Arthur si era affezionato a Merlin, doveva
ammetterlo.
Gli piaceva soprattutto per la
sua schiettezza, e per il suo trattarlo da pari a pari. L'aveva colpito
subito, sin dalla prima volta che si erano incontrati: aveva avuto
il coraggio di esprimere la propria opinione e di sfidarlo nonostante l'ovvia
disparità di forze.
Si era guadagnato il suo rispetto - e la gogna,
naturalmente.
Perché se la sua spontaneità poteva considerarsi a tutti gli
effetti una virtù, era altrettanto vero che in alcuni casi poteva dimostrarsi un
atteggiamento irritante, e non poco.
Arthur era il principe, e questo Merlin
sembrava dimenticarlo un po' troppo spesso.
Allora,
l'orgoglioso figlio di Uther Pendragon reputava cosa buona e giusta rimetterlo al
suo posto - perché va bene essere umani, con i propri servi, ma da lì al
farsi mettere i piedi in testa ce ne corre.
Inoltre, la naturalezza con cui
Merlin affrontava le situazioni di ogni giorno, che si trattasse di pulire le
stalle o di combattere una bestia mitologica, aveva dell'incredibile.
Arthur ammirava e invidiava allo stesso tempo questa sua
caratteristica; in ogni caso, Merlin era sempre e soltanto se
stesso.
Il principe, una tale limpidezza nelle azioni e nelle
parole, non se la poteva permettere.
E per questo si
divertiva a punzecchiarlo, tanto per studiare le sue reazioni.
L'essere naturale è
semplicemente una posa, la posa più irritante che conosca.
Il ritratto di Dorian Gray,
Oscar Wilde.
«Starò fuori tutto il giorno, Merlin. Al mio ritorno,
voglio trovare una tinozza colma d'acqua calda ad attendermi.»
Merlin annuì
distrattamente, continuando a pulire il pavimento della camera con la
scopa.
«Non tiepida, non bollente. Calda.» precisò.
«Mh?» il servitore
alzò il volto verso di lui, impreparato. Non lo stava ascoltando.
«Una
tinozza. D'acqua. Calda. Al mio ritorno.» scandì. E se ne andò, chiudendosi la
porta alle spalle.
Dopo pochi secondi, però, tornò a fare capolino nella
stanza.
«Sì, sire?» fece Merlin, pronto.
«Il bagno, questa sera, me lo fai tu.»
puntualizzò beffardo, e uscì prima che l'altro potesse proferire
parola.
Precauzione inutile, dato che il giovane mago, esterrefatto, non
aveva proprio nulla da
replicare.
Merlin si era affezionato ad Arthur, non faticava a
riconoscerlo.
Non che la prima impressione fosse stata delle migliori, eh. Un
idiota arrogante, ecco cosa aveva pensato di lui la mattina in cui si erano
scontrati.
E non era certo un mistero che, quando Uther lo aveva promosso
cameriere del proprio figlio, nessuno dei due avesse fatto salti di
gioia di fronte a una tale prospettiva.
Col senno di poi, però, salvargli la
vita non era stato un grosso errore.
Arthur non aveva un carattere così
detestabile come amava dare ad intendere, tutt'altro.
Be'... per lo meno, non
sempre.
Il
principe aveva diversi volti, che Merlin stava scoprendo a poco a poco: il
cavaliere borioso e senza rispetto; l'uomo valoroso e all'apparenza privo di
debolezze e timori; e quello che l'apprendista stregone preferiva, l'amico
sincero e leale.
Disprezzava il primo, stimava il secondo, e voleva molto
bene al terzo.
Tuttavia, c'era un quarto Arthur: il padrone indecifrabile,
che gli assegnava compiti francamente
sconcertanti.
Arthur tornò poco prima dell'imbrunire.
Merlin lo
accolse con un sorriso un po' tirato e lo accompagnò nella stanza adiacente alla
camera: al centro dell'ampio locale troneggiava una tinozza fumante. Quasi
commosso da tale sollecitudine, e stremato dalla giornata appena trascorsa,
stava per congedare il servo e sollevarlo dall'incarico che gli aveva
appioppato solo per un estemporaneo capriccio.
«Calda, non bollente. Né
tiepida.» lo anticipò l'altro con finto sussiego.
Merlin dimenticava
decisamente troppo spesso con chi avesse a che fare.
«Ottimo.» rispose con lo
stesso tono, cambiando idea all'istante.
Per tutto il tempo che il principe
impiegò per spogliarsi, il giovane mago mantenne lo sguardo pudicamente fisso
altrove. Quando finalmente lo udì adagiarsi rumorosamente nella tinozza, si
decise ad impugnare la spugna e a dedicarsi all'ingrato compito.
... che tanto ingrato, poi, non era. Insomma, sempre meglio
che strigliare i cavalli. Arthur non scalciava, innanzitutto.
Merlin scordò ben presto di essere di cattivo umore, e si diede da
fare di buona lena. Stando attento ad evitare i lividi e le
ferite, frizionò la pelle dell'altro con la crema che Gaius gli aveva
preparato, e massaggiò le spalle e la base del collo, per allentare la
tensione dei muscoli.
Il principe si limitava a godersi il bagno caldo,
lasciandosi andare a qualche spudorato uggiolio di gradimento di tanto in
tanto.
Tutte quelle attenzioni gli ricordarono di quando era
appena adolescente, e ad occuparsi di quell'incombenza erano le sue
cameriere: ragazze con una manciata d'anni di più sulle spalle, le guance rosee e il
seno prosperoso, pronte a salutare con una risata d'apprezzamento gli eventuali -
e frequenti - effetti collaterali delle loro carezze.
«Adesso dovete alzarvi, sire.»
Merlin aveva finito con la
parte superiore del corpo, e intendeva dedicarsi al resto.
Arthur indugiò,
interdetto. Immerso in fantasticherie dal sapore neanche troppo proibito, non si
era reso conto di aver... be', reagito.
I movimenti di Merlin non
avevano la studiata sensualità di quelli delle maliziose balie del
passato, ma la sua premurosa sollecitudine compensava ampiamente
l'inesperienza. Il volto arrossato e la maglietta incollata al corpo
asciutto lo rendevano discretamente appetibile.
Il servo equivocò la sua
esitazione e assunse un tono canzonatorio: «Se vi vergognate di farvi vedere
nudo da me, sire, non dovevate affidarmi un compito del
genere.»
Arthur Pendragon, glorioso cavaliere ed erede al trono di Camelot, non si vergognava.
Neanche un po'.
Merlin abbandonò all'istante l'atteggiamento di sfida. Avvampò,
spiazzato.
Il suo stupore era così squisitamente genuino! Arthur sostituì
'discretamente' con 'estremamente'.
Quello intanto, occhi bassi e guance
infuocate, si era portato dietro di lui. Iniziò a strofinargli vigorosamente la
schiena, senza badare troppo alle abrasioni che aveva prima cercato di evitare.
Si dedicò poi alle gambe, sciacquandole con cura e a lungo, partendo dalla
coscia e finendo con la caviglia.
Ogni lembo di pelle era pulito e profumato;
il passaggio al lato anteriore si rendeva, ormai, inevitabile. Esitò.
Per
semplificargli l'impresa, il principe si voltò di sua
iniziativa.
Merlin si concesse una sbirciata fugace per controllare la
situazione. Riportò immediatamente lo sguardo al viso di Arthur, che sorrideva
compiaciuto.
Considerò per un attimo la possibilità di continuare l'opera
senza guardare in basso. La scartò, non tanto per la sua ovvia impraticabilità,
quanto per l'incresciosa probabilità di commettere errori nel calcolare la
distanza dal torace alle gambe.
«I vostri ordini
sono davvero di duro gusto, talvolta.» sbottò, indignato, recuperando
l'uso delle corde vocali.
«Prego?» riuscì a chiedere Arthur,
prima di scoppiare in una fragorosa risata.
«Dubbio.» si precipitò a
rettificare, «Di dubbio gusto.»
Il principe,
continuando a ridacchiare, lo trascinò nella vasca assieme a lui, ignorando le
sue proteste velleitarie
- 'mi bagnerò i vestiti' non poteva neanche lontanamente essere considerato opporre
resistenza, d'altra parte.
***
Questa fanfiction partecipa al Contest Gimme some indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }.
Avevo l'obbligo di inserire:
1. una parola tra le dieci proposte, e ho scelto dubbio.
2. una citazione tra
le dieci proposte, e ho scelto quella di Oscar Wilde, da Il ritratto di
Dorian Gray: L'essere naturale è semplicemente una posa, la posa più irritante che conosca.
Il titolo è un prompt. Di quale Writing
Community? 31days, credo. A volte faccio fatica a ricordare da quale sito/LJ ho
preso quale prompt. xD
Special thanks to <3
Chiara, per aver letto la
storia in anteprima ed avermi incoraggiato a finirla.
Marta, per avermi
convinto a vedere questo telefilm a suon di video pucciosamente
slash.
Crì, per la sua disponibilità e per aver indetto il summentovato
contest.
Oscar
Wilde, perché sì.
E grazie a tutti quelli che hanno letto, commentato,
messo tra i preferiti le mie precedenti fanfiction. Grazie. <3 Anche se non
vi rispondo singolarmente, siete tutti nel mio cuoricino, ve l'assicuro.
<3
Val
EDIT. Prima! <3<3<3