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Autore: Lady Moon    20/02/2016    4 recensioni
Margherita è una ragazza che, dopo aver avuto una discussione con la sua famiglia, passa la notte su una nave apparentemente vuota, attraverso la quale prova diverse sensazioni. Nonostante non avesse intenzione di allontanarsi da casa ma di ritornare dai suoi, il giorno dopo si risveglia in mezzo al mare, lontana ormai dal porto, tanto da non riuscire più a riconoscerlo.
Conoscerà dapprima due marinai misteriosi, i quali sostengono di non essere soli sulla nave, nonostante Margherita non riesce a vedere nessun altro, a parte loro. Dopo aver constatato che probabilmente non tornerà subito a casa, cosa farà Margherita? Si unirà a quello strambo equipaggio? Quali avventure le aspettano? E quello strano galeone quali segreti nasconde? E' necessaria la sua presenza sulla nave? Per dove è diretta? E perché?
***
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole”
 
- Giovanni Verga. 


~


 
Capitolo 1: Una strana nave.

28 Aprile del 2015, Gran Bretagna.

Quella nave era immensa, a poco spaventosa, e galleggiava immobile nelle acque bluastre dell'Oceano. 
Era notte, si vedeva a malapena quel particolare simbolo inciso su una delle due bandiere, che si lasciavano dondolare dal vento, il quale spirava, di tanto in tanto. Una era la bandiera dell'Inghilterra, l'altra era completamente nera, con disegnate sopra delle stelle e dei pianeti. Margherita riconobbe Giove dalle dimensioni, gli altri pianeti erano indecifrabili, era troppo buio. Squadrò il pesante bestione di legno, sembrava non troppo rovinato dalle acque, ma allo stesso tempo le suscitò una strana certezza d'averne passate tante in mare, di essere stata a lungo a navigare presso chissà dove, alla ricerca di chissà chi o di quale tesoro, e di essere ritornata al porto solo per riposarsi e per decidere sul da farsi l'indomani - ammesso che una nave si potesse riposare e pensare ove il destino e la corrente l'avrebbe poi ricondotta. - 
Dopo le sue fantasticherie si decise, montò su, per quanto fosse rabbrividita alla sola idea e alla sola vista di quel galeone. La nave all'interno le mise ancora più inquietudine. Appena poggiò le due gambe al suolo sussultò per il freddo; era come se un globo di ghiaccio le avesse attraversato la schiena e fosse vaporizzato. Quella nave era strana e antica, pensò, ma ci avrebbe passato la notte, avrebbe riposato lì, era l'unica soluzione.

Il mattino seguente soggiunse in fretta, Margherita stranamente non ricordava cos'aveva sognato. Si alzò, stordita, confusa. Ricordò tutto, quello che era successo il giorno prima, il motivo per cui era lì. Aveva litigato con la madre, con la sorella e suo fratello ed era scappata, dirigendosi - convinta di trovare un posto dove dormire -  al porto. Ci andava spesso lì, in qualche modo sedersi su una delle piattaforme di legno, dove il panorama dell'Oceano era magnifico, la rilassava, la faceva riflettere, intuire. E le navi le davano ispirazione, erano un modo per sfuggire alla realtà, che talvolta per lei era troppo cruda, e il bisogno di sfuggirle si faceva negli ultimi tempi sempre più presente. Margherita aveva diciotto anni, il  fratello venti e la sorella ventisei; era dunque la più piccola del branco e quella più "in difetto", dicevano i suoi. Aveva un carattere assai originale e sapeva essere davvero buona con le persone che le dimostravano affetto o che sapeva avessero avuto bisogno di una mano. Era intelligente e astuta, ma quel giorno non constatò un dato molto rilevante. Galleggiava già da un po' distante dal porto, tanto da non riuscire più a vederlo. Emise un gemito di sorpresa e di sgomento. Si guardò intorno, chi diamine stava guidando quella nave? e perché diamine non l'aveva svegliata e chiesto informazioni? perché l'avevano trascinata con lei, così distante dalla città? la stavano rapendo? erano dei pirati, o cosa? come si erano permessi di portarla con sé? non se ne erano accorti, forse, che era lì stesa al freddo a dormire? 



«C'è nessuno? Ehi! C'è nessuno?» - urlò, spaventata, ma pentendosene dopo poco. Pensò che se qualcuno avesse voluto rapirla, le avrebbe fatto del male se l'avesse vista agitarsi, soprattutto se fossero stati dei pirati...
Non vi fu risposta. Silenziosamente si avvicinò alle scale di legno che conducevano al volante della nave, dove avrebbe trovato l'artefice di quel guaio. Un gradino, due, tre, il cuore sarebbe scoppiato a poco, pensò, per la paura. In quel periodo ne stava passando davvero tante. Si bloccò un istante e si voltò per guardarsi le spalle. Solitamente i galeoni avevano tre alberi, tuttavia Margherita realizzò che quello ne aveva ben quattro.


"Sarei dovuta rimanere a casa, non avrei dovuto fare questa follia..." - si disse, il viso compunto.


Ritornò a salire le scale e raggiunse il volante. Serrò gli occhi, i quali erano ormai simili a quelli di una civetta. Nessuno era alla guida di quella nave, e il volante girava da solo. Margherita sentì dei formicolii alla testa, poi alle mani, poi alle gambe, poi vide il buio della notte precedente ma senza l'immagina macabra di quella nave, del mare e delle stelle. 




«Ci sei? Oh, perdinci, si sta svegliando... non bastava aver avuto già una donnetta a bordo, questa è la seconda! Dovremmo seriamente riguardarci, gettiamola in mare e facciamola finita!» - era la voce di un uomo sulla cinquantina a parlare, Margherita lo sentiva forte e chiaro anche se non riusciva ancora a vederlo. Aprì gli occhi appena, la luce del sole l'abbagliò così tanto che per un attimo le sembrò essersela dimenticata, come se avesse vissuto fino ad allora nelle tenebre e fosse una bella novità.

«Chi... chi... chi siete voi?» - balbettò, stonata.


«La vera domanda è: chi sei, tu?» - rispose quella stessa voce poco mielata e vizza di prima.


«Io sono... sono... Margh...» - balbettò Margherita.


«Eh?!» - domandò l'uomo.


«Margherita. Sono Margherita» - 


«Per mille velieri, lasciala respirare, William! Senti, come sei finita esattamente qui? E perché?» - fece un'altra voce, stavolta meno ostile. 


«Io... sono... scap-pata. Mia madre... i miei fratelli... mi dispiace tanto» - rispose Margherita, farfugliando, riuscendo ad aprire adesso distintamente gli occhi. Scattò a sedere, aveva intravisto il viso di due uomini accovacciati che la scrutavano con circospezione. Uno, alla sua destra, aveva lo sguardo minaccioso, irritato, l'altro, alla sua sinistra, curioso, riflessivo.
Quello di destra indossava un cappello nero, una maglia bianca a strisce blu e dei pantaloni scuri. Quello di sinistra indossava una maglia identica a quella dell'altro uomo e dei pantaloni bordeaux, aveva i capelli brizzolati; sembravano avere la stessa età.



«Bene. Ci basta per il momento. Ma dobbiamo capire con precisione perché hai deciso di rifugiarti proprio qui. Perché è questo che hai fatto... vero? Sei scappata e hai pensato bene di trovare riparo per una notte su una delle tante navi nel porto» - fece l'uomo alla sua sinistra, incitandola a parlare.


«Ma chiudi il becco, Harry! Ma dico... ti metti a parlare con una ragazzina senza arte né parte adesso? Abbiamo già abbastanza grana a cui pensare. Non si lasciano aspettare le leggere onde e la corrente guidatrice. Continuiamo il nostro viaggio senza altre interferenze!» - rimbeccò William, dall'aria offesa.


«Aspetta. Non possiamo gettarla in mare senza aver ottenuto almeno delle spiegazioni plausibili...» - insistette Harry.


«...gettarmi in mare?!» - strepitò Margherita, accigliandosi in una maniera tale da zittire William, il quale avrebbe voluto confutare Harry, prima di lei. 


«Voi siete pazzi. Voi e se ci sono, anche le altre persone qui! Siete tutti pazzi! Come potete gettarmi in mare?! Non mi conoscete nemmeno! Sono finita qui, cari signori, perché mi sembrava la nave più calma e rassicurante delle altre. Non la conosco. Non l'ho mai vista al porto. Non mi piaceva moltissimo, lo ammetto, nel senso... mi inquietava. Tuttavia mi affascinava, era nuova di zecca, mi sono voluta fidare. A quanto pare ho sbagliato dal principio... sarei dovuta rimanere a casa» 


«Bingo! Avresti dovuto mantenere i tuoi piedi lontano dal nostro galeone!» - urlò William, più aggressivo di prima.


«Non ti getteremo in mare, ma non ti assicuro che non vorrai che lo facessimo... o che lo voglia fare tu stessa, da sola, intendo» - soggiunse Harry, quietamente, e forse era proprio quella calma a spaventare Margherita. 


«Cosa?... perché... perché dovrei volerlo? Io...» - 


«Non aggiungere altro, presto lo saprai» - rispose Harry.


«Cosa faccio? Avverto gli altri? Rimarrà con noi?» - domandò William. Harry accennò, continuando a guardare Margherita, severo.


«C'è un'altra persona come me a bordo? Intendo... che non sia un marinaio pazzo? Perché io non vedo nessuno» - domandò Margherita, sempre più incredula, mentre il vento gonfiava le vele.


«Si chiamava Betty, era fastidiosa, a volte strillava disperata, non c'è da stupirsi comunque, è stata abbandonata dai suoi su questa nave, cinque anni fa» - disse Harry.


«Quindi adesso... l'unica “donnetta” rimasta su questa nave sono io?» - chiese Margherita.


«Esatto. Quella bambina aveva sei anni. I suoi genitori hanno deciso di riprendersela, per qualche ragione, quando l'abbiamo riportata indietro, ci faceva comodo sbarazzarcene, vedi, nessuno di noi a parte Peter ha avuto dei bambini. Ti consola sapere che non sei l'unica ad aver messo piede su una nave colma di esperti e vecchi marinai, i quali hanno viaggiato su questa nave per miglia e miglia? Posso continuare la storia, per quel poco che c'è da raccontare...» - 


«Oh, certo! Mettiamoci a fare gli psicologi, adesso! Vuoi che tutto l'equipaggio si cimenti in una terapia di gruppo? È stato uno dei nostri più grandi errori, tenerci quella poppante. Per fortuna che la buona sorte ci ha dato una mano a liberarcene. Ora dobbiamo pensare a come levarci te di torno. Immagino sia un'altra faccenda complicata, forse anche di più! Li odio gli adolescenti, sono talmente insopportabili!» - grugnì William. Margherita sbuffò, avrebbe voluto prenderlo a randellate, o procurarsi un remo e sbatterglielo in testa fino a quando non sarebbe crollato, muto, in terra. 


«Chi è Peter?» - domandò, curiosa, contenendo la rabbia.


«Oh, il vecchio Peter, povero uomo. Gli manca una gamba, una volta ha fatto un incidente in strada, da allora ha deciso di viaggiare per mare. Ovviamente le onde non gli hanno portato via l'altra gamba, ma anzi, la forza che emanano e la schiuma raffinata verde ed azzurrina che rilasciano, hanno tempestato di orgoglio e di meraviglia il suo cuore. Già che stiamo in una terapia psichiatrica, ti lascio un consiglio - seppure non è mio solito darli - viaggia per mare per diversi mesi, fino a raggiungere anni se vuoi e vedrai la vita come ti sembrerà più densa, carica, tranquilla, razionale. Il sapore del vento, che si innalza ed attraversa la nave fino ad arrivare nelle tue narici... oh sì, quello rilassa i nervi, è un rimedio naturale anti-depressivo, fidati» - disse William, straordinariamente meno agitato, più delicato e scandendo con attenzione le parole. Si allontanò, pensieroso, un po' zoppicante.


«Lui e il mare sono una cosa sola. Come del resto lo siamo tutti noi qui...
Peter in quell'incidente stradale non ha perso solo una gamba, ma anche una moglie ed un figlio. Il mare l'ha salvato dalla tristezza, dalla colpa, dalla rabbia. E da allora è rimasto con noi, cosciente del fatto che in pochi sono fortunati come lui e hanno avuto il coraggio che possiede... di allontanarsi da casa, di mollare tutto e fidarsi ciecamente di qualcos'altro, per tornare a vivere» - spiegò Harry, calando lo sguardo al suolo. Adesso sembrava agli occhi di Margherita più vecchio di prima, ma più saggio. Forse lui avrebbe ascoltato la sua preghiera di ritornare a casa.



«Dev'essere stato brutto... davvero....una cosa terribile... ma almeno adesso si è ripreso, no? E su questa nave lui... è casa sua» - rispose Margherita, lievemente, ma con il cuore pesante. Si guardò intorno, dov'era quel Peter? Harry la vide lambiccare l'albero di maestra (ospitava tre vele quadre, la vela di maestra, la vela di gabbia ed il velaccio di maestra), accennò ad un sorriso.


«Esatto, ragazza, esatto» - rispose Harry, il quale, a differenza di William, rassicurava un minimo Margherita.


«Signore... marinaio... ehm.... io voglio tornare a casa. Mi dispiace, ma non sono una bambina, ho diversi impegni sulla terraferma, non mi metterò a strillare come Betty ma saprò che rimanendo qui le persone, soprattutto la mia famiglia ed i miei amici, si insospettiranno, mi cercheranno e forse anche in mare, sapendo che spesso vado al porto. E beh, se mi trovano qui... possono credere che mi abbiate rapita, tutti quanti... anche se non vedo e sento praticamente nessuno. Finirete in carcere e tutto questo per colpa mia, e in fondo anche un po' vostra, per non avermi riportata indietro» - disse Margherita, cercando di rimanere rilassata, posata ma fu difficile, spesso, nell'intervallo tra una frase e l'altra, tremava. Tutto ciò l'aveva scossa a tal punto da credere che plausibilmente si trattasse di un sogno assai bizzarro, inverosimile, nello stesso tempo categoricamente concreto.


«Non possiamo tornare indietro. E non ci possono far nulla le forze dell'ordine, né in mare, né sulla terra, purtroppo. Ci sono cose che non sai, cose che ancora devi capire, cose che se ti dicessi adesso, ho paura che concluderemo la conversazione in modo spiacevole» - 


«Cosa... di che stai parlando?» - domandò Margherita, il cuore in gola e le mani fredde. I lunghi capelli castani le avevano coperto il viso, il quale aveva lentiggini evidenti, non gliene importò, non riusciva a fare il minimo movimento.








- Gli alberi di una nave sono dei pali verticali impiegati per il sostegno delle vele.
- L'albero di maestra è l'albero maggiore delle navi a vela.



*Nota dell'autrice:
Salve a tutti
:)
Prima di tutto vi ringrazio di essere passati e di essere arrivati fin qui. Spero tanto che questo primo capitolo vi abbia interessato e che siate curiosi di conoscere il proseguimento. Dunque, sarò breve e non blatererò, così non vi stancherò (non fate caso alla rima, non era mia intenzione, lo giuro u.u): cercherò di pubblicherare il prossimo capitolo appena posso, essendo impegnata con la scuola ed altre cosucce, ma fornirò abbastanza informazioni da appagarvi, poiché questo primo capitolo è perlopiù "introduttivo". 
Per chi se lo domandasse, no, non frequento il Nautico, per cui non sono un'esperta, ma ho inserito termini marinareschi (gli alberi del galeone)
 per spiegarvi la struttura a grandi linee ed ampliare quindi la descrizione della nave. Se inserirò altri termini del genere e non siete esperti in campo - come la sottoscritta -, niente paura, fornirò delle spiegazioni con piacere! ^-^
Alla prossima, 
e buona giornata a voi, lettori.*



 
   
 
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