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Autore: Kamala_Jackson    23/02/2016    1 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Annabeth, Katniss, Renesmee e Clary sono al loro primo anno ad Hogwarts, smistate in tre differenti Case e apparentemente non hanno niente in comune.
Si incontrano spesso a lezione, nei corridoi o in Sala Grande e ogni volta, come legati da un filo invisibile, i loro occhi si incrociano. E dalle semplici occhiate si passa ai saluti, alle chiacchierate e all'amicizia.
E' Novembre ad Hogwarts e accade qualcosa di strano. I gufi cominciano a sparire. Quelli rimasti non intendono muoversi, sembrano terrorizzati da qualcosa. Non si riesce ad avere più un contatto con gli altri maghi, Hogwarts sembra isolata da resto del mondo.
Nei corridoi cominciano ad aggirarsi strane creature fatte d'ombra, che non esitano a colpire chiunque incroci il loro cammino. E così iniziano a sparire anche gli studenti.
Renesmee fa incubi sempre più strani e orrendi.
Clary si sente attratta irresistibilmente da una strana porta chiusa scoperta per caso.
Katniss sembra essere l'unica sopravvissuta ad un attacco delle Ombre.
Annabeth ha visto qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere.
Hogwarts vive nel terrore più puro e le quattro ragazze decidono di porre fine alla storia.
Ma ci riusciranno da sole ?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Piccola premessa : come alcuni di voi sapranno – o anche no – quest’anno sono stata totalmente rapita da quella navicella aliena chiamata “scuola”. Devo dire che la cosa non mi dispiace nemmeno tanto, considerando che dopo due anni fatti più o meno alla cazzo ho finalmente trovato un ritmo giusto e i risultati si stanno vedendo, con mia grande soddisfazione.
So di non avere scusanti, perché c’è gente che ha millemila impegni e si fa in quattro più di aggiornare. So, shame on me, come dice Nana.
Ho un’altra ragione : non so se definirlo un vero e proprio blocco dello scrittore, ma ho avuto difficoltà a mettere qualcosa per iscritto, ultimamente.
Mi sono buttata giù, altrimenti non sarei davvero io, ma poi ho deciso che le cose ci fermano perché siamo noi a dargli questo potere.
Quindi eccomi qui, un po’ cambiata e con tanta voglia di rimediare. Come sempre, ci rivediamo sotto.
Scusate ancora.
Vi voglio bene, giovani fanciulli.

 
 

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20. You And I Will Not Be Shaken!  By The Winter Sound
 
 
-L’hai trovato?
La voce rauca e femminile sferzò il silenzio.
Renesmee aprì gli occhi di scatto, guardandosi intorno con terrore sempre più crescente.
Dove diavolo si trovava?
Si guardò intorno, strizzando gli occhi. L’unica cosa che sembrava circondarla era il buio. Sembrava galleggiarvici dentro, sospesa nell’aria. I suoi piedi sfioravano il pavimento, o almeno un sottile strato di suolo, che ad ogni suo passo prendeva la forma degli arti nudi della mezza-vampira, con morbidezza.
Tutto intorno a lei sembrava ovattato, soffocante e freddo.
La ragazzina non si stupì quando una nuvoletta di condensa le comparve davanti agli occhi, fuoriuscendo dalle labbra rosee e screpolate. Si guardò nuovamente in giro, muovendo la testa quasi a rallentatore. I capelli ramati le volteggiarono intorno al viso come un’aureola.
-Sì, guarda tu stessa, padrona.- questa volta la voce sembrò appartenere ad un uomo. Era grossa, potente e raschiante. A Nessie ricordò il ruggito basso e profondo che facevano i puma intorno a Forks.
Si voltò nuovamente e riuscì a cogliere uno spiraglio di luce fioca.
Si diresse verso di essa, cercò di correre, ma sembrava muoversi nell’acqua. Ben presto le gambe furono attraversate da fitte dolorose e laceranti. Renesmee abbassò lo sguardo e le ritrovò coperte di lividi, tumefazioni e graffi profondi da cui colava sangue scarlatto.
Si paralizzò, mentre un singhiozzo le scuoteva il corpo esile.
Che cosa stava succedendo? Chi le aveva fatto così tanto male?
-È meraviglioso!- la prima voce risuonò nello spazio circostante, come amplificata. La risata che la seguì le perforò i timpani, facendola gemere dal dolore mentre si portava le mani sopra le orecchie.
Lo spiraglio di luce sembrò squarciarsi, accecandola, anche se la ragazzina riuscì a scorgervi qualcosa all’interno, mentre crollava in ginocchio lentamente, come un albero secolare cade al suolo dopo essere stato tagliato.
Nello sfondo sfuocato capeggiavano due figure. La prima era quella di una giovane donna. I capelli corvini le incorniciavano il viso bianco come la neve, deformato da un ghigno freddo e mostruoso. Gli occhi scuri scintillavano di trionfo e di cattiveria mentre osservava ciò che aveva in mano.
La seconda era indistinta e corpulenta, grossa almeno il doppio della donna, di un nero pece contornato di castano. L’unica cosa che Renesmee riuscì a scorgere per bene furono gli occhi : di un bianco accecante, inumani e brillanti come un incantesimo.
Tra le mani esili della giovane donna, incantatrice dei loro sguardi, si agitava una piccola fiammella azzurra, chiusa in una strana gabbia di un nero lucente.
 
 
 
Quando Annabeth entrò nell’infermeria, carica di libri e pergamene, trovò Renesmee che si agitava nel sonno.
Posò i libri sulla sedia accanto al letto e si avvicinò all’amica, apprensiva.
La mezza-vampira era pallida e sudata, le labbra completamente prive del colore che le caratterizzava, e gli zigomi più pronunciati del solito.
La Grifondoro singhiozzò nel sonno, scalciando con le gambe e respirando a fatica.
Annabeth la prese per le spalle e la scosse leggermente, rabbrividendo quando trovò la pelle lattea fin troppo fredda.
La chiamò per nome, iniziando a sudare freddo quando vide che non riusciva a svegliarla, e si voltò per cercare aiuto, ma l’amica sbarrò gli occhi all’improvviso e strisciò all’indietro, verso la testiera del letto, rannicchiandosi sotto le coperte in posizione fetale.
La semidea la vedeva tremare terribilmente, e pregò che non fosse un attacco di panico. Deglutì, ricacciando indietro tutta la sua paura, anche se a fatica, e le si sedette accanto, sfiorandole leggermente la fronte imperlata di sudore.
-Nessie,- la chiamò preoccupata.-cosa è successo? Riesci a sentirmi?
Si chinò verso di lei, preoccupata,  scacciando i riccioli biondi dietro la schiena.
La mezza-vampira la osservò con le pupille sbarrate, e quando finalmente la riconobbe sembrò calmarsi leggermente.
-Annabeth?- mormorò con voce tremolante. La bionda annuì solamente, e allungò una mano per carezzarle la i capelli scompigliati.
Renesmee fece un paio di profondi respiri, smettendo quasi del tutto di essere scossa da tremiti, e  riprendendo il proprio autocontrollo.
Calciò via le coperte con un brivido di paura e si scoprì le gambe. Rimase un attimo sconcertata nel vederle come sempre, del solito color alabastro, senza nessun segno di percosse.
Si sfiorò il ginocchio destro con timore, come se le ferite impresse nella sua testa potessero comparire da un momento all’altro.
Non successe niente, nessuna ferita o livido comparve sulla sua pelle, e lei si lasciò andare ad un sospiro, mentre scivolava supina sui cuscini morbidi.
Si passò una mano sulla fronte, portando dietro le orecchie le ciocche umide di sudore che le si erano appiccicate alle tempie.
-Ness- la chiamò Annabeth con dolcezza, prendendo una sua mano con la propria.-Hai fatto un brutto sogno?
-Dire brutto sogno è un eufemismo- bofonchiò sconsolata la ragazzina, posando la nuca sulla testiera in ferro battuto.
Si sentì bruciare tremendamente la gola, e allontanò la propria mano da quella di Annabeth, intimorita dalla sua sete.
La bionda colse quel gesto con uno scintillio negli occhi, e scese dal letto, diretta verso le tende che le circondavano. Si assicurò che nell’infermeria non ci fosse nessuno, oltre Rachel, Annie e Michael Yew, colpito due giorni addietro, e tirò il tessuto fino a celare entrambe.
Renesmee la guardò con curiosità, mentre si dirigeva fugace verso la propria borsa e vi rovistava all’interno, tirando fuori una boccetta ben chiusa e contente del liquido cremisi.
La Grifondoro sbarrò gli occhi, osservandola come se non l’avesse mai vista, e lei sorrise trionfale, agitando la bottiglietta leggermente, per poi versarla in un bicchiere.
-Herondale mi ha detto di portartela e di fartela bere con calma, a piccole sorsate.- cantilenò, mentre le porgeva il sangue nel bicchiere.
La mezza-vampira sospirò e lo prese, cercando di non essere irruenta mentre lo sorseggiava, nonostante la sua gola bruciasse e ne chiedesse sempre di più.
Non voleva sembrare un mostro alla sua migliore amica.
Eppure la semidea non sembrava minimamente turbata, mentre sfilava con attenzione una pergamena dalla pila sulla sedia e la leggeva, tirandosi indietro i capelli con una molletta.
A quel bicchiere ne seguirono altri e tre, e alla fine Renesmee sembrò aver ripreso un po’ del suo colore.
Decisamente più in forze, si mise seduta sul bordo del letto, avvolgendosi nel maglione che Connor le aveva lasciato.
-Ci sono novità?- chiese, facendo dondolare i piedi.
Vide le labbra dell’amica contrarsi e il suo volto farsi scuro.
-Purtroppo sì,- disse cupa la bionda, mettendo via la pergamena.-Un paio di ore fa  hanno trovato Johanna in un corridoio, nelle stesse condizioni di catalessi degli altri.
Renesmee fu colpita da quella notizia, e profondamente dispiaciuta.-Come sta Finnick? In fondo era la sua migliore amica…considerando che anche Annie è qui adesso…- mormorò, giocherellando con i fili sgualciti del maglione.
-Non bene. Cerca di non darlo a vedere ma ci sta veramente male. E questi attacchi così ravvicinati non fanno presagire nulla di buono.
-E io professori che dicono?
Annabeth alzò gli occhi al cielo, con una stizza evidente.-Che vuoi che dicano? Non sanno che pesci pigliare! Le loro raccomandazioni e i loro sforzi sono fin troppo vani… Ecco che succede ad Hogwarts : dicono che è la scuola più sicura del mondo e poi ti ritrovi basilischi nelle tubature ed esseri oscuri che gironzolano ovunque!- sbottò.
Effettivamente non aveva tutti i torti, si ritrovò a pensare la Grifondoro. Quella situazione stava sfiorando i limiti dell’assurdo.
-Le altre?- domandò allora, alzando gli occhi color cioccolato verso quelli grigi e intelligenti della bionda.
La Corvonero scrollò le spalle.-Sono entrambe di pessimo umore. Oggi la McGrannitt  ha dato la notizia che ormai tutti si aspettavano : a Natale non ci sarà la possibilità di tornare a casa. E così Kat è preoccupata per Primrose, Clary si sta facendo divorare dai sensi di colpa e dalla paura di non rivedere più sua madre e Luke, e io…- tentennò.-…non ho una casa dove tornare, perciò il problema non me lo pongo neppure. So che è abbastanza egoistico da parte mia, ma non posso cambiare le cose. Piuttosto, con Peeta sto cercando in tutti i modi di decifrare quella “ricetta”, e di mettere insieme tutti gli indizi.
Lo sguardo della mezza-vampira si fece attento.-Come va con quello?
Annabeth tirò fuori un’altra pergamena.
-Benino.- borbottò con una smorfia, facendo scorrere gli occhi grigi sulle righe scritte a mano.-Grazie a quello che hanno visto Kat e Connor abbiamo intuito che  “Una lacrima di fuoco da un cuore spezzato” si riferisce a Fanny, la fenice di Silente che ora vive nel bosco.
-Già, deve essere sicuramente così.- annuì Nessie.-E il resto?
-Ci stiamo lavorando.- sbuffò la semidea.
Renesmee sorrise.-È un modo carino per dire che non avete idea di quello che si dice lì?
La figlia di Atena alzò gli occhi al cielo, mentre si lasciava cadere sul materasso accanto alla Grifondoro, e intingeva una penna di arpia nel calamaio.-Piuttosto, parlami dell’incubo che hai avuto. Potrebbero esserci indizi.- decretò, corrucciando la fronte e scrivendo qualcosa sulla pergamena.
Un piccolo brivido percorse la schiena di Renesmee, mentre apriva la bocca per iniziare a raccontare.
 
 
Katniss si attorcigliò una ciocca di capelli intorno all’indice, mentre muoveva coscienziosamente il suo alfiere in avanti.
Connor staccò gli occhi dal libro in greco che stava leggendo e osservò la situazione con calma, prima di muovere anche lui una delle sue pedine.
I due ragazzi si trovavano nella Sala Comune dei Serpeverde, appostati appena sotto la finestra, su un tappeto verde e ricamato d’argento.
Katniss si puntellò sui gomiti e posò il viso sulle mani chiuse a pugno, non riuscendo a concentrarsi sulla loro partita a scacchi.
La sua mente continuava a riportarla al momento in cui avevano trovato Johanna, stesa sul freddo pavimento di marmo, con gli occhi sbarrati e privi di espressione.
Il dormitorio e la Sala Comune sembravano aver perso la solita vitalità che li caratterizzava, come se fosse il prefetto a causarla.
Anche lei si sentiva vuota, senza quella ragazza pestifera intorno.
Persino Connor sembrava essere giù di corda, mentre sfogliava svogliato quel libro dalla lingua per lei incomprensibile.
Katniss rotolò sulla schiena, ritrovandosi ad osservare il soffitto intarsiato di decori e fregi.
-Secondo te riusciremo mai a sconfiggere le Ombre?- domandò a bruciapelo, con voce atona.
Connor non rispose subito. Finì il passo dell’Illiade che stava leggendo, assaporando ogni parola di Ettore morente, e alla fine alzò gli occhi dalla propria lettura.
Chiuse il libro e lo posò accanto alla scacchiera, ormai dimenticata, e si stese anche lui sul morbido tappeto. Il suo viso si ritrovò vicino a quello di Katniss, e i capelli scuri della ragazza, quel giorno sciolti e sparsi intorno alla sua testa, gli solleticarono le guance.
-Non lo so. So che Jo non sarà l’ultima vittima, e che le ombre non si fermeranno, ma anche noi continueremo a combattere. Arrendersi è l’ultima cosa in discussione.- decretò, serio come mai lei lo aveva visto.
-Sei preoccupato per Travis.- non era una domanda. Connor si passò una mano tra i ricci castani.
-E tu per Prim.- sussurrò piano, come si sussurrano i segreti.
Katniss deglutì e lo stomaco le sembrò schiacciato da un macigno.
Che razza di situazione in cui si trovavano, pensò. Restarono così, in silenzio, per dei minuti interminabile, forse per delle ore. Poi, la porta della Sala si aprì di scatto, e proprio Travis fece la sua entrata, sudato e affaticato dalla corsa.
I due scattarono in piedi, preoccupati.
-Mi mandano Percy e Simon. Si tratta di Clary.- berciò il figlio di Ermes, sollevando gli occhi azzurri verso di loro.
Un minuto dopo, Katniss stava già correndo per i corridoi, il cuore in gola mentre fuori il sole tramontava.
 
 
 
Clary non avrebbe saputo dire perché era lì. Pochi minuti prima era in biblioteca, che faceva i compiti di Trasfigurazione, e poi le aveva sentite.
Piccole voci sussurrate, in delle lingue non comprensibili, o forse semplicemente troppo basse perché lei capisse.
Come incantata, si era alzata e si era lasciata trasportare da loro per le scale e i lunghi corridoi di Hogwarts.
Le sue orecchie avevano smesso di sentire qualsiasi altra cosa che non fossero quelle parole biascicate, che le facevano ricoprire la pelle di brividi.
Le aveva seguite lungo le scale del terzo piano, mentre la sua ombra si allungava  per la luce che filtrava dalle finestre e i suoi capelli sembravano accendersi come un cerino a causa del sole morente.
Si ritrovò ben presto davanti alla porta dello sgabuzzino, e l’aprì senza indugiare un secondo, assecondando ciò che i sussurri le ordinavano.
Era strano : riusciva a comprendere ciò che volevano da lei, ma non ciò che dicevano.
Sorpassò le scope e i secchi, e posò un mano sulla porticina, fredda contro la cute delicata delle sue mani.
Allora una voce più forte aveva sovrastato le altre, zittendole.
Aiutami, diceva.
Trova la chiave e ti darò tutto quello che desideri, Clarissa.
Era una voce calda, suadente, e femminile. Clary iniziò a vacillare, mentre le palpebre le si facevano pesanti.
Non sai quante cose potrei dirti, quante cose che non ti aspetti e che invece ti riguardano, cantilenò.
La ragazzina ricordò a malapena di essere uscita dallo sgabuzzino e di aver percorso il tragitto che l’aveva portata sugli alti frontoni di Hogwarts.
Il freddo le faceva gelare le ossa e il vento le urlava forte nelle orecchie, destabilizzandola sempre di più.
Iniziò a barcollare ad ogni passo, a inciampare, ad avere il fiato corto.
Eppure si rialzò sempre, esortata da quella voce e dal desiderio struggente che le aveva seminato nell’anima.
La vista le si offuscò quando si rese conto delle lacrime che le sgorgavano dagli occhi.
Si fermò in mezzo alla neve, mentre una parte di lei strillava di fermarsi e di svegliarsi, e l’altra invece la esortava a continuare. Solo che se avesse continuato sarebbe caduta nel vuoto.
Manca poco, avanti!, la voce femminile le si insinuò nelle membra, accompagnata e trasportata da quel vento invernale e furioso, che le riempiva i riccioli rossi di fiocchi di neve.
Con le labbra violacee e il corpo che quasi non rispondeva più a i suoi comandi, Clary fece un altro, piccolo passo avanti.
Sì!, esultò la voce. Il vento le sferzò il corpo e lei chiuse gli occhi nel momento in cui si rese conto di stare precipitando.
Fu come svegliarsi da un incubo. Improvvisamente la vista le tornò normale e l’adrenalina le percorse le vene, facendola sbracciare per cercare un appiglio.
Si graffiò le nocche delle mani e si spezzò le unghie, ma non riuscì a trovare nemmeno un spuntone.
Non voglio morire così, fu il suo ultimo pensiero, prima di chiudere gli occhi.
Eppure la sua caduta non durò molto. Non durò neanche tre secondi, infatti due braccia l’afferrarono saldamente e la tirarono su.
Clary aprì gli occhi di scatto, mentre le lacrime le si ghiacciavano sulle gote arrossate e graffiate dal vento.
La prima cosa che vide furono due occhi dal colore indefinito, che passavano continuamente dall’azzurro, al verde, all’oro.
Un cascata di capelli biondi e lisci contornavano il viso affilato e al contempo angelico di chi l’aveva salvata.
-Si può sapere cosa pensavi di fare?- ringhiò il giovane Serpeverde, scuotendola leggermente per le spalle.
La rossa sbatté le palpebre un paio di volte, confusa.
-Cosa?- gracchiò. Successivamente si vergognò per quel tono così sgradevole.
Il ragazzo davanti a lei sembrò stupirsi.
-Come sarebbe a dire “cosa”? Ti stavi buttando di sotto!- esclamò infervorandosi, mentre con una mano callosa e sottile le scostava i capelli dal viso.
Clary arrossì per quel gesto, ma non si fece intimidire.-Io non mi stavo buttando.- esalò corrucciandosi, caparbia.
Le sopracciglia sottili del ragazzo si alzarono fino a sfiorare l’attaccatura dei capelli.-Ah, no?- sbuffò contrariato.
La Grifondoro aprì la bocca per rispondere, ma un’altra voce – quella di Katniss, la riconobbe subito – sovrastò la sua.
-Clary! Grazie al cielo sei qui!- strillò la Serpeverde andandole incontro, mentre il vento ululava forte tra i pennoni del castello.
Dietro di lei slittavano sulla neve Connor e Simon.
Quando fu abbastanza vicina, si accorse della presenza del suo compagno di Casa.
-Jace?- chiese, incredula. Lui si alzò indifferente, lasciando Clary stordita e infreddolita nella neve.
-La tua amica si stava suicidando.- disse con calma.
Katniss sbarrò gli occhi.-Che cosa?!?- boccheggiò, voltandosi sconvolta verso di lei.
-Non mi stavo suicidando.- ringhiò la rossa, alzandosi in piedi. Un capogiro la colse di sorpresa, ma Simon l’afferrò in tempo, prima che cadesse nuovamente nella coltre bianca.
-Come ti pare.- fu il lapidario commento del biondo, che senza dire nient’altro girò sui tacchi e se ne andò, sparendo nella tormenta.
-Chi Tartaro era, quello?- sbottò Connor, avvolgendo la Grifondoro nella propria mantella.
Clary si rese conto di essere gelata, e di stare tremando come una foglia.
-Non chiederlo a me.- bofonchiò Simon, cercando di scaldarle le mani con il proprio fiato.
Katniss si voltò verso l’amica.-È vero quello che ha detto?- domandò seria, mentre il vento le agitava la gonna e i capelli le frustavano il viso.
Clary si sentì tremendamente piccola e sbadata sotto il suo sguardo duro, e cercò di avvolgersi meglio nel mantello.-Io…- la sua voce tremolò, mentre si voltò verso il bordo del pennone.
Deglutì.
Che diavolo stava facendo lassù?

 
 
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Kamala’s Corner
 
 
Oh, cielo, come mi mancava questo posticino.
Come mi siete mancati anche voi. Probabilmente vorrete impalarmi con i forconi, ma voi mi volete taaanto bene, veero? Ovvio che no, ma vabbè, io c’ho provato.
Dunque, mi rendo conto che questo capitolo ha alcune parti un po’ più noiose, ma avevo bisogno di inserirle, per spiegare un po’ come andavano le cose.
Nonostante tutto, abbiamo due elementi importanti : Nessie fa un altro incubo, e, fidatevi, state bene attenti a ogni particolare, mentre Clary viene quasi posseduta da questa fantomatica voce.
E viene salvata da Jace, aw *-*
Vabbè, feels a parte avevo anche bisogno di rimettermi un attimo in carreggiata, e spero che il capitolo non sia stato una completa schifezza.
Mi dispiace davvero di non aver aggiornato per così tanto tempo, e spero davvero che possiate quantomeno darmi un briciolo del vostro perdono. Per quanto possa sforzarmi in questi giorni – benedetta Settimana dello Studente – non posso davvero promettervi niente. Purtroppo non siamo supereroi e abbiamo tutti degli impegni, chi più e chi meno, e anche dei doveri.
Perciò cercherò di non fare troppo tardi con il nuovo aggiornamento, nonostante questi ultimi tre mesi saranno pienissimi, e nulla.
A presto (spero, sigh), miei piccoli guerrieri rotolanti,
Kam.
   
 
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