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Autore: KarmaBoss    23/02/2016    0 recensioni
LONDRA, 2016 NATIONAL GALLERY
“Il dipinto dal nome AMANTI IN RIVA AL LAGO è stato dipinto dall’autore anonimo del quale si racconta che fosse rimasto intrappolato nella sua fantasia e fosse ossessionato dalla figura di questa mistica donna che ci pare quasi una ninfa. Il quadro rappresenta appunto una coppia di amanti che consumano il proprio amore in riva al lago. La leggenda vuole che il grande artista senza nome per poter stare insieme alla donna che la sua mente aveva costruito si uccise, in un gesto di folle delirio, ma il suo corpo non fu mai ritrovato; così si pensa che sia entrato egli stesso nel dipinto per poter vivere insieme alla sua adorata per sempre”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eppure ogni volta che chiudo gli occhi la vedo. Lei, che danza leggera con indosso solo un velo. Gioca fra i fusti degli alberi e si nasconde da me.  Anzi, non credo si voglia nascondere, credo che in realtà voglia farsi trovare. Ha dei capelli bellissimi: una chioma castana che si lascia scivolare su quelle spalle quasi nude che formano un trapezio perfetto quando le sue linee si incontrano nei corrispettivi fianchi. Dio quanto è bella, di una bellezza sovrumana, ultraterrena; i suoi occhi sono frammenti di stelle, i suoi denti ostriche, le sue labbra morbide pezze di seta e la sua risata è pari al frangersi di un’onda sula scogliera. E poi  ha uno sguardo … mi guarda come se io fossi il cacciatore e lei il cerbiatto, come se stessi per sparare e lei volesse chiedermi di non ucciderla guardandomi con quegli occhi. Ma si capisce fin troppo bene che quello che vuole non è essere risparmiata. Si dirige verso un laghetto e, mentre mi rivolge uno sguardo malizioso  dandomi le spalle lascia cadere quell’unico velo che la copre a malapena. Le sue forme riflesse sulla superficie umida la rendono ancora più perfetta. Voltandosi verso di me, mi guarda ancora per invitarmi ad entrare. Ora che ci faccio caso, con lei non ho mai scambiato nemmeno una parola; i nostri sguardi dicono abbastanza. Dopo averla raggiunta mi accorgo che da vicino è ancore più bella; le cingo i fianchi con una della mie braccia e mentre con una mano le scosto via i lunghissimi capelli comincio a baciarla sul collo: baci lunghi, lenti, emozionanti. Ogni volta che sposto le labbra in un punto diverso del collo sento il suo corpo farsi più piccolo e chiedere alle  mie braccia di stringerla più forte, di poterla baciare di più, le sue movenze chiedono ciò che non riesce a dire con le parole. Le nostre mani scoprono i nostri corpi e consumiamo il nostro amore sulla riva di quel lago, come ogni volta che chiudo gli occhi. Ad ogni movimento una scossa ci attraversa il corpo, i battiti del  cuore aumentano e i respiri si fanno più lunghi e decisamente meno discreti. Ogni volta che ci amiamo proprio lì, sulle sponde di quel lago, ho sempre paura di toccarla, ho paura che la possa rovinare, sfregiare, ho paura di farle male, ho paura che non senta quello che provo per lei. Perché io la amo, la amo dalla prima volta che l’ho sognata.  Successivamente si addormenta al mio fianco ed io la guardo dormire ascoltando i suoi battiti ed il suo respiro ora tornati leggeri e regolari: all’improvviso ho un’incontrollabile voglia di dormire, ma non voglio, non posso. So che quando mi addormenterò, in realtà mi sveglierò e lei non sarà più con me. Ma quest’istinto è troppo forte e non posso far’altro che addormentarmi per svegliarmi.
                                                                                                                      
LONDRA 1897
Da sveglio sono come al solito davanti ad una tela bianca e tutt’intorno cartacce e bozzetti della mia dea, della mia amata, della mia musa senza nome. Ogni volta che mi sveglio mi lascio possedere dalla pazzia di non riuscire a dipingerla. È difficile essere un pittore quando oggigiorno di pittori il mondo ne è pieno. Ho solo voglia di dormire ancora un po’ per poter scorgere altri dettagli importanti. Mi guardo intorno e la stanza è piena di tele incomplete e cancellate, sempre aventi la mia dea per soggetto. Ormai dormo sempre di più per poter stare con lei ed essere davvero felice. Oggi sono preso da qualcosa di diverso, i miei amici mi hanno detto che ho una barlume di follia che i miei occhi celano e forse è così, oggi ho deciso di stare per sempre con lei; ho deciso che voglio far l’amore con lei tutti i giorni a tutte le ore e forse, riuscirei anche a sentire la sua voce che sussurra il mio nome. Subito dopo aver pensato tutto questo, quasi in maniera fulminea prendo un pennello e senza bozza e senza schizzo e comincio a disegnare. La disegno, ma la mia più grande paura è di non poterla rappresentare in tutta la sua bellezza. Prendo un bicchiere di wisky (al momento l’alcool è il mio migliore amico) che però poi cominciano ad aumentare. Dopo ore ed ore di estenuante lavoro il quadro sembra quasi perfetto: lei che giace sulle sponde del lago specchiandosi nelle limpide acque, però sono sicuro che manchi di qualcosa di importante. Ecco. Il colore delle labbra non è  per nulla quello, ma so dove posso recuperarlo. Senza pensarci due volte sento una lama fredda che mi perfora il fegato e qualche altro organo e, intingendo il pennello nell’enorme ferita finalmente mi accorgo di aver trovato il colore giusto per le labbra della mia musa. Ora lei è perfetta e so che anche il quadro ora lo è, ma non posso godermelo a lungo perché la vista mi si appanna, sento il corpo diventare più pesante ed il mondo farsi più lontano.
 
LONDRA, 2016 NATIONAL GALLERY
“Il dipinto dal nome AMANTI IN RIVA AL LAGO  è stato dipinto dall’autore anonimo del quale si racconta che fosse rimasto intrappolato nella sua fantasia e fosse ossessionato dalla figura di questa mistica donna che ci pare quasi una ninfa. Il quadro rappresenta appunto una coppia di amanti che consumano il proprio amore in riva al lago. La leggenda vuole che il grande artista senza nome per poter stare insieme alla donna che la sua mente aveva costruito si uccise, in un gesto di folle delirio, ma il suo corpo non fu mai ritrovato; così si pensa che sia entrato egli stesso nel dipinto per poter vivere insieme alla sua adorata per sempre”
 
   
 
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