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Autore: Check    15/02/2016    1 recensioni
Non sempre è facile aprirsi, soprattutto con le persone più vicine a noi, quelle con cui si convive tutti i giorni.
è una storia di pensieri, amicizia e qualcosa di più, di coinquiline, abitudine, affetti, di prendere grossi respiri e farsi scoprire, raccontarsi senza temere giudizi e (non)dire "io ci sono".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~…Ed era un pomeriggio a caso…

Pioveva e guardava fuori dalla finestra, non riusciva proprio a distrarsi. Il tè bollente tra le mani, il pc sul tavolino che la guardava e si stava stufando di essere riportato in attività ogni volta che si oscurava per poi rimanere lì, inutilizzato ancora 10 minuti. Il rumore della pioggia non era abbastanza forte da coprire i suoi pensieri e le piaceva, sì…pioveva e poteva vedere quelle piccole goccioline che arrivavano di traverso e andavano a posarsi sui vetri della finestra. Guardava lontano, verso il mare, ma le parole pronunciate la sera prima riecheggiavano ancora in testa.
Non che avesse detto chissà cosa, ma si era aperta. Aperta come poche volte con qualcuno che conosceva e con conviveva. A pensarci bene non c'era niente di troppo strano in realtà, ma era sempre stato più facile aprirsi con persone sconosciute; così su due piedi, non conoscendole, non poteva parlare di qualcosa in comune, per cui parlare di sé stessi era più facile e sarebbe sembrato meno egocentrico di quanto non lo fosse realmente. Seconda cosa…con molta probabilità una persona sconosciuta non l'avrebbe più rivista e anche quelle prime parole dette sarebbero cadute nel dimenticatoio o semplicemente rimaste lì come "curiosità"; perché Maddy sapeva benissimo di non essere una persona noiosa o scontata. Nonostante si aprisse più volentieri con gli sconosciuti, era capace di mantenere comunque un'aura di mistero che andava a smorzare la figura iniziale di "santarellina" che tutti le affibbiavano ad una prima occhiata.
Tuttavia c'era qualcosa che non andava….dopo quell'ultima chiacchierata non sapeva bene cosa aspettarsi. Non erano state le solite quattro chiacchiere con una sconosciuta e forse aveva parlato parecchio, troppo.
Da una parte infatti, pensava che il rapporto si sarebbe fatto più profondo, che avrebbero raggiunto un altro livello di intimità e quindi si era preparata ad un cambiamento, positivo o negativo era ancora da vedere; dall'altra invece, si era creato un po' d'impaccio da parte sua.
Ma nulla era cambiato, le conversazioni erano come prima e, se possibile, erano addirittura più educate del solito, come se QUELLA conversazione non ci fosse mai stata.

La mattina seguente si erano quasi evitate…ognuna con la sua tazza di caffè e la propria ciotola di yogurt e cereali. Sedute l'una di fronte all'altra guardandosi - non guardandosi, perché Maddy lo sapeva…sapeva che Susan amava il silenzio, soprattutto a colazione. Certo, Susan si svegliava ad orari improbabili, si lavava, preparava il caffè e si sedeva a tavola dove solitamente trovava la sua coinquilina intenta a leggere o a scarabocchiare qualcosa sull'agenda. Maddy non era particolarmente mattiniera eh, ma a mezzogiorno era SICURAMENTE in piedi e sbuffando sorridendo pensava "Non come Susan…"

20 minuti di completa pace.
Questo era il tempo della colazione, il tempo del loro gioco, come se continuassero "a sognare nei loro silenzi".
Susan era regolarmente ancora troppo rintronata per spiccicare parola ed era in quell'esatto momento che tra le due scattava qualcosa, cominciava una danza dettata da piccoli segnali di un linguaggio non verbale che era tutto loro: soli sguardi, occhiatine veloci, sbadigli e sorrisi stanchi…e Maddy sorrideva, sorrideva da sola quando "lo sgranocchiare" dei cereali di Susan arrivava a coprire i suoi pensieri e a riempire la stanza che fino ad un attimo prima era avvolta nel silenzio.

Ma quello che adesso si chiedeva, persa nei suoi pensieri era…qualcosa doveva cambiare? Nel senso…era necessario che cambiasse? Non c'erano problemi tra loro, la convivenza andava bene…si erano aperte l'un l'altra, raccontate cose mai dette, espresso i loro dubbi più grandi, psicoanalizzate all'infinito!!!
Aspetta. Forse solo Maddy lo aveva fatto.
Ma si erano ascoltate entrambe, non poteva essere una cosa ad una sola direzione…dai…no!? E chissà cosa aveva pensato Susan a riguardo…se ci aveva pensato. Oddio, quante pare mentali! TANTO RUMORE PER NULLA!

E pensò che in quel momento chiunque avrebbe potuto leggerle i pensieri. Erano così forti e sconfusionati che li poteva quasi sentire materializzarsi in un fumetto sopra la sua testa pronto ad esplodere! Stava per crollare quando si sentì improvvisamente calda…avvolta da un torpore che niente aveva a che fare con la rabbia, l'ansia o la confusione del momento, ma era qualcosa di più dolce e pacato…che la stava in qualche modo "ricompattando". Susan era dietro di lei e l'abbracciava forte. Un abbraccio annoiato, di chi viene lì dopo ore di studio intenso, con la faccia stravolta, gli occhi piccoli e solo tanta, tanta voglia di coccole e dormire. Appoggiò la guancia tiepida contro quella della coinquilina e rimase lì a guardare le luci dei palazzi che cominciavano ad accendersi con l'arrivare della sera. E anche se Susan non lo sapeva, quello per Maddy era stato molto più di un abbraccio! Era ciò di cui aveva più bisogno in quel preciso istante…un contatto che in maniera del tutto improvvisa le comunicasse che lei c'era. Che niente era cambiato…e fuori continuava a piovere.

   
 
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