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Autore: Mistral    23/03/2009    3 recensioni
Sai qual è il motivo che mi ha portato qui? Semplicemente sei tu, Allen-kun. C’è una parte di me, nascosta nei profondi recessi della mia psiche contorta, una parte di me che ti ama…
[Speculazioni su Allen Walker e Tyki Mikk][Missing moment dalla Night 80][Slightly Lemon]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Allen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ok

Ok, possiamo dire che questo è il mio primo esperimento di fic lemon (diciamo lime, và, che in fin dei conti proprio lemon non è XD), ma stranamente devo dire che ne sono piuttosto soddisfatta.

Fic scritta abbastanza in fretta, altra cosa piuttosto strana per i miei standard, nata quasi per caso da una battuta scema in una chiacchierata con la mia beta-moyashi.

È un missing moment dalla Night 80, per intenderci quando Allen si trova al Quartier Generale asiatico e ha già iniziato a combattere contro Four nel tentativo di recuperare la sua Innocence. Ed è un tentativo di giustificare certi atteggiamenti di Tyki verso Allen durante lo scontro nell'Arca: perché, diciamocelo, mica è normale che il tuo ultimo gesto sia una carezza al nemico che ti ha appena piantato una spada nel cuore, no?

A parte questo, ho sempre considerato Tyki Mikk, oltre che un figo, anche una persona dal carattere estremamente complesso e affascinante e, fin dalla prima volta che è comparso nel manga, mi sono ripromessa di scrivere qualcosa su di lui, qualcosa che approfondisse la sua doppia natura di uomo e Noah.

Cosa ne sia uscito fuori, accoppiandolo ad un Allen che già di suo ha un carattere altalenante e che per di più ho voluto affrontare in quello che forse è il momento più difficile della sua vita, lo lascio dire a voi.

Buona lettura!

 

 

La carezza del Diavolo

(Odi et amo)

 


 

- l -

Quare id faciam fortasse requiris 1

 

 

 “Si può sapere cosa vuoi?”

“Non si cancella… il nome di Allen Walker…

…non importa quanto strofino…”

“NO! NO! È impossibile!

Assicurati di strofinare forte!

E non mentire solo perché vuoi uscire da lì!”

“È ancora vivo!”2

 

Tyki smette di divorare l’ennesima carpa e, per un attimo, presta attenzione all’omino che ormai da giorni urla istericamente da dentro quella strana carta, più simile ad una gabbia.

Il suo bel viso si adombra appena, ma poi un angolo della bocca si solleva in un sorriso.

 

È ancora vivo, non posso crederci… hai una tempra robusta, eh ragazzo? Mi piaci… Non avrei mai detto che saresti riuscito a sopravvivere, viste le condizioni in cui ti ho lasciato quella sera. Ma ora, senza quel tuo braccio deforme, sei assolutamente inoffensivo… ancora più adorabile… ♥

 

Si alza in piedi, gettando a terra le lische; batte appena le mani sui calzoni eleganti per liberarli dalla polvere del giardino, quindi si allontana, ignorando palesemente i chiassosi gemelli che si stanno avvicinando.

Recupera la giacca, appesa sul ramo di un giovane ciliegio lì accanto e poi elegantemente scompare nel gate che ha aperto, seguito da Cell Roron e da una coppia di farfalle nere.

 

Ricompare un istante dopo, ma a migliaia di chilometri di distanza. Ricompare sul luogo di quello che aveva creduto essere l’ennesimo delitto perfetto della sua carriera.

Ma il corpo di Allen, che aveva abbandonato lì esanime qualche giorno prima, non c’è più: del ragazzo dai capelli bianchi è rimasto solo il sangue rappreso che impregna il terreno, coperto di foglie di bambù secche e canne spezzate. Non ci sono più neanche le carte che Tyki stesso gli aveva donato in occasione del loro primo incontro e che aveva poi sparso attorno a lui, in un ultimo atto d’omaggio per uno dei pochi (forse l’unico) tra i suoi avversari che abbia mai stimato in vita sua.

“E così hai detto la verità, Cell Roron…”

“Non si cancella! Non si cancella! Allen Walker è vivo!”

L’omino ripete ossessivamente la solita litania, agitandosi come un invasato e brandendo lo spazzolone sudicio. Tyki lo atterra con una manata e se lo infila in tasca per farlo tacere, poi si accoscia e raccoglie una carta, rimasta infilata tra un bambù e un sasso lì accanto. Uno strano sorriso gli increspa le labbra quando la volta tra due dita: l’asso di picche.

 

Asso di picche: un finale spiacevole, ma stavolta per me. Mi hai beffato, giovane esorcista… però non riesco ad essere arrabbiato con te. Anzi, questa tua abilità nel battermi al gioco contribuisce a renderti solo più… eccitante… ♥

 

Si rialza, infilandosi la carta nel taschino della camicia, proprio sopra al cuore; quel cuore che credeva di aver distrutto nel petto di Walker, quel cuore che nel suo, di petto, ora batte un po’ più veloce, stuzzicato senza apparente ragione dal pensiero che il giovane esorcista è ancora vivo. Ma poi, senza che nemmeno lui sappia perché, tira fuori di nuovo quell’asso e lo ributta a terra, scuotendo la testa.

Nella tasca della giacca, Cell Roron si dimena senza sosta. Tyki lo fa uscire, ma non certo per compassione, e gli si rivolge con tono secco.

“Senti un po’, tu: oltre a dirmi che il ragazzo non è morto, sai fare qualcos’altro? Tipo dirmi dove si trova…”

“Allen Walker è vivo! Il nome non si canc-…”

Il Noah sbuffa scocciato, passandosi una mano tra i riccioli color pece. “Questo l’ho capito, idiota! Voglio sapere dov’è adesso!”

Davanti alla replica del giovane, la carta-prigione smette immediatamente di agitarsi e l’omino al suo interno si fa piccolo piccolo. “Non lo so…”

Tyki rotea gli occhi dorati e, con un sospiro infastidito, allarga le braccia, liberando decine di flessuose farfalle nere. “Andate, mie adorate Tease: trovate dov’è stato portato Allen Walker.”

Le osserva disperdersi in tutte le direzioni, poi estrae un mazzo di carte dalla tasca dei pantaloni, le mischia rapidamente e ne pesca due in rapida successione. Voltatele, sorride malizioso.

 

Conosci i significati delle carte, giovane esorcista? Due di quadri: ti si prospetta un incontro. Re di picche: un uomo che ami o un rivale… ti viene in mente niente? ♥

Sto vendendo a prenderti, ragazzo: io e te abbiamo una partita da concludere…

 

Con una risata, ripone le due carte nel mazzo assieme alle altre e si guarda attorno con attenzione; infine si incammina sicuro, seguendo una lieve traccia di sangue che si inoltra nella foresta.

 

 

Da quando ha ripreso forze sufficienti, la sera, al termine di una dura giornata di allenamenti, Allen siede su una terrazza, aperta sul niente e illuminata dal cielo notturno.

Siede da solo e pensa. E soffre.

Perché nei suoi 15 anni di vita, Allen ha avuto molte esperienze diverse, ha vissuto molte vite diverse: è stato orfano, vagabondo, pagliaccio… e infine esorcista. Ma solo in quest’ultima vita è stato davvero felice: ha trovato degli amici, ha trovato un senso alla sua esistenza. Ma adesso è finito tutto, per l’ennesima volta è finito tutto.

Stringe il moncherino cui si è ridotto il suo braccio sinistro e chiude gli occhi, rovesciando la testa contro il muro.

 

Dimmi perché, Mana. Perché il destino ha voluto che anche stavolta perdessi tutto? Essere un esorcista era la mia ragione di vita. Lottavo per salvare le anime maledette degli akuma, per permettere loro di riposare in pace… e adesso io cosa…

 

Il dolore lancinante all’occhio maledetto, attivatosi all’improvviso, interrompe il flusso melanconico dei suoi pensieri. Allen si piega su se stesso, coprendosi il volto con l’unica mano e cercando di non urlare, una scia di sangue e lacrime a rigargli la guancia sinistra. Da quando è tenuto forzatamente lontano dai campi di battaglia, l’occhio non gli dà pace, il suo stesso corpo non gli dà pace: come se ogni fibra del suo essere bramasse profondamente di tornare a combattere il Conte e i suoi apostoli dannati.

Già, i suoi apostoli dannati, la famiglia Noah…

La fitta ormai si è calmata e l’esorcista bambino può raddrizzarsi e tornare a respirare normalmente, almeno per un po’.

Lui non dimentica che è stato proprio un Noah a ridurlo in quello stato e che è salvo solo grazie alla misteriosa volontà della sua Innocence.

Eppure non riesce ad odiare Tyki Mikk per quello che gli ha fatto. Non che non ne sia capace, questo no: Allen sa odiare. Ha visto troppo dolore, patito troppe ingiustizie nella sua seppur breve vita per non sapere cosa sia l’odio. Ma non riesce ad odiare Tyki Mikk.

Volta gli occhi verso quello spicchio di luna che si intravede dietro le nuvole filacciose e sospira pesantemente, ricordando il bel viso abbronzato del Portoghese.

“Il Noah Tyki Mikk…”

 

…faccio fatica a credere che lui sia lo stesso ragazzo che ho incontrato su quel treno quando stavamo accompagnando Crowley al Quartier Generale. Eppure è stato lui stesso ad ammetterlo… se non ci fossimo scontrati l’altra sera nella foresta, chissà come sarebbe andata…

 

Si stupisce lui stesso dei suoi pensieri. Non solo o non tanto perché sono rivolti ad un nemico, quanto per la loro stessa natura. L’ha incontrato solo due volte in vita sua, ma gli ha lasciato dentro un segno profondo. Ed è rimasto sinceramente stupito quando, ripercorrendo per l’ennesima volta nella sua mente ogni singolo istante di quel breve, impari duello contro di lui, si è reso conto della doppia vita di Tyki: quella da uomo comune, con degli amici e un lavoro, e quella da Noah… non riesce davvero a capire come possa farcela, come possa vivere così, un giorno bianco e un giorno nero…

“Chissà se avrò mai la possibilità di sfidarlo di nuovo… ad armi pari…”

Non si rende conto di aver parlato a mezza voce finché un paio d’occhi ambrati e un sorriso ambiguo non si materializzano letteralmente davanti a lui, prendendo forma dalle gigantesche pietre della fortezza.

“Vuoi giocare, ragazzo? A tua disposizione… ♥ ”

La voce suadente del Noah lo fa sobbalzare, ma mai quanto vederselo comparire davanti all’improvviso: Tyki esce lentamente dal muro e rimane in piedi sulla balaustra di granito, a meno di due metri da lui, sempre circondato da quelle maledette farfalle nere.

Gli sorride e si appoggia noncurante all’immensa colonna, tra le dita una carta che lancia davanti ad Allen.

“Otto di quadri: un piccolo piacere, un’amabile chiacchierata o una riunione… che ne dici?”

Il ragazzo si fa forza per imporsi di non cedere alla paura e si ritira il più possibile contro il muro, cercando di aumentare (anche se solo di qualche centimetro) la distanza tra sé e il Portoghese. Si rende perfettamente conto di essere del tutto impotente di fronte al Noah: già per lui sarebbe difficile affrontarlo al massimo della forma, ma senza la propria Innocence non ha assolutamente scampo.

Eppure non percepisce ostilità nell’aria… e quella carta poi…

 

…un’amabile chiacchierata? È per questo che è venuto fin qui?

 

Si sente un idiota ad aggrapparsi ad una stupida carta che, per quanto ne sa, gettata lì davanti a lui potrebbe avere quello come diecimila altri significati, oppure non averne nessuno. Tuttavia, e nemmeno lui sa perché, non riesce a credere che la sua vita debba concludersi questa sera…

Sa di essere totalmente nelle mani di Tyki: se lui decide di attaccarlo, è finita e questa consapevolezza gli fa nascere dentro solo rabbia e vergogna.

 

Ho promesso a Mana di continuare sempre a camminare sul sentiero che mi sono scelto… e invece guarda come sono ridotto! A sperare che il nemico non voglia uccidermi!

 

“Perché sei venuto qui? Tu sei uno che gioca pulito, non ci credo che vuoi farmi fuori adesso che sono completamente indifeso…”

Non sa nemmeno dove abbia trovato il coraggio di dire una cosa del genere, ma deve aver colpito nel segno, perché vede Tyki sorridere, poi addirittura ridere, di una risata a stento trattenuta.

“È per questo che mi piaci ragazzo.” dichiara dopo qualche istante davanti ad uno stupito Allen “Hai fegato… e anche un notevole senso dell’umorismo.”

Benché mentre rideva il Noah si fosse coperto il viso con la mano, il giovane non ha potuto fare a meno di notare la metamorfosi della sua espressione, divenuta per un attimo una maschera di pura follia. Ma l’altro ha ripreso subito il controllo e, calmati gli ultimi accessi di risa, è tornato a guardarlo con il suo solito sorriso.

“Hai ragione: non sono venuto per farti fuori. Fortunatamente per te, hai tragicamente perduto la tua Innocence…” lo dice con tono teatrale, enfatizzando le parole. Allen sentendo quella voce vellutata rabbrividisce e non riesce nemmeno ad indignarsi per quanto il Portoghese sta dicendo “…quindi, per quanto mi riguarda, non sei più un problema.”

 

Non mi interessa se il Lord del Millennio non la pensa così… se devo davvero ucciderlo, ci sarà un’altra occasione per farlo. Ora voglio solo prendermi la mia rivincita su questo bambino tanto impertinente da avermi battuto a carte… è così delizioso… ♥

 

Mentre parla, Tyki si è acceso una sigaretta e ora lo guarda in silenzio, a braccia conserte, espirando boccate di fumo bianco contro il cielo nero, sul viso un’espressione di puro piacere.

Gli occhi dorati brillano di una luce strana, quasi lasciva, ogniqualvolta incrociano quelli argento di Allen, ma il ragazzo è troppo confuso per rendersene conto.

Raccogliendo tutto il suo coraggio, l’esorcista si sforza di smettere di far saettare continuamente lo sguardo attorno, nella vana speranza di veder comparire qualcuno, e si alza in piedi, puntando lo sguardo in quello dell’altro. La differenza di altezza tra loro è notevole, ma almeno così si sente meno schiacciato dalla presenza indubbiamente affascinante del Noah.

 

“Allora perché sei qui? E come hai fatto a non farti scoprire da Four?”

 

Tyki sorride di nuovo, ma prima di rispondere lascia un silenzio ad effetto, che certo non aiuta il più piccolo a calmarsi. Getta a terra il mozzicone della sigaretta e poi sfiora la guancia di Allen con il dorso della mano guantata.

“Non essere ingenuo, giovane esorcista! La barriera di questa fortezza è studiata per individuare gli akuma… e io non sono un akuma, giusto? Io sono un essere umano, come te… ♥ ”

Al tocco lieve del Portoghese, Allen sente un brivido inspiegabile correre giù per la schiena. Stringe i denti per controllarsi e prende un respiro profondo.

Al Noah quelle reazioni non passano inosservate e se ne compiace, sorridendo intimamente anche dello sforzo del ragazzo di non far trapelare nulla. Ritrae la mano e la infila nella tasca dei pantaloni; non vuole provocarlo più del dovuto… non ancora, almeno.

“Quanto al motivo che mi ha portato qui… semplicemente sei tu, Allen-kun. Sai, c’è una parte di me, nascosta nei profondi recessi della mia psiche contorta, una parte di me che ti ama…”

Nonostante il tono dell’uomo sia tutto fuorché serio, Allen non riesce a rendersene rende conto subito e, shockato, a quelle parole fa un passo indietro, trovandosi di nuovo appiattito contro il muro freddo.

Non si aspettava un’affermazione del genere e non sa assolutamente come reagire: a prescindere dal fatto che quella frase è uscita dalla bocca di miele e fiele di Tyki Mikk, in 15 anni di vita nessuno gli ha mai detto «ti amo». E sentirselo dire per la prima volta, anche se solo per scherzo, da chi ti ha quasi ucciso non è esattamente una cosa semplice da accettare.

 

«C’è una parte di me che ti ama»? Cosa accidenti sta dicendo?

 

Fino ad un attimo fa, Allen credeva che, avendo visto un bel pezzo di mondo e avendo conosciuto tanta gente, anche strana (a cominciare da Mana e dal generale Cross), sarebbe stato in qualche modo preparato, se non a tutto, quantomeno a molto. Ma mai e poi mai si sarebbe aspettato che un nemico gli parlasse d’amore.

E adesso non sa cosa fare. Riesce solo a guardare quel bel volto dai lineamenti armoniosi, segnato dalla teoria di croci impresse come stimmate sulla fronte, tracce di petrolio nel bronzo scuro della pelle.

 

Non posso credere che stia parlando sul serio. Non puoi provare amore verso una persona e contemporaneamente tentare di ucciderla…

 

“…perché mi stai prendendo in giro così?”

Si rimette in piedi e si impone di non far tremare la voce mentre glielo domanda, fissandolo dritto in quelle pozze dorate quasi ipnotiche che sono i suoi occhi.

Tyki inarca le sopracciglia e sembra genuinamente stupito della sua diffidenza. Sempre tenendo le mani in tasca, avanza di un passo, dimezzando la distanza tra loro.

“Non ti fidi di me, ragazzo? ♥ Credi forse che un Noah non possa amare?”

Allen apre la bocca per ribattere, ma con quella seconda domanda il Portoghese gli ha come legato le mani: non ce la fa, il giovane esorcista, a negare a priori che una creatura, anche la più spregevole, sia in grado di provare amore per qualcuno, fosse anche solo per se stesso. E poi Tyki ha dimostrato di avere dei sentimenti: ha degli amici cui tiene e che continua a frequentare nonostante la sua natura di Noah.

Esita, ma alla fine non può non riconoscere la verità; anche se non vuole dar ragione all’altro su tutta la linea.

“I Noah non lo so, ma tu sai amare: le persone che erano con te su quel treno quando ci siamo incontrati la prima volta, i due uomini e il bambino, sono sicuro che provi dell’affetto per loro. Ma non riesco a credere che tu possa amare me…”

L’uomo sorride: quella risposta non ha fatto che accrescere il suo interesse verso quel ragazzino dai capelli bianchi che ha dovuto crescere troppo in fretta e alle volte rivela tutta la sua insicurezza.

Allunga una mano e gli solleva delicatamente il mento, percorrendogli la cicatrice maledetta con il pollice. Al suo tocco lo sente irrigidirsi ma non si allontana, perché in fondo metterlo in imbarazzo è proprio quello che desidera.

“E tu cos’hai di diverso da loro? Oltre al fatto di essere molto più bello, s’intende… ♥ ”

 

Non capisci che è questo tuo essere così forte e così fragile insieme a risultare dannatamente eccitante per me, giovane esorcista? È tutto il giorno che ti osservo combattere contro la guardiana di questo posto, facendo di tutto per recuperare la tua Innocence. Sai anche tu che è inutile, eppure non vuoi arrenderti. Potresti finalmente vivere una vita normale, eppure non vedi l’ora di tornare a rischiare la vita per una guerra che non ti riguarda… non ti rendi conto di quanto questo mi affascini?

 

“Hai tentato di uccidermi!” esclama Allen - ma a mezza voce, un po’ perché non è più così sicuro che voglia che arrivi qualcuno a interrompere quel momento e un po’ perché è la stessa presenza di Tyki a mettergli soggezione.

Quella specie di dichiarazione che l’altro gli ha appena fatto, ha completamente scombinato la prospettiva dell’esorcista nei suoi confronti. Fino a quel momento, il ragazzo aveva considerato il Portoghese un nemico, forse migliore (o meno peggiore) degli altri per quel barlume di umanità che aveva dimostrato, ma pur sempre un nemico. E un nemico non ti ama.

A dire il vero, un nemico non ti fa nemmeno i complimenti per il tuo aspetto, né tu dovresti provare il desiderio di contraccambiarli per il suo… ma allo stato attuale delle cose, questi sono aspetti che Allen non riesce a prendere in considerazione.

Allo stesso modo, il Noah non si ferma neanche a riflettere sull’obiezione del più piccolo. “Mi era stato ordinato di farlo, giovane esorcista! ♥ ”

Il Lord del Millennio gli ha dato il compito di eliminare l’esorcista Allen Walker ed è quello che lui ha fatto, distruggendone l’Innocence. Se poi con «eliminare» il Conte intendeva dire «porre fine alla vita» e non semplicemente «rendere inoffensivo»… beh, in quel caso Tyki può sempre appellarsi alla poca chiarezza di Millennio nel dare gli ordini…

E poi, suvvia, per morire c’è sempre tempo, ma per godersi la vita no!

Ad essere sincero, lui per primo non sa quanto quella giustificazione possa reggere con il Lord, ma in fondo ora non ha nemmeno voglia di ragionarci su. Al momento, l’unico possibile oggetto di tutti i suoi pensieri è lì di fronte a lui, con la mente chiaramente preda della confusione più totale. Ed è così divertente vederlo in quello stato...

“Non puoi giudicarmi male solo perché eseguo gli ordini, no?” rincara poi la dose, malizioso, il Portoghese. “Credimi, fosse stato per me non l’avrei fatto…” si interrompe un attimo, per spiare le reazioni del ragazzo “…non prima di aver giocato un po’ con te, almeno. Mi devi la rivincita, ricordi?”

L’ultima parte della frase gliela sussurra all’orecchio, mentre gli fa scivolare una mano sul braccio sano, fino a stringergli il polso.

Imbarazzato a morte (come forse non è mai stato in vita sua), Allen si gira di scatto verso l’altro; peccato non avesse considerato che, così facendo, si sarebbe trovato praticamente a respirare sulle labbra di Tyki. Quando se ne rende conto, scatta all’indietro, almeno di quel poco che gli è concesso dalla stretta del Noah che in tutto questo si è limitato a restare immobile e sorridere, come se avesse già previsto ogni cosa.

Appena riesce a calmare almeno un po’ il battito impazzito del suo cuore, il ragazzo prova a razionalizzare la situazione: “V-vuoi... giocare a carte con me? È per questo che non mi hai ucciso l’altra volta e adesso sei venuto a cercarmi?!”

 

È assurdo! Aveva la possibilità di eliminarmi eppure mi ha lasciato in vita per avere la rivincita a poker... a questo punto posso solo ringraziare di aver imparato così bene a giocare sporco da bambino, altrimenti non sarei mai riuscito a batterlo... non ci credo: devo la vita alla mia abilità di baro...

 

Il Portoghese non risponde subito; si raddrizza, ma senza lasciare il polso di Allen, e anzi, lo solleva all’altezza del suo viso, inarca le sopracciglia e corruccia le labbra in una smorfia perplessa.

 

“Sai ragazzo, in verità non pensavo alle carte, anche perché dubito che in queste condizioni tu riesca a fare una partita...”

Il giovane esorcista sta per ribattere, offeso, ma lui non gliene dà il tempo: “...comunque non temere, cui sono molti altri modi in cui possiamo divertirci... ♥ ”

È solo adesso che Allen si rende conto di quanta malizia permea ogni parola e ogni gesto che Tyki ha detto e fatto da quando gli è comparso davanti; si sente un idiota a non averlo notato prima, benché capisca benissimo che non gliene sarebbe venuto in tasca granché. Non sapeva cosa fare prima come non lo sa adesso: l’unica consolazione è aver accertato che il Noah non ha in mente di ucciderlo, non stasera almeno, quindi una via d'uscita da quella situazione c’è... il problema è capire che cosa comporti percorrere quell’unico sentiero.

 

Continuerò a camminare: sempre avanti per la mia strada, come ti ho promesso, Mana...

 

Di sicuro sa che deve affrontare Tyki Mikk, il suo fascino ambiguo e soprattutto quella sensazione strana al basso ventre che prova guardandolo negli occhi e sentendo la sua vicinanza.

Con un lieve strattone libera la mano dalla stretta dell’uomo, poi prende un respiro profondo e lo sfida con lo sguardo.

“Cosa vuoi da me? Siamo nemici, tra noi non c’è altro rapporto possibile all’infuori dello scontro”

 

Quella luce che ora scalda i tuoi occhi di freddo argento... quella luce non sai quanto mi piace, giovane esorcista! Voglio averti... ma non prenderti con la forza: sarebbe troppo facile e poi tu non saresti più te stesso, piegato nella resa. No, io voglio che tu ti dia a me di tua volontà...

 

Il Portoghese lo guarda sornione, mentre un sorriso compiaciuto gli aleggia sulle labbra. “Nemici... io non ci considero tali, sai Allen-kun?” Infila le mani in tasca e per un attimo distoglie lo sguardo da lui, lasciandolo vagare verso l’angolo di cielo che si disegna dietro le spalle sottili dell'altro. “In fondo, sulla scacchiera di questa guerra noi non siamo altro che semplici pedoni, cui il destino ha infilato due livree distinte.”

Mentre pronuncia quelle parole, nella voce vellutata di Tyki non c’è più nulla del tono allusivo di prima, ma solo una consapevolezza melanconica che però fa ugualmente rabbrividire Allen.

 

Esattamente come diceva Bak-san: «Il tuo intero corpo è una sorta di arma anti-akuma vivente»... non posso credere che anche Tyki pensi la stessa cosa di se stesso...

 

“Se davvero siamo solo strumenti nelle mani di chi ci dà ordini... allora, che senso hanno l'odio e l'amore per noi?”

La domanda del ragazzo riscuote il Noah dalle sue riflessioni scomode. Scomode perché gli ricordano che quella libertà che vuol credere di aver conquistato facendosi beffe del Conte e continuando a vivere in bilico tra le sue due vite, in realtà non è altro che un’illusione. Lui non è libero, né lo è l’esorcista bambino che ora gli sta di fronte, prigioniero com’è della maledizione di essere un compatibile.

Riporta il suo sguardo dorato su di lui e indossa l’ennesima maschera della sua vita, quella con il sorriso stanco e una punta di malinconia negli occhi. Ma quella è una maschera sottile, è quanto di più vicino al vero Tyki Mikk esista ancora (perché il vero Tyki Mikk dal giorno del suo risveglio non c’è più, ora lui è insieme tutte e nessuna delle sue maschere).

“Per come la vedo io, ragazzo” dice poi, accendendosi un’altra sigaretta “amore e odio sono esattamente la stessa cosa, ma vista da due angolazioni diverse. È il nome che diamo allo sforzo di perseguire un fine che, a seconda di come vediamo il mondo, può essere giusto o sbagliato.”

Per una volta, Tyki è stato sincero.

Allen vorrebbe proseguire il discorso, ma l’altro non gliene dà il tempo perché smette di prestargli attenzione. Rovescia indietro la testa, espirando una boccata di fumo che si dissolve nell’aria, portando via con sé anche quella non-maschera triste, così strana sul suo viso, che subito viene sostituita da un’altra: quella dell’equilibrista folle, sospeso sul filo di un rasoio, che cerca in tutti i modi di conquistare l’amore del giovane pagliaccio. Le sue labbra si aprono in un largo sorriso.

“Ora capisci perché posso amarti pur avendo tentato di ucciderti, Allen-kun? ♥ ”

 


 

1. Catullo, Liber Catullianus, Carme LXXXV

2. Night 77

 

 

 

PREVIEW:

2. Nescio, sed fieri sentio et excrucior

Non sa nemmeno lui perché lo sta facendo, ma sa per certo che se ne pentirà: eppure non trova la forza di resistergli. Benché sia sicuro che non ci sia nulla di vero in quell’interesse, non trova la forza di resistergli. Forse, inconsciamente, Allen vuole solo sfruttare Tyki (esattamente come Tyki sta sfruttando lui) per avere un po’ di quell’amore che tanto ha bramato da bambino, fosse anche solo sotto forma di sesso.

“Allora, ragazzo, continuiamo il nostro discorso?”

Di nuovo una domanda bisbigliata sul suo corpo, voce che si fa carezza impalpabile, ma non per questo meno eccitante, mentre mani abbronzate scivolano sinuose sotto gli abiti, ad esplorare centimetri di pelle nivea mai violati da nessuno.

 

   
 
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