Crossover
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Autore: Crybaby    23/03/2009    1 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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In Extremis

La caduta non durò più di una decina di secondi. Tuttavia, Rock Lee non si lasciò sorprendere e riuscì a cadere in piedi, attutendo in parte l’impatto col suolo e riportando il minor danno. Lo stesso fece W, nonostante fisicamente fosse messo peggio. Accertatosi che l’androide stesse bene, il ninja alzò lo sguardo: ad occhio e croce la fossa in cui erano precipitati doveva essere profonda almeno una cinquantina di metri.
-Fortuna che abbiamo i riflessi pronti, altrimenti a quest’ora ci saremmo spiattellati di sicuro. W, tu lo sai perché il tuo amico ha agito in quel modo… W?
In un gesto d’ira, il giovane androide prese ripetutamente a pugni il muro, appoggiandoci poi la testa con aria afflitta.
-Lo sapevo io! Lo sapevo che non dovevo fidarmi di lui! L’ho sempre saputo, ma da buonista quale sono mi sono detto che no, G non infrangerebbe mai le regole della scommessa! E invece… invece sono caduto nella sua trappola, come un perfetto idiota…
-W, adesso datti una calmati e dimmi cosa sta succedendo…!
L’androide voltò la testa di scatto e fissò il ninja, negli occhi un’espressione dannatamente seria.
-Tu che puoi, Rock Lee, scappa! Va’ via da qui, subito! Non pensare a me!
-E abbandonarti qui? Ah no, te lo puoi scordare! Già un mio amico mi ha fatto una richiesta del genere: ho detto di no a lui e dico no anche a te! E poi, da cosa dovrei scappare, sentiamo!…
Come risposta, un potente ruggito rimbombò per tutta la fossa. Trasalito, Lee girò lo sguardo da una parte all’altra, ma ad eccezione di W non riusciva a vedere nient’altro che non fosse illuminato dalla fioca luce del giorno proveniente dall’alto.
Poi, nell’ombra, due fari rossi. Un secondo ruggito, e la creatura nascosta dal buio partì all’attacco.

Seduto sull’orlo della voragine da lui provocata, G se la rideva della grossa. Kiba, ancora incatenato, non era altrettanto felice.
-Cosa ne hai fatto di Lee? Rispondimi bastardo! Ehi, sto parlando con te! Yu-huuu!
Sempre sghignazzando, l’androide pieno di piercing si alzò e a passi lenti raggiunse il ninja.
-Ci tieni davvero a saperlo? Ebbene, il tuo compagno è diventato il pranzo di T.
-T? Chi o cosa è T?
-Si tratta di uno dei più pericolosi membri dell’esercito di Chaos. Il motivo? A differenza degli altri, lui non è razionale: segue solo l’istinto di sopravvivenza. T come il toro, animale tanto forte quanto impossibile da domare. E ora, se vuoi scusarmi, vado ad assistere al massacro.
-Tu non vai da nessuna parte! Dobbiamo fare un match, ricordi? Quindi liberami subito così chiudiamo la questione una volta per tutte…
G afferrò di scatto la gola dell’Inuzuka, mozzandogli il fiato.
-Tu parli troppo per i miei gusti.
L’androide ingioiellato partì con un pugno, ma si bloccò un attimo prima di andare a segno.
-Aspetta. Ora che ci penso, c’è qualcuno che fa molto più rumore di te.
G voltò lentamente la testa. Bastò un secondo a Kiba per capire cosa stesse puntando. Akamaru, legato ad un palo dallo stesso androide, gli stava abbaiando contro rabbiosamente.

Nei più stretti e nascosti vicoli del quartiere, Minako camminava, claudicante, tenendosi appoggiata al muro per non cadere. La frustata che l’androide R le aveva inferto era stata ben più che dolorosa, ed infatti il braccio ed il fianco sinistro le facevano un male cane ad ogni movimento. Forse rotolare giù per una scalinata era stato un bene, per lei: almeno così era riuscita a sparire dalla vista del nemico. Ma ora, non sapeva proprio dove andare. Fino a quando non avvistò una figura familiare, ferita tanto quanto lei, giacere sul fondo della stradina.
-Ami!!!
Dimenticandosi dei dolori, la sailor accelerò il passo e giunse in fretta al capezzale dell’amica.
-Stai bene? Riesci a muoverti?
-Ho capito… come distruggere… il roveto…
-Direi che stai bene. Parla, che cosa hai scoperto?
-La pianta reagisce in conseguenza dei nostri attacchi- spiegò, mentre con l’aiuto della compagna tentava di rimettersi in piedi -con il tuo Crescent Beam si fa scudo mostrando le spine, mentre con i miei attacchi acquatici le ritrae. Mi segui?
-Ho capito! Intendi dire che se colpiamo tutte e due insieme potremmo farcela?
-Non proprio insieme: prima vado io e tu mi segui subito dopo, quando la piante ha ancora le spine ritratte.
-Non perdiamo tempo allora! Proviamoci subi…
-Così sarebbe questo il vostro piano?
Le due trasalirono dallo spavento. R stava proprio sopra di loro, seduto sul davanzale di un balcone. In mano teneva ben stretta la frusta di spine.
-Avete intenzione di distruggere il mio bellissimo rovo, per poi scappare a gambe levate? Fate con comodo, ma è tutta fatica sprecata. Non riuscireste a sfuggirmi comunque. Vi raggiungerei in un attimo…
-Perfetto. Se non ti possiamo sfuggire, allora continueremo a nasconderci. SABAO SPRAY!
Di punto in bianco, F si ritrovò immerso in una nebbia fittissima, dove la punta del suo naso era l’unica cosa visibile. Silenziosa, una delle catene di Sailor Venus si avvinghiò alla sua frusta spinosa e con uno strattone gliela sfilò di mano, disarmandolo.
-E ora, VENUS LOVE AND BEAUTY SHOCK!!!
Una piccola esplosione fece da eco al colpo di Sailor Venus. Purtroppo, al diradarsi della nebbia, una brutta sorpresa accolse le due ragazze.

G allentò la presa sulla gola di Kiba. Quindi, con un ghigno diabolico, girò i tacchi e si diresse da Akamaru.
-Cos’hai intenzione di fare al mio Akamaru? Non provare neanche ad avvicinarti, hai capito? Prenditela pure con me se vuoi, ma lascialo fuori da questa storia!
Inutili preghiere. L’androide raggiunse il cucciolo e lo squadrò letteralmente dall’alto verso il basso.
-Il mio nome è G come gioiello, e di gioielli ne indosso davvero tanti. Ma il mio preferito rimane questo.
L’androide si levò senza alcun dolore un altro dei suoi piercing: questo si ingrandì, fino ad assumere la forma di un pugnale.

Mercury e Venus non riuscivano a credere ai loro occhi. Per farsi scudo dai loro attacchi, R aveva assunto lui stesso le sembianze di un rovo umano: parte del suo completo rosso si era lacerato, rivelando rami spinosi che lo ricoprivano interamente.
-A-a-a-a-ami, c-c-c-c-che facciamo?
-Quello che avevo proposto di fare per il roveto gigante! Shine Acqua Illusio…
-Faresti meglio a guardarti le spalle, stupida!
R schioccò le dita, e subito dei rami aggredirono alle spalle le due guerriere sailor, tirandole indietro e intrappolandole nel muro di rovi.
-Poverette, eravate così concentrate che non vi siete accorte di aver raggiunto la fine del mio splendido roveto… Oh, guarda un po’ cos’ho trovato!
Ridendo sguaiatamente, R raccolse da terra la frusta che gli era stata sottratta e la sollevò in aria, pronto per colpire. Contemporaneamente, G sollevò il suo pugnale…

-HIJUTSU: MUSHI DAMA.

Il rovo allentò improvvisamente la presa, permettendo a Ami e Minako di schivare appena in tempo la frustata.
Stessa sorte per Kiba il quale, libero sia dal rovo che dagli anelli di G, senza pensarci un attimo si avventò con tutte le sue forze addosso all’androide, scaraventandolo lontano.
-Tutto bene, Akamaru?
Il cucciolo annuì, tremando ancora dal terrore. Rassicurato, Kiba sollevò lo sguardo, appena in tempo per vedere la cupola spinosa sgretolarsi, come divorata da tanti piccoli animaletti. Quindi, il ragazzo si rivolse a colui che lo aveva liberato. E che aveva già sentito arrivare col suo olfatto.
-Certo che te la sei presa proprio comoda, Shino.

Già provati dal loro combattimento, W e Rock Lee stavano subendo passivamente i colpi del mostruoso T ormai da diversi minuti. W, in particolare, non sembrava più nemmeno in grado di reggersi in piedi. Tuttavia, si ostinava ancora a lottare, frapponendosi fra il mastodontico androide e il ninja.
-Perché… sei… ancora… qui…
-Te l’ho già spiegato, non ho alcuna intenzione di abbandonarti qui, in compagnia di questo mostro! Adesso fatti da parte e lascia che ci pensi io!
-Vedo che non c’è modo di farti cambiare idea. Come vuoi, non mi lasci altra scelta.
L’androide colpì violentemente il suo ormai amico con un calcio al costato, tramortendolo. Quasi nel modo in cui lo stesso Rock Lee aveva tramortito Ub. Quindi, W saltò oltre T e gli si avvinghiò alla schiena.
“Forse non l’hai capito. Io sono una macchina senza passato, presente o futuro. Tu invece sei un essere umano, con tutta una vita da portare avanti. Per questo, tra noi due sei tu quello che deve sopravvivere.”
Il corpo di W prese ad emettere scariche elettriche sempre più potenti: voleva autodistruggersi. Ancora in sé, Rock Lee si rimise subito in piedi e urlò disperatamente con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
-Che cosa vuoi fare? W, ti scongiuro, fermati!
Come risposta, il ninja ricevette solo un ultimo sorriso.
-È stato un vero onore conoscerti, Lee.
Poi, l’esplosione.

  
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