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Autore: Phobos_Quake 3    16/02/2016    1 recensioni
Tutti conoscono la leggenda della Dea Atena che si reincarna ogni qualvolta che un nemico minaccia la pace sulla terra e la difende con l'aiuto dei saints al suo fianco. Shun Kurumada, un giovane giapponese, scoprirà ben presto che i saints non sono affatto un mito e, insieme ad altri ragazzi, volente o nolente, entrerà a far parte del loro mondo.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Shun, Chameleon June, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Unicorn Jabu
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Episodio I:
 
Una Scoperta Eccezionale
 
 
 
La radiosveglia aveva appena iniziato a suonare le note della canzone "Jump" dei Van Halen. La piccola mano di un bambino di dieci anni si posò delicatamente sull'apparecchio e la spense. Shun Kurumada, questo era il suo nome, alzò la testa con i suoi capelli verdi scompigliati, scese dal letto come al solito con malavoglia, prese i vestiti sulla sedia e si diresse verso la porta della camera e andò in bagno. Una volta finito era bello vestito, con i capelli ben pettinati e si diresse in cucina.
-Buongiorno papà!- disse.
In realtà, la cucina era vuota. Suo padre lavorava come carpentiere, quindi si alzava molto presto e il piccolo era costretto ogni volta a fare colazione da solo. Da quando sua madre era morta tre anni fa, aveva perso l'allegria che lo caratterizzava, diventò molto malinconico e non sopportava il fatto che suo padre fosse sempre fuori casa. Bevve il suo solito latte accompagnato dai biscotti e quando finì afferrò lo zaino e uscì di casa. Chiuse bene la porta e si avviò verso la fermata dell'autobus che l'avrebbe portato, come al solito, davanti scuola.
"Un'altra giornata noiosa ha inizio!" pensò.
Nel frattempo, il signor Masami Kurumada, un giovane di trentatre anni, stava manovrando una ruspa scavatrice. Non appena sollevò l'ennesima montagna di terra, qualcosa di luccicante sotto il terreno attirò la sua attenzione. Fermò la macchina e scese a vedere di cosa si trattava. Iniziò a scavare con le mani e si ritrovò davanti quella che sembrava una piastra quadrata di bronzo decorata dall'immagine di una donna di profilo, i capelli mossi dal vento e con una catena attorno al busto come ad indicare che era una prigioniera. Sotto la figura, infine, campeggiava quella che sembrava una leva.
"Ma che diavolo...?"
Il giovane continuò a scavare con l'aiuto dei suoi colleghi e scoprirono che il misterioso oggetto era una scatola di bronzo completa di fasce di cuoio che la faceva apparire come uno zaino.
-A guardarlo sembra uno zaino. Uno zaino bello pesante visto che è di bronzo!- disse uno dei colleghi di Kurumada facendo ridere tutti.
Uno di loro, poi, afferrò la leva e cominciò a tirare, ma sembrava incollata e non si mosse di un millimetro.
-Sei un pappamolle, Minamoto! Lascia fare a me!-
Ci provò, ma ottenne lo stesso risultato.
-Sarei io il pappamolle, vero Maeda?-
-Chiudi il becco!-
Tentarono tutti di muoverla, ma non ci fu verso.
-Secondo voi cos'è?- chiese poi il giovane Kurumada ai colleghi.
-Mah... non ne ho idea. Non ho mai visto una cosa del genere prima d'ora! Potrebbe trattarsi di qualcosa di antico. Sicuramente europeo tipo greco o romano, ma, ripeto, non ho mai visto niente di simile. A noi non interessa. Se vuoi, visto che dopotutto l'hai trovato tu, puoi prenderlo e informarti!- disse il capo cantiere.
-Grazie, lo farò!-
Con l'aiuto dei colleghi, Kurumada caricò la misteriosa scatola nel bagagliaio della sua macchina, dopodiché, tornò a lavoro. La giornata passò. Shun, una volta tornato a casa, si mise subito a fare i compiti, nonostante la sua solita malavoglia, poi si mise a guardare la televisione. Suo padre invece, a lavoro terminato, si diresse subito da una persona che conosceva e che s'intendeva di oggetti antichi. Non appena lo vide, l'amico, che aveva dieci anni in più di Masami, lo salutò cordialmente.
-Ciao, Masami! Che bella sorpresa! Qual buon vento ti porta da queste parti?-
-Ciao Shingo. Sono qui perché voglio farti vedere una cosa che ho trovato sottoterra mentre lavoravo! Volevo sapere una tua opinione, visto che t'intendi di cose antiche!-
-Vediamo un po'...-
I due andarono alla macchina, e Masami aprì il bagagliaio mostrando il contenuto.
-Ecco qua!-
Shingo esaminò l'oggetto con molto interesse e curiosità. Tentò anche di tirare la leva, ma come al solito non si mosse di un millimetro. Alla fine, scosse la testa.
-Mi spiace amico mio. Non ho la minima idea di cosa sia. Non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita. Forse è antico, ma sono incerto anche su questo! Mi dispiace...-
-Capisco...- disse Masami con un lieve velo di dispiacere.
-Ma quell'immagine di donna? Secondo te cosa rappresenta? Io ho subito pensato alla regina Andromeda, ma forse è colpa di quel film che ho visto tempo fa... "Scontro Di Titani" mi pare si chiamasse!-
-Sinceramente ho pensato anch'io la stessa cosa, però non capisco cosa c'entri. Cioè, sembra che vada sulle spalle come uno zaino, a giudicare dalla presenza di quelle fasce, ma il perché decorarlo con l'effige di Andromeda e soprattutto che cosa contenga... è un mistero.-
-D'accordo, grazie lo stesso!-
-Ma di nulla, figurati!-
Masami chiuse il bagagliaio, entrò in macchina e se ne andò. Tornato a casa, trascinò la misteriosa scatola tirandola per le fasce. Pensò che si sarebbero staccate e invece non accadde e così riuscì a portarlo in casa. Dopodiché, lo mise dentro una piccola stanza che usava come ripostiglio.
-Eccoti qua, ritardatario!- disse Shun vedendolo.
-Non si saluta più?-
-Scusa...-
Il bambino corse verso il padre e lo abbracciò.
-Così va meglio!-
-Cosa combinavi?-
-Niente, stavo sistemando una cosa strana che ho trovato sottoterra mentre ero a lavoro!-
-Una cosa strana? E cosa? Un coprolite a forma di cane?-
Il padre rise di gusto.
-Fortunatamente non è un coprolite perché è fatta di bronzo!-
-Bronzo eh? La medaglia di un eterno terzo, magari!-
-Lo vedrai domani. Adesso vai a dormire, piccolo! È tardi!-
-Non sono più piccolo, papà. Non più!- disse con un tono così serio da lasciare impietrito chiunque.
Masami non gli disse nulla e si limitò a dargli un bacio sulla fronte. I giorni passarono, tutti uguali. Ma poi, accadde qualcosa di terribile che avrebbe cambiato la vita del piccolo Shun per sempre. Suo padre morì, schiacciato da una grossa trave d'acciaio che era stata agganciata male e quindi precipitò proprio su di lui uccidendolo all'istante. Se la perdita della madre lo aveva devastato, quella del padre fu addirittura peggio. Dopo il funerale, era stato avvicinato da suo zio Mitsumasa Kido, il fratello della madre, che gli disse:
-Sarò io a prendermi cura di te adesso! Domani mattina prepara le tue cose che vengo a prenderti!-
Il bambino sorrise, ma in realtà fingeva. Non aveva alcuna intenzione di andare a vivere con lui. Tornato a casa sua, a funerale finito, aprì il ripostiglio e vi entrò dentro. Proprio come aveva fatto con la morte di sua madre, lo usò di nuovo come nascondiglio così da poter dare libero sfogo alla sua disperazione urlando e piangendo. D'istinto si mise anche a colpire con i piedi tutte le cianfrusaglie che il padre aveva accumulato. Tra queste, trovò anche la misteriosa scatola di bronzo.
-E questa? Sarà mica la "cosa strana" di cui mi parlava papà?-
La guardò attentamente.
"So che è impossibile, eppure più la guardo... più sembra proprio lei!" pensò.
Istintivamente, senza neanche pensarci, afferrò la leva e la tirò a sé. A un tratto, l'occhio dell'effige di Andromeda s'illuminò, la scatola si aprì e fuoriuscì una luce bianca così intensa che costrinse Shun a coprirsi gli occhi con un braccio.
-Ma che diavolo succede?- si chiese il ragazzino.
Pochi secondi dopo, si tolse il braccio dagli occhi e si trovò davanti una specie di manichino di bronzo con dei pezzi simili a quelli di un'armatura rosa scuro e due catene le cui estremità terminavano una con un triangolo e l'altra con un cerchio.
"Sembra un modellino..." pensò.
Era tanto preso a guardare quello strano oggetto che non si rese conto di non essere più nel suo nascondiglio, ma in tutt'altro luogo. Quando finalmente realizzò, rimase a bocca aperta.
-E adesso? Dove diavolo sono finito? Come ci sono arrivato qui?-
Poco lontano da dove si trovava, vide tredici templi antichi di architettura greca, mentre attorno a sé non c'era nessuno. Appena si alzò sentì una voce che lo fece sussultare.
-E tu chi sei? Non muovere un muscolo!-
-I... io...-
Ci fu un attimo di silenzio e poi tornò.
-Allora? Chi sei?-
-Mi... mi chiamo Shun. Non so come son finito qui! Vorrei...-
Il ragazzino smise di parlare e rimase a bocca aperta. Dal nulla, sbucò un giovane dai lunghi capelli lillà raccolti in una coda, occhi viola e indossava un'armatura dorata completa di elmo a coprirgli la testa. La cosa più curiosa del giovane era che aveva due sopracciglia tonde che lo faceva somigliare a un dipinto dell'epoca Heian.
-Ch... chi...?-
-Questo dovrei chiedertelo io, ragazzino! Nessuno può venire in questo luogo sacro. A meno che tu non sia...-
S'interruppe e si guardò attorno. Quando gli occhi caddero sul manichino fece un sorriso tanto accennato da essere praticamente impercettibile.
-Interessante! Molto interessante!-
Detto questo, il giovane scomparve come se fosse stato un fantasma. Shun cominciò a indietreggiare per la paura.
-Rilassati piccolino. Non aver paura!- disse un'altra voce.
Questa volta, non apparve dal nulla ma si avvicinò lentamente a lui. Si trattava di un vecchietto più o meno alto come lui, con un cappello di paglia in testa, indossava un indumento tipico della Cina e aveva un bastone da passeggio.
-Le... lei ha... ha visto quel... quel fantasma? Mi dica che non sono pazzo!-
Il vecchietto sorrise.
-L'ho visto, sì, perché era un'illusione creata da me!-
-L'ha creata lei? Mi sta prendendo in giro? Cos'è, una specie di mago? In effetti l'aspetto ce l'ha, però...-
-No, non sono un mago, ma quasi! Mi chiamo Doko. Sono il gold saint della costellazione della bilancia!-
Shun, nel sentirlo, iniziò a ridere.
-Un gold saint? Quindi mi troverei nel Santuario, il luogo riservato solo ai saints e alla dea Atena?-
-Esattamente! Vedo che te ne intendi!-
Shun tornò a ridere.
-Adoro la mitologia, e ho letto tutto su di loro sul mio libro di miti e leggende preferito. Quando ho trovato quel contenitore di bronzo sospettavo fosse la famosa Pandora's Box, ma è assurdo e completamente impossibile. I saints e il Santuario sono solo un mito. Proprio come certe creature come Pegaso, la Medusa o altri. Non esistono uomini in grado di spaccare il terreno con un calcio o fendere il cielo con un pugno! Sono solo favole e leggende. Nient'altro! Quindi perdonami, matusa, ma potevi usare una scusa migliore!-
Doko scosse la testa poi guardò un piccolo masso poco lontano da loro.
-Forse questo ti convincerà!- gli disse.
-Cosa?-
Doko si avvicinò al piccolo masso, il suo corpo iniziò a brillare di una luce dorata, lo colpì con un pugno e lo disintegrò. Shun rimase sbalordito.
-Ora che mi dici?-
-Che... che è un trucco. Qualcuno ha piazzato un esplosivo e l'ha fatto esplodere! Non sono più un bambino di cinque anni. Queste cose non m'ingannano!-
Doko scosse di nuovo la testa. Il suo corpo tornò a brillare e lanciò un pugno in cielo fendendolo. Shun rimase di nuovo a bocca aperta.
-Questo ti ha convinto?-
-È... è inutile. È un trucco. Ben fatto, ma sempre un trucco. Sono... sono finito sul set di un film cinematografico oppure sto sognando. È così. Sto sognando! Devo svegliarmi e forse anche la morte di papà sarà stata solo un brutto sogno!-
-Hai perso tuo padre? Mi spiace!-
-Non sono affari suoi! Ora voglio uscire da questo ridicolo set!-
-Non è un set e lo sai!-
-Basta! Non voglio più sentire fesserie. Voglio andare a casa. Si tenga quell'affare da femminucce. Glielo regalo!-
-Mi spiace, ma ho già un cloth. Quello è tuo!-
Shun fece orecchie da mercante e si allontanò. Doko sorrise e lo seguì con gli occhi. Dopodiché si sedette in terra con le gambe incrociate e chiuse gli occhi. Shun camminò per un po' voltandosi ogni tanto per essere sicuro di essersi allontanato a sufficienza. Poi, anche lui si sedette in terra chiudendosi nei suoi pensieri. Passarono alcuni minuti, quando la voce del bambino fece riaprire gli occhi dell'anziano.
-Ho delle domande da fare!-
Doko sorrise.
-Sono qui per questo!-
-Ammesso e non concesso che lei sia davvero un saint, non eravate in ottantotto? Dodici gold, ventiquattro silver e cinquantadue bronze. Beh, dove sono tutti? E la dea Atena?-
-Dici bene, eravamo. Purtroppo, sono morti tutti durante l'ultima guerra sacra contro Hades combattuta duecentocinquanta anni fa!-
-Hades... il dio dei morti?-
-Sì, esatto. Combattemmo la battaglia nei Campi Elisi, e annientammo finalmente Hades insieme al suo corpo originale. I saints morirono tutti e anche i loro cloth andarono tutti distrutti. Ne rimasero intatti solo sei di tipo bronze e quello lì è proprio uno di loro! Il bronze cloth della costellazione di Andromeda!- disse indicando il cloth di Shun.
Lui annuì.
-Purtroppo, se Sion, il gold saint dell'ariete, fosse sopravvissuto come me, avrebbe ricreato da zero tutti i cloth perduti, dato che lui ne aveva la capacità, e invece...-
Una lacrima rigò il viso dell'anziano maestro. Shun, nel frattempo, era rimasto soprappensiero.
-Quindi è stato un caso se mio padre lo ha trovato!-
-Un po' è un caso, un po' è il destino. Tu sei il nuovo bronze saint della costellazione di Andromeda di quest'epoca. Il cloth ti ha riconosciuto perché altrimenti non avresti mai aperto la Pandora's Box che lo conteneva e non saresti mai stato teletrasportato qui! Solo colui che è destinato ad essere un saint può aprire la Pandora's Box ed essere teletrasportato al Santuario! Nessun altro!-
-I... impossibile! Io sono solo un bambino. E poi, i saint non sapevano padroneggiare il cosmo? Io non ne sono capace!-
-Vedo che sei davvero molto informato, mi fa molto piacere, ma sappi che nessuno lo è all'inizio. Anch'io non lo ero. Ci son voluti anni di addestramento per dimostrare che ero degno di difendere Atena!-
-Capisco...-
Shun rimase di nuovo avvolto nei suoi pensieri.
-Cos'è che ti turba?-
-Niente... è solo che... pensavo alla dea Atena. So che lei e i saints si reincarnavano ogni volta che c'era una minaccia sulla terra. Questo significa che c'è un nuovo nemico alle porte?-
-Purtroppo sì!-
-E dov'è adesso la dea Atena?-
-Non lo so!-
-Come sarebbe a dire?-
-Di solito, quando Atena tornava sulla terra in un nuovo corpo mortale, compariva magicamente ai piedi dell'enorme statua della dea che si trova all'esterno del tredicesimo palazzo!- disse indicandola dato che si riusciva a intravedere.
-Invece, stavolta non è accaduto! Il che significa che si è reincarnata in un corpo all'infuori dal Santuario. Potrebbe essere qualunque bambina, ma si scoprirà solo quando il suo spirito si sveglierà completamente e questo richiederà un'attesa di almeno quindici o sedici anni! Fortunatamente, so bene che è rinata perché il Santuario è di nuovo avvolto dalla barriera creata dal suo cosmo. Purtroppo, è stata una cosa così rapida che non son riuscito a individuare da dove venisse!- aggiunse.
-Perfetto...-
-Bene, ora che sai tutto questo, cosa mi dici? Vuoi diventare un saint a tutti gli effetti o rinunci? Naturalmente non sei costretto se non vuoi!-
Shun ci pensò su per qualche minuto, poi sorrise e tese la mano a Doko.
-Non ho nulla da perdere e di andare a vivere con mio zio non ne ho la minima intenzione! Sono con lei e mi scusi per averla chiamata matusa e di aver dubitato di lei... maestro!-
Doko sorrise e strinse la mano del bambino.
-Come ti ho già detto, tu sei uno dei sei saints destinati a indossare i cloth rimasti, quindi a breve arriveranno anche gli altri cinque che li troveranno proprio come è successo a te!-
-Sì!-
-Ma non sarò io ad allenarvi!-
-Eh? Perché?-
-Perché non possiedo certe abilità come ad esempio manovrare le catene!-
-E allora come...?-
Doko sorrise. I suoi occhi diventarono completamente bianchi, allargò le braccia e dal nulla comparve un saint con i capelli neri, indossava un silver cloth e aveva due lunghe catene attorno alle braccia.
-Lui è Dedalus, silver saint della costellazione di Cefeo. Anche se è un'illusione creata da me, è come se fosse ancora fisicamente qui e sarà lui a farti da maestro!-
-Ho capito!- disse il bambino sorridendo.
Fu così che Shun iniziò il suo allenamento sotto la guida di Dedalus per diventare il nuovo bronze saint della costellazione di Andromeda del ventesimo secolo.
 

Nota: La storia è ambientata negli anni '80 (1986 per la precisione). Quindi, il film citato da Masami è l'originale del 1981 e non il remake.

Data Di Creazione: 7/01/2016
   
 
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