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Autore: BlackMamba1298    19/02/2016    0 recensioni
"Voglia di volare ma con le ali tagliate"
Vi racconterò la storia di Tessa, una giovare ragazza con la passione del disegno, che sogna attraverso la sua matita, sperando un giorno di riuscire a volare via.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella fù una notte molto difficile per Tessa.

Era stanca, si, ma nulla le impediva di svegliarsi ogni tanto e iniziare a pensare ancora a quella strana sagoma.

Erano ormai le 04:47 e Tessa perse le speranze di riuscire a dormire allora accese la lampada sul comodino creata con una bottiglia di Jack Daniel's, si alzò, cercando di non inciampare sulle scarpe o sullo zaino che dalla fretta con cui era entrata in camera sua dopo la vicenda del giorno passato aveva buttato a terra facendone fuoriuscire tutti i libri, e si dirisse verso l'armadio, prese il disegno del vicolo, tornò sul letto, si sedette e iniziò a fissarlo, concentrandosi su quella sagoma.

La fissò per ore continuando a chiedersi cosa diamine fosse, fino a quando la sveglia non suonò; erano le 07:00 e assonata, la ragazza andò in cucina, prese il caffè e mangiò una merendina dal sapore piuttosto amaro, magari era scaduta ma a lei non importava, era troppo impegnata a fissare il vuoto, con l'immagine della sagoma fissa in mente, si preparò, indossò i suoi jeans preferitì, una maglietta a caso, la sua felpa nera e le sue converse nere, ormai tutte rovinate dai tanti chilometri che queste avevano percorso, recuperò i libri dal pavimento della sua stanza e mentre staccava dalla spina il cellulare che si trovava sulla scrivania, con la coda dell'occhio vide un post-it rosa dalla parte esterna della finestra a destra della scrivania. Non era stata lei a mettercelo anche perchè non ha mai avuto post-it visto che annota tutto sul suo diario, allora si avvicinò e confusa prese il post-it e lo osservò; su di esso c'era scritto:

 

“Ora 18:27 del 18/02

strada principale, 3° albero da destra

rispetto alla piazza.

GUARDA VERSO NORD”

 

Tessa, confusa, non riusciva a credere a ciò che avava appena letto. Sembrava l'appuntamento fra 2 agenti segreti e la data riportata sul biglietto era quella del giorno dopo. La ragazza andò nel panico, respirava affannosamente e dopo ciò che le era accaduto il giorno prima non sapeva più a cosa pensare.

Ad un certo punto la madre la chiamò urlando:

“Tessa! È tardi! Sono le 07:55! Devi andare a scuola!”

“Arrivo!” Provò a urlare.

Fece un respiro profondo e raggiunse la madre che la fece salire in macchina e la accompagnò a scuola, scuola che si trovava dall'altra parte del suo paese.

Per tutto il tragitto non sapeva se pensare a quella sagoma misteriosa o a quel bigliettino ancor più misterioso. E se a lasciare il post-it fosse stato proprio quel qualcuno che la stava spiando mentre disegnava nel vicolo? Cosa dovrebbe aspettarsi da quella persona? Sarebbe dovuta andare all'appuntamento o no? Sarebbe stato meglio parlarne prima con i suoi?

Arrivò a scuola, la tipica scuola di un paesello, con più alunni che soldi per riparare i buchi nei muri, percorse i corridoi vuoti e silenziosi, mancava solo il rotolacampo spinto dal vento. Bussò alla porta della sua classe:

“Cazzo, oggi è venerdì, c'è la stronza di matematica, adesso mi fa la romanzina per il ritardo” pensò Tessa mentre bussava alla porta.

“Avantiiiii..” risposerò in coro i suoi compagni insieme alla prof.

Tessa aprì la porta e appena gli occupanti della classe videro che era lei un deluso e annoiato “aah..” invase l'aula come se si aspettassero qualcos'altro.

“Tessa! Sono le 08:10” iniziò la prof, “Non ha suonato la sveglia o non avevi voglia di vedermi stamattina? Vabbè, entra, che tanto se ci sei o non ci sei non fa differenza”.

La ragazza si trattenne dal mandare a quel paese la prof e andò al suo posto, prese il quaderno di matematica e iniziò a prendere appunti ma durò ben poco perchè subito dopo si ritrovò a guardare fuori dalla finestra pensando a tutto ciò che le era successo, a di chi fosse quella sagoma, a cosa succederà se andrà a quell'appuntamento, al fatto che forse era tutto uno scherzo, per tutte le prime 2 ore, ricevendo anche numerosi richiami dai professori.

Alla terza ora, stanca per la nottata difficile e per tutto il tempo passato a pensare e a preoccuparsi, Tessa si sentì male e uscì dalla classe per andare in bagno.

Mentre camminava per il corridoio, all'improvviso sentì una risatina, la stessa risatina che sentì il giorno prima in quel vicolo quando la sagoma scomparse! La risatina proveniva dallo stanzino alla sua sinistra.

Era spaventata, tantissimo, le veniva da piangere, di urlare, ma invece restò lì, immobile, fissando quella porta.

“Cosa faccio?”, pensò, “Entro?”

Ma sapeva benissimo che alla fine sarebbe entrata quindi si avvicinò alla porta, afferrò la maniglia, fece un respiro profondo ed entrò in quello che sembrava essere uno sgabuzzino, tutto impolverato, pieno di scope, detersivi, pacchi di carta igienica, scaffali pieni di cianfrusaglie e scatole dal contenuto ignoto ma non c'era nessuno al suo interno. La stanza era poco illuminata, c'era solo una finestrella sul muro a destra, troppo piccola perchè ci passasse una persona ed era anche troppo in alto per arrivarci, ma entrava giusto un po' di luce, luce che entrava nella stanza proiettandosi sul muro di fronte a Tessa, creando un rettangolino di luce dove in mezzo era attaccato un altro di quei post-it, sempre rosa. La ragazza si avvicino e appena staccò il bigliettino si ritrovo dietro la bidella che, spaventandola, si mise a urlare chiedendole cosa ci facesse lì dentro e facendola tornare in classe. Non aveva ancora letto il bigliettino, non ne aveva avuto il tempo fra una una romanzina e l'altra con l'aggiunta di un compito in classe a sorpresa.

La scuola finì e Tessa, ancora pensante e preoccupata ma molto curiosa di leggere il bigliettino, tornò a casa resistendo alla tentazione di leggerlo, poiché avrebbe voluto farlo una volta arrivata in camera sua, così che nessuno potesse disturbarla o chiederle cosa stesse succedendo nel caso in cui fosse svenuta dopo aver letto ciò che c'era scritto.

Tornando a casa passò nuovamente per quel vicolo, fissando continuamente il punto in cui aveva visto la sagoma.

Arrivata a casa, si piombò in camera sua senza neanche salutare i suoi o pranzare, chiuse la porta a chiave, prese il bigliettino dalla tasca e lo lesse:

 

“Tessa, non aver paura,

vieni all'appuntameno

e porta matita e blocchetto”

 

Tessa restò stupita, “come fa a sapere il mio nome?!”, si domandava impaurita, si sedette sul letto rannicchiata, fissando la finestra e pensava alla cosa migliore che avrebbe potuto fare in quel momento.

Notò che dietro il biglietto trovato a scuola c'era scritto “Keith Haring”; lei conosceva questo nome, era il nome di un artista, un graffitista americano che per qualche anno, grazie ai suoi “omini colorati”, ha attirato la sua attenzione e l'ha ispirata nei suoi disegni, ma cosa c'entrava questo con tutto il resto?

La ragazza si scervellò per tutto il pomeriggio, non studiò, non mangiò, voleva solo arrivare a capo di tutto ciò che le stava accadendo. Ma Tessa in fondo sapeva, lo ha sempre saputo, che per risolvere questo “rompicapo” sarebbe dovuta andare a quell'appuntamento.

Alla fine Tessa si addormentò, stanca per la lunga giornata che aveva affrontato ma non più preoccupata, anzi, era curiosa di sapere chi fosse questa “persona misteriosa”.

   
 
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