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Autore: Lady Numb    15/02/2016    0 recensioni
"Zack bevve l’ultimo sorso dalla bottiglia di birra, chiedendosi cosa fosse andato così incredibilmente storto da trasformare la sua vita invidiabile in un totale disastro.
La domanda era retorica e se la poneva ormai da qualche mese, da quando quell’incubo era iniziato.
Prima andava tutto bene: aveva un matrimonio fantastico, una band fantastica, una figlia fantastica, nulla era fuori posto.
Certo, band e figlia fantastica restavano, ma era bastato che il matrimonio fantastico entrasse in crisi per oscurare tutto il resto."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ottobre 2015:
 
Zack bevve l’ultimo sorso dalla bottiglia di birra, chiedendosi cosa fosse andato così incredibilmente storto da trasformare la sua vita invidiabile in un totale disastro.
La domanda era retorica e se la poneva ormai da qualche mese, da quando quell’incubo era iniziato.
Prima andava tutto bene: aveva un matrimonio fantastico, una band fantastica, una figlia fantastica, nulla era fuori posto.
Certo, band e figlia fantastica restavano, ma era bastato che il matrimonio fantastico entrasse in crisi per oscurare tutto il resto.
In realtà era molto più complicato di così e purtroppo Zack lo sapeva benissimo, il suo matrimonio al momento era solo una delle tante cose in gioco.
Guardò l’orologio e vide che erano già le undici di sera e, come spesso succedeva da tre mesi a quella parte, di Sarah non c’era traccia.
Non era un marito possessivo che non voleva che sua moglie uscisse senza di lui, non era certo quello il problema, quello che veramente preoccupava Zack, oltre a farlo arrabbiare da morire, era sapere che Sarah non era certo a divertirsi con le sue amiche.
In realtà l’unica amica che al momento ancora la tollerava, la sua migliore amica di sempre Alice, era preoccupata esattamente quanto lui, dato che nemmeno lei riusciva più a parlarle.
Fu distratto dallo squillo del suo cellulare e non fu per nulla sorpreso quando vide chi lo stava chiamando.
“Dimmi che è tornata a casa, ti prego”
“Vorrei dirtelo, ma mentirei” rispose Zack rassegnato: ormai era talmente abituato a quella situazione che non aveva più nemmeno la forza di essere in ansia.
“Dio santissimo…”
“Oggi ho lasciato Dany con Aly per un paio d’ore, ho rivoltato Huntington, ma non sono riuscito a trovarla” spiegò Zack: era rassegnato, quello era sicuro, ma in fondo non poteva fare a meno di preoccuparsi per Sarah, nonostante tutto quello che gli stava facendo passare.
“Ok... fammi sapere quando torna, ok?”
“Ok... aspetta, credo sia tornata...” disse poi Zack, sentendo qualcuno che apriva la porta, o che per lo meno ci provava.
Il ragazzo decise di risparmiarle la fatica e quando aprì la porta di ingresso si trovò davanti a sua moglie, che lo fissava come se fosse trasparente.
“Confermo Bri, tutto... tutto come al solito” disse Zack all’amico, “tutto ok” non gli sembrava appropriato.
“Ok... ci sentiamo domani, notte Zack”
“Bella battuta Brian” commentò il ragazzo prima di riagganciare, pensando che probabilmente avrebbe dormito ben poco, dopo le sue serate, Sarah di notte era un tantino... agitata, per così dire.
“Sarah, almeno cerca di fare piano, ci ho messo una vita a far addormentare Dany” disse Zack, dato che la ragazza stava facendo un baccano infernale nel tentativo di versarsi un semplicissimo bicchiere d’acqua.
“Ok, ok, non agitarti” rispose seccata lei e Zack dovette contare fino a dieci prima di rispondere, altrimenti l’avrebbe beatamente mandata a quel paese.
“Sarah, mi agito quanto mi pare, sei sparita per sei ore, stavi per mandare me e tuo fratello al manicomio”.
“Tu e Brian dovete darvi una calmata, esco un po’, non c’è nulla di male” replicò lei.
“Almeno evita di prendermi in giro Sarah, per piacere...” fu la secca risposta di Zack “C’è un enorme differenza fra divertirsi e quello che fai tu”
“Ancora con questa storia?! Dio Zack, smettetela tutti quanti… ho il perfetto controllo di tutto, ok?”
“Come ti pare Sarah” disse il ragazzo, sapeva che era inutile insistere “Io me ne vado a dormire” aggiunse poi, lasciandola in cucina e dirigendosi verso la sua camera da letto, nonostante quello che aveva detto a Brian, almeno un tentativo voleva farlo sul dormire, era davvero stravolto.
Non si ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva dormito decentemente.
Prima di entrare in camera, passò nella stanza di Danielle per controllare se la bambina stesse ancora dormendo e la visione della sua piccolina profondamente addormentata lo fece sorridere: lei era l’unico motivo per cui era ancora disposto a tollerare tutto quanto e, al tempo stesso, l’unico motivo per cui stava pensando che forse l’unica soluzione era darci un taglio.
Danielle non meritava questo, non meritava una madre più impegnata nella ricerca della sua dose quotidiana che nell’amare lei.
Uscì dalla stanza della bambina ed entrò nella sua, si cambiò e si mise a letto, spegnendo la luce e dando le spalle alla parte del letto della moglie.
Dopo pochi minuti, sentì la porta della stanza aprirsi e subito dopo Sarah si mise a letto, ciononostante lui continuò imperterrito a darle le spalle, non aveva voglia di discutere di nuovo, non quella sera.
Una parte di lui gli diceva che non doveva arrendersi così, che era pur sempre la sua Sarah, la ragazza che aveva amato e che amava più di ogni altra cosa al mondo e che doveva fare di tutto per salvarla dall’inferno in cui lei stessa si era messa.
Un’altra parte di lui, tuttavia, non faceva che ricordargli quanto ci avesse provato a fare esattamente quello e quanto inutile fosse stato.
Tutto era iniziato quel maledetto 12 Gennaio, da allora nulla era più stato come prima.
I ricordi di quella giornata in realtà erano piuttosto confusi: ricordava Matt sulla porta che gli diceva che Sarah e sua madre avevano avuto un brutto incidente mentre andavano al centro commerciale insieme, la madre di Sarah e Brian era morta sul colpo e Sarah era in condizioni critiche.
Aveva lasciato Danielle con Valary e lui e Matt erano corsi all’ospedale, dove avevano trovato Brian col resto della sua famiglia letteralmente a pezzi.
Le ore successive erano state un vero incubo, nessuno sembrava in grado di dirgli nulla e tutto quello a cui Zack riusciva a pensare era che non poteva perdere Sarah, non poteva succedere.
Dopo quella che per lui e, ne era certo, anche per Brian e il resto degli Haner era parsa un’eternità, finalmente un medico era uscito da quella maledetta sala operatoria e gli aveva spiegato come stavano le cose.
Le cose non stavano bene, per nulla, ma almeno Sarah era viva e in quel momento era l’unica cosa che importava a Zack.
La ragazza aveva riportato una serie di fratture e alcuni traumi, fra cui uno alla schiena che era particolarmente serio e per cui le stavano somministrando degli antidolorifici.
Fortunatamente non c’erano stati danni alla spina dorsale o agli organi interni, il che era da considerarsi un miracolo e Zack lo capì bene quando vide in che condizioni era ridotta l’auto di Sarah.
Un camion era andato fuori strada e le aveva travolte in pieno, il lato del passeggero non c’era praticamente più e per quel che riguardava il lato del guidatore… beh, Zack era convinto che nemmeno Danielle, che di anni ne aveva solo cinque, ci sarebbe stata in quel che ne era rimasto.
Quando avevano finalmente potuto vedere la ragazza, il giorno successivo, a Zack era letteralmente mancato il fiato, la sua Sarah sembrava così fragile stesa su quel letto, con tutti quei tubi e quel viso così pallido.
Non le avevano detto subito di sua madre, la sera prima ne aveva parlato con Brian e suo padre e avevano deciso che fino a quando non fosse stata un po’ meglio non era il caso di dirle nulla, non sarebbe servito e quindi per le prime due settimane del mese e mezzo totale di ricovero della ragazza le avevano fatto credere che la madre fosse ricoverata nello stesso ospedale, in condizioni un po’ più gravi delle sue.
Ovviamente alla fine avevano dovuto dirglielo e Sarah non l’aveva presa per nulla bene, ma fortunatamente a quel punto loro avevano avuto il tempo di assorbire il colpo e soprattutto Brian era stato fondamentale nell’aiutare la sorella ad accettare la cosa.
Quello pensavano per lo meno, le cose in realtà non stavano proprio così.
Quando aveva finalmente potuto portare a casa Sarah, il medico aveva prescritto alla ragazza degli antidolorifici per la schiena, infatti, nonostante il peggio fosse passato, le faceva ancora molto male e il medico aveva spiegato sia a Sarah che a Zack come gestire il farmaco, i dosaggi da rispettare e la frequenza con cui assumerlo.
Era esattamente grazie a quella chiacchierata col medico che si era accorto che qualcosa non andava.
I primi dubbi gli erano venuti un mese dopo che Sarah era tornata a casa, quando aveva casualmente notato che il flacone dell’antidolorifico era quasi vuoto, quando secondo il dottore avrebbe dovuto ampiamente bastare per un paio di mesi.
Aveva chiesto spiegazioni a Sarah e lei gli aveva detto che un giorno lo aveva accidentalmente fatto cadere e che alcune delle pillole erano finite nel lavandino, bagnandosi e diventando quindi inutilizzabili.
Zack ci aveva creduto, non aveva motivi per non farlo d’altronde, inoltre sapeva quando Sarah potesse essere goffa a volte, ci aveva anche riso sopra con lei.
Il mese successivo era passato tranquillamente, Sarah sembrava riprendersi, era sempre molto stanca, ma d’altronde il dolore alla schiena era davvero forte, quindi per lei diventava difficile fare qualsiasi cosa senza stancarsi.
Poco dopo la fine di Maggio, Zack aveva trovato la prescrizione.
Il caso aveva voluto che quel giorno fosse a casa sua con Brian, Sarah era uscita con Alice per passare un pomeriggio insieme e l’amico era passato a prenderlo perché avrebbero dovuto trovarsi con gli altri per parlare un po’ del nuovo album, Brian aveva insistito perché non bloccassero tutto quanto, aveva disperatamente bisogno di normalità e loro erano più che felici che il ragazzo stesse reagendo in quel modo.
Zack stava cercando alcuni appunti che aveva preso su un’idea che gli era balenata in mente qualche giorno prima e dato che l’ultima volta che li aveva visti era in studio, pensò che fossero per sbaglio finiti fra le cose di Sarah, dato che i due dividevano anche quella stanza.
Non aveva fatto subito caso alla prescrizione, non c’era nulla di strano dato che Sarah stava assumendo l’antidolorifico, tuttavia un dettaglio gli balzò all’occhio: il medico non era quello da cui la ragazza era in cura.
Aveva estratto quella prescrizione dalla pila di fogli da cui sporgeva e nel farlo, intravide un altro foglio molto simile a quello che teneva in mano.
Quando Brian era entrato nello studio per chiedergli dove fosse finito, aveva trovato Zack che fissava sbigottito sette diverse prescrizioni mediche per l’antidolorifico di Sarah, tutte fatte da medici diversi, nessuno di loro il medico curante che conosceva lui.
Aveva spiegato all’amico la situazione e aveva visto Brian impallidire: non ci voleva certo un genio per mettere insieme i pezzi e capire cosa stava facendo sua sorella e Zack pensò che non era per niente giusto, Bri non si meritava anche quello.
Avevano immediatamente chiamato Alice, chiedendole di riportare a casa Sarah con una scusa qualsiasi, promettendole che le avrebbero spiegato la situazione non appena fossero arrivate.
Quando Sarah era tornata con l’amica, Zack e Brian l’aspettavano in cucina, con le prescrizioni in bella vista sul tavolo.
La ragazza era impallidita ed Alice era rimasta a fissare lei e quei fogli sbigottita.
Dopo una lunghissima chiacchierata, in cui Sarah aveva ammesso di avere un problema, la ragazza aveva anche promesso che non lo avrebbe più fatto, aveva dato la colpa a tutto quello che le era successo, era scoppiata a piangere dicendo che non voleva far stare male nessuno più di quanto già non fosse e sia Brian che Zack le avevano creduto, l’avevano anche consolata, dicendole che loro c’erano e ci starebbero stati sempre, non doveva affrontare tutto da sola.
Sarah aveva accettato di smettere con l’antidolorifico, avrebbero dovuto parlarne col medico, ma aveva ammesso che in realtà il dolore alla schiena era ormai decisamente sopportabile, aveva solo finto che fosse ancora particolarmente forte perché non riusciva proprio a smettere con il farmaco.
Zack e Brian l’avevano poi seguita in varie zone della casa, in cui Sarah aveva nascosto i flaconi di antidolorifico, e li aveva consegnati tutti al fratello, che aveva provveduto a portarli via, Zack non si fidava a buttarli semplicemente nella spazzatura, non era un esperto di dipendenze, ma sapeva che era meglio togliere la tentazione di torno in modo radicale.
Il giorno successivo, Zack aveva accompagnato Sarah da un terapeuta, era evidente che, per quanto lui, Brian, suo padre, i ragazzi, Alice potessero stargli vicino, la ragazza aveva bisogno di un aiuto più qualificato del loro.
Il mese seguente, il ragazzo lo aveva vissuto con una discreta angoscia, le cose sembravano andare bene, ma viveva nel terrore che il fragile equilibrio di Sarah potesse rompersi.
Tuttavia, dopo un paio di mesi, si sentiva ormai tranquillo, Sarah sembrava stare decisamente meglio, passava molto tempo fuori con Dany anziché chiudersi in casa a rimuginare sull’incidente e a pensare a sua madre e ogni tanto si erano persino concessi qualche uscita a cena, insomma, tutto stava lentamente tornando alla normalità.
Peccato che la normalità fosse finita una sera di Giugno.
Zack stava guardando la tv con Dany, Sarah era uscita con Alice e lui ne era contento, qualsiasi segno di normalità era ben accetto.
Quando il telefono aveva suonato aveva risposto distrattamente, in quel momento era concentrato su Danielle che stava ridendo di qualcosa e che era assolutamente adorabile.
Tuttavia, non appena aveva sentito la voce di Alice dall’altro capo del telefono, la sua attenzione si era spostata al cento per cento sulla chiamata.
“Ehy Zack! Sarah è in casa? La sto chiamando da almeno un’ora, ma non risponde al cellulare”.
Zack si era sentito crollare il mondo addosso, se Alice cercava Sarah, voleva dire che non erano fuori insieme.
Sua moglie gli aveva mentito e questo era un terribile segnale che la normalità che pensava di star raggiungendo era ben lontana.
Rispose ad Aly che per quel che ne sapeva lui, Sarah era fuori con lei e la ragazza rimase senza parole, anche lei come tutti gli altri era convinta che la sua amica stesse finalmente bene.
Zack la salutò e chiamò immediatamente Brian, spiegandogli brevemente la situazione e implorandolo di andare a cercare Sarah, lui non poteva lasciare Danielle da sola.
Brian non aveva avuto certo bisogno di farsi pregare, era partito immediatamente alla ricerca della sorella, ma dopo un’ora si era presentato a casa di Zack a mani vuote ed evidentemente preoccupato.
Il ragazzo era già sul punto di chiamare Michelle per chiederle di tenere Danielle mentre lui e Zack cercavano Sarah, quando la ragazza entrò dalla porta.
Non appena vide il fratello, capì che qualcosa non andava e infatti entrambi i ragazzi le chiesero subito spiegazioni.
La reazione della ragazza li lasciò di stucco.
Si aspettavano che Sarah fosse imbarazzata, che si scusasse, invece Sarah reagì aggredendoli verbalmente.
Gli aveva detto che dovevano smetterla di fargli da balie, che la stavano soffocando e che voleva solo essere lasciata in pace, poi era salita in camera e si era chiusa dentro, lasciando i due ragazzi a dir poco sbalorditi.
Quando avevano capito che Sarah non sarebbe uscita tanto presto dalla stanza, Brian si era rassegnato ed era tornato a casa, facendosi promettere da Zack che lo avrebbe chiamato non appena fosse riuscito a parlarle.
Quella notte il ragazzo l’aveva passata nella stanza degli ospiti, aveva provato un paio di volte a far notare a Sarah che quella era anche camera sua, ma non c’era stato verso, la ragazza si ostinava a non rispondere e alla fine si era dovuto rassegnare.
La mattina successiva, quando era sceso in soggiorno, aveva trovato Sarah sul divano e non appena lo aveva visto aveva portato lo sguardo sul pavimento.
Si era scusata con lui per la reazione della sera prima, aveva spiegato che si era solo sentita scoperta e di istinto aveva reagito in quel modo.
Zack l’aveva ascoltata in silenzio, poi le aveva chiesto dove fosse stata e lei aveva risposto che durante una delle sedute di gruppo che il suo terapeuta a volte faceva aveva conosciuto alcune persone con cui aveva legato, ma dato che non avevano delle belle storie alle spalle, aveva preferito tenere la cosa per sé per non creare problemi.
Il ragazzo le aveva fatto promettere che da quel momento non ci sarebbero stati più segreti, si fidava di lei e del suo giudizio sulle persone, quindi non aveva bisogno di tenergli nascosto nulla e Sarah aveva accettato.
La cosa finì lì, lui andò a preparare la colazione e lei chiamò Brian per ripetere il discorso appena fatto e scusarsi anche con lui.
Una settimana dopo, Sarah si era svegliata in panico nel cuore della notte perché le sanguinava il naso.
Zack era riuscito faticosamente a calmarla, Sarah era più agitata di quanto un semplice sanguinamento dal naso giustificasse, le aveva dato una mano a sistemarsi e poi, dopo averle assicurato che sicuramente non era nulla di grave, erano tornati a dormire.
Lo stesso identico episodio si era ripetuto la sera dopo e anche nei giorni seguenti, sia di giorno che di notte.
Zack voleva portarla da un medico, ma nonostante in principio fosse stata la stessa Sarah ad essere in ansia, ora minimizzava, dicendo che non era necessario.
Al ragazzo però sembrava tutto molto strano, oltre a quei frequenti sanguinamenti dal naso, Sarah sembrava avere un raffreddore perenne, inoltre era molto nervosa, tanto che spesso Dany lo raggiungeva in studio e gli chiedeva se poteva stare con lui per non stare con la mamma, cosa assolutamente anormale, Danielle adorava Sarah.
Ne aveva parlato con Brian e anche lui aveva notato che la sorella era piuttosto agitata, ma d’altronde considerando tutto quello che aveva passato e il fatto che ancora sentisse il bisogno di parlarne col terapeuta, aveva pensato che fosse normale e Zack non poteva dargli torto, il solo pensiero di perdere sua madre in quel modo lo faceva stare male.
La situazione era continuata immutata per un’altra settimana, poi a Zack era venuta l’idea di fare una ricerca su internet.
Sapeva che non era mai una buona idea cercare di fare una diagnosi in quel modo, ma Sarah continuava a rifiutarsi di andare dal medico e lui era molto preoccupato, voleva solo cercare di capire se doveva allarmarsi o meno.
Dopo quindici minuti, fissava shockato tutte le varie finestre aperte e si ritrovò per la prima volta dopo tanto tempo a pregare seriamente il cielo che non fosse quello che pensava, avrebbe dato qualsiasi cosa per sbagliarsi.
I primi siti parlavano di influenza, vasi fragili, cose del tutto normali e anche plausibili, ma su uno dei siti c’era una causa che aveva catturato la sua attenzione perché completamente diversa dalle altre.
Assunzione di cocaina.
Quasi inconsciamente, si era ritrovato a cercare i sintomi indicativi di assunzione di quella droga ed era a quel punto che aveva iniziato a fissare lo schermo, incapace di muoversi o fare qualsiasi cosa.
Sangue dal naso.
Naso che cola costantemente come in un raffreddore.
Ansia, nervosismo.
Sembrava la storia della sua vita e di quella di Sarah nelle ultime settimane.
Quando si era ripreso, aveva subito chiamato Brian, gli aveva spiegato quello che aveva scoperto e il ragazzo si era precipitato a casa loro.
Gli aveva aperto la porta sua sorella che era rimasta sorpresa quando l’aveva visto e fu ancora più sorpresa quando Zack, raggiungendola all’ingresso, le disse che dovevano parlare.
Con molta calma, Zack le spiegò quello che aveva fatto e quello che sospettava in quel momento.
Le disse anche che si fidava di lei e se gli avesse detto che si sbagliava, le avrebbe creduto, era talmente disperato che probabilmente lo avrebbe fatto davvero.
Ovviamente Sarah non riuscì a dirgli che si sbagliava, era brava a mentire e questo era evidente, ma non era così brava.
Tuttavia non sembrò dare alla cosa il peso che Zack e Brian gli davano, disse che dovevano stare tranquilli, che aveva “il pieno controllo della cosa” e che non c’era alcun rischio.
I due la fissavano sbigottiti, incapaci di credere alle proprie orecchie.
Brian le fece notare che non poteva parlare sul serio, che quella era una cosa grave e quella che era partita come una discussione tranquilla divenne ben presto una litigata di proporzioni epiche tra fratello e sorella, con Zack che faceva tutto quanto in suo potere per evitare che finissero alle mani.
Alla fine l’unica cosa in grado di interrompere quella lite fu Danielle, che apparve in lacrime ed evidentemente terrorizzata sulla porta della cucina.
Lanciando un’occhiataccia ai due, Zack l’aveva riportata nella sua cameretta cercando di tranquillizzarla e quando era tornato al piano di sotto, Brian se ne era andato e Sarah era seduta sul divano, evidentemente ancora furibonda.
Gli aveva però subito chiesto come stesse Danielle e il ragazzo aveva replicato che non stava certo bene grazie a loro e lei aveva incassato il colpo, d’altronde era evidente che si sentisse in colpa per quello che era appena successo.
Zack le aveva detto chiaro e tondo che non avrebbe tollerato che prendesse quella roba e che doveva darci un taglio.
Sarah aveva risposto, seccata, che lei aveva il controllo e che era solo un passatempo innocente, non era un problema e non erano affari suoi.
Erano passati tre mesi e ogni sera le discussioni erano esattamente identiche a quella.
Sarah nel frattempo aveva smesso di vedere il terapeuta, sostenendo di non averne più bisogno, aveva cominciato ad uscire sempre più spesso con questi presunti nuovi amici, che Zack aveva scoperto essere in cura proprio per un passato di dipendenza da droga, e aveva congelato i rapporti umani con chiunque, Zack incluso.
L’unica persona con cui ogni tanto si lasciava andare e che sembrava tirare fuori ancora qualcosa della sua Sarah era Danielle, anche se ormai il più delle volte la ragazza cercava di liberarsi il prima possibile della bambina, che non capiva perché improvvisamente la mamma non volesse più passare del tempo con lei come prima.
Zack aveva pensato più di una volta di andarsene e portarsi via la bambina, ma primo, non voleva arrendersi, era ancora certo di poter salvare Sarah, secondo, temeva che andarsene sarebbe stato ancora peggio per Dany.
Era combattuto fra la cosa giusta da fare, portare via sua figlia da una madre in totale negazione dei suoi problemi di dipendenza, e quello che l’istinto gli diceva di fare, cercare di tirare fuori dall’abisso la donna che amava.
La cosa più frustrante era che Sarah negava di avere un problema e purtroppo non era ancora legale rinchiudere una persona adulta in un centro di recupero contro la sua volontà.
Sentì il respiro della ragazza farsi regolare, segno che si era addormentata.
Forse, tutto sommato, quella notte non sarebbe stata poi così terribile.
 
“Papà! Piscina?”.
Zack alzò lo sguardo dalla sua chitarra e sorrise vedendo Danielle in piedi davanti a lui, con gli occhioni verdi pieni di speranza.
“E piscina sia!” concesse lui, rimettendo a posto la chitarra e andando con lei nella cameretta per cercare il costume della bambina.
Ovviamente Sarah non era in casa, anche se questa volta aveva un buon motivo: era andata a trovare suo padre, per davvero, Zack se ne era sincerato, ormai verificava tutti gli spostamenti della moglie, non riusciva ad impedirle di fare quello che faceva, ma poteva almeno controllare quando lo faceva e prepararsi al suo ritorno.
“Costume papà, costume!”
“Adesso lo cerco piccolina, un po’ di pazienza!” le disse lui divertito, scompigliandole i capelli.
Zack aprì il cassetto dove di solito tenevano i costumi da bagno di Danielle e prese il primo che trovò.
Stava per richiudere il cassetto, ma qualcosa in un angolo, che era stato parzialmente nascosto dal costume della bambina, attirò la sua attenzione.
Quando capì di cosa si trattava, per poco non svenne.
“Amore, ti prometto che fra un po’ andiamo in piscina, adesso però papà deve fare una telefonata velocissima, ok?”
“Piscina…” rispose lei, triste.
“Dopo amore, promesso” la rassicurò Zack, dandole un bacio sulla fronte prima di uscire dalla sua cameretta.
Entrò nel suo studio, chiuse la porta e compose il numero di Brian sul proprio cellulare.
“Ehy Zack, che c’è?” rispose il ragazzo, discretamente tranquillo: sapeva che sua sorella era dal padre, quindi non poteva essere successo nulla di grave.
“Io ci ho provato Brian, ci ho provato veramente, ma stavolta la sbatto fuori di casa, quindi ti consiglio caldamente di essere qui quando torna, perché le darò giusto il tempo di prendere le sue cose prima di rimandarla fuori”.
Brian rimase in silenzio per qualche secondo, completamente spiazzato dal tono gelido di Zack.
“Che è successo?” chiese infine, per nulla certo di volerlo sapere.
Zack gli spiegò la situazione e Brian disse che sarebbe arrivato nel giro di cinque minuti, pensando che non poteva dare torto all’amico: Sarah questa volta aveva davvero passato il limite.
 
Brian fissava preoccupato Zack, che era seduto sul divano in totale silenzio più o meno da mezz’ora, ovvero da quando era arrivato lì.
Fortunatamente aveva pensato di portare con sé Michelle e in quel momento la ragazza era in piscina con Danielle, almeno la bambina era fuori e al riparo dalla bufera che, ne era certo, si sarebbe scatenata non appena Sarah avesse messo piede in casa.
Aveva raccontato a Michelle quello che era successo e le aveva anche detto che, sebbene pensasse che Sarah avesse esagerato, non poteva lasciarla da sola, era pur sempre sua sorella, e la ragazza era d’accordo per cui, che lo volesse o meno, Sarah sarebbe stata da loro fino a quando le cose si fossero risolte, in male o in bene.
A giudicare dalla faccia di Zack in quel momento, le cose propendevano verso la peggiore delle risoluzioni e per quanto volesse bene a sua sorella, per la prima volta si sentiva più protettivo col suo amico che con lei.
Entrambi si voltarono verso la porta quando la sentirono aprirsi e un attimo dopo videro entrare Sarah, che fissò perplessa Brian: ci erano volute tre settimane dopo quella famosa sfuriata perché ricominciassero a parlarsi e in ogni caso i rapporti restavano un po’ tesi, seppur civili.
“Ehy Brian… come mai qui?”
“Credo che apprezzerai la sua presenza fra qualche minuto” intervenne Zack e la ragazza divenne subito seria, conosceva abbastanza Zack da sapere che espressione e tono di voce promettevano guai.
“In... in che senso?”
“Nel senso che adesso tu sali in camera, prendi le tue cose e te ne vai fuori di qui… e credo che lui sia la tua unica opzione”.
Sarah lo fissò senza parole e le ci volle qualche istante prima di riuscire a parlare.
“Che accidenti ti prende Zack?” chiese infine Sarah.
“Per caso di recente hai dato un’occhiata ai costumini di Dany?” ribatté gelido lui e la ragazza impallidì.
“Io... io…”
“Tu cosa Sarah?” la interruppe Zack, furibondo “Tu COSA?! Ti rendi almeno conto di quello che hai fatto?! Cocaina nel cassetto di tua figlia, TUA FIGLIA DI CINQUE ANNI CAZZO!” le urlò in faccia e Brian ringraziò il cielo ancora una volta per il fatto che Danielle fosse sul retro con Mich.
“Io... è... non è mai successo, era la prima volta…” balbettò Sarah, evidentemente a disagio.
“Non me ne importa un accidente Sarah, non mi importa se era la prima, la quarta o l’ultima volta, ti rendi conto? Io... Dio, io non voglio nemmeno pensare a quello che sarebbe potuto succedere se l’avesse trovata Danielle... ci hai pensato che era alla sua portata, che poteva trovarla, toccarla, mangiarla... ovvio che non ci hai pensato, tutto quello a cui pensi è te stessa!” continuò Zack “Ti voglio fuori di qui, ora”
“Zack...”
“Zack un accidente Sarah! Sono mesi che provo a salvarti quando non vuoi essere salvata, che sopporto tutte le tue uscite, che ci tratti tutti come se fossimo trasparenti, che ignori tua figlia… Siamo stati tutti male per quello che è successo, tutti, ma nessuno, NESSUNO è arrivato a questi livelli… e ora l’unica cosa che mi importa è Danielle, non ti permetterò di farle altro male o di metterla in pericolo e se tenerla lontana da te è la soluzione, allora è quello che farò”
“Non puoi farlo, non puoi tenermela lontana!”
“Non sfidarmi Sarah, non farlo, se si parla di tenere al sicuro Danielle tu non hai idea di quello che posso o non posso fare... e credo che anche il più scarso degli avvocati con una dose di cocaina nel cassetto di una bambina di cinque anni riuscirebbe a non fartela più vedere vita natural durante” rispose il ragazzo gelido, lasciando di stucco anche Brian: era abbastanza certo che Zack non avrebbe mai davvero fatto una cosa del genere, ma francamente in quel momento l’amico gli faceva paura e sembrava terribilmente serio.
“Ti do mezz’ora per prendere le tue cose e uscire di qui” aggiunse poi Zack, voltandole poi le spalle e dirigendosi verso il giardino sul retro per raggiungere Dany e Michelle.
“Sarah?”.
La ragazza si voltò verso il fratello e per la prima volta dopo mesi, a Brian sembrò di intravedere qualche traccia della sua sorellina.
“Ho... cos’ho fatto Bri?” chiese lei, sull’orlo delle lacrime.
“Un gran casino... ma ne usciremo in qualche modo, te lo prometto” la rassicurò lui “Ti do una mano a prendere le tue cose?” le chiese poi.
La ragazza annuì, il ragazzo allora le mise il braccio attorno alle spalle e si diresse con lei al piano superiore.
 
Took all my strentgth,
but I’ve made the change,
I won’t see you tonight.
(I won’t see you toonight - Pt. 1, Avenged Sevenfold)
 
Quella sera, dopo aver messo a dormire Danielle, Zack andò a rifugiarsi nel portico sul retro, in compagnia di una birra e di tanti pensieri decisamente scomodi.
Aveva avuto una pessima giornata.
Dopo che Brian aveva portato via Sarah, aveva fatto una lunga chiacchierata con Dany e, grazie anche al prezioso aiuto di Michelle, che era rimasta lì dopo che il marito se ne era andato, era riuscito in qualche modo a spiegare alla bambina che la mamma sarebbe stata via per un po’.
Ovviamente non era tutto a posto, Danielle aveva cinque anni e pur capendo il concetto di “la mamma non sta bene e deve guarire”, la spiegazione ufficiale per la piccola, non era affatto facile farglielo accettare.
Dany era scoppiata in lacrime, chiedendogli quando sarebbe tornata e a Zack si era spezzato il cuore, sia perché non sapeva risponderle, sia perché non sapeva nemmeno per certo se sarebbe mai tornata.
Quello che aveva scoperto quel pomeriggio infatti gli faceva temere che non avrebbe mai più rivisto Sarah, non la sua Sarah per lo meno e per quanto in quel momento fosse furioso con lei, e lo era per davvero, quella prospettiva lo terrorizzava a morte.
La sera aveva portato Danielle a cena nel suo fast food preferito per cercare di distrarla un po’ e in parte aveva funzionato, per qualche ora la bambina si era divertita giocando nell’area bimbi e mangiando sostanzialmente qualsiasi cosa desiderasse, per quella sera Zack aveva deciso che si meritava qualche vizio.
Quando erano tornati a casa però, mentre la metteva a dormire, Dany si era incupita e gli aveva chiesto ancora una volta se la mamma sarebbe tornata.
Il ragazzo le aveva detto di stare tranquilla, di dormire e che sarebbe andato tutto bene, evitando volutamente di rispondere davvero a quella domanda.
Ora Danielle dormiva e lui poteva finalmente smetterla di fare finta che fosse tutto a posto.
Scoprire quello che aveva fatto Sarah lo aveva letteralmente svuotato dentro, era dal pomeriggio che si sentiva incapace di provare qualsiasi cosa.
Pensò a quello che aveva detto quel pomeriggio a Sarah e, per quanto si rendesse conto della crudeltà delle sue parole, non le avrebbe cambiate di una virgola, quello che la ragazza aveva fatto era inqualificabile, per non dire orribile, e lui non le avrebbe permesso di avvicinarsi a Danielle, almeno fino a quando non avesse deciso di darci un taglio con la vita che aveva deciso di vivere da otto mesi a quella parte.
Aveva parlato con Brian quella sera, l’amico lo aveva chiamato per sentire come stessero lui e Dany e aveva concordato con Zack su quel punto, certo, non avrebbe mai abbandonato sua sorella, non poteva farlo, ma voleva bene tanto a lei quanto a sua nipote e non avrebbe permesso a Sarah di rovinarle la vita.
A Zack vennero i brividi ripensando a quello che sarebbe potuto succedere se Danielle avesse trovato quel sacchetto di cocaina, se quel pomeriggio anziché andare in camera con lei, le avesse detto di scegliersi un costumino, se l’avesse toccata, se avesse pensato che era qualcosa con cui giocare…
Il ragazzo scacciò quel pensiero, era straziante solo ipotizzarlo.
Bevve un sorso di birra, ricordando a sé stesso che Danielle stava benissimo, era nella sua cameretta che dormiva e nulla del genere sarebbe più successo.
Aveva chiesto a Brian di parlare con Sarah e chiederle se ci fosse altra droga in giro per casa, ma la ragazza aveva garantito che non c’era altro e Bri si era detto sicuro che questa volta non stesse mentendo.
Il suo amico era stato eccezionale, Zack si rendeva conto che non era stato facile ascoltare tutto quello che aveva detto a Sarah quel pomeriggio, sapeva anche di averlo lasciato senza parole quando aveva minacciato la ragazza di non farle più vedere Danielle, ciononostante Brian non aveva detto nulla e, doveva dargliene merito, non doveva essere stato facile.
Brian era sempre stato estremamente protettivo con Sarah, d’altronde era la sua sorellina e soprattutto agli inizi della sua relazione con la ragazza, il suo carissimo amico gli aveva reso la vita leggermente complicata.
Sorrise ripensando a quando tutto era iniziato, lo ricordava come se fosse passato un giorno e non quasi dieci anni: erano tutti al bowling, lui, Bri, Matt, Johnny, Jimmy e le ragazze, fra cui anche Sarah, che nonostante fosse più piccola di tutti loro era un membro fisso del gruppo, tutti le volevano bene e lei adorava tutti loro.
In realtà, già da qualche mese Zack non era molto convinto di volerle solo tanto bene, ma si conosceva, lui non era il tipo da storie serie e di sicuro non avrebbe scelto la sorella di uno dei suoi migliori amici per un’avventura senza importanza, di belle ragazze era pieno il mondo ed era certo che prima o poi se la sarebbe tolta dalla testa.
Quella sera però il fato non lo aiutò, dato che nella sfida a squadre al bowling lui era finito in coppia proprio con Sarah.
Ovviamente avevano vinto, perché non c’era assolutamente storia quando lui prendeva in mano una palla da bowling, e dato che Sarah si era divertita un po’ troppo a prendere il giro Brian, il suo adorato fratellone, sapendo perfettamente che qualcuno l’avrebbe riportata a casa, l’aveva mollata al bowling.
Zack ovviamente aveva fatto l’unica cosa logica, le aveva offerto un passaggio che la ragazza aveva accettato.
Il resto era storia: durante il tragitto erano finiti a parlare, prima di sciocchezze, poi il discorso si era fatto improvvisamente serio e Zack aveva capito due cose, che forse gli importava di Sarah più di quanto volesse ammettere e che a lei importava di lui esattamente allo stesso modo.
Alla fine non l’aveva riportata subito a casa, i due avevano deviato verso il bar di Johnny e la serata si era conclusa nel delirio più totale quando Brian, preoccupato dal fatto che né la sorella né l’amico rispondessero al cellulare, li aveva sorpresi a bersi una birra ad uno dei tavoli.
Ok, forse quando Brian era entrato non stavano solo bevendo una birra, pensò, non potendo trattenere un sorriso al ricordo.
Da quella sera erano stati inseparabili, fra alti e bassi ormai erano dieci anni che stavano insieme.
Al momento però erano caduti decisamente in basso, forse più di quanto avesse mai creduto possibile.
Si ritrovò a chiedersi se da una caduta del genere ci si potesse rialzare o se, dopo dieci anni, fosse ora di gettare la spugna.
Era un’ipotesi che fino a quella mattina non avrebbe mai preso in considerazione, ma dopo quello che era successo quel pomeriggio non era più sicuro di nulla, soprattutto non era più sicuro che sarebbe mai stato capace di tornare a fidarsi di Sarah.
Era triste, era molto triste, con lei aveva condiviso tutte le cose più importanti della sua vita, i momenti belli, quando la band aveva avuto successo e i loro sogni si erano avverati, i momenti brutti, quando Jimmy li aveva lasciati.
E poi c’era Danielle, la cosa più bella di tutte, la sua gioia, il suo orgoglio più grande.
Non avrebbe mai dimenticato l’emozione di stringerla fra le braccia per la prima volta, quando era nata aveva pensato che era tutto perfetto: aveva Sarah, aveva Danielle, non c’era nulla di più che potesse chiedere.
Sembrava tutto così facile allora, non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe potuta finire così.
Era davvero finita poi? Non lo sapeva, quella era una cosa su cui doveva ragionare a mente lucida, qualcosa che in quel momento non aveva proprio.
“Papà?”.
Zack si voltò di scatto, sorpreso di trovarsi davanti Danielle e sorridendo, era incredibilmente adorabile con quel faccino assonnato e il pigiamino a cuoricini.
“Ehy, che ci fai sveglia piccolina?” le chiese lui, mettendosela sulle ginocchia.
“Ho fatto un brutto sogno” rispose lei, accoccolandosi fra le sue braccia.
“Oh, era solo un sogno principessa” la rassicurò lui, dandole un bacio sulla fronte “Torniamo a letto?”.
Danielle scosse la testa, abbracciandolo.
“Voglio restare qui con te” disse lei e Zack non poté fare a meno di pensare che era testarda esattamente quanto sua madre.
“Signorina, è tardissimo e stasera papà è stato fin troppo buono con te… non approfittarne” le disse lui.
La bimba lo guardò con quell’adorabile broncetto che avrebbe fatto sciogliere chiunque... ovviamente ereditato in tutto e per tutto da Sarah.
“Poche storie, si torna a nanna” ribatté Zack, alzandosi in piedi con Dany in braccio.
Riportò la bambina in camera e la mise a letto, sdraiandosi di fianco a lei per farla riaddormentare.
“Papà?”
“Che c’è piccola?”
“Fino a quando la mamma non torna tu resti con me? Non vai via?”.
A Zack si strinse il cuore, odiava fare questo a Danielle, anche se sapeva che stava facendo la cosa giusta, odiava che la sua bambina sentisse il bisogno di fargli domande del genere.
“Non mi muovo di qui Dany, ok? Papà resta con te sempre, chiaro?”.
La bambina annuì e si sporse per dargli un bacio sulla guancia, poi si accoccolò fra le braccia del ragazzo.
Zack rimase con lei fino a quando non fu assolutamente certo che dormisse, poi si alzò e uscì dalla stanza e stavolta decise di seguire l’esempio della piccola, era ora anche per lui di dormire e si diresse verso la sua stanza, sperando che davvero la notte portasse consiglio, ne aveva disperatamente bisogno.
 
Aprile 2016:
 
Zack era nervoso.
Stava aspettando che Sarah arrivasse e non aveva la più pallida idea di come gestire la cosa.
Non la vedeva da quando l’aveva mandata fuori di casa, ormai quasi sei mesi, aveva volutamente evitato di vederla per tutto quel tempo.
Certo, nel frattempo la ragazza aveva ricominciato a vedere Danielle, una volta che era entrata in un centro di riabilitazione e ci aveva passato almeno un mese, ma tutti i contatti, tutti gli accordi li aveva avuti tramite Brian, all’inizio perché Sarah non poteva parlare direttamente con lui, una delle regole della struttura in cui si trovava era che non poteva avere contatti con l’esterno al di fuori di una visita settimanale, poi, una volta che Sarah era uscita, perché Zack aveva preferito così, nonostante fossero passati tre mesi in quel momento, non si sentiva ancora pronto per parlarle.
Non era stato facile accettare di farle rivedere Danielle, aveva ancora dei grossi problemi di fiducia nei confronti di Sarah al momento della sua prima richiesta, ma Brian lo aveva convinto, garantendogli anche che lui sarebbe sempre stato presente e alla fine Zack aveva ceduto.
Il giorno del sesto compleanno di Maya, il 16 Dicembre, Brian era passato a prenderla e l’aveva portata con sé per la sua visita settimanale a Sarah.
La bambina ovviamente era in estasi e Zack si era sentito in colpa per essere così riluttante, d’altronde chi poteva biasimarlo se si preoccupava, visti i precedenti?
Tuttavia, quando Brian gliel’aveva riportata qualche ora dopo, aveva visto Dany talmente felice che ogni incertezza si era dissipata, non faceva altro che parlare di Sarah, di quanto si fossero divertite e di quanto non vedesse l’ora di rivederla di nuovo.
Da quel momento, Brian aveva portato Dany con sé tutte le settimane fino alla seconda settimana di Dicembre, quando Sarah era uscita dal centro di riabilitazione.
A quel punto, Sarah aveva chiesto, sempre tramite Brian, se potesse passare delle giornate con la bambina e Zack non aveva trovato nessun motivo per negarglielo, in parte rassicurato dal fatto che Sarah viveva ancora da Brian e Michelle, seppur nella dependance, quindi sapeva che Danielle era in un posto sicuro, in parte perché l’amico lo aveva aggiornato sui progressi della sorella, definendoli ottimi.
Questa routine era andata avanti senza intoppi fino a quel momento, ma il giorno prima era successo qualcosa che non si aspettava.
Brian lo aveva chiamato e gli aveva detto che Sarah avrebbe voluto parlargli, se gli andava.
Doveva riconoscerle che si era comportata in modo esemplare, aveva rispettato sino ad allora il suo desiderio di evitarla e anche per chiedergli di smettere di farlo usava sempre suo fratello come tramite.
Non era stata una decisione facile, ma aveva accettato, d’altronde non poteva evitarla per sempre, prima o poi avrebbero dovuto parlare, erano pur sempre sposati in fondo.
Ecco, quella era un’altra cosa su cui riflettere, il fatto che, nonostante ne avesse avuto tutte le ragioni e tutti se lo aspettassero da lui, non aveva mai chiesto il divorzio o anche solo parlato di farlo, doveva decisamente pensare a questo dettaglio.
Fu riportato alla realtà dal suono del campanello e, per quanto avesse cercato di prepararsi, trovarsi davanti Sarah fu molto più destabilizzante di quanto non avesse pensato.
“Ciao Zack” lo salutò lei, esitante.
“Ciao Sarah” rispose lui, spostandosi per lasciarla entrare.
Lei si fermò nell’ingresso, muovendosi solo per seguirlo quando lui si diresse verso la cucina.
Si sedettero uno di fronte all’altro al tavolo e calò qualche attimo di silenzio imbarazzante.
“Come va?” chiese infine lei per rompere il ghiaccio.
“Non c’è male” rispose lui “Tu come stai?” le chiese poi, cercando di non suonare aggressivo, non voleva partire col piede sbagliato.
“Bene… direi meglio... molto meglio, anzi” disse lei, sorridendo appena “Zack, andrò dritta al punto: mi dispiace, per tutto… non ci sono giustificazioni per quello che ho fatto e non parlo solo della droga nel cassetto di Dany... sono stata un’egoista, ho pensato che fossi l’unica col diritto di stare male e… beh, ho completamente perso il controllo... non posso cambiare quello che ho fatto e dovrò convivere a vita con la consapevolezza che ho messo a rischio la vita della mia bambina... e anche sapendo che ho reso la tua vita un inferno in terra e non mi dispiace certo di meno… insomma, in poche parole: mi dispiace Zack, spero davvero che tu possa perdonarmi prima o poi”
“Non credevo che l’avrei rivista” disse dopo qualche secondo di silenzio il ragazzo.
“Cosa?” chiese lei.
“La… la vecchia Sarah” rispose lui, sorridendo appena: si era fermato appena in tempo, quello che avrebbe voluto davvero dire era la mia Sarah, ma non era il caso in quel momento.
“Se devo essere onesta, anch’io non credevo l’avresti mai rivista... io... beh, c’è stato un momento in cui ho davvero pensato che non sarebbe mai tornata... sono stati mesi difficili, pensavo che l’inferno fosse stato nei mesi dopo l’incidente, ma non è nulla rispetto a quello che è venuto dopo... sono arrivata al punto di disprezzare me stessa e... e se disprezzi qualcuno puoi evitarlo... ma non puoi evitare te stesso ed è... beh, orribile, ecco” spiegò lei, fermandosi un attimo prima di riprendere a parlare e a Zack non sfuggì che era sull’orlo della lacrime.
Non credeva si potesse essere felici di vedere qualcuno prossimo a piangere, ma lui lo era, perché quello significava che Sarah era davvero sulla buona strada per tornare la persona che conosceva lui, la Sarah con cui aveva vissuto quei mesi di inferno non aveva alcun sentimento di quel tipo, ammesso che ne avesse qualcuno in assoluto.
“Non ti sto chiedendo nulla Zack, non ho il diritto di farlo e lo so, spero solo... beh, che col tempo riusciamo quanto meno a tornare a parlarci?”
“Ti dirò la verità Sarah” disse lui “Fino a mezz’ora fa non ero certo di poterlo fare... però non... beh, anche se Brian me lo avrà ripetuto cento volte, non riuscivo a credere che potessi essere tornata... te stessa, ecco... ma alla luce di quello che ho appena sentito, credo che non sia poi così impossibile... dammi solo il tempo di imparare a fidarmi di nuovo di te, è tutto quello che posso dirti”
“Non chiedo altro Zack” rispose lei “Non chiedo davvero nulla di più... so che in pochi mesi ho distrutto tutto quello che abbiamo costruito in dieci anni e mi dispiace che sia dovuto succedere quello che è successo perché capissi in che razza di abisso ero finita...”
“Posso chiederti una cosa?” domandò lui.
“Quello che vuoi Zack”
“Perché lo hai fatto? Voglio dire... perché nel cassetto di Dany, perché? Non riesco proprio a capirlo”.
Sarah sospirò, si aspettava quella domanda.
“Perché... perché non ragionavo come avrei dovuto, tutto quello che avevo in mente era la dose successiva e... c’era questo tizio che mi passava la coca e un giorno mi ha chiesto di tenerne un po’ per lui e... beh, diciamo che oltre ai soldi per le dosi, si aspettava qualcosa di più da me e siccome su quello ho sempre rifiutato, ho pensato che questo invece potevo farlo, per tenermelo buono... e prima che tu lo chieda, non sono mai caduta così in basso da andare con qualcuno per una dose o per qualsiasi altro motivo” disse lei e Zack non poté negare di aver pensato alla domanda “Ce l’avevo messa la sera prima e l’avrei tolta la sera in cui l’hai trovata... non ho pensato a Dany, mi vergogno ad ammetterlo, ma non ho minimamente pensato che potesse trovarla lei... pensavo solo a come non farla trovare a te e mi è sembrata la soluzione migliore... è stupido, ma non... diciamo che non ragionavo proprio come una persona… normale, ecco”.
Zack annuì, non era molto diverso da quello che aveva sempre pensato lui, ma aveva bisogno di sentirselo dire da lei.
“Un’altra cosa?” chiese lui.
“Certo”
“Non che mi dispiaccia eh...” premise lui “Ma... cosa ti ha convinta alla fine a disintossicarti? Hai passato mesi convinta di avere il controllo… cos’è cambiato?”
“Beh... quello che mi hai detto quel pomeriggio sicuramente ha aiutato... credo che la prospettiva di perdere davvero tutto mi abbia risvegliato... e poi Brian si è applicato affinché decidessi... spontaneamente, diciamo, di entrare in quel centro”
“Cioè?” chiese curioso Zack: da come lo aveva detto, non sembrava che la versione di Brian, ossia che le aveva detto chiaro e tondo che doveva farlo, fosse attendibile.
“Quando mi ha portato da lui mi ha detto subito che non avrebbe tollerato che continuassi con quella vita e che non poteva costringermi a disintossicarmi, ma a costo di essere accusato di sequestro di persona, non sarei uscita dalla stanza degli ospiti fino a quando non avessi deciso di fare “la cosa giusta”... ma quello che mi ha veramente fatto decidere di farlo è stato il fatto che si è rifiutato di darmi qualsiasi notizia di Danielle nel frattempo”.
Zack la fissò stupito, non pensava che Brian potesse essere tanto drastico e doveva dargliene atto, aveva avuto l’idea giusta.
“Dopo una settimana stavo impazzendo... ero in crisi d’astinenza, non sapevo nulla di voi due, non vedevo nessuno se non Brian e Michelle... sono arrivata letteralmente ad implorare Brian di dirmi come stava Danielle... lui mi ha caricata in macchina, mi ha portata al centro di riabilitazione e mi ha detto che se firmavo per il ricovero, mi avrebbe detto tutto quello che volevo sapere e l’ho fatto... ed eccomi qui” finì di spiegare lei.
“Non è esattamente la versione che mi aveva dato Brian, ma non sarò certo io a dirgli qualcosa visto il risultato” commentò Zack, strappandole un sorriso “Beh... credo di averti chiesto tutto quello che avevo bisogno di sapere... e per la cronaca, sono davvero felice di vederti così... così te stessa, se capisci cosa intendo”
“Capisco benissimo, è la stessa cosa che mi ha detto Brian... ok, anche io credo di aver detto tutto quello che dovevo dirti... e grazie, davvero, grazie per avermi voluto ascoltare Zack”
“Era arrivato il momento di affrontare la cosa... Danielle è felice ogni volta che sta con te, se lei è felice, vuol dire che è il momento che la smetta di fare il bambino, basta lei per quello” le rispose il ragazzo.
“Ero così terrorizzata all’idea di aver rovinato tutto con lei... quando l’ho rivista la prima volta e ho visto che mi correva incontro e mi abbracciava... credo sia stato il giorno più bello della mia vita dopo quello in cui è nata, davvero” disse lei “Mi ha detto che siete stati a Disneyworld, non la smetteva più di raccontare...”
“Oh sì, si è divertita un mondo quel weekend” commentò Zack, sorridendo al ricordo: un paio di settimane dopo aver mandato via di casa Sarah, il ragazzo non sopportava più il faccino triste della bambina e aveva pensato che farle cambiare aria per qualche giorno sarebbe stata una buona idea.
Senza dirle dove andavano, le aveva preparato i bagagli e l’aveva portata all’aeroporto, riuscendo a mantenere il segreto per tutto il viaggio.
Zack non avrebbe mai dimenticato l’espressione di puro stupore ed estasi sul volto di sua figlia quando il taxi li aveva lasciati davanti ad uno degli hotel del parco, per la prima volta in due settimane l’aveva vista sorridere di cuore ed era tutto quello che avrebbe potuto chiedere in quel momento.
“Mamma!!!”.
Entrambi si voltarono verso Danielle, che dopo pochi secondi era saltata in braccio a Sarah.
“Ehy, ciao piccola!” le rispose lei, dandole un bacio sulla guancia.
“Non sapevo che venivi!”
“Dovevo fare due chiacchiere con papà... adesso vi lascio, ho promesso alla zia Michelle che stasera le davo una mano con la cena... ma domani come d’accordo vieni da me, ok?” le disse la ragazza “Ti ho presa in parola, domani facciamo i biscotti” aggiunse poi e la piccola annuì.
“Sì, poi te li porto papà!” disse lei, voltandosi verso Zack.
“Ci conto” le rispose lui, facendole l’occhiolino.
“Bene tesoro, allora a domani!” la salutò Sarah, dandole un altro bacio prima di rimetterla a terra e alzarsi in piedi.
Zack la imitò e si diressero verso la porta di ingresso.
“Beh... grazie di nuovo Zack… l’ho apprezzato davvero, non scherzavo...”
“Credimi, ha fatto più piacere a me” rispose lui, sincero: non credeva potesse fargli bene parlare finalmente con Sarah, ma era evidente che si era sbagliato.
Lei sorrise, poi lo salutò e si diresse verso la sua macchina.
Zack la guardò partire, poi rientrò in casa, pensando che per la prima volta dopo quel maledetto incidente vedeva uno spiraglio di luce.
Certo, ancora non aveva la più pallida idea di cosa ne sarebbe stato di lui e Sarah, quello era un punto ancora troppo delicato, ma per lo meno ora era certo che quella normalità che aveva agognato per tanto tempo fosse a portata di mano.
 
Dicembre 2016:
 
“Buongiorno e buon compleanno principessa!”.
Zack scoppiò a ridere quando Danielle si tirò la coperta fin sopra alla testa e andò immediatamente ad aprirle le finestre.
“No papà!”
“Tesoro, compleanno o non compleanno devi andare a scuola!” le disse lui, togliendole di dosso le coperte e prendendola in braccio nonostante le sue proteste “Ehy, stai diventando pesantina” aggiunse poi, arrivando con lei in cucina.
“I pancakes!” esclamò felice la bambina, non appena li vide sul tavolo.
“Buon compleanno amore!”
“Grazie mamma, grazie grazie grazie!” rispose lei prima di lanciarsi sui suoi adorati pancakes.
Zack rise di nuovo, poi si rivolse a Sarah.
“Ottima idea devo dire... ma io chi sono?” chiese poi, guardandosi intorno: non gli sembrava giusto che solo Danielle avesse i pancake e il fatto che lui non compisse sette anni quel giorno non gli pareva una buona motivazione per questa mancanza.
“Ci sono anche per te, tranquillo” rispose lei divertita, preparando un piatto anche per lui.
“Grazie” disse lui, dandole un bacio a fior di labbra prima di prendere il piatto.
Lei scosse la testa divertita, si preparò un piatto a sua volta e si sedette al tavolo per fare colazione con loro.
Mezz’ora più tardi, Sarah e Danielle stavano uscendo di casa, la ragazza l’avrebbe portata a scuola e poi si sarebbe vista con Alice per andare insieme a comprare le ultime cose necessarie per la festa, rigorosamente a sorpresa, che avevano organizzato per la bambina a casa di Brian quella sera.
Zack le salutò e tornò nel suo studio, aveva giusto il tempo di recuperare un paio di cose prima di dover correre da Matt per parlare col loro manager del lancio del nuovo album, che sarebbe uscito l’anno successivo. Sparecchiò velocemente la tavola della colazione e non poté fare a meno di ridere ricordando la reazione di Dany ai pancakes, Sarah aveva avuto proprio una bella idea.
Sorrise pensando alla ragazza, a quanto tutto stesse andando meravigliosamente bene.
Non era stata una decisione facile, o forse non era stato facile ammetterlo con se stesso, fatto sta che alla fine aveva capito che non voleva stare senza Sarah, nelle settimane successive alla loro chiacchierata ci aveva interagito un po’ più spesso ed era arrivato alla conclusione che voleva riprovarci, lei ne valeva la pena.
Tutti facciamo degli errori, alcuni gravi, alcuni meno gravi, ma non tutti siamo in grado di ammetterlo e Sarah questo lo aveva fatto.
Era ricominciato tutto gradualmente, si era fermata a cena una sera, un’altra sera erano usciti tutti e tre insieme, poi Zack aveva lanciato la proposta di uscire solo loro due qualche volta, lei aveva accettato... e il resto era venuto da sé, concludendosi con la decisione di tornare a vivere tutti insieme
A giudicare da come stavano andando le cose e dal sorriso perenne di Danielle, avevano preso la decisione giusta.
Quando tutto era cominciato, Zack si era rassegnato al fatto che la sua vita sarebbe cambiata per sempre, che non ci sarebbe più stato nulla di normale, ma dopo quasi due anni da quel maledetto incidente finalmente poteva dirlo.
Viveva in una meravigliosa, adorata normalità.
 
   
 
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