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Autore: debs_eris    16/02/2016    0 recensioni
Lei diceva sempre "Ognuno è l'arteficie del proprio destino", lei era il mio destino e in un modo o nell'altro l'avrei cambiato.
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabrielle
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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3° Capitolo

Quel luogo le era stranamente familiare.
Quella stanza leggermente illuminata dalla luce lunare e dalle piccole torce sulle pareti,quelle alte colonne a delimitarla tutto intorno.
Troppo familiare e si sentiva strana. Aveva intuito di essere riuscita finalmente a raggiungere la sua meta, aveva riconosciuto nelle parole della donna quelle di Xena " la fanciulla con il chakram" e poi aveva aggiunto che la stavano aspettando, ma non sarebbe stata completamente a suo agio finché non avesse scoperto perché l'avevano trascinata quasi con la forza li, in quello che sembrava un luogo sacro, a quell’ora della notte.

E poi c'era lei, Soraya.
Aleggiava intorno a lei un’aura di mistero.
Durante il veloce viaggio Gabrielle non aveva provato a farle domande, si era limitata ad osservarla camminare avanti a lei a passo svelto.
Era una bellissima donna, i capelli castani scendevano raccolti da una morbida treccia leggermente spettinata, una spalla era lasciata scoperta dalla veste, quel lembo di pelle bagnato dai raggi di luna emanava dei meravigliosi riflessi dorati e gli occhi chiari brillavano di una calda luce ritrovata.
Speranza.
L’aveva vista rinascere in lei nel momento in cui i loro sguardi si erano incontrati la prima volta.
Domande, domande e solo domande,martellavano nella sua testa.

Guizzava lo sguardo da una parte all’altra della stanza alla ricerca di qualche particolare che potesse sfamare una così opprimente fame di risposte.
E poi paura.
La paura di deludere chi aveva visto in lei un faro di speranza, perché infondo lei non era che la poetessa combattente solo il braccio destro della principessa guerriera, quanto poteva essere d’aiuto?
Doveva mettere le cose in chiaro.
Osservò Soraya raggiungere il centro del grande complesso dandole le spalle in contemplazione del vuoto di fronte a se.

Gabrielle si schiarì leggermente la voce, come se avesse timore di spezzare i pensieri della donna, poi si pronunciò decisa
_ Io non sono chi state aspettando..._  lei non era Xena, lei non era la principessa guerriera.

Non una mossa. Non un sospiro. Soraya rimase impassibile.

_...ma farò il possibile per aiutarvi._ continuò alzando leggermente la voce per farsi sentire meglio.
Passarono lunghi attimi di silenzio, la tensione della bionda era quasi palpabile. Voleva risposte.

Poi, finalmente, Soraya parlò.
_ L'arma che porti al tuo fianco afferma il contrario._ rispose voltandosi lentamente per guardarla negli occhi.
Gabrielle non fece in tempo a controbattere, che la donna parlò di nuovo avvicinandosi a passo lento nella sua direzione.
 
_ Inoltre lui ti ha condotto qui_  continuò indicando il ciondolo al suo collo.
L'occhio di Horus.
La bionda rimase interdetta stringendo nella mano destra il ciondolo con forza.
La regina Soraya sorrise dell’ingenuità della donna di fronte a lei che possedeva un così raro oggetto e che ignorava quanto potere potesse sprigionare.

_ Ultimamente hai fatto strani sogni._
Era una domanda? No, lei sapeva.
Gabrielle rimase di stucco, come era possibile che sapesse. Non rispose.

_ Come immaginavo. Devi sapere che, chi possiede quel amuleto assorbe la capacità della chiaroveggenza, capacità del dio Horus stesso. Inconsciamente sognavi i luoghi nei quali ti saresti imbattuta durante il viaggio per arrivare fin qui. Scommetto che hai sognato anche questo tempio._
Il giovane bardo ci pensò su. Poi ricordò. Ecco perché le sembrava così famigliare quel posto.
Effettivamente il grande arbusto al centro, che sorreggeva tutta la struttura in pietra, se lo ricordava protagonista di uno dei suoi strani sogni. Però mancava qualcosa.
Non capiva cosa. Era sicura fosse di estrema importanza.
Osservò ancora un poco quel tronco maestoso, cercando di trovare l’elemento mancante, senza alcun risultato.
 
Nel mentre Soraya aveva preso a passeggiare per il perimetro del tempio.
Gabrielle accortasi dello spostamento della donna decise di tralasciare le ricerche e si schiarì la voce prima di parlare.
Doveva sapere per quale motivo cercavano aiuto.

_ Perché m-mi stavate cercando?_  chiese cercando di non far trasparire la soggezione che le metteva quella strana situazione.

_ In un tempo lontano, i due sposi Osiride e Iside regnavano sull' Egitto..._  Iniziò la regina continuando a camminare.
_ ... e benché fossero fratelli la loro felice convivenza era riscaldata da una reciproca passione. Seth, un ulteriore fratello, invidioso sia di tanta felicità sia del privilegio sul regno decise di tessere un'insidia a danni di Osiride per eliminarlo e prendere il suo posto sul trono. Durante i festeggiamenti per il ritorno di Osiride da uno dei suoi viaggi, Seth esibì una cassa di mirabile fattura che avrebbe donato a chi, presovi posto all'interno, avesse dimostrato di occuparla perfettamente. Seth, con la complicità di un servo, era riuscito a procurarsi le misure del fratello per incastrarlo. Quando Osiride, dopo i tentativi fallimentari dei cortigiani, fu entrato nella cassa e l'ebbe occupata, a un segnale convenuto entrarono in azione i cospiratori alleati di Seth, che sigillarono e inchiodarono la cassa con il re all'interno per poi gettarla nel Nilo. La cassa venne portata dalle acque sulle rive di villaggio sulla costa occidentale del fiume. Qui crebbe una robusta pianta di Erica che inglobò la cassa nel proprio tronco. Il re del villaggio,affascinato, ne fece pilastro portante del proprio palazzo, palazzo che ora è questo tempio dedicato ad Osiride stesso.
Iside, il cui lutto per la perdita dello sposo la portò a un'incessante ricerca del suo corpo, giunse anche qui ad Abydos e si accorse subito del contenuto del pilastro, così recuperò la cassa portandosela via e lasciando il pilastro intatto.
Seth però riuscì a riprendere il corpo del fratello Osiride, approfittandosi di una temporanea assenza della dea, per farlo a pezzi e disperderli per tutto l'egitto.
Quattordici pezzi. Quattordici pergamene si nascondono tra le sabbie._


_ Ed io sono qui per recuperarle, giusto?_ Chiese subito Gabrielle.

_ In realtà le pergamene sono già state recuperate in gran parte, manca solo quella che rappresenta il cuore del dio Osiride. In molti hanno sfidato la sorte per riuscire a recuperarla, ma secondo la leggenda solo colei che possiede il chakram ne ha la possibilità._
Gabrielle ci pensò su, infondo non sembrava niente di complicato, eppure …
Eppure nella sua mente alcune cose non tornavano.
Un’altra cosa che aveva imparato quegli anni affianco a Xena è che non bisognava mai dare niente per scontato e che nulla è come sembra.
Ogni suo pensiero venne bloccato nuovamente dalla voce della donna.

_ Ricongiungendo le varie pergamene, si assemblerà lo spirito di Osiride dando vita a un manufatto dai poteri ultraterreni chiamato “il libro dei morti”.
La pergamena mancante, che rappresenta il cuore del dio, è la parte più importante del libro, è quella che lega il tutto. Anche singolarmente, in mani sbagliate, può diventare un’arma troppo potente._


Gabrielle ascoltò attentamente, ma continuava a non capire l’urgenza.

_ Quali sono i poteri di questo libro?_

Soraya sorrise appena.

_ Quelle pergamene contengono il fulcro della vita e quell’ultima pergamena è la chiave. 

_ Il fulcro della vita?_


_ Esatto. Ed è assolutamente necessario che la chiave ritorni al suo posto in questo tempio._

_Ma…_ Gabrielle provò a controbattere, ma fu nuovamente bloccata sul nascere , questa volta da una possente voce alle sue spalle. Si voltò per vedere il volto dell’uomo, che riconobbe immediatamente. Doveva ancora chiedergli scusa per l’occhio nero.

_ Scusate, mia regina è tutto pronto._ si rivolse a Soraya accennando un lieve inchino.
_ Ti ringrazio Aknhas, arriviamo subito._ rispose cordialmente la donna congedandolo,per poi voltarsi verso la bionda che era rimasta ad osservare riflettendo attentamente.

Che situazione.
Era successo tutto così velocemente, l’impazienza di Soraya l’aveva travolta come un fiume in piena e si sentiva colma di informazioni ma insoddisfacenti.
Non le bastavano.
Domande e ancora domande.

_ Dobbiamo andare, non c’è altro tempo da perdere._ Affermò risoluta Soraya.
Gabrielle la segui all’esterno dell’edificio. Tre cavalli già sellati e carichi le attendevano assieme al fidato Aknhas.
Avvicinandosi Gabrielle volse lo sguardo al cielo stellato e la luce della luna ancora alta le illuminò il volto teso.

“Guardare il firmamento ti fa pensare a dove siamo ora, a dove siamo state e a dove potremmo andare…”

Sospirò malinconicamente lasciando il ricordo volare tra le stelle.
Già!... Quale sarebbe stata la sua prossima mèta?





*****Angolo di chinonmuoreserivede *****
Salve Xeniti, dopo almeno un secolo eccomi qui. Diciamo che sono stata spronata e per questo ringrazio viny1090, mi ha fatto molto piacere vedere che a distanza di moooooolto tempo qualcuno è ancora incuriosito da questa ff. Questo capitoletto lo avevo già pronto da un pochino ad essere sincera, mancavano solo delle piccole modifiche. Non è molto ma spero soddisfi la curiosità dei pochi che ancora hanno la volontà di seguirmi.
Non sò quando pubblicherò un prossimo capitolo e non voglio promettere nulla quindi se ci rivediamo in un'altra vita spero almeno di essere diventata puntuale. XD
Vedrò di mettercela tutta.
Saluti e grazie a tutti in anticipo.
  
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