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Autore: Sirius_01    17/02/2016    0 recensioni
Pensate che un assassino sia sempre colpevole? Ne siete propio sicuri? Pensate che una persona commetta un omicidio spinto solo dall'ira e dal'odio?
Un giornalista ormai prossimo alla pensione, viene portato davanti ad un assassino, un pluriomicida. Il suo compito è quello di descrivere il suo stato d'animo.
Il loro incontrò segnerà le vite di entrambi e non mancheranno le sorprese
Genere: Malinconico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Buongiorno Eriksson, la vedo in forma oggi. Non dimostra sessantasei anni. - disse in tono scherzoso il mio collega.
- Sei sempre simpatico Ben - esclamai con il mio solito tono pacato.
- Hai già fatto le valigie?
- Per tua sfortuna no - risposi accennando un lieve sorriso.

Eravamo seduti, ognuno con gli occhi incollati sul proprio computer.
Lui stava scrivendo un articolo riguardante una donna scomparsa, mentre io stavo finendo di leggere una storiella strappalacrime da quattro soldi. Davvero uno schifo.
Entrambi lavoravamo per un giornale locale: “ L'America "
Ben era un giovane ragazzo intraprende, dotato di un'astuzia incredibile.

Era una noiosa giornata di metà autunno, in redazione c'era pochissima gente. 
Finì di leggere e subito dopo sentì il mio capo che mi chiamò con la sua solita voce profonda.
- Signor Eriksson, come lei sa, tra poco andrà in pensione - esordì - vorrei affidarle un compito che spero lei trovi di suo gradimento - il suo tono mi sembrò troppo gentile.
- Di che si tratta?
- Dunque, si tratta di un'intervista a William Rufols, il noto assassino. Dovrà fargli alcune domande sugli argomenti che ritiene più opportuni.
Conoscevo Rufols, era stato condannato alla pena di morte per aver ucciso sei persone, quattro donne e due uomini. Dopodiché aveva esportato loro gli organi e aveva, per così dire, cucinato le loro carni. Voleva mangiarseli.
Di sicuro meritava la morte.

- È un compito molto interessante.
- Sono contento che le piaccia. Vorrei ricavarne uno scoop.
- Quando dovrei cominciare?
- Il più presto possibile. Probabilmente sarà l'ultimo articolo che scriverà. Dopo potrà godersi la pensione in santa pace. - Mi sorrise. Il signor Tons era un tipo simpatico e socievole con tutti.
- Bene, dove si terrà l'intervista?
- Nella sua cella, nella prigione di Huntsville. Farebbe meglio a partire adesso.

Feci come mi consigliò.
Presi il mio block notes, il mio cappotto insieme al mio inseparabile cappello alla texana. 
Decisi di prendere l'autobus, non mi era mai piaciuto guidare l'auto.

Arrivai alla stazione e dopo alcuni minuti giunse l'autobus che dovevo prendere. 
Mostrai il biglietto al conducente e salì a bordo.
Poche persone, soprattutto anziani, erano seduti ai sedili anteriori e osservavano la strada con aria assente.
Trovai un posto vicino all'uscita e mi accomodai.
Un pensiero mi passò per la mente.
Cosa avrei fatto dopo? Avrei avuto la stessa sorte di coloro che mi erano seduti affianco? Avrei cominciato ad osservare il mondo con occhi diversi? No io non volevo finire così.
Li chiamavo " anziani " eppure non avevo ancora capito che facevo parte di loro.
Erano più vecchi di me, eppure io non ero diverso da loro.
Però di una cosa ero sicuro : avrei avuto un futuro diverso dal loro, non sarei finito in qualche ospizio a giocare a carte e ingozzarmi di farmaci. 
Il mio lavoro mi piaceva ma tutto è destinato a finire.

Osservai attentamente un vecchio sull'ottantina che teneva, stretta tra le mani, la foto di un uomo. Forse era suo figlio. Magari lo aveva abbandonato in qualche casa di cura, tra i suoi " simili " ; forse se ne fregava del padre, oppure no. Non l'avrei mai saputo.
Chissà come è avere un figlio. Qualcosa che io non ho mai provato nella mia vita. 
Noi lo volevamo, ma lei se ne andata troppo presto, mi ha lasciato solo. 
Emily è stata l'unica donna che io abbia mai amato. Ci siamo conosciuti all'università. Era unica, sempre pronta a combattere per i diritti degli altri. Voleva diventare un'avvocato. Ci riuscì. 
Ci sposammo tre anni dopo. La nostra vita era meravigliosa, finché un pazzo le sparò in testa in tribunale. Uccise il suo avvocato, chissà per quale motivo. Non so che fine abbia fatto e non mi interessa.
Volevamo avere una bella famiglia, come tutti. Dopo la sua morte non ebbi il coraggio di risposarmi e francamente non me ne pento.
Avevo trentasei anni. Ero giovane eppure avevo rinunciato per sempre ad una famiglia.

Adesso la mia vita stava per finire, ero entrato nella cosidetta terza età. Tutti i miei averi sarebbero finiti ad Oscar, mio nipote di trentaquattro anni. Era un ragazzo sempre gentile e disponibile, se lo meritava. Era stato l'unico ad essermi rimasto vicino nei momenti difficili, l'unico di cui potevo fidarmi ciecamente.

Con gli occhi puntati sulla finestra, mi concentrai sul mio lavoro. 
Di sicuro non sarebbe stato facile parlare con un assassino così crudele. Ci avrei provato.
Chissà cosa provava, per me era impossibile immedesimarmi in lui. L'avrei scoperto.
Mi attendeva un viaggio di un paio di ore. Huntsville si trovava nella contea di Walker.

Chiusi per un attimo gli occhi e il sonno prese il sopravvento su di me.

Dormì per tutto il viaggio, quando mi svegliai mancava poco all'arrivo. Molti passeggeri erano scesi, rimanevo solo io e il vecchio vicino a me che teneva ancora stretta tra le mani la foto. Notai che una lacrima rigò le sue guance rugose. Chissà cosa aveva vissuto. Mi sarebbe piaciuto saperlo, ma non glielo chiesi.

Arrivati alla stazione, lui e io scendemmo. Io mi diressi verso la prigione e lui imboccò un'altra strada.

Un edifici rosso mi parve davanti. Da fuori non sembrava nemmeno una prigione.
Entrai.



 

   
 
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