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Autore: AirDust    21/02/2016    1 recensioni
[The Proposal]
[The Proposal][Storia ispirata al film: Ricatto d'Amore]
Colin Dane è un cinico editore canadese, che lavora per una casa editrice di New York. Conosciuto da tutti nell'ambiente per essere un uomo privo di qualsiasi sentimento, stacanovista e poco incline a stringere rapporti "pacifici" con i suoi colleghi e superiori, si ritroverà ad affrontare una spiacevole situazione, che lo vedrà costretto a lasciare definitivamente il paese, a meno che non riesca a trovare una soluzione. E' qui che entra in gioco Selene Blain, sua assistente da ormai sette anni, che si ritroverà coinvolta in questa faccenda, attraverso un semplice ricatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIV
Capitolo XIV

~Selene

Non potevo crederci. Di nuovo! Era sempre la solita storia con mio padre. Per un attimo ho creduto davvero di aver ricevuto le sue scuse. Per un attimo ho pensato che mi avesse accettato per com'ero davvero. Io non facevo parte di quella vita che lui voleva e speravo che dopo anni l'avesse capito. Mi sbagliavo.
Avevo bisogno di sfogarmi e dopo aver recuperato il mio I-pod da una delle tasche della felpa, iniziai a spaccare legna per...scaricare la tensione. Non so dire quanto tempo passai fuori a spaccare quei ciocchi ma a giudicare dal modo in cui mi ritrovai sudata dalla testa ai piedi, capii che non dovevo aver speso meno di due o tre ore, senza contare il fatto che i miei muscoli cominciavano a risentire parecchio di tutto quello sforzo.
Continuavo ad ascoltare la musica ad un livello abbastanza alto; non volevo che nessuno mi interrompesse o mi disturbasse. Volevo isolarmi completamente, almeno per un po'. E continuai a farlo anche quando decisi che forse era giunto il momento, per me, di andare a farmi una doccia, approfittando del fatto che Colin fosse ancora in giro con mia madre e mia nonna. O almeno così pensavo.

Raggiunsi così la camera che mia madre e mia nonna avevano preparato per noi ed una volta entrata recuperai subito un asciugamano dal mobile di legno scuro, per poi decidere di muovermi verso la terrazza.
Avevo bisogno di aria, anche se avevo passato tutto il pomeriggio fuori a spaccare legna. Avevo bisogno di aria, dei raggi di quel sole non molto caldo e prossimo a tramontare che mi accarezzavano il viso. Diedi anche uno sguardo veloce in giro, controllando che non ci fosse nessuno, prima di andare a spogliarmi, completamente. L'unica cosa che non andai a sfilare, furono le cuffie del mio Ipod, che ancora mandavano a tutto volume nelle orecchie la playlist che avevo scelto.
Stavo bene. In quell'attimo in cui mi ritrovavo nuda come un verme, stavo stramaledettamente bene. Non avevo pensieri, non avevo tensioni. Mi sentivo libera. Ero talmente libera, che arrivai addirittura a non pensare a ciò che era successo con mio padre.
E così, con lo sguardo rivolto verso quel bellissimo paesaggio che si mostrava davanti ai miei occhi e dalla veranda della camera da letto, mi concessi un profondo respiro dalle narici, godendomi quell'istante, quel momento in cui c'eravamo solamente io, completamente nuda, e la Natura. Sembrava quasi un ritorno alle origini: l'uomo e il Mondo.
Tuttavia, quando un leggero sbuffo di vento freddo mi fece accapponare la pelle sporca e sudata, decisi di rientare all'interno, tenendo lo sguardo puntato in direzione del mio I-pod. E fu lì che, per qualche triste scherzo della Natura che avevo contemplato fino a pochi attimi prima, incrociai Colin.

In realtà gli caddi letteralmente tra le braccia: lui bagnato dalla testa ai piedi e con un semplice asciugamano a coprirgli la vita, sembrava scappare da qualcosa. Io al contrario ero sporca, sudata e...completamente nuda. Non so dire come o perché, alla fine mi ritrovai distesa a terra, sopra di lui in una bruttissima posizione equivoca 
«..Cos?! M-Ma che..?!
» mugugnò lui, aggrottando la fronte in maniera confusa, tenendo le mani bene alzate; come a voler far intendere che lui non c'entrava niente.
«...» non dissi nulla per un lungo istante, limitandomi a guardarlo con aria anocra più confusa «...OMMIODDIO MA SEI TUTTO BAGNATO!» tra le mille cose che potevo dire, quella fu l'unica decente
«Perspicace, per una donna tutta nuda...» commentò con un certo sarcasmo
«...Cosa c'è qui? Ti sei portato il telefono in doccia?» chiesi, aggrottando la fronte infastidita
«...» per un lungo momento Colin rimase in silenzio, rivolgendomi uno sguardo piuttosto eloquente «...Direi proprio di no.»
«OMMIODDIO!!!» esclamai, alzandomi e coprendomi con un braccio e una mano il seno e con l'altra il mio "giardino" «NON GUARDARMI! NON GUARDARMI!»
Colin tuttavia continuava a guardarmi, confuso e dopo essersi risistemato meglio l'asciugamano sulla vita, si alzò «...Come faccio a non guardarti?!? Devo cavarmi gli occhi?»
«Potrebbe essere un'idea, sì!» confermai, restando in una posizione un po' piegata su me stessa, coprendo come potevo il mio corpo mentre iniziai a saltellare verso il letto
«Perché sei tutta nuda, me lo spieghi?
»
«SMETTILA DI GUARDARMI!» esclamai, recuperando velocemente il lenzuolo del letto, andando finalmente a coprirmi «..Tu, piuttosto: potresti darmi una spiegazione!»
«Darti una spiegazione?!?» mi fece eco Colin, visibilmente incredulo
«Sì, dammi una spiegazione!» dissi decisamente turbata per quell'istante «Perché diavolo mi sei saltato addosso?»
«Cosa?! Io non ti sono saltato addosso! Mi stavo facendo una doccia, prima che quel tuo stupido cane decidesse di seguirmi! Correvo e..mi sono scontrato con te!» mi rispose innervosito.
Aggrottai visibilmente la fronte, mostrandomi del tutto confusa
«..Ma che problemi hai con quel cane?» sospirai pesantemente mostrandogli il palmo di una mano, come a volerlo intimare di non rispondere mentre armata di lenzuolo, mi diressi verso la porta del bagno «Lascia stare. Vado a farmi una doccia.»
«Sì, ecco. Brava. Vai.» sbottò lui
«Bel tatuaggio, comunque.» commentai, andando ad aprire la porta del bagno da cui uscì fuori Kevin, abbaiando.
«Visto?! Visto?!? Eccolo là!» esclamò Colin, puntando un indice verso il cane, cosa che mi fece roteare gli occhi al cielo
«Ohhh...Beh, in effetti ho rischiato un'orrenda morte! Hai notato la zanna assassina della Bestia?» lo incalzai con evidente sarcasmo, mentre entrai in bagno
«Io non...» non gli feci finire di terminare la frase, che richiusi con un tonfo sonoro la porta del bagno, decisa a non continuare oltre questa stupida conversazione. Eppure una parte di me non poteva fare a meno di pensare a quel corpo nudo e tutto sommato bene allenato, che per un istante ebbi modo di toccare.

~Colin
Va bene forse, e ripeto FORSE, avevo un po' esagerato a reagire in maniera così esagerata con Kevin ma a tutto c'è una spiegazione.

Dopo aver appena aperto la porta della camera, mi diressi con tranquillità verso la doccia. Mi richiusi nel bagno, mi spogliai dei miei vestiti e finalmente mi gettai sotto quel getto d'acqua calda, che levò via quell'orribile sensazione di unto dato dall'olio di Ramona. Se ci ripenso, mi vengono ancora i brividi.
Tuttavia ero dannatamente sicuro di essere solo ma fu nell'istante in cui allungai il braccio fuori dalla doccia che mi accorsi di lui: quell'orribile palla di pelo bianca.
Bau!
Sussultai, colto visibilmente alla sprovvista «Argh! Ancora tu? Possibile che non puoi lasciarmi in pace?
» borbottai, del tutto ignaro dell'arrivo di Selene. Sospirai e feci per prendere l'asciugamano. che afferrò anche il cane, iniziando così a ringhiare.
«Brutto figlio di...Elisabeth!» mi auto-censurai mentre continuavo a fare quell'assurdo tira e molla con il cane. Era piccolo ma..«Ne hai parecchia di forza.» commentai, guardandomi in giro ed occhieggiando il phon appoggiato sul ripiano in marmo, vicino al lavandino. E mentre con una mano tenevo l'asciugamano, con l'altra acciuffai l'apparecchio, che accesi puntandolo così verso il cane «...Vediamo come te la cavi, adesso!» esclamai mentre il piccolo Kevin iniziò a mollare pian pianino la presa dall'asciugamano, per poi lasciarlo del tutto «Ecco, bravo cagnolino...» commentai, risistemandomi l'asciugamano attorno alla vita, prima di girare intorno all'animale così da raggiungere la porta.
A quel punto, visto e considerato che il cavo del phon non era chilometrico, dovetti effettuare una scelta: perciò spensi l'apparecchio, lo appoggiai sul cestino del panni sporchi e dileguandomi a tutta velocità, chiusi il cane nel bagno e poi...incrociai Selene.

Inutile dire che non aggiunsi più nient'altro dopo il breve momento in cui eravamo nudi uno sopra all'altra anche se non nel modo in cui speravo.
Quindi adesso speri anche che succeda qualcosa?
Non lo so. Per una volta in vita mia non ho idea di che cosa succederà. Anzi forse solo adesso mi rendo conto di quanto sia stato avventato a gettarmi in questa situazione e a gettarci dentro anche Selene. Pensavo di saper gestire tutto, infondo si trattava solamente di mettere una firma su un dannato pezzo di carta ma...questo week-end si sta rilevando più impegnativo e più inaspettato di quanto potessi immaginare.

Come al solito, dopo essermi occupato di riaccendere il camino, sistemai la coperta per terra e recuperai un cuscino, così da potermi concedere anche un po' di sonno. Selene aveva già raggiunto il letto e la sentivo muoversi sotto al piumino e una parte di me desiderava tremendamente essere lì accanto a lei, in questo istante.
Mi concessi un profondo respiro dalle narici e, sapendo che non dormiva, intavolai un discorso:
«...Eri tutta nuda.» lo so, è la cosa peggiore che potessi dire, per questo cercai di sfruttare un tono di voce ironico.
Selene si schiarì appena la voce «Potremmo evitare di parlarne, per favore?» mi domandò gentilmente, portandomi tuttavia a scrollare le spalle
«Però è vero...» borbottai, sbuffando un leggero sorriso divertito, prima di tornare serio:
«Qual è...» esordii, cercando le parole più adatte «...Il problema tra te e tuo pad-?»
«Questa domanda non c'è nel fascicolo, spiacente.» mi disse subito Selene, cercando di interrompere la mia curiosità ma non riuscivo: non potevo e non volevo. Non so dire il perché ma per una volta mi importava sapere qualcosa di qualcuno. Mi importava davvero.
«Maddai...Non eri tu ad aver detto che dovevamo sapere tutto l'uno dell'altra?»
«Tutto tranne questo.»
«Se il tizio ce lo chie-...»
«Tranne questo, Colin. Buonanotte.» alzò un po' di più la voce rispetto al solito e non so dire il perché ma la cosa mi fece star male. Non riuscivo a capire i motivi per cui si ostinasse a restare così chiusa nei miei confronti, dopo tutto quello che c'è stato. Dopo quei momenti che continuo a rivivere nella mente, come se fossero successi da poco.
Deglutii a vuoto e sospirai un profondo respiro dal naso, lentamente. Non so dire per quanto tempo rimasi lì ad osservare il soffitto, prima di riprendere a parlare:
«Mi piacciono i programmi sul paranormale.» dissi, decidendo quindi di interrompere quel lungo silenzio che si era appena creato.
«..Che cosa?
» mi chiese lei in un mormorio confuso, senza darle tuttavia il modo di continuare oltre. Volevo sfruttare quel momento in cui non potevo guardarla in viso, per dirle qualcosa in più di me.
«Non nel senso: "Ah-ha! Che divertente! Gli piace la tv spazzatura". Mi piacciono sul serio.» affermai sincero come mai lo ero stato prima. Mi morsi l'interno di una guancia con i denti, prima di sbuffare un sorriso divertito davanti ad un'altra cosa personale di me che potevo dirle «E...ho preso lezioni di disco-dance, quando ero alle medie. E il mio primo concerto è stato quello dei Rob Base, Dj EZ Rock...» ridacchiai appena «...Probabilmente neanche sai chi sono.» ma questo ovviamente non mi scoraggiò dal continuare a dirle qualcosa in più di me. Qualcosa che potesse essere utile a farmi conoscere meglio. Per la prima volta in vita mia volevo che qualcuno mi conoscesse. Volevo che Selene mi conoscesse.

Sbuffai un altro sorriso: «Trovo Marylin Monroe molto attraente. Chi non lo farebbe, in effetti?
» le domandai retorico, continuando «Non amo i fiori in casa, perché mi fanno pensare ai funerali.» mormorai in un moto di tristezza, ripensando ai miei genitori «Non amo i videogame e rileggo Cime Tempestose ogni Natale. E' il mio libro preferito.» il fatto che io continuassi a parlare e lei no, mi fece capire davvero quanto avessi bisogno di essere ascoltato. Non so dire se stesse zitta per assecondare quella mia pazzia o per sincero interesse; l'unica cosa di cui ero certo, era che non avrei voluto avere nessun'altra in quel momento ad ascoltarmi.
«Non vado a letto con una donna da oltre un anno e mezzo.» arrivai addirittura a dirle questo con una sincerità disarmante, soprattutto se detto da uno come me.
«Mi sono innervosito, quando ho conosciuto Dreng. E il tatuaggio con gli uccelli...» quello che ho sulla schiena, proprio in mezzo alle scapole «...Sono rondini. L'ho fatto a sedici anni, dopo la morte dei miei.» sbuffai un mezzo sorriso amareggiato e tirato, che mi portò a scuotere appena il capo, così da levarmi il pensiero «Una stupidaggine.» mi schiarii la voce «Di sicuro ci sono un sacco di altre cose ma...al momento è tutto quello che mi viene in mente.» le dissi alla fine, aggrottando visibilmente la fronte nell'esatto istante in cui calò il silenzio, di nuovo.
«Ci sei ancora?
» le domandai, temendo per un attimo che si fosse addormentata; il che sarebbe stato davvero imbarazzante.
«Sì, sono qui...» mormorò appena e come se non le fosse piaciuta quella risposta, aggiunse anche un «...Stavo pensando.» volto a dare una risposta un po' più completa e meno monosillabica. Peccato che fu la domanda successiva a non essere propriamente di mio gusto:
«Davvero non vai a letto con una donna da diciotto mesi?!?
» strabuzzai gli occhi, prima di rotearli al cielo
«Ommiodio, Selene. E' l'unica cosa che ti colpisce?»
«Certo. E' un sacco di tempo...»
«Sì, beh...Sono stato un po' impegnato.» era la verità infondo ed era anche prevedibile una risposta simile
«Già...» mi confermò lei in un lieve sussurro, aggiungendo «Chi sono: Rob Base, Dj...?» lo sapevo. Un classico.
«...EZ Rock?» conclusi io la domanda al posto suo, sbuffando un sorriso divertito, schiarendomi la voce, pronto a farla cantare. Letteralmente. «Cantavano: "It takes two to make a thing go riiiight! It takes to make outta siiight!" Du-Du-Dum!...Eh?» le domandai, aspettandomi che avesse riconosciuto quanto meno la mia performance su quell'acuto e quello stacco di base.
«Uhm..Uh-uh.»  arrivò un versetto negativo da parte di Selene, che mi portò a sospirare appena
«Erano bravi.» ammisi semplicemente, scrollando appena le spalle, nonostante sapevo che non potesse vedermi, visto che ero sdraiato per terra e di fronte al suo letto.

Calò un'altra lieve pausa, prima che le mie orecchie sentirono Selene abbandonarsi ad una lieve risata bassa, che mi portò a sorridere a mia volta
«Che c'è?
» le chiesi divertito
«Niente...» ma ovviamente sapevo che stava mentendo, lo percepivo dal modo in cui il suo respiro si faceva spezzettato, tipico di una persona che sta sghignazzando di gusto, come se le fosse venuta in mente chissà quale scena divertente. «...Lo so chi sono. Volevo solo sentirtela cantare.» ammise alla fine, portandomi a sorridere in maniera divertita. Mi sentivo leggero e per una volta nella vita, mi sentivo me stesso. Sospirai appena, decisamente sollevato mentre continuavo a guardare il soffitto in attesa che accadesse qualcosa o che più semplicemente il sonno prendesse possesso di me. Ciò che accadde, invece, fu inaspettato e mosso da Selene stessa.
«Colin...?»
«Sì...?»
«Non vorrei che tu fraintendessi...» mise nuovamente quella pausa alla fine della frase, che mi lasciò perplesso. Fraintendere cosa, poi? Che tutto quello che era successo non significava nulla? Forse era davvero così, anche se...
«...Va bene.» mi limitai a dire con lo stesso tono con cui mi rivolgo a qualsiasi altra persona che non sia Selene.
«...Ma tu sei un uomo...Sei un uomo molto bello.» quelle parole mi spiazzarono e al tempo stesso cancellarono dalla mia mente ogni dubbio o paura: esatto, per una volta ho avuto seriamente paura di perdere qualcun altro. Di nuovo. Allargai gli angoli della bocca verso l'alto, lentamentamente, e per fortuna Selene non ebbe in alcun modo di vedere le mie guance rrossire davanti a quel complimento. Il suo complimento.

«I wanna rock right now, I'm Rob Base and I came to get town...» riprese a canticchiare, portandomi a sorridere ancora di più, prima ovviamente di seguirla
«I'm not internationally known, but I know to rock the microphone...»
«It takes two to a make a thing go rIIIIIIIIght!» riprese Selene in un falsetto acuto, che mi portò ad abbandonarmi ad una leggera risata divertita
«Du-Du-Dum...» staccai con una breve base, lasciando quindi all'altra modo di riprendere fiato e continuare
«It takes two to make a thing go rIIIIIIght!...Uhm-uhm! IT TAKES TWO...! Ah, Dio! Non ci arrivo! E' altissima!» ammise alla fine,abbandonandosi ad una risata divertita, che via via si fece sempre più lunga, portandomi automaticamente a ridere a mia volta.
Era strano: era da tanto, davvero tantissimo tempo che non ridevo così, che non stavo così. Ed era bello. Per una volta mi sentii felice, per una volta mi addormentai con il sorriso sulle labbra.

   
 
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