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Autore: BlackMamba1298    17/02/2016    1 recensioni
"Voglia di volare ma con le ali tagliate"
Vi racconterò la storia di Tessa, una giovare ragazza con la passione del disegno, che sogna attraverso la sua matita, sperando un giorno di riuscire a volare via.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una noiosa sera di Febbraio, piovigginava, e Tessa, stanca e arrabbiata tornava da scuola dopo una frustrante interrogazione di filosofia:

“Che giornata di merda...”, ripeteva, “le interrogazioni fuori orario sono le peggiori. Perchè una ragazza dovrebbe andare a scuola alle 19:30 per farsi interrogare? Non bastano le 5 ore ordinarie al mattino, no?! Bhe, ormai è fatta, male che vada prendo 4 e mando a fanculo la prof.”

Tessa è una diciottenne, bassina, magra, dalla pelle chiara e dal sorriso come pochi, un sorriso che, evidenziato da quelle sue labbra rosa, quasi rosse, è in grado di rallegrarti la giornata. Tessa non è come tutte le altre ragazze, le piace disegnare, disegna tanto, le piace la musica e non è una ragazza scorbutica come può sembrare, anzi, è molto tranquilla, almeno così sembra. Perchè dico “sembra”? Avete presente le aquile? Sicuramente le avreste viste in qualche documentario, o i più fortunati le avranno viste dal vivo, e le avreste viste sicuramente volare, libere, in alto nel cielo. Ecco, adesso immaginate di tagliare le piume delle ali ad un'aquila. Fatto? Adesso la starete sicuramente immaginando sofferente, incapacitata a volare, la vedrete osservare il cielo con nostalgia, anche se non vola da soli 5 minuti.

Quell'aquila è Tessa, una ragazza dai capelli neri con un'infinita voglia di volare ma che a causa della società, di alcune scelte o anche per colpa di se stessa, si ritrova ferma a terra, con le ali tagliate.

Come vi dicevo a Tessa piace disegnare perchè è dell'idea che i disegni siano come sogni in forma concreta, e forse fu grazie a questa sua passione per il disegno che quel giorno, tutta la normalità, tutta la “solita routine” sparirono magicamente.

Si trovava in un vicolo, la strada era bagnata, l'acqua che scendeva dalle grondaie creava tanti piccoli fiumiciattoli d'acqua che si intersecavano fra le pietre della pavimentazione finendo dritti nel tombino, si sentivano le voci delle televisioni delle coppie anziane che guardano la TV; i gatti, sotto le tettoie si sistemavano il pelo, il tutto illuminato da una lanternina, posta al centro, che emanava una luce piuttosto arancione. Tessa passava tutti i giorni di la per tornare a casa da scuola ma mai a quell'ora e quel vicolo non era mai stato così suggestivo. Quell'immagine la colpì, quei suoi occhi neri si accesero, qualcosa stava accandendo, si fermò per un istante nonostante fosse in ritardo per cena e, come ci si aspetterebbe da una ragazza con una grande passione per il disegno, prese il suo blocchetto, sempre a portata di mano, la matita, si sedette sullo scalino di una porta e iniziò a “tessere la sua tela”.

La mano andava da sola, e pupille della ragazza si dilatavano, quasi come fosse in trance, come se stesse venerando quella immagine, con tutte le emozioni che questa le procurava.

Ad un certo punto la matita le scivolò di mano fermandosi sull'orlo della feritoia del tombino.

Si chinò per prenderla, quando nella penombra, sul muro, vide una sagoma, che sembrava la stesse osservando.

Tessa, spaventata, fece qualche passo indietro ma a quella sagoma non sembrava importare di essere stata vista allora la ragazza, convinta fosse solo frutto della sua immaginazione si avvicino lentamente, fino ad arrivare sotto la lanternina. La luce, abbagliante, costrinse la ragazza a coprire gli occhi con la mano per riuscire a vedere meglio.

“Hey!!” gridò con voce tremolante.

Silenzio.

Ad un certo punto le squillò il cellulare facendole prendere uno spavento ai quali raramente non sopraggiunge un infarto.

Era sua madre:

“Dove sei?! Sono le 21! è tardi! Che fine hai fatto?!” Disse la madre urlando.

“St...sto...Sto arrivando mamma” rispose Tessa chiudendo il telefono in faccia alla madre.

Rialzò gli occhi e la sagoma che un attimo prima si trovava li scomparve seguita da una risatina e dal rumore dei passi di un uomo un corsa.

Percorse quel vicolo correndo, cercando di scoprire di chi fosse quella sagoma e una volta uscita dal vicolo si guardò intorno.

Non c'era nessuno, e la ragazza confusa, proseguì per la strada verso casa.

Arrivata, la madre la aspettava dietro la porta, infuriata. Iniziò a rimproverarla per il grande ritardo mentre la ragazza, ancora frastornata per la vicenda consumava la sua cena a base di pasta con le vongole, che fredda, mandava giù in silenzio con la madre che le urlava nell'orecchio.

Finito di mangiare, la giovane Tessa di dirisse verso la sua stanza incontrando per la strada il padre, spaparanzato sul divano mentre guardava un film, lo salutò e arrivata nella sua stanza si mise a letto.

Osservò il disegno del vicolo per 10 minuti accorgendosi di aver disegnato anche quella strana sagoma ma senza averci fatto tanto caso.

Dopo aver guardato attentamente quel disegno e cercato di capire cosa fosse quella sagoma, la appese all'armadio, tornò a letto e stremata per giorno insolito, DIVERSO, che aveva appena passato, si addormentò ma, sotto sotto, sapeva che era solo l'inizio.

 

   
 
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