E' il 20 agosto 1955: In un quartiere di Bologna si festeggia: è nata Livia, la quarta figlia di un ricco imprenditore. La piccola cresce dunque in un ambiente sfrazoso con determinate regole e una certa educazione. Un giorno, all'età di sedici anni, si imbatte in un uomo, che al momento sta facendo molto parlare di sè. Livia capisce di aver sbagliato tutto. Contro la sua famiglia e contro ogni previsione, ingaggerà una battaglia che la portrà a legarsi indissolubilmente a quell'uomo. Non potrà più tornare indietro.
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Sorrise, mentre scriveva il suo discorso. Mi guardò, sempre sorridendo. "Hai capito tutto, sei troppo intelligente. Te lo dico sempre." Lo guardai, un po' confusa. "Invece non ho capito un bel niente! Mi spieghi?" La mia domanda non trovò risposta, continuò a scrivere e scrivere, con un espressione concentratissima. "Non stai bene?" gli chiesi. "Sembri triste." Alzò il capo dal foglio, mi scrutò per un secondo, e sorrise ancora. "Noi non siamo tristi."