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Autore: Angelus_Dragon    20/02/2016    0 recensioni
a volte è più facile proteggere sé stessi che gli altri...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'una di notte. La casa un silenzio di sonno. La sua famiglia dormiva, beata di sogni sconosciuti. Lei fremeva. Lei, con il cellulare in mano, tremava. Quegli ultimi messaggi non letti, quella buonanotte lasciata quasi in sospeso nei cinquanta chilometri che la separavano dal suo destinatario. Era stata fredda con lui quella sera. Aveva a stento risposto ai suo messaggi e con noncuranza aveva lasciato che il suo cervello accendesse il vortice delle paure. Perché? Cos'era successo? In fondo lui era solamente stato onesto. L'aveva resa partecipe di un problema. Avrebbe dovuto rallegrarsi di questo. Ma allora perché si era ritratta come un animale ferito? Cosa la turbava a tal punto da allontanarsi? Rigirava quel piccolo aggeggio tecnologico tra le mani mentre le note malinconiche di alcune canzoni le narravano la sua vita. Voleva scrivergli. Ma cosa? Lui era, in realtà, ancora un perfetto mistero. Forse lei si sbagliava, forse aveva già sbagliato. Avrebbe dovuto rassicurarlo, essere altruista e fargli sentire che gli era vicina, che lo amava, ed invece si stava comportando da perfetta egoista: stava di nuovo proteggendo sé stessa. Ma da cosa esattamente? Da una persona che le stava offrendo il cuore e l'anima? Poteva davvero essere tanto stupida? Lui era tutto ciò che aveva sempre voluto, ma allora perché si sentiva tagliata fuori? Tagliata fuori... Probabilmente, in onestà, era lei che si stava tagliando fuori. Quella bestia ferita che dimorava nel suo corpo, anima inquieta, si era nascosta così bene e per cosi tanto tempo che forse temeva di bruciarsi nella luce. E come biasimarla? In fondo cos'aveva ottenuto in passato se non delusione e sofferenza? Il passato è passato! Il cuore lo urlava, tutto il suo corpo lo urlava da quando aveva conosciuto Lui. Eppure... Eppure quella creatura nel suo petto, oramai timida e schiva, diffidava. Osservava dal suo amgolo di tenebra il mondo circostante, pregando di non essere avvicinata da nessuno. Ma le mani di Lui erano calore, erano vita, una succulenta promessa di speranza che lentamente la rianimava. Improvvisamente sentì l'impulso di chiamarll, di chiedergli scusa, di gridargli che lo amava. Scorse il dito sullo schermo luminoso nel palmo della sua mano e toccò il suo nome. Lo avrebbe chiamato, lo avrebbe tranquillizzato...ma quando la conessione fu stabilita e nel suo orecchio riecheggiò il primo lungo squillo riagganciò. Era sciocco svegliarlo nel cuore della notte senza nemmeno un reale motivo. Poggiò l'apparecchio sul comodino e sperando che quell'unico squillo non bastasse per fargli sapere del suo patetico tentativo si ritrasse sotto le coperte. Rimase li, con l'esigenza di un bacio che non avrebbe potuto ricevere, con la necessità di sentire la Sua voce. Con la coscienza di essere solo metà di sé stessa. _______________ N.d.A.: chiedo scusa se ci sono errori di battitura e/o simili, ma ho scritto e pubblicato questa storia dal cellulare e non l'ho nemmeno riletta... semplicemente una piccola parentesi dei miei pensieri notturni....
   
 
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