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Autore: Sharkie    23/02/2016    9 recensioni
"C’era una volta un uccello. [..] era uno di quelli che vivono alti, su mura scoscese e ripide, così alti sulle nostre teste che nemmeno alzando il naso si possono scorgere.
Certa gente dice di non averli mai visti, e probabilmente crede che non siano mai esistiti.
Ma loro esistono per davvero, e io lo so."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lascia che ti racconti una storia.

C’era una volta un uccello.
Non ricordo esattamente il nome, ma non ha davvero importanza. Quello che conta è che era uno di quelli che vivono alti, su mura scoscese e ripide, così alti sulle nostre teste che nemmeno alzando il naso si possono scorgere. Certa gente dice di non averli mai visti, e probabilmente crede che non siano mai esistiti.
Ma loro esistono per davvero, e io lo so.
Ogni tanto capita che uno di loro precipiti, ruzzolando giù dalla parete di rocce, e corra giù, giù, sempre più veloce, agitando le ali per arrestare la discesa libera e per potersi salvare.
Alla fine atterrano da qualche parte, i più morti, i meno, quasi.
Anche a questo uccello capitò di cadere. Gli successe una volta, per caso, e non è mai più risalito. E mentre cadeva, ancora e ancora, gli capitava di pensare “Proprio a me, che ho sempre guardato in basso? È così che dovrò morire? Grazie alla terra che ho sempre desiderato?”.

E mentre pensava, eccola, la fine.

Non della vita, ma della caduta.
Gli capitò di tuffarsi, senza troppa eleganza, in una pozza di fango.

***

Ora, senti il fango? È lì, tra le penne, sotto e sopra le piume, tra i pori.
Oramai si è infilato dovunque, appesantisce le ali, non fa respirare.
Ma è lì, sotto di te, e ti permette di non morire.
Lo senti?
Io sono fango. E tu mi sei caduta addosso senza annunciarti.
Nel momento in cui ci siamo scontrate, tutto ha cambiato forma.
Io ti ho lordato, appesantito. Ti ho coperto, sostenuto e tradito.
Credevi di salvarti, invece ti ho solo attaccato alla catena alimentare.
Una catena sporca di Terra.
Io ora sono tua. Ti sto addosso, in ogni piega, in ogni spazio.
Tu mi hai dato aspetto e sostanza, mi hai reso solida.
Ti appartengo, ora e per sempre, ma non soccombo al tuo comando.
La mia natura non lo consente.
Quindi decidi, ora, perché questo è ciò che siamo noi adesso.
Puoi continuare a dibatterti in me, cercando di volare, in me, che non ti lascio andare.
Puoi affogare.

O puoi alzarti e camminare.

Decidi, Clarke.
  
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