1. Prologo
Amber Rivera, 19 anni.
Sono all'ultimo anno di liceo e non sono sicura di cosa farò dopo.
Ma se dobbiamo dirla tutta, sono sempre stata così: indecisa su cosa voglio. Pretendo di essere sicura delle mie azioni e di affrontare tutto a testa alta, eppure dentro di me nessuno sa che strano garbuglio di pensieri ci sia. È come un intruglio ingestibile di emozioni che molte volte sale su per la gola, si ammucchiano tutte lì ed alla fine ci vuole un bel po' perché io riesca a rimandarle giù da dove sono venute. Nell'oscuro di me stessa. Insomma, per evitare di venire soffocata.
Nessuno vorrebbe morire soffocata per colpa di un groppo alla gola che non vuole dar pace.
Comincerò col dirvi che sto passando i mesi più intensi, se così possiamo chiamarli, della mia vita.
Il mio problema principale? Sta proprio qui seduto a fianco a me.
Appoggio la testa sul palmo della mano, guardando il suo profilo, distratta. I capelli castani sistemati all'insù, con piccole ciocche ribelli alla tirannia del gel che gli ricadono sulla fronte. E quegli occhi. Dio, quegli occhi. Non ho mai visto uno sguardo così scuro e intenso in vita mia. Illeggibili.
Non riesco nemmeno a capacitarmi di essermene veramente innamorata, alla fine.
Sì bè, credo la colpa sia sua. Dei suoi stramaledetti modi di fare, del suo sguardo, del suo fascino. Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere.
Oppure possiamo dare la colpa al destino. Quel stramaledetto destino che ci ha fatti incontrare. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato che un giorno ci saremmo imbattuti in una cosa più grande di noi stessi.
Non so dire con precisione quando e come sia cominciato tutto questo. Ma è avvenuto lentamente, nemmeno ce ne siamo resi conto. E dolorosamente. Oh sì, molto dolorosamente. Mi ricordo ancora quel bicchiere che gli ho lanciato in testa durante uno dei nostri litigi. È finito in infermeria e ci è stato tutto il giorno e a me il preside ha fatto una ramanzina di quelle belle e buone.
Fortunatamente abbiamo due sole classi insieme: matematica e letteratura. Probabilmente se ne avessimo avuto anche solo una in più ora saremmo morti stecchiti ciascuno nelle proprie tombe.
Sposto lo sguardo verso il professore, perché a quanto pare il principino si è accorto di essere fissato. Mi guarda con un sopracciglio alzato e lo sguardo interrogativo, si starà chiedendo a cosa sto pensando.
Decido di far finta di niente, anche se riesco a percepire lo sguardo curioso che mi ha lanciato. Cerco di concentrarmi sul professore di letteratura: un vecchio pazzo dalla mente contorta che non sapeva cosa farne della vita e ha deciso di pescare una materia a caso a cui dedicarsi, che alla fine si è rivelata essere la letteratura.
Di nuovo mi scappa un'occhiata che va dritta alle mani del ragazzo a fianco a me. Grandi e possenti. Qualunque ragazza avrebbe voluto avere addosso mani come quelle.
Certo una cosa positiva in tutta questa situazione c'è eccome. Se non ci fosse stato lui a quest'ora sarei ancora a piangermi addosso a causa della rottura con il mio ormai ex-ragazzo da qualche mese. È riuscito a distrarmi, evitando così che io faccia chissà quale cazzata.
Sospiro riportando lo sguardo sul foglio davanti a me.
Di nuovo mi aspetta una lunga giornata.