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Autore: Lory221B    16/02/2016    5 recensioni
Tutto sembrava procedere tranquillo per i neosposi...sembrava.
Come ogni terzo capitolo di una trilogia che si rispetti, nel capitolo finale si conclude tutto: tornano vecchi compagni di viaggio, vecchi problemi e nuove situazioni assurde.
Sopravvivranno i nostri eroi all'ennesima notte da leoni?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Anderson, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Una Notte da Leoni'
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt, Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento

Angolo autrice

Ed eccomi qui, approfittando del momento in cui ho molta voglia di scrivere, con la terza parte della trilogia!
Le prime due parti le trovate qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3035171&i=1
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3339117&i=1


Take it easy


- Sherlock smettila – intimò John, cercando di divincolarsi. Ma quando Sherlock Holmes si metteva qualcosa in testa non c’era modo di fermarlo o distrarlo.

Il detective continuava a passare le mani avanti e indietro su John, non smettendo un attimo di baciarlo dappertutto, al punto che John fu costretto a spingerlo con tutta la forza che aveva; ben poca visto che non gli dispiacevano per niente quelle attenzioni.

Sherlock gli lanciò uno sguardo infastidito - Vedi che non ti va mai bene niente?  prima ti lamentavi che non lo facevamo mai e adesso fa il prezioso! -

- A parte che non mi sono mai lamentato, ero più che altro preoccupato. E comunque siamo in sala autopsie e Molly potrebbe tornare da un momento all’altro – rispose John, cercando di ricomporsi.

- Non volevo mica avere un rapporto completo sul tavolo chirurgico. Anche se... – continuò languido il detective, accarezzando il freddo tavolo.

John aprì la bocca una serie di volte, al punto che sembrò simile ad un pesce in un acquario – Dovevo immaginarlo che dovendo recuperare secoli di verginità e conoscendo la tua inclinazione alle dipendenze, saresti diventato un po’ fissato, ma mi sembri un adolescente in calore – sentenziò il dottore.

Sherlock rise, facendosi più vicino con fare felino - Non mi sembrava che la cosa ti desse fastidio in luna di miele... e in quel ristorante, nel taxi, nella Torre di Londra, a casa di Mycroft... –

- Sherlock non occorre che elenchi tutti i posti – lo interruppe John, arretrando.

- Quando mi hai ammanettato al letto, quando mi hai bendato, quando... –

- Smettila, sta arrivando Molly – fece John, spingendolo via nuovamente, anche se gli veniva da ridere.

La ragazza entrò in punta di piedi, ormai abituata alle effusioni improvvise di Sherlock per John e temendo di trovarli in qualche posizione compromettente.

- Tutto bene qui? – chiese nervosa. In effetti, dire che si era abituata a vedere il detective saltare addosso a John era un po’ eccessivo, ma visto che dal matrimonio a Londra in poi,Sherlock non si staccava mai dal dottore, aveva dovuto abituarsi per forza.

Mai avrebbe detto che il gelido detective potesse essere così passionale.

Sherlock voltò le spalle ad entrambi, andando a recuperare i fascicoli che Molly aveva portato con sé, mentre John abbozzava una risposta alla domanda della ragazza.

- Si tutto bene, ti stavamo aspettando, teorizzando sulle cause del decesso –

- Vedo – fece Molly con una risatina, passando in rassegna l’abbigliamento scomposto di John – Greg deve parlarvi comunque, riguardo ad Anderson – continuò lei, mentre John cercava di dissimulare l’imbarazzo.

- Cosa ha fatto adesso? – intervenne il detective.

- Dai fate i bravi, ha avuto un crollo nervoso perché non trova più lavoro e sua sorella e i genitori hanno deciso di farlo ricoverare in una clinica. Ha accettato, a patto che voi lo accompagniate. Siete gli unici amici che ha – spiegò Molly.

Sherlock alzò gli occhi al cielo, Anderson un amico?


***** ****

I due tornarono a casa qualche ora e qualche sbuffo di Sherlock dopo: era troppo evidente che il morto si era era suicidato e questo voleva dire che non avevano un caso interessante da settimane.

Appena entrarono in casa, trovarono la signora Hudson sulla porta con due valige.

- Signora Hudson, parte? – chiese stupito John.

- Vado da mia sorella per qualche mese – rispose la donna, come se fosse una cosa evidente.

- Come mai? – chiese John, preoccupato.

- John, sono davvero contenta per te e Sherlock, ma, ho una certa età e sentire voi due che non siete per niente discreti. A tutte le ore poi. Non si dorme più –

- Mi scusi signora Hudson – rispose con la voce bassa diventando rosso peperone. Sherlock non stava nemmeno ascoltando, probabilmente era uno di quei casi in cui teneva la signora Hudson a muto.

Lei fece un gesto con la mano, come a sottolineare che non era grave e salì sul primo taxi. Il dottore fece un profondo respiro e si grattò la testa. La cosa gli stava sfuggendo di mano.

John seguì Sherlock al piano di sopra, sperando ardentemente che Lestrade gli trovasse presto un caso interessante, cominciava a non avere più l’età per le maratone del sesso. A differenza di Sherlock, che sembrava non pensare ad altro, soprattutto nei posti meno opportuni.

Non gli si poteva togliere il senso del rischio nemmeno in quelle situazioni.

Come preannunciato da Molly, Lestrade li contattò per fissare una visita alla clinica dove sarebbe stato ricoverato Philip. Sherlock non fu per niente entusiasta, ma John trovò un modo abbastanza efficace per estorcergli un sì, per cui la domenica di quella settimana erano tutti e tre in auto.

Lestrade si rivolse ai suoi compagni di viaggio, certo di dover fare alcune raccomandazioni - Ragazzi, so che non amate particolarmente Philip, ma l’ho visto davvero male. Sono preoccupato –

Sherlock fece un verso di fastidio - Nessuno si è mai preoccupato di quanto fosse idiota, ma tutti sono preoccupati che voglia farsi ricoverare? Secondo me è la migliore idea che abbia avuto –

- Sherlock! – gridarono in coro Greg e John.

- Ok, andiamo a prenderlo – rispose, sapendo che non gli avrebbero mai dato ragione.

Mezz’ora dopo anche Anderson era in auto con loro. John e Greg avevano provato a tirargli su il morale con qualche battuta e frase di circostanza, mentre Sherlock aveva optato per il silenzio totale.

Erano quasi arrivati alla clinica, quando un auto si accostò alla loro e cercò di farli sbandare. Per evitare di finire fuori strada Greg frenò e la misteriosa auto pirata si mise di traverso per evitare loro ogni fuga.

- Ragazzi, tutto bene? – fece Anderson leggermente preoccupato.

Dal grosso Suv nero uscirono tre uomini, vestiti di nero e con fare minaccioso.

- Oh finalmente qualcosa da fare! – esclamò Sherlock, aprendo  di scatto lo sportello dell'auto di Lestrade e uscendo in strada.

John scosse il capo e lo seguì, mentre Lestrade estraeva pistola e distintivo.

- Voi sareste? – fece Sherlock osservando i tre uomini che erano usciti dal veicolo – Ovviamente lavorate per qualche pezzo grosso e sembrate di origine americana, ma questo è ovvio –

- Ovvio – gli fece eco John, in tono canzonatorio

- Noi, signor Holmes, stiamo cercando suo fratello Thomas. Ci ha rubato 20 milioni in lingotti d’oro – fece uno dei tre uomini.

- E quindi? Vi sembra che sia con noi? – ribatté il detective.

- No, ma sono sicuro che lei lo sa. Ce lo consegnerete o .. –

- O cosa? Lasciatemi indovinare, prenderete uno di noi in ostaggio finché non vi consegneremo mio fratello? – rispose beffardo il detective.

- Sherlock non dargli idee – intervenne Lestrade.

John annuì a fianco all'ispettore - Si, Sherlock sembra una cosa seria, la pianti di avere questo tono strafottente? –

- Ma per favore John, mi sembra di essere in una fanfiction comica, anche di bassa qualità, visto che il tutto sta diventando ripetitivo. Magari perdiamo di nuovo Lestrade? - fece Sherlock parlando a razzo - Non potreste prendere Anderson per variare? Lui non è ancora sparito e ve lo diamo senza fare storie - continuò rivolgendosi ai tre uomini.

I mercenari continuavano a fissarli perplessi e la distrazione provocata dalle chiacchiere di Sherlock, bastarono per permettere a John e Lestrade di disarmare due degli uomini, mentre il terzo fu tramortito dal detective stesso.

Sherlock sembrò quasi contrariato che la situazione si fosse risolta così celermente. I tre uomini erano a terra e loro erano tutti sani e salvi.

- Ok, chiamiamo i rinforzi – affermò Lestrade, estraendo il cellulare.

- Io chiamo Mycroft – fece Sherlock, pensando all'ennesimo problema causato da Thomas e la certezza che questa volta non ne voleva sapere niente.

Anderson, nel frattempo era uscito anche lui dal veicolo e si era diretto a perquisire il Suv, ricordando per un attimo i bei tempi in cui lavorava per la scientifica.

- Aspettate – gridò Philip– nella macchina dei mercenari ho trovato qualcosa!

A Lestrade cadde il cellulare dalle mani, era la borsetta di Molly.


***** *****

Angolo autrice
Due angoli in una sola storia :-P Comunque, un grazie particolare a Evola_Love_Beatles per avermi suggerito che sta volta poteva essere Molly a sparire nel nulla. Suggerimento accetato!!!


   
 
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