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Autore: Elanor 02    16/02/2016    1 recensioni
Dal testo:
Finché non arrivò al ponte.
Quel ponte che a qualcuno, incapace di vedere la magia sarebbe potuto apparire come un mucchio di assi inchiodate insieme alla bene meglio; ma quello era il ponte per Terabithia, il ponte che collega quella crudele realtà a un regno dove tutto è possibile, dove si può essere se stessi, un regno dove si possono affrontare le proprie paure.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Aarons, Leslie Burke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Re e Regina

- Leslie! - Jess si svegliò di soprassalto. 
Si girò per vedere se May Belle si era svegliata ma la bimba dormiva profondamente.
Si passò una mano sugli occhi, l'aveva sognata, di nuovo.
Non riusciva a darsi pace, Leslie se ne era andata e la colpa era solo sua.
Guardò fuori dalla finestra, pioveva ancora, il livello dell'acqua del torrente si sarebbe alzato ancora di più se avrebbe continuato a piovere in quel modo.
Le goccioline picchiettavano sui vetri, provocando un rumore monotono e fastidioso che contribuiva a non far riaddormentare Jess.
- Mi manchi - sussurrò - E la colpa è solo mia. Se non fossi andato a quella stupida mostra forse tutto questo non sarebbe successo, forse tu non avresti mai saltato quella corda e la fune non si sarebbe mai spezzata. Forse, se ti avessi detto della signorina Edmunds saresti venuta con noi.
    E forse se ti avessi detto della mia paura di saltare quel torrente in piena anche tu non l'avresti fatto, non avresti dovuto dimostrare il tuo coraggio se io ti avessi confessato la mia paura. Non mi sono preoccupato che forse mentre io mio divertivo tu cercavi di saltare quella maledetta fune.
Sono solo uno stupido egoista! -
- Jess, che succede? Perchè parli alla pioggia? -
- Schh May Belle, vuoi che la mamma ci senta? Su, rimettiti a dormire -
La bambina si girò su un fianco, sbadigliò e sussurrò un ' Buonanotte ' assonnato, poi si riaddormentò.
Il ragazzo sospirò, si alzò dal letto e senza far rumore si infilò le scarpe da ginnastica e il maglione, poi socchiuse la porta e uscì.
La pioggia era meno intensa e le nuvole grigie si stavano allontanando lasciando il posto a una notte stellata.
Camminava sotto la pioggerellina mentre dei grossi 'perché?' affollavano i suoi pensieri.
Finchè non arrivò al ponte.
Quel ponte che a qualcuno, incapace di vedere la magia sarebbe potuto apparire come un mucchio di assi inchiodate insieme alla bene meglio; ma quello era il ponte per Terabithia, il ponte che collega quella crudele realtà a un regno dove tutto è possibile, dove si può essere se stessi, un regno dove si possono affrontare le proprie paure.
Jess lo attraversò senza far caso al torrente, che si era leggermente ingrossato.
Raggiunse il castello accanto al boschetto sacro.
- Cosa devo fare Leslie? La vita non è più bella come prima senza di te, a scuola non è cambiato niente e Terabhitia non è più la stessa, sono solo e un re senza la sua Regina non può governare -
Una lacrima gli rigò silenziosamente il volto - Senza di te io non sono più lo stesso, non sono niente -
In quel momento una luce accecante illuminò a giorno il regno 
e comparve una ragazza di circa 11 anni, capelli scuri tagliati in modo irregolare, occhi celesti è un grande sorriso
 - Ciao Jess - lo salutò.
Il ragazzo dapprima si stropicciò gli occhi poi sorrise e le andò incontro.
- Leslie! - I due si abbracciarono
- C-come... -
- Come sono tornata? Semplice... grazie a te -
Sorrisero.
- Aspetta qui - disse Jess poi si mise a correre in direzione del grande prato adiacente al boschetto sacro.
Dopo circa un minuto tornò con una ghirlanda di fiori e aghi di pino in mano.
- Omaggio per il ritorno della nostra regina - poggiò delicatamente la ghirlanda sui capelli di Leslie.
Era bellissima. I loro occhi si incrociarono e Jess per un momento ebbe paura di perdersi in quel mare azzurro dei suoi occhi.
Le loro labbra erano sempre più vicine, tant'è che Jess riuscì a sentire il  respiro lento e irregolare della sua regina.
Le loro labbra si sfiorarono fino a diventare un bacio, un bacio che sapeva di scuse e di felicità.
I loro cuori battevano all'unisono, quanto gli era mancata.
La Luna illuminava il loro primo bacio, sincero e ingenuo, destinato a diventare qualcosa di più di un semplice bacio tra amici.
Lei era tornata e stavolta sarebbe rimasta per sempre.
Tutti i sudditi gioivano per il ritorno della loro regina, Terabithia aveva di nuovo   dei sovrani.



   
 
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