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Autore: Charlottexx    15/02/2016    1 recensioni
Harry e Lou sono a Los Angeles assieme. Solo loro. Hanno partecipato ai party Pre Grammy entrambi. Ma torneranno a casa dopo le feste e saranno di nuovo assieme.
Tratto dalla storia.
Gli avvolse le spalle in un abbraccio, poggiò il suo mento sulla sua spalla e rimase così, a stretto contatto con l’uomo della sua vita.
‘Mi sei mancato da impazzire. Questa casa senza di te che fai casino è vuota e spenta.’
Allora il castano lasciò le due tazze e si aggrappò alle sue braccia, piegando la sua testa verso il viso di Harry, appoggiato alla sua spalla. Il respiro del riccio a cullarlo.
‘Mi sei mancato anche tu, tantissimo e non vedevo l’ora di rivederti, di stare assieme di nuovo. '
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due notti senza vedersi, quattro notti a cercarsi, non trovandosi.

Era strano dopo i mesi passati assieme, dopo i letti condivisi in tour, dopo i baci notturni rubati sotto la luna durante il tour.

Non era facile ormai stare lontani per due giorni, sapendo di essere nella stessa città.

Los Angeles che ormai era seconda casa di entrambi, dove avevano comprato quel piccolo appartamento a Beverly Hills che li permetteva d i nascondersi assieme, ogni volta che ne sentissero il bisogno.

In quei quattro giorni però non erano mancati i loro contatti nascosti, i loro messaggi durante le ore notturne, la buonanotte lontana ma loro.

La preparazione per i party pre Grammy li aveva tenuti lontani, l’organizzare le uscite, contattare i paparazzi per avvisarli di ogni loro spostamento, solo per fotografare i loro momenti di vita separata sulla costa americana.

Ed eccola la fatidica serata, eccola che iniziava la recita.

Tutti in scena quella sera, a dieci minuti di distanza l’uno dall’altro.

Louis aveva passato il pomeriggio a fare shopping con Oli, una tshirt ed un blazer nero, nulla di impegnativo ed importante perché il suo Pre Party era solamente una scusa per prendere la mano di Danielle, fare qualche foto e rendere i capi felici.

Si era innamorato di quella tshirt, ‘Peace till death’ stampato sul petto, a coprire il suo ‘It is what it is’. Qualche foto con le fan fuori dal centro commerciale e poi via sul fuoristrada che l’avrebbe riportato nel suo appartamento a Calabasas.

Harry aveva trascorso invece la mattinata a Beverly Hills e qualche giorno prima era anche passato dal negozio di mobili vintage per comprare quel tavolino e quella poltrona di cui Lou si era perdutamente innamorato su internet. Voleva farglieli trovare nel loro soggiorno quella notte, quando si sarebbero rivisti dopo i party che li attendevano a LA.

Tutto secondo i piani quindi.

Lou al Primary Wave Grammy Party, esattamente a pochi chilometri di distanza da Harry che invece, partecipava nello stesso momento al Clive Davis Pre Grammy Party.

Poche foto per il riccio, troppe per il maggiore. Mezz’ora di recita con Danielle e poi dritto in macchina, subito dopo aver salutato le fan fuori dal locale. Aveva un’unica destinazione, un unico posto ad aspettarlo.

Nel frattempo Haz era intento a fare due chiacchiere con Jeff, organizzando le poche foto da fare durante il party e commentando, con Glenne, alcuni abiti che proprio non riusciva a digerire

Lui aveva indossato un abito Lanvin, totalmente nero ed una camicia bianco latte che gli fasciava troppo il torace e metteva in risalto il suo stomaco, capelli sciolti sulle spalle e lo sguardo perso a cercare il suo ragazzo pur sapendo non sarebbe mai arrivato a quella festa.

Proprio in quell’istante, mentre stava immaginando Lou in abito da sera, qualcosa nella sua tasca destra vibrò e facendo cenno a Jeff di attendere un attimo, lo sbloccò e notò un solo messaggio.

Un destinatario preciso, come se stesse ascoltato i suoi pensieri.

‘Sono appena tornato a casa. Ho trovato nel soggiorno alcuni mobili nuovi che mi sembrano familiari e che trovo stiano benissimo qui. Vorrei poterti abbracciare adesso. Torna presto che sono qui a casa da solo e mi manchi. Ti amo, L.’

Un sussulto nel petto provocato dall’immagine di Lou, a casa, da solo ad aspettarlo. Il suo uomo che bramava di rivedere.

Un sorriso gli si espanse sul viso, Jeff lo riconobbe e gli fece capire che nel giro di un’ora sarebbero usciti da lì dentro.

Poco dopo aver scattato qualche altra foto, fatto due chiacchiere con Mr. Azoff ed altri ospiti, vide avvicinarsi Glenne, che prendendolo sotto braccio, gli chiese se volesse accompagnarla verso l’uscita, pronti a lasciare il party.

Con attenzione l’aiutò a scendere le scale, senza inciampare nell’abito nero lungo che le fasciava il corpo magro. Le aprì lo sportello dell’auto in cui era già salito Jeff. Un saluto rapido a tutti e si incamminò velocemente verso l’auto dietro di loro che lo stava aspettando.

Era sempre Austin, il suo autista americano, nonché l’uomo a cui lasciava le chiavi di casa sua quando doveva partire da Los Angeles. Ormai sapeva già la sua destinazione.

Senza chiedere nulla, mise in moto l’auto e partì verso Beverly Hills, a pochi minuti da lì.

Il Range Rover nero si fermò poco dopo e ringraziandolo ancora per il passaggio, accennando un sorriso all’autista, scese e chiuse lo sportello.

Sempre con la sua gentilezza addosso, con un gesto nobile alla Harry Styles.

Piccoli passi, silenziosi, curati. Il battito accelerato nel petto, l’ansia di rivedere il suo uomo dopo quei pochi giorni separati che erano sembrati infiniti.

Un leggero bussare alla porta, il rumore della televisione accesa e dei passi veloci dall’interno.

La porta si aprì velocemente e ciò che Harry vide fu più di ciò che si potesse immaginare.

Eccolo.

Louis era in piedi davanti a lui, con ancora addosso la tshirt del party ed un paio di boxer troppo grandi per lui. Familiari, fin troppo.

Qualche passo avanti, verso di lui e la porta si chiuse. Lou lo abbracciò di slancio. Il corpo piccolo e minuto del più grande a contatto con il tessuto leggero della camicia di seta bianca, una mano attorno ai suoi fianchi. Abbassò lo sguardo verso Louis, che gli sorrise e facendogli l’occhiolino, gli propose una tazza di the caldo.

Un bacio sulla testa del castano che subito sciolse il contatto ed andò verso l’enorme bancone in cucina a scaldare l’acqua.

Harry seguiva ogni movimento stando seduto su uno degli sgabelli dell’isola centrale. Le mani sul tavolo, torturandosi gli anelli, giocandoci.

Una scena quotidiana, l’abitudine dei gesti.

Lou troppo basso per arrivare a prendere le bustine da the nello scomparto della cucina più alto, Harry già in piedi dietro di lui ad aiutarlo, porgendogli la scatola verde ed andando verso il frigorifero a prendere il latte.

Famiglia e amore in piccoli momenti di vita ormai conosciuti a memoria.

Il bollitore poi fischiò ed il suo ragazzo iniziò a mettere l’acqua nelle due tazze bianche con gli arcobaleni, quelle che Harry si era convinto a comprare dopo averle usate sul set della Nasa per il video.

Un po’ di latte, una zolletta di zucchero ed ecco pronto.

Lou stava mettendo in ordine le cose sul piano in marmo quando Harry si alzò silenziosamente e si avvicinò al più grande. Gli avvolse le spalle in un abbraccio, poggiò il suo mento sulla sua spalla e rimase così, a stretto contatto con l’uomo della sua vita.

‘Mi sei mancato da impazzire. Questa casa senza di te che fai casino è vuota e spenta.’

Allora il castano lasciò le due tazze e si aggrappò alle sue braccia, piegando la sua testa verso il viso di Harry, appoggiato alla sua spalla. Il respiro del riccio a cullarlo.

‘Mi sei mancato anche tu, tantissimo e non vedevo l’ora di rivederti, di stare assieme di nuovo. E poi quando sono entrato in casa ho trovato quella poltrona e stavo per piangere perché si abbina perfettamente al quadro sopra il caminetto ed al tappeto in soggiorno. Grazie, grazie per averla presa.’

Si rigirò nelle sue braccia e si ritrovarono faccia a faccia, stretti tra i loro due corpi.

Si sorrisero, la mano di Harry intorno al viso di Lou che in punta di piedi rimosse la distanza tra loro.

Si baciarono come se non lo facessero da settimane, mesi. Era un contatto leggero, era il loro modo di dirsi ciao, di combaciare di nuovo tra loro.

Le mani a cercarsi, i respiri sospesi. Erano finalmente a casa, assieme.

Fu il più grande ad allontanarsi per riprendere aria, i boxer leggermente più gonfi del solito.

Harry se ne rese subito conto e mise su quel ghigno divertito di chi ha già un’idea in testa.

‘Vado a provare la poltrona nuova, vieni anche tu?’, sussurrò piano.

Si allontanò da Lou, si tolse gli stivaletti neri, lasciandoli in un angolo vicino alla porta finestra della cucina e si sfilò la giacca. Si sbottonò parte della camicia bianca in seta e sfilò via la fascia in vita ai pantaloni.

Prese una tazza di the dalle mani del suo ragazzo e si andò a sedere sulla poltrona nuova, appoggiando i piedi sul tavolino vintage al centro della stanza.

Lo sguardo puntato verso il televisore ancora accesso. Si voltò al rumore leggero dei passi di Lou nel corridoio, per poi vederlo entrare nella sala, avvicinarsi a lui per chiedergli un po’ di spazio.

Si sistemò meglio sulla poltrona e Lou gli si stese sopra, facendosi spazio fra le sue gambe lunghe. Una mano sul petto largo di Harry e una a sorreggere la tazza di the.

Stavano vedendo una parte di Love Actually, quando all’improvviso un movimento brusco del riccio, in cerca di una posizione più comoda, fece rovesciare l’intera tazza di the tiepido addosso a lui, inzuppando la sua camicia di seta bianca.

Un urlo si espanse nel soggiorno, Louis saltò in piedi, lo fissò ed iniziò a ridere.

Harry sollevò lo sguardo scettico osservando dal basso l’altro piangere dal divertimento.

Non riuscì nemmeno a parlare perché il castano iniziò ad avvicinarsi lentamente, si sedette su di lui a cavalcioni e quasi senza respirare, iniziò a sbottonare totalmente la camicia che ormai trasparente metteva in risalto il petto tatuato del più giovane.

Una visione ed un’idea.

Finito con la camicia, si abbassò col viso verso il petto di Harry che con lo sguardo perso non riusciva a capire bene cosa stesse facendo l’altro.

Louis sfiorò con la lingua una piccola goccia di the, rimasta dopo aver tolto la camicia.

Iniziò così una danza alla ricerca delle tracce più nascoste di ciò che doveva essere il suo the.

E ad Harry tutte queste attenzioni non dispiacquero affatto, anzi accrebbero in lui il bisogno che avesse di Lou. Mise una mano tra i capelli del castano, che sorridendo, continuò a leccare via il liquido dal suo petto.

Le loro mani incastrate quasi a significare il loro essere di nuovo assieme, legati ed incastrati sulla loro poltrona.

L’erezione nei pantaloni di entrambi che continuava a crescere, ormai scomoda nei pantaloni di Harry e visibile nei boxer di Lou.

Continuò con la lingua fino al bordo dei pantaloni e si fermò.

Gli abbassò la cerniera ed il bottone, abbassando leggermente i boxer del più giovane. Infilò una mano nelle sue mutande ed iniziò a pompare il pene ormai pieno di Harry. Era bagnato di liquido pre seminale, quasi arrivato al termine solo grazie alle attenzioni di Lou sul suo petto.

Era eccitato dall’idea di essere di nuovo assieme, a casa. Un bacio bagnato tra i due, la mano di Lou ancora nei boxer di Harry.

Il più grande si abbassò verso uno dei capezzoli turgidi del più giovane e nel momento in cui iniziò a morderlo, Harry venne con un gemito acuto.

Si ripulirono con la camicia di seta che giaceva sul pavimento.

Louis si accoccolò su di Harry e sussurrò qualcosa sotto voce.

‘Mi è mancato il tuo sapore. Mi sono mancate le tue mani a darmi forza e le tue braccia attorno al mio corpo. Mi è mancato il tuo sguardo, attento e riflessivo. Mi è mancata la nostra casa che con questa poltrona è ancora più nostra. Mi sono mancati i tuoi gemiti rochi ed eccitanti.’

E senza rendersene nemmeno conto si stavano baciando, dichiarandosi amore eterno come ogni volta.

Harry si sporse poi verso Lou, premendo una mano sui suoi boxer, ma venne bloccato dalla voce dell’altro.

‘Ho sonno e sono troppo stanco per alzarmi e camminare verso il nostro letto. Basta così per stanotte ti prego’, piagnucolò Lou.

Ecco l’occasione di tornare ancora più a casa.

Senza farselo ripetere due volte, Harry si alzò e lo prese in braccio. Petto contro petto, le mani attorno alle cosce muscolose del suo ragazzo.

Salì la rampa di scale che divideva zona giorno da zona notte e aprendo la porta con il piede, fece stendere Lou sul letto.

Si sfilò i pantaloni e li appoggiò alla sedia vicino alla scrivania colma di tutti i diari pieni di poesie che aveva completato durante i viaggi.

Tutte dedicate a lui, alle persone conosciute lungo il suo cammino, ai sapori e agli odori che il mondo offriva.

Si legò i capelli in un gesto automatico e si sedette sull’enorme letto.

Lou osservava i suoi gesti automatici, di nuovo comuni.

‘Danielle non sa farsi quel coso che ti fai tu con i capelli. È proprio negata. Ha detto che vuole capire come tu possa farlo e quindi ha chiesto di chiamarla uno di questi giorni per spiegarglielo.’, ghignò verso la fine.

‘Spero tu stia blaterando nel sonno e non stia dicendo sul serio una cosa del genere perché potrei usare un’arma in mio possesso, per farti molto male ’, lo sguardo puntato negli occhi dell’altro.

‘Un’arma dici? Mostramela, ti prego.’ ,lo sguardo malizioso, ‘E comunque no, Danielle me l’ha chiesto davvero’, sorridendo.

A quel punto, Harry si avvicinò al più grande, gli sfilò la tshirt ormai sporca ed anche i boxer. Fece lo stesso con i suoi.

Spense la luce, non prima di aver ammirato l’uomo al suo fianco ed aver sorriso.

Coprì entrambi con il lenzuolo.

‘Mi sei mancato anche tu Lou, davvero. E finalmente siamo a casa.’

‘Siamo a casa assieme amore’.

Si addormentarono dopo essersi baciati dolcemente con ancora il loro sapore addosso.


 

   
 
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