Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: Cara_Sconosciuta    22/03/2009    9 recensioni
Chris e Joe finalmente riescono ad adottare un bambino, ma ci sono cose che la creaturina, prima di venire al mondo, deve sapere... Accenni slash per ovvi motivi, rating giallo per la difficoltà del testo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piccola introduzione, come al solito, per questa one shot un po’particolare.

Allora... al corso di teatro che ho frequentato lo scorso mese una ragazza ha presentato come monologo un brano tratto da “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallacci che mi ha a dir poco affascinato e ho deciso di leggere il libro.

Purtroppo, per il poco tempo a disposizione ancora non ci sono riuscita, ma ho deciso di condividere con voi quel brano che tanto mi ha impressionata. Questo racconto, in cui le frasi azzurre sono rubate, appunto, dal romanzo breve della Fallacci (mettendo insieme le frasi leggerete il testo completo: non ne ho tagliato nemmeno una virgola), è basato su un suggerimento di Marta/Minako che, dopo aver letto una mia shot jhris non pubblicata, mi ha comunicato che le sarebbe piaciuto davvero vedere Joe e Chris adottare un bambino (prima che si creino incongruenze, in molti stati americani, al contrario che in Italia, le adozioni da parte di coppie omosessuali sono permesse e non così rare). In particolare, doveva essere una bambina.... leggendo scoprirete cosa sarà...o forse no... In ogni caso, proprio come il libro, questo raccontino non è altro che una specie di lettera mentale che Chris scrive al suo/a futuro/a figlio/a che, però, ha una differenza fondamentale con quello della Fallacci: lui o lei nascerà.

Per questo il mio racconto non è triste, ma solo pieno della speranza che qualsiasi genitore nutre prima di veder venire alla luce il proprio bambino.

Dedicata alla socia, ma anche a Pierre e Fabrizio, al primo per una bella serata, al secondo per aver ispirato il personaggio di Christian.

 

I Jonas Brothers  e “Lettera a un bambino mai nato” non  mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.

 

Temperance

 

Ad un bambino
Image Hosted by ImageShack.us

Oggi mi hanno detto che esisti.

È squillato il telefono e all’altro capo della linea c’era un’assistente sociale, una di quelle donne grigie e serie che negli ultimi mesi io e Joe abbiamo imparato a stimare e detestare con tutti noi stessi e che mi diceva che tu avevi iniziato ad esistere.

Sì, hai capito bene, stimare e detestare insieme, perché imparerai che la vita non è mai tutta bianca o tutta nera, ma sempre piena di tante, tantissime sfumature. Ma di questo parleremo dopo.

Mi sto preparando, sai?

Mi sto preparando perché stasera verrò ad incontrarti. Beh, non proprio te, ma la tua mamma che non ti può tenere con sé e ha deciso che io e Joe potremo crescerti meglio di lei. Credo sia una brava persona, la tua mamma, solo che è troppo giovane, non ce la fa a badare a se stessa e anche a te, ma ti prometto che noi faremo tutto il possibile per svolgere al meglio il compito che ci siamo assunti.

Passerai da una famiglia un po’strana, fatta da una sola ragazzina spaurita ad una ancora più strana. Una famiglia senza donne e con due padri, ma non sarà poi così male, te lo prometto: sarai la nostra piccola principessa... o il nostro piccolo principe, chi lo sa?

Vorrei che tu fossi una donna perché ci ho pensato tanto e mi vedo molto meglio come padre di una bella bambina. Non so perché, non me lo chiedere... forse sento che potrei capirti meglio, se fossi una donna...e poi si sa, che le femminucce con i loro papà vanno più d’accordo.

Le donne, in fondo, sono le creature più strane e meravigliose che siano state mai create, forse una delle cose più belle su questo mondo che troppo spesso è ingiusto. E proprio per questo sono anche tra quelle che hanno sofferto di più.

Si, perché ciò che è bello tende ad essere o a sembrare fragile...e allora gli altri gli si avventano addosso e se vuole uscire dal suo stato di inferiorità deve lottare, con le unghie e con i denti e non sempre ce la fa.

Ma ci sono tante, tante donne coraggiose che dovrebbero essere l’orgoglio del paese in cui hanno vissuto. Ecco, mi piacerebbe che tu fossi una di loro.

Ma se nascerai uomo, io sarò contento lo stesso. E forse di più, perché ti saranno risparmiate tante umiliazioni, tante servitù, tanti abusi. Perché te l’ho detto, essere donna deve essere davvero stupendo, ma anche tanto difficile. Per questo una parte di me vorrebbe che tu fossi un uomo; non certo perché lo sono io. Io non lo so perché sono uomo...forse è stato un errore e la mia vita non è stata una passeggiata, ma non necessariamente anche per te deve essere così.

Se nascessi uomo, uomo davvero, in molte cose saresti facilitato, perché un uomo ha molte meno limitazioni di una donna, è sempre stato così e temo che sempre lo sarà, anche se davvero non è giusto per nulla. In ogni caso, per te non può essere che un bene perché, se nascerai uomo, ad esempio, non dovrai temere di essere violentato nel buio di una strada.

Beh, no, non è sempre vero, però fidati, rischierai molto meno perché, in ogni caso, avrai più forza che ti servirà per difenderti almeno un po’. L’unica cosa per cui non devi usarla mai, quella forza, è per diventare tu uno di quegli animali che stuprano le donne per strada, perché allora non saresti più mio figlio, ma un perfetto sconosciuto.

Se fossi nato un po’prima, appena una ventina di anni fa, ti avrei detto anche altro...altro che oggi, purtroppo, non vale più poi così tanto. Ma sai che cosa? Te lo dico lo stesso, quello che ora non vale più, perché così ti rendi conto che nascere uomo è sempre stata una delle miglior cose che potesse capitare ad un essere umano.

Perché se nascerai uomo non dovrai servirti di un bel viso per essere accettato al primo sguardo, né di un bel corpo per nascondere la tua intelligenza. O forse sì, ti capiterà, ma lo farebbe molto più di sovente se fossi donna, davvero.

Se sceglierai di essere un uomo “normale”, nel senso tradizionale di questa parola che, però, stampatelo bene nel cervello, non è assolutamente giusta, se la gente ti vedrà come normale, dicevo, non subirai giudizi normali quando dormirai con chi ti piace... certo, a meno che tu non diventi come me e l’altro tuo padre, ma questo è un altro discorso e lo faremo più avanti. Di certo, comunque, non ti sentirai mai dire che il peccato nacque il giorno in cui cogliesti una mela. Lo so, magari questa cosa ti suona un po’femminista, ma in un mondo votato eternamente al maschilismo, non farà male di certo, non credi? Perché pensaci, bambino... senza le donne che ci hanno partorito nessuno di noi sarebbe al mondo e se non è degno di rispetto chi genera la vita non vedo davvero chi potrebbe esserlo.

Con tutto questo non voglio dire che nascere uomo sia un male, anzi... potrai fare molto e farlo più facilmente. Se nascerai uomo faticherai molto meno, lo sai, bambino? Ma dovrai agire per buone ragioni, altrimenti è inutile, no?

Potrai batterti più comodamente per sostenere che, se Dio esistesse, potrebbe essere anche una vecchia con i capelli bianchi o una bella ragazza. Non ho una gran simpatia per la religione, ma questo l’avevi già capito, eh, bambino? È che la trovo antica, incapace di tenersi al passo con i tempi, ma non ti preoccupare: anche in questo tu potrai avere le tue idee. Quelle di Joe sono ben diverse dalle mie, ma non l’ho mai criticato per questo.

Potrai disubbidire senza venir deriso, amare senza svegliarti una notte con la sensazione di cadere in un pozzo, difenderti senza finire insultato e tante, tante altre cose meravigliose, ma essere un uomo non è solo questo, bambino. Sarebbe bello se fosse così, ma purtroppo niente è mai completamente rosa e, credimi, nessuno lo sa meglio di me, che ho dovuto lottare anima e corpo semplicemente per difendere il mio diritto di esistere e di essere come sono.

Io ti auguro con tutto il mio cuore di non passare mai quello che ho passato io, e posso prometterti che, da parte dei tuoi genitori, non ci sarà mai alcun giudizio nei tuoi confronti, ma quello che non posso fare, bambino, è nasconderti che, naturalmente, ti toccheranno altre schiavitù, altre ingiustizie: nemmeno per un uomo la vita è facile, sai.

Poiché avrai muscoli più saldi, ti chiederanno di portare fardelli più pesanti, ti imporranno arbitrarie responsabilità, soprattutto se avrai una famiglia. Spesso non si pensa a quanta importanza si dia alla figura dell’uomo all’interno della famiglia. Già solo il fatto che sarà il tuo cognome a passare ai tuoi figli... io la trovo una responsabilità non indifferente e qui non mi vergogno di ammettere che sono un codardo. Ti chiamerai Jonas, piccolo mio... ma mi perdonerai, vero, questo piccolo atto leggermente fifone? D’altronde, Prato non è poi tutto questo splendore, come cognome... e poi è italiano, straniero. Fidati, bambino, sarai già additato come diverso senza avere un cognome straniero.

Ma c’è altro... ed è peggio, a mio avviso. Se nascerai uomo, poiché avrai la barba, rideranno se tu piangi e perfino se hai bisogno di tenerezza e questo, bambino, è profondamente ingiusto, perché anche un uomo ha bisogno di sfogarsi, ogni tanto, e carezze e baci sono qualcosa per il cui desiderio mai nessuno dovrebbe essere deriso. Poiché avrai una coda davanti, ti ordineranno di uccidere o essere ucciso alla guerra, anche se io non ho la minima intenzione di lasciartelo fare: sei il mio bambino e scoprirai presto quanto io sappia essere estremamente protettivo.

In definitiva, ci sono molte altre cose, belle o brutte, che ti saranno richieste per il semplice fatto che sei nato con una coda davanti, eppure, o proprio per questo, essere un uomo sarà un’avventura altrettanto meravigliosa: un’impresa che non ti deluderà mai e se la vivrai al meglio non troverai nulla in grado di renderti più fiero.

Parola di chi quest’avventura la sta vivendo da un po’e non vorrebbe cambiarla nemmeno di una virgola. Perché essere un uomo è qualcosa di davvero speciale, bambino: vuol dire avere la forza di proteggere chi ha bisogno di te, ma è anche difficile, molto difficile e dura, quando non riesci a darla come vorresti, quella protezione.

Perché sei un uomo e non sei un dio... e molti non lo capiscono. Molti pensano che basti una frase per decidere le sorti di una persona, una carica politica per far scoppiare una guerra, un po’di notorietà per essere immortali.

Sono fesserie, bambino, non crederci mai e vivi essendo ciò che sei, nulla di più, nulla di meno e non rimarrai deluso... almeno lo spero perché, se nascerai un uomo, spero che sarai un uomo come l’ho sempre sognato ma come mai l’ho trovato. Intendiamoci, io amo Joe, lui è fantastico, è molto probabilmente la mia anima gemella, anche se non so se tu crederai a questa leggenda, ma un uomo così, come lo intendo io... se nascerai così, bambino, credo che sarai il primo e l’ultimo che incontrerò nella mia vita.

Perché, se nascerai così, sarai dolce coi deboli, feroce coi prepotenti, generoso con chi ti vuol bene, spietato con chi ti comanda e mai, mai ingiusto con chi da te si merita rispetto, con chi ti ha regalato la sua fiducia. Non cederai alle lusinghe di chi tenterà di portarti lontano da ciò che è giusto offrendoti potere e ricchezza, perché capirai che sono cose di cui si può tranquillamente fare a meno. Infine, se deciderai di pensarla come me, sarai anche nemico di chiunque racconti che i Gesù sono figli del Padre e dello Spirito Santo: non della donna che li partorì. Beh, forse non proprio di chiunque... di tuo padre no, per lo meno...e di tuo nonno neanche, perché loro credono, sì, ma in un modo giusto, in un modo libero. Loro, bambino, non farebbero mai guerra a nessun in nome di quel Dio che tanto ammirano perché ne hanno capito i veri insegnamenti, e non quelli che tutti cercano di venderci ogni giorno come autentici senza nemmeno capire bene di cosa stiano parlando.

Mi capisci, bambino? Forse no... forse uso parole troppo difficili, ma non ne so trovare altre. Lavoro con i computer, io, e le parole non sono proprio il mio pane.

Però, bambino, io sto cercando di spiegarti che essere uomo non significa avere una coda davanti: significa essere una persona. E, anzitutto, a me interessa che tu sia una persona, del tuo sesso non mi importa assolutamente nulla.

Se ci pensi, bambino, è una parola bellissima, la parola persona, perché non pone limiti a un uomo e una donna, non traccia frontiere tra chi ha la coda e chi non ce l’ha. È la parola più intelligente che ci sia, ma anche la più complessa... perché non è così facile, essere una persona e non un uomo o una donna, anche se, del resto il filo che divide chi ha la coda da chi non ce l’ha, è un filo talmente sottile: a volte nemmeno si vede, a volte si dimentica del tutto, perché, in pratica si riduce alla facoltà di maturare o no una creatura nel ventre.

Che non dico non sia una cosa importante, per carità: è la facoltà che permette a tutti noi di essere qui e che permetterà a te di arrivarci, in questo pazzo mondo, ma non è la sola cosa che conta, lo sai? Perché il cuore e il cervello non hanno sesso. Nemmeno il comportamento, considerato che, oggi come oggi, uomini e donne fanno idiozie e opere di bene esattamente con la stessa frequenza. Peccato che troppo spesso le prime prevalgano sulle altre. Ma questo ora non c’entra. Ciò che sto cercando di dirti è che nessun comportamento, nessun modo di essere è determinato dal sesso che una persona ha, perché nessuno se l’è scelto, il proprio sesso, ma tutti possiamo scegliere di vivere al meglio oppure no. Oggi, nessuno impedisce ad una donna di diventare chirurgo, né ad un uomo di fare il maestro d’asilo e, ne sono sicuro, molto preso il mondo riuscirà anche ad accettare in modo completo chi, come me e tuo padre, ama in modo un po’diverso... ma anche chi, come tua madre, fa un errore di gioventù. Non è per queste scemenze che bisogna essere segnati a vita come diversi o stupidi. Perché pensaci, bambino... se tua madre non avesse commesso quell’errore, tu ora non saresti lì, pronto ad entrare nel mondo, e se io e tuo padre amassimo come tutti gli altri il tuo futuro sarebbe tutto diverso e le nostre strade probabilmente non si sarebbero incrociate mai.

Non è meraviglioso il destino, bambino?

Insomma, io voglio semplicemente che tu sia te stesso nel miglior modo in cui ti sia dato di esserlo. Se sarai una persona di cuore e di cervello, ricordalo, io non sarò certo tra quelli che ti ingiungeranno di comportarti in un modo o nell’altro in quanto maschio o femmina. Potrai sempre ridere e piangere con me, potrai raccontarmi i tuoi segreti o gioire e soffrire in silenzio, potrai preferire Joe a me: non sarò geloso... o, almeno, non lo sarò troppo. Potrai amare chi vuoi e come vuoi, potrai credere o voler vedere come i tuoi occhi: non sarai mai trattato peggio o meglio di quanto meriterai... ma c’è una cosa, una cosa sola che io ti chiederò. Ti chiederò solo di sfruttare bene il miracolo d’essere nato, di non cedere mai alla viltà. È una bestia che sta sempre in agguato la viltà... Ti intimerà di stare attento ai giudizi degli altri, di vergognarti di ciò che sei, di cercare approvazione da chi non vale un terzo di te, ma tu non la devi ascoltare mai perché, se dovessi farlo, allora cesserai di essere una persona come io la intendo. Questo vorrebbe dire perdere il mio rispetto, forse il mio amore e io non voglio che accada, bambino.

Dovrai essere coraggioso per vivere in questo mondo, lo sai? Perché il rischio è dappertutto e tu avrai una voglia matta di abbandonare tutto e fuggire. Lo so perché l’ho desiderato tante volte anche io, ma non ho ceduto e ora sono felice perché, se avessi lasciato perdere, se fossi scappato, ora non sarei qui ad aspettarti. Non sarei qui con il mio Joe. Non vivrei.

Quindi non dovrai evitare il rischio, mai: anche se la paura ti frena. Venire al mondo è già un rischio: quello di pentirsi, poi, d’esser venuti. E se è nel rischio che sei nato, perché dovresti, poi, averne paura? Sarebbe insensato, non trovi?

Non lo so, bambino... non lo so se hai capito qualcosa di ciò che ti ho detto... Forse è troppo presto per parlarti così. Forse dovrei tacerti per ora le brutture e le malinconie, raccontarti un mondo di innocenze e gaiezze, ma non potrei mai farti questo, amore mio: sarebbe come attirarti in un inganno e non c’è nessuno che io voglia ingannare meno di te, dato che tu ancora non sai che cosa è la vita e crederesti incondizionatamente a qualsiasi cosa io ti dica, senza avere l’opportunità di controllare, di ribattere. Ne avrai di tempo per ribattere... quindi per ora sarò onesto e basta con te, non ti addolcirò la pillola, perché sarebbe un po’come indurti a credere che la vita è un tappeto morbido sul quale si può camminare scalzi e non una strada di sassi, bambino. Una strada in salita, impervia e battuta dal vento, un po’come quelle di alta montagna, che portano, sì, ad una vista stupenda, ma hanno tanti ostacoli da superare... tanti sassi in cui sarebbe meglio non incappare, sassi contro cui si inciampa, si cade, ci si ferisce. Sassi contro cui bisogna proteggersi con scarpe di ferro, un ferro che si chiama cinismo, un’arte che io non possiedo, ma che mi sarebbe utile, perché permette di vedere le cose come stanno e non come vorremmo che fossero... ma che mette anche tanta, tanta tristezza nella vita di chi ce l’ha. Tutto sommato, dunque, è meglio così... solo con le mie scarpe di cuoio che proteggono un po’, sì, ma neanche questo basta perché, mentre proteggi i piedi, c’è sempre qualcuno che raccoglie una pietra per tirartela in testa. È triste, lo so, ma non è tutto così nero, bambino, stai tranquillo... la vita è difficile, sì, ma per fortuna ci sono le altre persone a tenerci su di morale.

Persone che ci odiano o ci vogliono bene ma che, comunque, ci insegnano a vivere.

Persone come Joe, accanto a me, che mi tiene la mano, emozionato come se fosse lui, quello che tra sette mesi verrà al mondo. E forse sarà così... perché dicono che diventare genitori è un po’come nascere una seconda volta.

Persone come la tua mamma, che mi sorride un po’imbarazzata dalla porta della sua casetta. È una donna bambina, la tua mamma, ma ha tanta forza negli occhi. La forza di chi metterà al mondo una creatura pur sapendo di non potersene occupare. La forza di affidare proprio figlio ad altri.

Che non la deluderanno, lo giuro quant’è vero il mondo.

E poi ci sono le persone come me, il tuo papà numero uno, che si scrive ad un tavolo e butta giù pagine su pagine che non verranno mai lette, perché risulterebbero troppo noiose a chiunque, ma che sono uno sfogo e quindi fanno bene al cuore.

E per oggi ho finito, figlio mio, figlia mia. Ora ti passo il testimone: la vita tocca a te, adesso. Fanne buon uso.

Christian

 

Con gli occhi lucidi, Susan Jonas ripiegò il foglio in quattro e lo ripose nella busta dove aveva riposato per anni, forse dimenticato o forse solo in attesa di essere letto. Non aveva idea di quale strano scherzo del destino l’avesse portata, quel giorno, a imbattersi in esso, semplicemente cercando un documento nel comodino di suo padre... era vero, allora, che a volte anche la sorte fa qualcosa di buono.

E non avrebbe potuto scegliere momento migliore per farlo.

Con un sorriso e un bacio, la donna ripose la busta nel cassetto e si accarezzò il ventre leggermente rigonfio con dolcezza infinita.

“Hai sentito quante belle cose ha scritto tuo nonno? Devi esserne fiero, piccolo mio...”

“Susan, scendi, è pronta la cena!”

“Arrivo, papà.” Rispose Susan, sorridendo all’udire la voce di Christian.

Sì, doveva davvero essere fiera di lui.

 

 

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Cara_Sconosciuta