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Autore: Okahi    18/02/2016    1 recensioni
Siete delle persone curiose e strane come 'Lil', la protagonista di questa storia? Allora ti invito a continuare a leggere e scoprire i 1000 misteri celati dietro all'Ultimo Ordine.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Volevo iniziare con alcune premesse.
Sappiate che se volete leggere una storia seria, scritta da una persona seria, questa non è la vostra storia.
Sappiate che se volete sapere di più sui personaggi, sui luoghi e sugli anni, ahimè non ve li posso svelare...
- Perché? - vi starete chiedendo, be' almeno non state lì impalati a leggere e usate un po' di più la testa e l'immaginazione. Potreste, per esempio ambientare questa storia nella vostra città, mettendo come protagonista il vostro vicino di casa, il vostro migliore amico, i genitori del vostro migliore amico, i vostri parenti, la cassiera del supermercato sotto casa, la vostra professoressa e così via, creandovela voi la storia..
Dopo avervi informato di ciò, iniziamo con la storia.
Quella mattina a (inserire con tanta fantasia il nome della città)tutto sembrava calmo, era una fresca giornata di inizio primavera del (inserire con tanta fantasia l'anno, consigliabile un anno recente, se no la storia potrebbe non avere senso), nonostante fossero già le sette passate, la fresca bruma copriva (la città precedentemente scelta) come un velo, quasi a volerla coprire volontariamente, per nasconderla dal sole nascente che pian piano incominciava a illuminare la città.
Tutti dormivano, neanche le macchine erano per strada, tutto, dico tutto, era immobile, come in una città fantasma.
A fermare questa dolce calma però, fu un urlo, che, quasi come un fulmine, passò tra tutte le vie della città svegliando tutti di soprassalto, tutti allo stesso momento.
Chi si spaventò, chi tra parolaccie e insulti si rimise nel letto, chi guardò la sveglia e notò di essere in ritardo (studenti specialmente), chi invece cercò di capire la provenienza dell'urlo, chi dopo averci provato fece miliardi di supposizioni ma si rassegnò e tornò a dormire.
Nessuno però, poté notare che la nebbia era sparita.
Tra le persone che si svegliarono di soprassalto, tentando di fare teorie su teorie fu (io per comodità la chiamerò Lil, abbreviazione di Lilibeth, ma questo non vuole assolutamente dire che nella realtà la protagonista si chiami così, ripeto: è solo per comodità), io la immagino una ragazzina di 12 anni (scusate ma l'età devo inserirla, quindi immaginerete la vostra protagonista all'età di 12 anni e se non li ha ancora compiuti, immaginatela quando li raggiungerà), bassa e magra, con i capelli rosso-biondo, come un arancione scuro, occhi chiari, lentiggini, naso a patata e orecchie quasi invisibili, nascoste sotto la folta capigliatura ribelle, che le arrivava, di lunghezza, alle scapole. 
Lil era una ragazza molto socievole, nonostante non avesse poi così tanti amici, effettivamente non ne aveva nessuno. Rimaneva tutti i giorni in casa a pensare, guardando il soffitto senza battere ciglio, come se il mondo intorno a lei si fermasse, e quando incominciava a pensare, be' non ce n'era più per nessuno, nessuno poteva distrarla dai suoi pensieri, se non sua madre.
La mamma di Lil era sempre fuori città per lavoro, partiva la mattina presto e tornava a tarda sera, quando trovava la figlia impalata, sdraiata sul letto a pancia in su, immersa nei suoi pensieri.
Lei amava sua figlia, era l'unica persona che le era rimasta dopotutto, il padre della ragazza le aveva abbandonate quando Lil era appena nata.
Sua madre lo descrisse sempre come un vigliacco alla figlia, un ubriacone senza vergogne.
Ma la madre di Lil, nonostante il duro lavoro, durante il week-end non si lasciava scappare il tempo da passare con la figlia, magari guardando qualche film thriller come piacevano a lei o giocando a qualche gioco da tavolo.
Quella mattina, dopo il suo risveglio, subito Lil cercò di capire la natura del furto, ma quando diede un occhiata all'orologio e notò di essere in ritardo.
Piombò in bagno a lavarsi, corse nell'armadio e prese le prime cose che le capitarono in mano: una maglietta rosa, un maglioncino blu, dei jeans stropicciati e due calzini di due diversi colori che vennero coperti dai suoi scarponcini neri.
A causa del suo ritardo Lil dovette prendere il tram, cosa che non avrebbe fatto mai: lei odiava il tram, soprattutto per la sua claustrofobia (paura degli spazi piccoli e opprimenti, ma anche affollati).
Sul tram, però, non c'era la solita schiera di ragazzini che andava a scuola, ma solo lei e altre tre persone.
I tre parevano dei ragazzini della sua età, incapucciati, che portavano dei borsoni scuri, che dallo sforzo dei tre per mantenerli in spalla, parevano molto pesanti.
Lil li fissava, ma ad ogni occhiata che i tre davano a alla ragazza, lei distoglieva lo sguardo.
Il tram si fermò e i tre si avviarono per la porta di uscita, quando due poliziotti li indicarono e salirono sul tram con uno scatto al limite del loro possibile.
I tre allora lasciarono i borsoni, saltarono in dietro e spintonando la poca gente che si accingeva a salire riuscirono a scappare dal tram e dagli agenti che provarono a rincorrerli, ma non c'era la minima speranza di raggiungerli.
Un particolare che i poliziotti dimenticarono, però, furono gli enormi borsoni lasciati dai ragazzi, a quanto pare ricercati.
Lil guardava le borse e sapeva che doveva guardare cos'era contenuto al loro interno, dopotutto, Lil era una ragazza curiosa. Forse troppo.
Ormai però Lil era arrivata a destinazione, e dovette scendere, non prima, però, di aver preso una delle tre borse, quella più leggera. 
Fortunatamente era l'unica sul bus in quel momento e non venne vista da nessuno, almeno credeva, anche perché stava compromettendo una 'scena del crimine', almeno così aveva sentito dire nei film polizieschi che la madre le faceva vedere. 
Lil scese e corse il più veloce possibile per il viale della scuola, almeno quanto il borsone rubato e il suo zaino le permettevano.
Passò tutto il tempo a scuola guardando l'orologio e quando l'ultima campanella suonò tornò a casa il più veloce possibile.
Appena la serratura si sblocco, Lil, appoggiò la borsa sul tavolo e guardò attentamente il cuntenuto di essa.
 
   
 
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