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Autore: Dainoza    17/02/2016    1 recensioni
[AU!Psycho-Pass][Titolo provvisorio]
-Quando gli innocenti vengono scambiati per assassini, il mondo sembra quasi girare al contrario o addirittura fermarsi, stupito da tanta stupidità. Quando si renderanno conto che i veri colpevoli sono ancora in circolazione allora sminuiranno tutto come sempre, senza pensare al rovinoso futuro di chi, per anni, ha dovuto subire una punizione ingiusta. Io sono innocente, chi distrusse la mia famiglia è ancora a piede libero, forse stupito per aver avuto cotanta fortuna, ma io lo troverò, ormai non ho più nulla da perdere, sono solo l'ennesimo criminale che viene definito tale ingiustamente, perché "il giudizio è questo". Quando il vero colpevole sarà preso, allora ci sarà davvero giustizia nel mondo.-
Dopo essere stato imprigionato ingiustamente per undici anni, ad Akiteru Tsukishima viene offerta una possibilità impossibile da rifiutare, che potrebbe anche soddisfare il suo desiderio di vendetta verso l'assassino della sua famiglia.
Genere: Angst, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akiteru Tsukishima, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Prologo

Prima di quel giorno non aveva mai sentito il calore del fuoco sulla pelle, l'odore asfissiante della cenere e la vera paura, quella paralizzante, in grado di stringere il cuore così forte da farlo esplodere. Ancora oggi rivive in continuazione quella scena, ogni volta che sbatte le palpebre, quando si stende sul letto. Quando il buio lo avvolge quello che vede sono le fiamme che consumano la casa e può quasi immaginarsi lì, in piedi davanti all'abitazione, col fiato mozzato e le ginocchia tremanti, così scioccato da non riuscire ad agire come un vero uomo avrebbe fatto. Ma cosa avrebbe potuto mai fare un adolescente davanti a quello spettacolo così pietoso? Era solo l'unico spettatore della morte della sua famiglia, non avrebbe mai potuto agire in nessun modo, a meno che non avesse voluto gettarsi nelle fiamme per raggiungere i suoi cari.

La giornata era iniziata come tante altre, Akiteru si era svegliato per andare a scuola e per passare un'altra giornata col sorriso sul volto. Studiava per gli esami, presto gli avrebbero comunicato in quale settore avrebbe dato il massimo, per portare onore al Sibyl System e alla sua famiglia. Il suo Psycho-Pass era pressoché perfetto, sua madre gli diceva sempre che con dei numeri bassi come i suoi avrebbe potuto raggiungere i piani più alti della società, ma il ragazzo faticava a crederle. I numeri non possono rimanere costanti per sempre, e in effetti per lui fu proprio così.
Aveva una vita felice, i suoi genitori erano persone facoltose e suo padre, in particolare, lavorava per la Pubblica Sicurezza, la carica di Ispettore era un onore grandissimo e Akiteru avrebbe tanto voluto essere come lui. In quel periodo si stava comportando in modo strano, qualche volta lo sentiva sussurrare "Sibyl System" come se fosse una cosa brutta, una bestia feroce che mirava alla sua famiglia, e il ragazzo non ne capiva il senso, ma comunque a quel tempo non se ne preoccupò più di tanto.
Ma la vera gioia del ragazzo era il fratellino più piccolo, Kei. Si passavano sette anni di differenza, ma Akiteru cercava in tutti i modi di farlo sentire grande come lui, o almeno cercava di elevarlo al suo livello. Il bambino dagli occhiali riusciva davvero a farlo sentire bene, era forse l'unico motivo per cui viveva. E allora perché non si unì a lui quella notte?

Uscì di casa col sorriso sul volto, che, ore dopo, si spense come una candela tremolante. Fece le stesse cose di ogni giorno, i suoi compagni di classe avevano di nuovo incollato il gesso sulla cattedra e si era fatto quattro risate genuine davanti all'espressione esterrefatta della professoressa. Non era lo studente più intelligente della classe, ma ci metteva passione in quello che studiava e sperava che fosse abbastanza per lo standard della famiglia.
Il pomeriggio lo aveva passato in palestra, ignaro della tragedia che, di lì a poco, si sarebbe consumata.
Lo sport che più amava era la pallavolo, alle medie aveva ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti, ma tutti quei trofei non sembravano importare al Coach Ukai, vecchio come il centrino della nonna ma severo come il peggiore dei tiranni. Lo faceva sgobbare per tre ore intere, alla fine di ogni allenamento sentiva sempre le gambe pulsare e le braccia bruciare, parola che non osò più pensare in futuro. Ma, pur di vedere il sorriso orgoglioso del fratellino, avrebbe sopportato di tutto, anche la peggiore delle umiliazioni.

Quando le lingue di fuoco si palesarono ai suoi occhi provò ad urlare, ma non aveva la forza di farlo. La sua casa stava andando in fiamme, il canestro in giardino era divenuto una pozza di plastica fusa sull'erba bruciata e i vetri, a poco a poco, esplosero, facendo lo stesso rumore del suo cuore rotto. Il suo viso era una maschera di terrore, con gli occhi spalancati ed impietriti davanti a quella sciagura. Sua madre, suo padre, Kei.... morti, consumati dall'Inferno in terra.
 Poteva quasi sentire le urla della sua famiglia che stava venendo divorata dalle fiamme, o forse erano solo le accuse di quelli che erano accorsi al richiamo del fuoco, unica fonte di luce in quella sera nera come la morte.
"E' lui, è stato il ragazzo!"
"L'ho sempre detto che aveva qualcosa di strano"
"Prendetelo, prendetelo!"
Quando sentì delle mani possenti afferrarlo per le braccia, sembrò sbloccarsi dal suo stato di catalessi e cominciò ad urlare col tutto il fiato che aveva in corpo, cercò di puntare i piedi, di divincolarsi dalla loro presa per raggiungere la sua - distrutta - famiglia, ma i due Esecutori furono più forti e riuscirono a portarlo con loro. Lacrime di disperazione e frustrazione uscirono a fiotti dai suoi occhi, ma non ebbe il tempo di ricominciare ad urlare che una Dominator gli venne puntata alla tempia e tutto il suo corpo si immobilizzò, completamente paralizzato.

Poco lontano dall'incendio, un uomo col cappello sorrise vittorioso, portandosi davanti al viso la fiammella tremante di un accendino, arma del delitto. Osservò la scena come se fosse uno spettacolo teatrale, vedere come quel ragazzo si disperava era quasi divertente, poteva quasi sentire il piacevole suono delle urla di puro terrore. Gli avrebbero mai dato la notizia che, quella sera, vennero rinvenuti due corpi?

Quando gli innocenti vengono scambiati per assassini, il mondo sembra quasi girare al contrario o addirittura fermarsi, stupito da tanta stupidità. Quando si renderanno conto che i veri colpevoli sono ancora in circolazione allora sminuiranno tutto come sempre, senza pensare al rovinoso futuro di chi, per anni, ha dovuto subire una punizione ingiusta. Io sono innocente, chi distrusse la mia famiglia è ancora a piede libero, forse stupito per aver avuto cotanta fortuna, ma io lo troverò, ormai non ho più nulla da perdere, sono solo l'ennesimo criminale che viene definito tale ingiustamente, perché "il giudizio è questo". Quando il vero colpevole sarà preso, allora ci sarà davvero giustizia nel mondo.


Note dall'autrice:
Non so esattamente cosa mi ha spinto a scrivere una cosa del genere, ma l'ho fatto e spero con tutto il cuore che vi abbia interessato. So che Psycho-Pass non è un Anime pienamente conosciuto, non è neanche tra le sezioni qui(!), ma spero di aver comunque attirato la vostra attenzione.
A presto!
   
 
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