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Autore: Il_Genio_del_Male    22/02/2016    10 recensioni
Jongin è la fata dei fiori, Sehun quella dei broccoli. Il loro sarà un incontro... magico.
Genere: Poesia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Sehun, Sehun
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Mettete insieme la citazione di una bellissima frase di Montaigne sull’affetto che provava per l’amico morto anzitempo, una serie di rime sciocche e la fairy!AU che volevo scrivere da mesi sulla premiata ditta Broccolo & Puffola ed otterrete quanto segue. Mi sono divertita molto e lambiccata altrettanto, ma poiché di cognome non faccio Piumini né Rodari non garantisco il risultato.

Buona lettura (si spera)!

 

 

 

 

 

C’era una volta, in tempi migliori,

il dolce Jongin, fata dei fiori.

A lui i petali di mille colori

tributavano, grati, tutti gli onori.

Foglioline e primule appena sbocciate

accettavano liete di esser intrecciate

e sulla sua folta chioma posate;

il corpo celato da vesti aggraziate.

Jongin era buono e amato da tutti

(persino dagli insetti più brutti)

e gli alberi gli offrivano i propri frutti

con frasi ricche di eleganti costrutti.

 

Vi era però chi siffatta letizia

spiava, lontano, colto da mestizia

e, ritenendosi vittima di un’ingiustizia,

desiderava solo stringere amicizia.

Costui era Sehun, fata dei broccoli,

la cui verzura scendeva sulle spalle a mo’ di boccoli.

La sua pelle chiara era costellata di bernoccoli,

cortesia di caprette e dei loro zoccoli.

Sehun era verde, sia per invidia che per natura,

e occhieggiava sovente l’altra creatura

ammirandone l’abbronzatura

nonché la beltà fresca eppure matura.

Ma a frenarlo c’era la paura.

Temeva infatti di fare brutta figura

e perciò, onde evitare una delusione sicura,

non si lanciava all’avventura.

 

Jongin, ignaro, viveva la sua vita.

Mai avrebbe captato quella passione sopita

se un giorno un’ape, più delle sue compagne ardita,

non gli avesse confidato, un poco divertita:

“Caro mio, se non ti conoscessi penserei certamente

che il profumo dei fiori ti obnubila la mente,

giacché in uno sguardo sì concupiscente

non vi è nulla di innocente.

Fidati di me, stammi ad ascoltare,

la fata dei broccoli ti si vuol trombare!

E a meno che tu non abbia da protestare,

fossi al tuo posto ci comincerei a pensare.”

Jongin, che puro e gentile aveva il cuore,

era altresì curioso nei confronti dell’amore;

sicché decise -a scapito di ogni timore-

di approcciare il timido corteggiatore.

 

Quando Sehun lo vide avvicinarsi

avvertì lo stomaco annodarsi,

i palmi di sudore freddo velarsi

e i neuroni, allarmati, minacciare di suicidarsi.

Il sorriso che il suo bello gli rivolgeva

non aveva eguali, e ne scorgeva

la chiostra di bianchi denti che splendeva

sentendosi un novello Adamo al cospetto di Eva.

 

A quel primo incontro, benché imbarazzante,

ne seguì un secondo assai più frizzante.

Jongin si rivelò conversatore brillante

e la cotta di Sehun crebbe ingombrante.

I due in breve divennero amici

e l’affetto reciproco mise radici.

Le piante e gli animali intorno esultarono felici

(ma proprio tutti, comprese le cimici).


E furono abbracci, poi baci,

carezze tenere ma audaci,

sguardi e mani rapaci;

da ultimo molti sospiri fugaci.

Infine ansimando, ebbro, sazio di voluttà

Jongin chiese ad alta voce il segreto di quella felicità

e fissò Sehun con gli occhi suoi blu.

Rispose quegli: “Perché sono io, perché sei tu.”

 

 

 

 

Ehm.

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*fugge*

   
 
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