freddo
matrimonio
All’inizio
fu più un matrimonio tra due liceali freddi che tra adulti
Ci davamo del lei,
dormivamo in letti separati, già ricevere una timida carezza
o un casto bacetto
era già tanto “Mi
sembra di essere una
liceale complessata, disse Ritsuko una volta,
ma non mi sento di fare di più”
In effetti, per farmi uno scherzo o cos’altro si
era messa la sua
uniforme grigia e lunga, non aveva nemmeno la gonna corta, di quando
andava al
liceo Proprio in linea col suo carattere freddo ed elegante Le andava
bene
ancora, anche se la cosa, invece che generare soddisfazione, causava
tristezza,
poiché era così anoressoide
Ritsuko
“Sa, mi spiace tanto torturarla così, ma dopo
quello che ho patito con Gendo,
il sesso sfruttato e ciò che ha patito mia madre non mi
sento di fare nulla che
non desideri veramente Ma così la faccio soffrire Dopotutto
legalmente lei è
mio marito, avrebbe diritti su di me e sul mio corpo
A
volte mi chiedo perché non cerchi di stuprarmi”
Axel
“Se li esercitassi sarebbe lei a soffrire” le
risposi
“Inoltre
non otterrei nemmeno sesso, ma solo un superficiale piacere Non ci
penso
neanche a stuprarla, dato che non otterrei vero piacere, ma solo
sofferenza,
poiché non voglio farle del male Io infatti sono innamorato
di lei, non lo
dimentichi Ogni mio gesto è accompagnato da sincero affetto
e se vuole farsi
avanti io sarò sempre pronto”
Ritsuko
“Ma potrei non innamorarmi mai di lei, anzi mi sembra di
sfruttarla perché non
penso ad altro che la mia pancia e il mio bambino”
Axel
“Sono io che mi sono buttato volontariamente in questa
avventura, pur
conoscendone i rischi e il prezzo dato dall’abbandono della
dolce Megumi e
della perdita dell’onore Ma ho
voluto accettarlo, e andrò fino in fondo, anche a costo di
non vederla mai
nuda, anzi, di non avere mai anche solo un bacio di vero
amore”
Ritsuko
“Sa che non voglio che lei mi veda mentre
partoriò!?”
Axel
“Lo immaginavo.. comunque rispetterò la sua
decisione e dirò che non me la
sento, nessuno sospetterà, anzi magari dovrò
lavorare così non ci sarò proprio,
del resto chi ha diritti di congedo maternità è
la donna e non l’uomo”
Ritsuko
“Quantomeno lei mi sta insegnando, anzi, ci insegnamo a
vicenda che anche il
più piccolo gesto d’affetto è
importante, purchè sia sentito e può dare
tanto”
Axel
“Già, meglio essere casti e sinceri piuttosto che
sfruttarsi, non le pare?”
risposi
Lei
mi sorrise, toccata dalle mie parole, un sorriso piccolo ma che mi
piacque e mi
chiese di tenerle la mano Io
accettai
Un
giorno, non so perché, mi mise il camice e disse che voleva
visitarmi Non volle
spiegarmi subito il perché, pensavo che fosse per la
curiosità di vedermi, ma
non mi tolsi mai gli indumenti intimi
Mi
misurò pressione, battiti pupille riflessi, ghiandole e altro
Ritsuko
“ho fatto, può rivestirsi” mi disse
freddamente
Axel
“Ma perché ha voluto visitarmi?” le
chiesi
Ritsuko
“Perché volevo visitare me stessa”
Axel
“Non capisco”
Ritsuko
“Vede in primo luogo volevo, con un esame fisico, togliermi i
dubbi sul suo
stato di salute mentale Ho visto che fisicamente è a posto e
che, date le
reazioni mentre la toccavo, lei prova reale attrazione verso di me e,
in
generale, non sembra rispettarmi solo perché soffre di certi
problemi
psicologici, esempio un’ omosessualità latente
Si fermò un attimo, sembrava volesse cercare le
parole adatte, ma invece
mi resi subito conto che cercava di trattenere le lacrime e ci
riuscì “La
ringrazio molto per la sua lealtà” mi disse
Dopo
una pausa proseguì dicendo “Ma soprattutto volevo
visitare me stessa Non solo
volevo sapere chi è lei, ma volevo capire la differenza tra
una semplice visita
medica e una visita a
una persona
conosciuta Vedo che non riuscivo a metterci tutta la mia solita
freddezza, non
era la stessa cosa E non è bello essere freddi nel rapporto
medico paziente, lo
sto capendo ora nella freddezza che ci mette la ginecologa che mi
segue, è
davvero molto, troppo fredda, anche se, data la dolcezza del tema, una
donna
che aspetta il suo primo figlio e il fatto che siamo donne dovrebbe
comportarsi
in maniera ben diversa Sto cambiando il mio mdo di essere donna e
medico grazie
a lei e al bambino e gliene sono grata” una lacrima le scese
Infine
volevo sapere chi è lei per sapere se devo difendere la mia
creatura o no (e mi
appoggiò la mano sulla guancia) e so che non devo
difenderla, perché lei gli
vuole già bene Venga si è meritato un bel premio,
ma prima si rivesta”
Ritsuko
prese uno strano stetoscopio, si alzò la camicia in modo da
scoprirsi il ventre
e mi fece cenno di avvicinarsi MI mise lo stetoscopio nelle orecchie e
lo
appoggò sul ventre E’ un modello particolare usato
per le donne in gravidanza
per ascoltare il cuore del bambino” mi spiegò
“Ora può ascoltare la dolce
musica “
“in
effetti era bello, dolce sentirne il cuore, lo ascoltai a lungo Poi
Ritsuko si
rimise a posto e con un tono che tradiva il desiderio di una risposta
affermativa, mi chiese “Posso visitarla ancora, in
futuro?”
“Certo
ogni volta che vuole”
In
effetti la visita medica e l’ascolto del cuore del bambino
furono le cose più
intime che avremmo fino alla nascita del piccolo ed oltre
Comunque
non posso ignorare che a volte Ritsuko mi chiedesse: “Posso
parlare un po’ con
lei?” e mi raccontava la sua gravidanza i suoi dubbi, le sue
paure, il suo
vedere la situazione da donna e
da
medico, il pensare a sua madre e a come lei avesse vissuto la
gravidanza, il
sentirsi diventare ogni giorno di più una donna creatrice
Per fortuna non c’ero
solo io, ma anche Misato e Maya erano con lei a fornirle supporto
femminile,
come del resto anche altre sue amiche E’ proprio vero che le
donne, quando
aspettano un bambino, desiderano avere accanto un sostegno femminile,
un
ovattato mondo al femminile MI
stupiva
comunque il fatto che a volte volesse farsi abbracciare e stare sul mio
petto
ad ascoltare il mio cuore, ma solo con lo stetoscopio
Quando
lui nacque, comunque, io ero presente Per salvare le apparenze ottenni il permesso
d’assentarmi per lavoro,
ma, d’accordo con Ritsuko, non volli assistere
Subito
dopo il parto, potei entrare Quando
mi
dissero suo figlio ebbi come un colpo apoplettico: sentivo davvero come
fosse
mio
Ritsuko
era al settimo cielo: le fece bene vedere che, nonostante il dolore, ci
fosse
poi tanta gioia
Rimasti
soli noi tre, potemmo parlare un po’
Ritsuko:
“ la
ringrazio molto per avermi
assistito durante il parto”
Axel:
“Come?”
Ritsuko:
“Perché i suoi consigli sullo spegnere la me
stessa come medico e lasciar fare
tutto alla collega e
limitarmi a vivere
il parto come donna mi sono stati molto utili, sono riuscita ad avere
contrazioni regolari Inoltre il farmi notare che sono forte e avrei
potuto
sopportare il dolore, dolore che è ben poca cosa in
confronto a quanto ho
sofferto per la perdita di mia madre e al tradimento di Gendo mi ha
dato una
grande forza Ma soprattutto è stato il sapere che lei crede
in me a darmi forza
Anche se lei non c’era è stato
come se ci fosse stato”
Io
ero senza parole, mi limitai a sorriderle felice Avrei tanto voluto
baciarla,
ma non potevo Lei
capì e aggiunse: “Vuole
stare insieme a me per sempre? Non so se l’amerò
mai, ma non riesco a fare a
meno del suo sostegno, della sua dolcezza della sua forza Ironico
vero?’ Io che
sono stata assunta da Gendo sulla tomba di mia madre per sostenerlo ora
ho
bisogno di essere sostenuta So di chiederle molto visto che rischia di
imprigionarsi con una che non la ama e forse mai
l’amerà
Per
sostenerla non c’è problema, vedo che ha capito
che non si può tenere sempre lo
stesso ruolo e bisogna saper cambiare, anche quando ciò
implica una
degradazione, come lo è stato nel suo caso di donna in
attesa non essere più un
medico ma una donna Io comunque voglio vivere con lei Inoltre le
sembrerà
strano, ma mentre ero di la ho avuto paura”
Ritsuko:
“Di cosa?”
Axel:
“Che lei morisse”
Ritsuko:
“Ma andiamo, oggi giorno è difficilissimo e la mia
gravidanza non era a
rischio”
Axel:
“Lo so, ma ho avuto paura al pensiero di perderla…
anzi voglio farle un
giuramento Le giuro
che preferirei
morire io piuttosto che lei o il bambino Io le affido la mia vita,
può fare quello
che vuole di me, anche uccidermi”
Ritsuko,
non so se per il post partum o perché toccata, si mise a piangere e mi chiese di
lasciarla sola
Se
avessi letto nei suoi pensieri, avrei visto ciò che aveva
confidato a Misato
“Oramai
mi sono innamorata di lui, ma non lo dirò finchè
non ne sarò certissima, non
voglio illuderlo o influenzare la mia decisione”
Dopo
alcuni giorni mi comunicò la sua tristezza: “Sa,
non voglio avere un figlio
unico, è così triste esserlo ma non so se
riuscirò mai ad avere un figlio con
una persona che non amo”
Axel
“Io non le impongo nulla, le dissi, decida lei”