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Autore: Lily_of_the_Valley    23/02/2016    2 recensioni
"Quelli che scriverò saranno i giorni della mia vita. Tutto ciò che mi accadrà da oggi in poi lo riporterò qui in queste pagine.
Chissà che poi la vita non abbia in serbo per me qualcosa di meraviglioso."
Un diario, una ragazza e una delle band più famose del globo.
Il fato, che ha deciso di combinare insieme questi tre elementi.
Perché la vita può sempre tenerti in serbo qualcosa di meraviglioso
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yesterday moments I remember

 

Mindy ringraziò entusiasta i suoi genitori ed uscì di casa con il suo nuovo regalo: un fantastico diario verde che i suoi le avevano regalato dopo pranzo.

Era il quindici giugno del 1981, giorno del sedicesimo compleanno della ragazza. Sua madre e suo padre si erano tanto chiesti quale regalo avrebbe preferito la giovane, finché a Jeff, suo padre, non gli venne in mente della passione per la scrittura della figlia; fu così che acquistò quel bellissimo diario dalla copertina verde smeraldo, il colore preferito di Mindy.

Una volta uscita di casa, si avviò verso il parco di St. James, il suo preferito di Londra. Lì, si rilassava sedendosi sotto uno degli innumerevoli e fitti alberi per leggere o, come accadeva la maggior parte delle volte, per scrivere storie, e spesso poesie, che nascevano puramente dalla sua mente.

Era un pomeriggio abbastanza afoso, clima abbastanza anomalo per la capitale britannica; nel cielo non vi era nemmeno una nuvola e il sole lanciava splendenti raggi di sole che si riflettevano sulle vetrine dei negozi che circondavano la ormai sedicenne per la strada.

Mindy amava passeggiare per la città ad osservare l'incalcolabile numero di persone che camminavano frettolosamente nella metropoli, le vetrine delle botique o più semplicemente guardare le auto di quell'epoca sfrecciare a pochi passi dal marciapiede.

Finalmente, dopo buoni minuti di camminata, la ragazza arrivò a destinazione.

Varcò la soglia del parco, scelse un posto più interno e si accovacciò sotto un albero. Dopodiché aprì per la prima volta il diario.

La prima cosa che fece fu annusare l'odore della carta, che non assomigliava a quello dei soliti quaderni che utilizzava lei, bensì dei libri appena stampati.

Era un’aroma che a lei piaceva da impazzire.

Sfilò una piccola penna rossa che portava sempre con sé nel taschino dei suoi jeans e, torturandosi una ciocca di capelli biondi, cominciò a scrivere:


Caro diario,

è alquanto strano parlare ad un oggetto inanimato, ma tu in qualche modo rappresenterai la mia vita da adesso, per cui è bene che io ti tratti come una persona.

Anche alcune mie compagne di scuola hanno un diario più o meno segreto, ma non fanno altro che scriverci a mio parere cose inutili e io non voglio fare la stessa cosa.

Probabilmente loro hanno una vita pressoché monotona e noiosa, e a parte scrivere giudizi negativi sulle persone che le circondano, non sanno che farsene dei diari.

Scusami tanto, non mi sono nemmeno presentata.

Il mio nome è Melinda - sarebbe meglio dire Mindy, ormai chiunque mi chiama così - Taylor.

Un cognome così comune e solito in questo Paese.

Eppure, se ci pensi, molte persone famose si chiamano proprio così

Vuoi un esempio? Che ne dici di Roger Taylor?

"Il batterista dei Queen", penserai.

Beh, in effetti c'è un legame di parentela che accomuna me e lui, visto che la persona in questione è il fratello minore di mio padre.

Probabilmente dirai: "Sarai contenta". E infatti lo sono.

Sai però qual è il problema, caro diario? Che lui e la mia famiglia non si parlano da ben quattordici anni.

Non so precisamente cosa sia accaduto, perché in famiglia è vietato tirare fuori questo argomento, le due uniche cose che so per certo sono che mio padre e lui hanno litigato per fatti che non mi sono mai stati rivelati, e che Roger non mi vede da quando avevo solo due anni d'età.

Un vero dramma da  Coronation Street, in pratica.

Ma preferirei non pensarci tanto. L’unica cosa che desidero ardentemente è di rivedere quel parente, a cui sono molto legata nonostante non lo veda da ben quattordici anni.

Ora però desidererei descrivermi un poco.

Dunque, il nome te l'ho detto, il mio dramma familiare anche, passiamo agli aspetti fisici.

Sono alta poco più di un metro e sessantacinque, ho i capelli biondo chiaro e gli occhi azzurri.

Frequento la "Holloway Secondary School" di Londra e vivo in questa bellissima città. Sono però originaria di Truro, un paesino della Cornovaglia.

Desidero diventare scrittrice, o comunque lavorare nel campo della scrittura.

E’ una passione che ho sempre avuto, già da piccola amavo tantissimo leggere le fiabe classiche, dove tutto aveva un lieto fine, e dove le principesse si sposavano con principi meravigliosi.

Ho anche un'altra passione grande quasi quanto quella citata prima: la musica.

Al momento i miei mi pagano un'insegnante di pianoforte davvero severa. Basti pensare che se abbasso per un secondo il polso sulla tastiera mi bacchetta le mani e, beh, ti risparmio il dolore che provo.

Non mi dispiace suonare musica classica, anche perché mia nonna paterna mi ha avvicinato alla musica grazie proprio a questo genere, tuttavia mi piacerebbe imparare a suonare anche la batteria.

Non so come spiegartelo, ma ogni volta che ascolto un brano di musica leggera, mi focalizzo sempre sul ritmo.

Il ritmo, il cuore pulsante di tutto.

La mia band preferita? I Queen, naturalmente.

Non conosco tutte le loro canzoni, visto che mio padre mi vieta di ascoltarli da quando ha scoperto che Roger suona proprio in quel gruppo, ma quelle poche a mia conoscenza sono fantastiche: cito la straordinaria "Bohemian Rhapsody" o "Save Me".

Ho due fratelli minori, George di dodici anni e Nicholas di otto. Nostra madre, Paige, fa la pasticcera – spero infatti in un'ottima torta di compleanno oggi – e mio padre Jeff ha tirato su un’impresa di bibite analcoliche.

Tutti insieme viviamo in una splendia a Mayfair.

Ora che ti ho descritto un po' la mia vita e i suoi principali protagonisti, non vedo l’ora di trascrivere qui la mia vita.

Quelli che scriverò saranno i giorni della mia vita. Tutto ciò che mi accadrà da oggi in poi lo riporterò qui in queste pagine.

Chissà che poi la vita non abbia in serbo per me qualcosa di meraviglioso.

Ora, invece, credo che mi riposerò un po' sotto questo melo.

La giornata di oggi è incantevole, voglio godermela al meglio.

 

Mindy chiuse il diario, lo  adagiò sull'erba accanto a lei e ripose la penna nel taschino. Rimase seduta, tenendo la testa contro l'albero, e chiuse gli occhi.

Un altro compleanno senza di lui, pensò.

La storia su come avesse scoperto i Queen risale al lontano '76, quando nei negozi di dischi il singolo di "Somebody to love" veniva richiesto da tanti giovani amanti del quartetto.

Mindy la beccava frequentemente in radio e le piaceva da morire, così decise di approfondire il repertorio della band.

Conobbe più o meno tutti i singoli pubblicati fino a quel momento, riuscendo ad apprendere anche i nomi dei membri, oltre alla scritta "No sintetizzatori": il frontman e cantante Freddie Mercury, il chitarrista Brian May, il bassista John Deacon e il batterista Roger Taylor.

Taylor? Come me! pensò lei.

All'inizio, tutto quello che Mindy fece fu riderci sopra. Sapeva che il suo cognome era uno dei più comuni nel Regno Unito.

Accadde però che un giorno sentì i suoi genitori parlare di un parente di nome "Roger".

Discutevano su quanto fosse stato codardo a non far ricevere più sue notizie.

Mindy per alcuni giorni cercò in tutti i modi di non pensare a ciò che aveva sentito dai suoi genitori.

Ma più cercava di dimenticare, più la tormentava il fatto che non avesse mai conosciuto un suo parente.

Fu così che, una mattina, si diresse verso suo padre, intento a fare zapping con il telecomando del televisore.

“Papà, per caso conosci un certo Roger Taylor?”.

E tutto quello che lei si aspettava sentire era: “ma certo, è un nostro caro parente. Sai cosa c’è di nuovo? Potremmo invitarlo a cena, un giorno”.

Ma, sfortunatamente, la risposta di Jeff fu ben diversa: “si dà il caso che Roger Taylor è tuo zio, nonché mio fratello. Ed è bene che tu sappia che è un gran vigliacco traditore, che ha preferito fare la vita da rockstar libero e indipendente piuttosto che badare alla sua famiglia”.

Mindy era spaventata, oltre che confusa.

“Ma… Voglio dire, io non l’ho mai visto. Potrebbe almeno provare a conoscere sua nipote” balbettò la giovane.

“Ti ha conosciuto, infatti. E ha abbandonato tutti noi quando tu avevi solo poco più che due anni” suo padre si alzò, guardando rimproverante la figlia “non voglio più sentir nominare il suo nome a casa mia, sia chiaro”.

Mindy, sempre più impaurita, annuì.

Quella fu la prima e ultima volta che scoprì qualcosa riguardo il batterista.

E fu da proprio quel momento che le parole “Roger Taylor” divennero un vero tabù a casa sua.

Nel ricordare quei momenti, anche se sfocati essendo passati molti anni, una lacrima cominciò a scendere su una guancia della giovane bionda.

Erano passati ben sei anni.

Sei anni in cui non riusciva a capacitarsi sul perché Roger e Jeff avessero litigato.

Sei anni in cui non riusciva a pensare che al batterista.

Sei anni in cui, tutto ciò che desiderava veramente era conoscere quel suo parente.

Si asciugò la lacrima col palmo della mano e, avvilita, si stese completamente sull'erba del prato.

No, non poteva finire così. Lei sarebbe riuscita ad incontrare suo zio, prima o poi.

Se lo promise.

Con la coda dell'occhio, vide qualcuno avvicinarsi a lei.

“Buon compleanno, Mindì!”   

Era Leonardo, il migliore amico di Mindy dal buffo accento francese.

“Leo, quante volte ti devo ricordare che io mi chiamo Mindy. Ripeti con me, M-I-N-D-Y!”il suo compagno di classe rise di gusto.

“Ma non è certo colpa mia se sono francese”.

Leonardo, Leo solo ed esclusivamente per Mindy, era un ragazzino riccio e moro, di statura un po' bassa. Non era bravissimo a scuola, ma era molto legato a lei.

Si sedette sull'erba e diede all'amica un pacchetto dalla carta marrone. “Tieni, questo è per te”.

Mindy accettò il regalo e lo scartò. “Jane Eyre! Era da tanto che lo volevo. Grazie, Leo!” saltò letteralmente nelle braccia del francese.

Rimasero un'oretta a parlare insieme. “E stasera festeggerai con la tua famiglia?” la bionda annuì.

“Sì, i miei ha organizzato una festa con i miei zii e nonni materni, mia zia Clare e mia nonna e mio nonno paterno. Inviteranno tutti, in pratica” l'allegria di Mindy poco a poco si spense. “a parte lui” concluse.

“Non essere triste. Vedrai che riuscirai a incontrarlo un giorno, mon amie.” Leonardo cercò di tirare su il morale dell'amica, ma senza risultati.

Fattesi ormai le cinque, i due decisero di separarsi per tornare a casa.

Mindy, quando rincasò, ritrovò tutti i suoi parenti.

Passò tutto il tempo con sua nonna Winifred e sua zia Clare a parlare insieme, le quali si erano prese la responsabilità di preparare il buffet della festa.

“Stai diventando vecchia, mia cara” continuava a dire Clare alla sua nipote.

“Zia, siamo quasi coetanee, se invecchio io invecchi anche tu” ribattè Mindy, mentre sua nonna se la rideva di gusto.

Winifred Taylor era divorziata da vari anni da Michael, andato a vivere in Scozia e che si ripresentava solo durante le ricorrenze più importanti della famiglia.

Non era molto diversa da Roger fisicamente, a parte qualche chilo di troppo acquisito nel corso degli anni.

Aveva sempre un buffo sorriso sul viso.

Anche lei non vedeva da diversi anni il suo secondogenito.

Era difficile vivere senza di lui, ma dimostrava sempre tanto coraggio, sostenendo i suoi nipoti e in particolare Mindy.

E anche Clare Taylor cercava in tutti i modi di andare avanti, anche quando ripensava al fatto che era solo una ragazzina quando suo fratello se ne andò da casa.

Mindy era felice di festeggiare con la sua famiglia, ma aveva comunque un vuoto dato dalla mancanza di uno dei componenti della famiglia Taylor.

La torta che aveva preparato sua madre Paige arrivò e, quando fu il momento di spegnere le candeline, Mindy espresse un solo desiderio, incontrare Roger.

Stupida superstizione, pensò lei, sorridendo, mentre tutti le applaudivano e la riempivano di auguri.

E se accadesse veramente? Magari anche solo una volta, a me basterebbe per tutta la vita.

 



Bonsoir, mes amis.

Mi presento, sono un’aspirante scrittrice amante del gruppo Queen.

E’ la prima storia che scrivo, quindi perdonate se in futuro ci saranno eventuali errori.

So cosa state pensando: "Ma che si è fumata questa??"

E' una storia un po' insolita, questa, addirittura al momento della pubblicazione non riuscivo a indicare nemmeno i generi.

Una cosa è certa: ho deciso di comporre qualcosa di diverso dal solito.

Qui non c’è nessuna normale ragazza che si innamora di uno dei membri della nostra band preferita, inoltre è un’idea che non è venuta a me, ma grazie ad un sogno che feci l’estate scorsa. Ebbene, questo sogno mi ha colpito talmente tanto che, piano piano, romanzandolo e costruendoci una trama, sto cominciando a mettere per iscritto.

Ed ora…

Tengo a segnalare che parte (gran parte, aggiungerei) dei fatti che andrò a raccontare non sono mai accaduti nella realtà. E dico parte perché presto vi renderete conto che quel minuscolo pezzettino restante è successo realmente. Così come i personaggi. Roger Taylor e sua sorella Clare fortunatamente esistono, così come i Queen (grazie a Dio, direi). Altri personaggi invece sono solo frutto della mia fantasia.
Spero di ricevere qualche giudizio da questa sezione che, seppur un po' morta, è bellissima.

 

   
 
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