò un attimo in alto, verso la nuvola di polvere bianca che aveva catturato gli alti grattacieli. Solo due sembravano mancare all’appello.
Rufy non si accorse neanche di essersi messo a correre, guidato da un unico pensiero che sperava, pregava fosse solo frutto di una sua fantasia.

«Dove vai, Ace?»
«Sono di servizio stamattina. Sabo è uscito?»
«Sì. Mi ha detto che aveva delle cose da fare prima di andare a lavoro…»


Si muoveva come un automa, deciso a non farsi fermare da niente e da nessuno.
La brutta sensazione di quella mattina… No, non doveva essere vero!

«Ace… Torni stasera, non è vero?»
«Che razza di domande sono?»


Ace…

«Sono uscito illeso da un sacco d’incendi, cosa ti fa pensare che stavolta potrei non farcela?»

L’aveva promesso…

«Tornerò prima di cena, te lo prometto. E avvisa Sabo che si mangia cinese stasera!»

Sabo lavorava lì.
Ace era un pompiere e lì stava bruciando tutto.
Non era possibile!

Quando arrivò sul luogo dell’accaduto, Rufy vide più gente di quanta non ne aveva vista fuggire per le strade. E avevano tutti la sua medesima espressione di puro terrore.
Provò a scavalcare la folla, a superare un uomo in divisa gialla che lo spingeva indietro, intravedendo solo le macerie di due torri che si erano sgretolate come cartapesta.
«Fatemi passare! Ci sono i miei fratelli lì! Vi prego!»
Fu quando una mano si posò sulla sua spalla che si voltò, la figura di suo fratello Sabo che si stagliava davanti a lui.
Rufy sorrise – e gli venne quasi da piangere per il sollievo –, ma si preoccupò subito non appena vide che il fratello non ricambiava.
«Sabo, dov’è Ace?»
«Io… stavo facendo tardi al lavoro, quando…»
«Dov’è Ace?»
«Ho provato a chiamarlo, ma non rispondeva… Allora ho chiamato Marco e lui mi ha detto che era salito per me…»
«Sabo, mi dici che succede?»
Il biondo abbracciò forte il suo fratellino, tremando, affogando le lacrime sulla sua spalla.
«Mi spiace, Rufy…»
Non ci volle altro al minore per capire.
Cominciò a scuotere il capo, a urlare, la stretta del fratello che si fece più possente.
In un attimo, le urla e le lacrime di Rufy si mischiarono a quelle di milioni di cittadini americani che, in una mattina di settembre, avevano visto due torri uguali, gemelle, farsi due scheletri di cemento. 



 



Si stima che le vittime furono 2974.
Tra queste, 341 erano vigili del fuoco.






Parola all’autrice:
In realtà, non ho molto da dire su questa storia.
Magari alcuni di voi potrebbero pensare che sia particolarmente offensiva, o che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno. Ed è vero, io stessa ne sono convinta, perché io non ero lì, non so come siano andate veramente le cose, come si deve essere sentita veramente la gente di NYC. Io ho solo dato una mia personale interpretazione, probabilmente erronea, di una fatto che ha scosso l’intero mondo. 
È stata la canzone a inizio storia a ispirarmi, intitolata appunto “Twin Skeletons”: si sostiene che i Fall Out Boy parlino proprio di quella mattina di settembre.
Perché utilizzare i personaggi di One Piece? 
A dirla tutta, il mio intento inziale era quello di scrivere una storia originale. Poi è uscito questo, perché penso non ci sia nulla di male a riversare nei propri personaggi preferiti le proprie paure e insicurezze, le proprie considerazioni e le proprie idee. È una cosa che facciamo sempre, se ci riflettete.
Io ho semplicemente riversato su di loro la mia voglia di non dimenticare, perché ho visto qualche documentario su questo fatto, qualche immagine inedita, ed è stato difficile non piangere.
Sono sempre aperta alle vostre opinioni, lo sapete, ma il mio intento era di dare un minimo di spazio a quest’avvenimento sconvolgente che non sempre viene trattato. Come ha detto claws – un’autrice di questo sito che ringrazio tantissimo – non bisogna ricordare solo e per forza in un giorno prestabilito.
Spero, comunque, di avervi lasciato qualcosa.
_Lady di inchiostro_ 
  
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