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Autore: theuncommonreader    16/02/2016    3 recensioni
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Una breve flash ambientata nel primo episodio della serie: i pensieri della creatura di sogno che guida il giovane Re Sole per i meandri di una Versailles che è ancora solo illusione.
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Senza di lui non ha nome.
Non ha anima, non ha forma; esiste dove nulla è vero e niente ha senso.
Ha un volto splendido, come il sole: ridente, doloroso a guardarsi, illuminato da una fiamma sotto l'incarnato di marmo privo di consistenza.
Ha vita poiché lui ha vita; esiste poiché lui esiste – e spera, e brama.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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reve


en or, en marbre, en rêve



Senza di lui non ha nome.
Non ha anima, non ha forma; esiste dove nulla è vero e niente ha senso.
Ha un volto splendido, come il sole: ridente, doloroso a guardarsi, illuminato da una fiamma sotto l'incarnato di marmo privo di consistenza.
Ha vita poiché lui ha vita; esiste poiché lui esiste – e spera, e brama.

É un sogno che gli sfugge, ma gli sfugge lentamente: si lascia carezzare e persino, per qualche breve istante, afferrare e possedere; è sempre un passo avanti a lui, nella danza per quei giardini veri solo a metà: nel mondo reale, non sono che fango, ghiaia e erbacce quelle che egli da sveglio calpesta, su cui i suoi piedi lasciano impronta.

La stessa terra che oltre il confine dell'illusione ancora non si piega al giogo di operai e giardinieri, nel sonno non osa sfiorarla e sporcarle la pelle nuda. 

Nel suo regno la vista non è offesa da mani rovinate dal lavoro, da unghie spezzate e insanguinate, da gocce di sudore che si impastano col tanfo del letame. Nel suo regno non v’è che bellezza: infiniti meandri candidi e verde foglia, spruzzati di fiori come efelidi su un viso fine; corridoi penetrati da raggi che rifrangono oro su specchi intarsiati, opere magne dei vetrai di Venezia. 

Oro prezioso e bianco niveo che feriscono gli occhi non avvezzi alla vera grandezza; ed è facile che l’animo del Re si perda nel vagheggiarla.
Gli tiene la mano; lo accoglie in un letto che è fantasma del futuro che verrà, tra cosce che non hanno carne.

Quando ha nome, è lui a gridarlo nell’estasi esasperata, teso verso lei e lei sola nell'esplosione di mente, corpo e cuore.
Versailles.

 


   
 
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