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Autore: hanaemi_    16/02/2016    1 recensioni
Uno dei tanti ricordi che Henriette ha della sua infanzia trascorsa in Francia, quando ancora non conosceva bene la lingua e non aveva legato con i due principi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Henriette d'Inghilterra, Louis XIV, Philippe d'Orléans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Flowers in your hair

 

{ Fandom: Versailles
Personaggi: Louis XIV, Henriette, Philippe
Pairing: //
Parole: 589 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html}



Louvre, 1648.

“I hate you, Louis!” strillò una piccola Henriette in direzione del giovanissimo sovrano, tutta rossa in viso mentre sbatteva con forza i piedini in terra.

Frattanto costui, circondato dai suoi amichetti, se la rideva della grossa alla vista della bambina tutta scarmigliata ed infuriata, e si permetteva anche di farla innervosire ancor di più con alcune battutine.

“Oh, suvvia, petite anglaise, solo perché ti ho rubato il fiore a cui stavi staccando i petali? Quel fiore mi ringrazia ora, ho messo fine alle sofferenze che tu gli stavi arrecando.” spiegò con leggero tono di superiorità, abilmente celato dietro un affabile sorriso.

“Ora, se vuoi scusarmi, ma lo studio mi chiama—purtroppo. À plus!”

E detto ciò girò sui tacchi e alzò una mano in cenno di saluto, lasciando la piccina lì, in lacrime, che ancora non si capacitava per ciò che era successo. Una frivolezza, certamente, ma all’epoca per Henriette quello fu un affronto bello e buono: come si permetteva di sfilarle la margherita di mano e di fuggire via, dovendo così rincorrerlo e finire per fare una figuraccia? Al solo pensare a come quei bambini avessero riso di lei, prendendosene gioco apertamente, dinanzi al suo viso, le salivano nuovamente le lacrime agli occhi.

“Hey, che succede?”

Una voce poco lontana dal punto in cui si trovava attirò la sua attenzione. Alzò gli occhi: era Philippe, il fratello minore di Louis, con un’espressione preoccupata disegnata in volto, probabilmente dovuta alle urla e ai lamenti sentiti poco prima.

“Oh. No, niente di cui preoccuparsi.” mormorò a mezza voce la piccina, rifuggendo il suo sguardo e andando a sedersi su un muretto lì vicino, lasciando penzolare i piedini nel vuoto. Il bambino però, testardo quanto Louis, non demordeva, dunque la seguì e le si accomodò accanto, cercando in tutti i modi di far incrociare i loro occhi per riuscire a capire cosa fosse accaduto.

“Non sono venuto prima perché stavo terminando dei compiti col precettore, ma le urla erano udibili sin dalla mia stanza. Perché stai così? Louis ti ha fatto arrabbiare?”

Henriette annuì, tirando sul col naso; non voleva farsi vedere di nuovo in lacrime, voleva apparire forte e in collera, perlopiù. Tentativo piuttosto vano, visto che comunque gli occhi lucidi e rossi, volenti o nolenti, non sparivano nel giro di qualche istante.

“Mi ha preso la margheritina con cui stavo giocando e l’ha calpestata sotto i piedi…” 
“Ah, ma che infingardo!” esclamò Philippe, scattando in piedi e portandosi le mani sui fianchi, a mostrare sdegno. Si poteva leggere lontano un miglio che stesse recitando, ma quella scenetta riuscì a far spuntare un sorriso sul volto della bambina, dopo tanti pianti.
“Sai cosa facciamo ora?”

E qui subito scattò verso un’aiuoletta lì dappresso, un po’ nascosta ma ricca di bellissimi fiori, e ne tornò stringendo tra le dita una bellissima margherita sui toni del rosa, che poi posizionò tra i capelli di Henriette.

“Un fiore perduto, un fiore guadagnato.” spiegò infine lui, notando l’espressione perplessa di lei a quel suo gesto. “E non lasciarti intimidire da lui, basta che lo minacci di riferire tutto a nostra madre e vedi come si rabbonisce. Secondo piano, corridoio a destra, ultima stanza in fondo, la troverai sempre lì. Ciao! Oui, monsieur Lagrange, j’arrive tout de suite!” le sussurrò all’orecchio, prima di staccarsi e tornare dentro, rispondendo ai richiami del precettore.

Henriette corrugò la fronte, un attimo confusa da ciò che era accaduto in così pochi minuti, poi si portò la mano al capo e vide che sì, effettivamente non se lo era immaginato e che il fiore si trovava davvero lì. Sorrise. Forse aveva trovato un complice.

   
 
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