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Autore: Tinucha    24/02/2016    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se i nostri amatissimi e dolcissimi Jortini, fossero nati nell'800?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Osservo la catenina che ritrae i miei genitori da ragazzini. Sorrido al loro ricordo per poi racimolare le mie vesti e scendere ad aspettare la carrozza che mi porterà a vivere dagli zii. Saluto Mirta, la mia governante e confidente abbracciandola forte mentre lei piange a dirotto. Mi affaccio dalla carrozza guardandola sempre più lontana. Ad accogliermi sulla soglia non c'è nessuno. Le mie cugine non sapevano del mio arrivo e i miei zii saranno indaffarati a sbrigare faccende. Entro in casa affacciandomi e trovando in cucina Lucia. La governante delle mie cugine. Sorrido e corro ad abbracciarla. << Mio Dio Signorina, siete fatta più bella di quanto ricordassi >> la guardo con un'espressione contrariata << Martina, Lucia, voglio essere chiamata così. Dammi del tu, dannazione, mi hai cresciuta con Mirta >> sorride carezzandomi i capelli. << Devo correre al mercato per acquistare delle verdure, ti preparo un bagno così puoi rilassarti >> annuisco dolcemente e lei prepara il tutto per poi uscire con quelle buste. Tolgo di mezzo le mie vesti sparendo nell'acqua calda della vaschetta. Sospiro per la temperatura rilassandomi per poi cominciare a massaggiare la mia pelle delicatamente. Mi risciacquo, asciugandomi per rivestirmi. Mentre sono intenta ad aggiustare il mio corpetto la porta della mia camera si apre. Mi volto convinta che sia la zia ma ritrovo un ragazzo che avrà all'incirca 17 anni che mi squadra da capo a piedi. Mi copro come mi è possibile guardandolo male. << Non vi hanno mai insegnato le buone maniere? >> domando acidamente facendolo sorridere << Che bella donzella, che ci fate a castello? >> << Sono Martina la nipote di Ezequiel e Clara e voi siete uno scostumato. Uscite dalle mie stanze! >> lo caccio via indicandogli la porta. Sembra un uomo affascinante e forse anche importante ma è inaudito che entri in una stanza senza bussare, soprattutto se si tratta della camera di una fanciulla. Abbandono i miei tentativi per allacciare sola il mio corpetto e corro di sotto per chiedere aiuto a Lucia. Mi sistemo ancora ringraziandola per poi vedere entrare gli zii con le mie cugine. Le due mi saltano al collo sorridendo. Ed io ridacchio guardandole. La zia e lo zio si contengono. << Benvenuta Martina >> sorridono dolcemente e calorosamente. Il ragazzo di prima entra in cucina squadrandomi ancora ed io mi sento come spogliata, trafitta da quegli occhi verdi smeraldo . << Hai trascorso una buona giornata? >> << Si se non fosse per il maleducato che è entrato nelle mie stanze senza bussare >> lo indico mentre i quattro sbiancano e lui sorride divertito. Mi volto a guardare Lucia e anche lei è sbiancata. << Che succede? >> << Hai dato del maleducato al Re >> sussurra Candelaria mentre questa volta sono io a sbiancare. Sapevo che la nostra Regina fosse morta di crepacuore poco dopo la morte del nostro Re ma non pensavo che loro figlio fosse così giovane. << Re? >> la mia voce vacilla << Si Martina, io sono il vostro Re >> si avvicina con ancora quello sguardo divertito << La cosa vi reca qualche problema? >> << Assolutamente >> scuoto il capo.  << Bene >> sorride andandosene.

Quella notte mi reco a dormire mentre mille pensieri divulgano nella mia mente. Sono nel mio letto cercando di prendere sonno quando un urlo disumano proveniente dalla camera degli zii mi fa svegliare. Mi alzo velocemente correndo in direzione della loro camera quando una mano mi tira via di lì coprendomi la bocca. Mi dimeno tirandogli una gomitata. << Dannazione Martina non agitatevi, sono Jorge. Calmatevi >> mi lascia andare ed io mi volto a guardarlo. << Cosa volevate fare? >> mi guarda minacciosamente << Sire ho sentito un urlo proveniente dalla camera degli zii credo che qualcuno si sia fatto male dovremmo controllare >> lui sembra sconvolto. << Credete davvero a quello che dite? >> << Non avete sentito quell'urlo di dolore? >> domando arrabbiata. Insomma non mi invento le cose. << Non era di dolore ma di piacere Martina. Sono sposati e come ogni notte consumano il loro matrimonio mi sembra evidente >> sbotta mentre io arrossisco violentemente. Sospira. << Volete qualcosa di caldo? >> annuisco e lui mi prende la mano << Andiamo a bere una tisana allo zenzero >> << Ma Lucia dorme non possiamo svegliarla >> << La farò io >> scrolla le spalle << Perché,voi sapete farla? >> domando estrefatta e lui ridacchia divertito. << Credete che solo perché sono il Re io non sappia prepararmi niente da solo, non è così? >> abbasso lo sguardo sul pavimento. << Sire?! >> lui rotea gli occhi << Chiamatemi Jorge Martina e gradirei che ci dessimo del 'tu' insomma abbiamo solo 16 e 17 anni >> annuisco << Jorge non dovrei essere con te >> arriccio il naso, mi fa strano parlargli così << E 
perché? >> << Ho solo la mia camicia da notte addosso >> lui mi guarda da capo a piede << Non vedo dove sia il problema. Non sei la prima donna che vedo così. So come è fatta una donna >> << Si ma non sai come sono fatta io >> sbotto da perfetta impertinente. Dannazione a me e alla mia lingua biforcuta. << Oh Fidati che lo saprò, così come tu saprai come son fatto io >> avvampo guardandolo intento a versare la tisana nelle tazze. << No, non è vero. Non voglio sapere come siete fatti voi uomini >> lui inarca un sopracciglio << Prima o poi dovrai saperlo. Dovrai sposarti e a parte il fatto che dovrei mettere al mondo degli eredi è necessario che consumi il matrimonio >> lo guardo male << Non capisco perché questo sia necessario. E poi se non potessi avere figli? >> << Sei magra Martina ma hai dei fianchi che potrebbero mettere al mondo mille eredi >> ridacchia mentre rivolge lo sguardo altrove. Oddio credo di essere rossa. << I miei fianchi sono così larghi? >> domando storcendo il naso ed il suo sguardo si posa di nuovo su di me. Scuote il capo. << Sono piccoli ma tu sei fin troppo magra, questo vuol dire che sei ben predisposta ad avere dei figli >>


Qualche mese più tardi..
<< Passi un po' troppo tempo con Jorge devi dirci qualcosa? >> ridacchia maliziosamente Lodovica mentre Cande mi tira una gomitata. Sorrido imbarazzata. << È un buon amico >> << Amico? >> << Si >> rispondo flebilmente << E dimmi, ti sembra un bell'uomo? >> sono sicura di essere rossa fino alla punta dei capelli << Beh lo è >>


Durante il pomeriggio, mentre solo io e lui siamo in carrozza per una passeggiata il silenzio sembra fare da sovrano. << Come mai così silenziosa? >> scrollo le spalle << È strano >> abbasso lo sguardo mentre lui di fronte a me non muove i suoi occhi dai miei. Provo a fare qualcosa guardando fuori dal finestrino. Una prostituta tra le mani di un uomo che la stringe e la bacia senza pietà. È molto possessivo. Lui sposta la tenda. << Non guardare >> mi ammonisce severo << Perché? >> << Perché non puoi neanche immaginare quanto possa essere cattivo l'animo umano >> il suo sguardo mi penetra. << Sono solo delle povere ragazze Jorge perché trattarle così male? Non hanno un lavoro né possono pagarsi da mangiare, è così ingiusto >> << La vita è ingiusta Martina >> << Siete mai stato con una donnaccia? >> domando senza peli sulla lingua. Lui sembra sorpreso e annuisce. << Si, una volta >> << Davvero? >> annuisce ancora << Mio padre quando avevo 14 anni ha deciso che ero un uomo e che dovevo perdere la mia 'verginità' così mi ha portato da una di loro >> scrolla le spalle ed io rimango in silenzio. << NO LASCIATELA! >> la carrozza si ferma di colpo ed io finisco distesa sulle gambe di Jorge, mi rialzo di scatto ed insieme scendiamo a vedere cosa sta succedendo in paese. << MERCEDES TI PREGO. SO CHE ODI CHE ALTRE MANI CHE NON SONO LE MIE TOCCHINO IL TUO CORPO. SO CHE ODI QUESTA IRRUENZA E VIOLENZA. MECHI SO CHE LO FAI PER LA TUA FAMIGLIA E CHE ANCHE SE VORRESTI STARE SOLO CON ME NON PUOI PERCHÉ NON HO NIENTE DA OFFRIRTI. MA TI PROMETTO CHE TROVERÒ UN LAVORO E TU NON DOVRAI PIÙ FARLO. TI PROMETTO CHE MI IMPEGNERÒ E CHE CI SPOSEREMO. MECHI AVREMO DEI BELLISSIMI PARGOLETTI MA TI PREGO MOLLA QUESTA VITA >> una ragazza bionda che avrà a malapena 17-18 anni ha gli occhi velati di lacrime. << Xabiani io Ti Amo >> Jorge si avvicina e tutti lo guardano inchinandosi. << Non c'è nulla da guardare sparite >> caccia via gli abitanti rimanendo con i due ragazzi. Io sono leggermente più indietro ad osservare la scena. << Sire mi dispiace se vi ho recato fastidio. Con le mie urla >> abbassa il capo il ragazzo prendendo la mano della sua fidanzata. << Ho bisogno di uno stalliere e di una cameriera nel mio castello, sareste disposti e pronti a prendere quei posti? >> i due sorridono << Dite davvero? >> annuisce << Si, davvero >> entrambi annuiscono frettolosamente con il capo chino ed un sorriso che ombreggia sulle loro labbra. << Bene, vi aspetto domani al mio castello >> senza aggiungere altro prende la mia mano e torna nella carrozza. 
<< Sei stato molto carino con quei due ragazzi >> scrolla le spalle << Ho soldi e potere e loro erano innamorati perché non farlo? >> << Perché sminuisci le tue carinerie? >> il suo sguardo. Ancora. Su di me. Abbasso il capo. << Adesso te la farò io una domanda Martina >> annuisco << Perché non vuoi che gli altri ti guardino? Insomma, sei una bella donna non ci vedo nulla di male >> << Non sono un dipinto che deve essere guardato, scelto e comprato. Sono una donna e amo che mi si consideri tale no che si guardi nella mia scollatura > confesso ripensando ai pretendenti che quest'anno hanno raggiunto il mio castello. << Hai un bel corpo >> sussurra la sua voce calda. << E un bel viso >> continua. << E un cervello >> alzo lo sguardo incrociando i suoi occhi. Si bagna le labbra guardandomi in un modo che non riesco a decifrare, per poi guardare altrove ridendo. << E anche una bella parlantina >>  << Sono una donna, sarebbe preoccupante se non ne avessi >> scrollo le spalle pentendomene. È più un gesto da uomo. << Torniamo al castello? >> annuisce << Andiamo >> mi tira il polso Facendomi finire seduta su di lui per poi avvicinarsi alle mie labbra lentamente. << Che-che fai? >> domando imbarazzata << Secondo te cosa sto per fare? >> mi allontano velocemente << No >> << Perché 
no? >> << Perché il Vostro unico scopo è illibarmi e mollarmi al mio triste destino. So come siete fatti voi uomini. E Voi, volete solo portarmi via la mia purezza >> << Siamo tornati a darci del voi? >> << Si >> << Siete una sciocca, non siete capace di lasciarvi andare >> << Io mi lascerò andare, solo quando sarò unita in matrimonio ad un uomo >> lui annuisce << Bene.. Sposatemi Martina >> << Cosa vi prende oggi Sire? Smettetela con queste sciocchezze >> << Non volete sposarmi? >> guardo altrove senza rispondere. Che situazione Iddio. << Allora?! Vi darò ciò di cui avete bisogno Martina >> << Io ho solo bisogno di essere amata, potrete mai darmi questo? >> il suo sguardo vacilla. << Vi sposerò solo quando mi avrete dimostrato che potete amarmi >> detto questo mi alzo dalle sue gambe muscolose tornando a sedermi al mio posto. << Vi comportate come una bambina >> sussurra infastidito << No Sire, semplicemente non voglio donarmi ad un uomo che non mi ama davvero. Mi comporto da Donna, da Vera Donna >> fa intrecciare le nostre dita attraversando la mia guancia con una dolce e morbida carezza. << Se Vi dimostro che posso amarvi tornerete a darmi del Tu e mi sposerete? >> << Si >> rispondo soltanto, non voglio negare che mi butterei tra le sue braccia a capofitto se da lui avessi qualche sicurezza in più e meno grattacapi. << Allora preparatevi a sposarmi >> sussurra a pochi passi dalle mie labbra mentre la carrozza prende una buca. Le nostre labbra si sfiorano come mai prima d'ora ed un nodo attraversa il mio stomaco. << State bene Signori? >> domanda preoccupato lo stalliere bussando alla  nostra 'vetrina'. Jorge scosta la tendina e gli fa segno di stare tranquillo per poi farci tornare nel buio, nell'oscurità. << Dovrete eseguire ogni mio minimo desiderio >> calca l'ultima parola temendo, o forse solo sperando di spaventarmi. << Farò di tutto solo se mi amerete ogni giorno come se fosse l'ultimo >> 
Quando torniamo 'a casa nostra' cerco di tenere un po' di distanza tra di noi. Non so che fare, non mi sono mai trovata in queste situazioni e non posso chiedere aiuto alla mia mamma visto che un brutto malanno se l'è portata via. Ripenso alla ricaduta che ha avuto il mio papà dopo averla vista morire tra le sue braccia e fin da quando i miei occhi hanno incontrato i suoi sapevo che non sarebbe riuscito ad andare avanti senza di lei. Sono stato io a trovarlo nelle sue stanze, sono stato io a trovarlo ai miei piedi circondato di sangue. Il suo sangue. Si è tagliato le vene con del vetro rotto ed io ho saputo solo tremare e cadere rovinosamente per terra a quella vista. Chiudo gli occhi cercando di non pensare più ai miei cattivi ricordi e noto che in casa non c'è nessuno. Sul tavolo di legno è posato un pezzo di carta sporcato dall'inchiostro. Per fortuna ho imparato a leggere, sarebbe stato davvero imbarazzante chiedere a Jorge di farlo. 'Siamo fuori per delle commissioni, torneremo nel tardo pomeriggio'. Mi mordo le labbra avvertendo i passi di Jorge. << Non mi piace essere freddo con te, Tini >> mi volto a guardarlo << Nemmeno a me >> e annullando le distanze tra di noi, mi stringo fra le sue braccia. << Che ti succede, piccola? >> domanda dolcemente, carezzandomi i capelli e guardandomi negli occhi. << Nulla >> << Non è nulla se ti logora dentro >> mi prende per mano sedendosi in salotto su una poltrona e spingendomi a sedermi su di lui. << Dimmi la verità, fidati di me >> mi bastano quelle poche parole a crollare. << Non lo posso sopportare Jorge. Non posso sopportare di aver perso per sempre i miei genitori. Non posso sopportare di non entrare più nella mia vera casa (no, che questa non lo sia) e vedere mia madre e Mirta litigare per chi deve cucinare. Non posso sopportare di sedermi a tavola oggi e vedere si, parte della mia famiglia ma non loro due. Non posso sopportare di avere ogni minuto davanti ai miei occhi la scena di mio padre in una pozza di sangue. Non posso. Non posso dimenticarmi del modo in cui si è auto distrutto per amore dopo che la mamma è stata colpita da quella maledetta malattia. Non posso sopportare che questo sia toccato a me. È straziante >> senza accorgermene le lacrime abbandonano minacciosamente i miei occhi. << Siete una fanciulla Martina, ma prima di tutto un essere umano, è una cosa normalissima. Che tu ci creda o no anche io muoio dentro al pensiero di non poter più vedere i miei genitori, anche solo litigare. Perché le nostre storie combaciano alla perfezione >> mi carezza una guancia asciugando il mio dolore. << Non c'è un perché, a nulla. Doveva succedere ed è successo. La vita è ingiusta te l'ho detto, ma non le toccherà decidere al nostro posto, noi siamo vivi. E lo saremo fino a quando lo decidiamo noi, ok? >> << Ok >> deglutisco guardando e desiderando le sue labbra. << Mi stai guardando le labbra >> << Anche tu lo stai facendo >> << Ma io lo faccio perché desidero ardentemente baciarti in questo momento e affondare in te >> avvampo di colpo, purtroppo (o almeno credo che sia così) mi hanno già spiegato che significa avere questo tipo di desideri. Ed è solo ora, guardandolo negli occhi che mi accorgo che Jorge con me è sincero, è spaventato e impaurito a causa dei suoi sentimenti, ma è scritto nel suo sguardo. Non era una scelta affrettata chiedermi in moglie. << Mi ami. È così? >> pensavo che mi rispondesse imbarazzato con un: 'è così' ma mi sbagliavo << Ti Amo si Martina. Il mio corpo freme a contatto col tuo. Ho bisogno di unirmi a te in ogni modo umanamente possibile, perché sei stata capace di farmi impazzire. Perché come ti ho già detto non c'è un perché. Ti voglio. Ti voglio perché ti amo con ogni singola fibra del mio corpo. Sei stata capace di sciogliere il mio cuore di ghiaccio, hai fatto breccia qui piccola.. >> indica il suo petto << Nel mio arido cuore, nessuna avrà mai questo privilegio >> faccio scontrare la mia forte con la sua << Allora, diventerò tua moglie >> << Devi farlo solo se mi ami >> sussurra sulle mie labbra << Solo se mi ami >> << Ti Amo >> quelle due parole semplici ed innocue che insieme sono capaci di creare qualcosa di forte e surreale hanno abbandonato le mie labbra per uscire così, di getto. Deglutisce. << Allora voglio sposarti, domani stesso >> ridacchio a quella sua affermazione << Sarai anche il Re Jorgito, ma devi chiedere la mia mano a zio Ezequiel >> mi alzo dalle sue gambe evitando di baciarlo, perché se qualcuno entrasse da quella porta e fraintendesse sarebbe la fine dei miei giorni. Proprio in quel momento, la mia famiglia fa capolino nella stanza. << Siamo tornati >> Lucia è leggermente indietro e sorride dolcemente alternando lo sguardo tra me e Jorge, che si alza dalla poltrona fronteggiando zio Ezequiel che ha tra le mani alcuni sacchetti. << Ezequiel vorrei chiederti la mano di Martina >> i sacchetti di carta cadono rovinosamente per terra, schiacciando le uova sul pavimento. Io sono leggermente indietro ad osservare la scena e tutti sono fermi ed immobili. << Martina? Mia nipote? >> deglutisce lo zio guardandomi, mentre io arrossisco. << Si, so che sembra tutto affrettato ma non voglio perdere del tempo prezioso standole lontano. La amo e la amerò tutti i giorni della mia vita, non si tratta di nessun matrimonio combinato, io provo.. Io voglio passare il resto della mia vita con lei. Voglio svegliarmi domani e sapere che sarà mia moglie, sapere che apparterà solo a me per sempre, sapere che mi darà dei figli permettendo al mio trono di proseguire. Voglio lei >> afferma deciso, portando una mano indietro porgendomela. Avanzo timidamente stringendogliela e abbasso il capo. Tutti alternano lo sguardo tra me e lui per poi guardare le nostre mani intrecciate. << Tu lo ami Martina? Non voglio correre il rischio di sbagliare, dimmi la verità. >> << Io lo amo >> mi lecco le labbra per continuare << Lui mi capisce zio, e mi ascolta. E mi rispetta.. >> << Capisco, se è così allora Jorge ti permetto di far diventare una delle mie bambine la Signora Blanco. Per me sarà un onore >> sorrido e anche Jorge fa lo stesso, in quell'esatto istante capisco che la mia vita sarebbe cambiata e sarebbe stata da vivere, parte un abbraccio di gruppo ed io rido come una bambina incontrando gli occhi felici e luccicanti del mio futuro sposo.



Poco tempo dopo..
<< SONO SUPER AGITATA, NO NO SOSPENDETE TUTTO NON CE LA FACCIO >> zia Clara ride mentre Mirta e Lucia piangono fiumi di fontane. Cande e Lodo si guardano correndo ad abbracciarle. << Andrà tutto bene >> faccio un respiro profondo chiudendo gli occhi. << Tu lo ami, no? >> << Con tutta me stessa >> << Allora, andrà tutto bene >> << Zia tu non capisci, io non so che fare, una volta sposati stanotte condivideremo il letto ed io non so che fare, non so come comportarmi >> << Non devi fare nulla, si occuperà lui di tutto. Dovrai solo sopportare il dolore consapevole che diminuirà ogni giorno tramutandosi in completo piacere >> << Dolore? >> domando e sussurro inorridita << Farà male piccola, ma ce la farai >> << Io odio il dolore >> sussurro completamente in panico guardando il mio riflesso nello specchio. Indosso un vestito bianco, con una scollatura a cuore e le braccia ricoperte dal pizzo come il velo. La gonna scende dalla vita in giù morbidamente e sono sicura che non sarò capace di mantenere l'equilibrio con queste scarpe. Qualcuno bussa alla porta della mia camera aprendola poco dopo e sbirciando. << Sei bellissima nipotina mia >> piagnucola zio Ezequiel correndo ad abbracciarmi forte fino a farmi mancare il fiato. << Se ti sfiora anche solo con un dito, lo cercherò fino in capo al mondo >> ridacchio << Sarà il mio sposo, potrà sfiorarmi zio >> << Non ricordarmelo >> sorrido mentre dalla porta vedo entrare la mia migliore amica. << MECHI >> grido correndole incontro << Oh mio Dio sei qui >> mi sorride annuendo << Il tuo (a breve) sposo ha dato la giornata libera sia a me che a Xabi per partecipare al vostro matrimonio. >> lancio un gridolino stringendola forte e dopo aver abbracciato ogni singolo componente di quella stanza, mi preparo a diventare definitivamente una donna. Una Blanco. La regina del mio popolo. 'Oh mamma com'è strano'. Scuoto il capo e quando entro in Chiesa e parte la marcia nuziale, alzo il capo scontrandomi con gli occhi verdi di Jorge. Le mie paura ed i miei timori ad un tratto sembrano svanire e comincio ad avanzare stretta a zio Ezequiel verso di lui che sorridente e dannatamente bello ed elegante mi aspetta all'altare. La cerimonia mi sembra strana. È tutto così nuovo per me, ma quel: 'Si lo voglio' mi è uscito spontaneo così come credo sia stato per lui. E poi quando il prete ha pronunciato quel: 'Puoi baciare la sposa' ho sentito le sue labbra sfiorare dolcemente le mie. In un casto bacio. Niente rudezza come mi aspettavo e non so se esserne felice. Tutto procede tranquillo, anche quella strana sensazione del riso lanciato su di noi. << Stanotte ti dimostrerò quanto Ti Amo, davvero >> sussurra al mio orecchio Facendomi rabbrividire << Non aspetto altro >> provo a dimostrarmi più adulta e grande di quel che sono. 
Forse è per questo se quella notte quando ci ritroviamo in quella camera, nella NOSTRA camera non so cosa fare, non so come muovermi. Lo vedo avanzare verso di me, mentre sfila il suo abito da cerimonia. Mi sorride dolcemente. << Posso aiutarti a togliere il vestito, Signora Blanco? >> sorrido timidamente girandomi di spalle e reggendomi i capelli con una mano. Man mano che i bottoni del mio vestito vengono sganciati sento il mio cuore battere all'impazzata. << Ho paura >> confesso << Non averne >> fa scorrere il suo dito sulla mia schiena sempre più nuda. << Io ti Amo e non farò niente che tu non voglia. Se vuoi, ci fermeremo qui. A guardarci, a desiderarci >> volto la testa di scatto, guardandolo. È sincero. L'ennesima dimostrazione che mi ama. Ma non voglio. Non voglio perché stasera io ho bisogno di fare l'amore con lui, con il mio sposo, con l'uomo che amo. Lascio andare il mio vestito, che scorre giù fino alle caviglie, lasciandomi davanti a lui con solo l'intimo inferiore. Deglutisce facendo scorrere il suo sguardo sul mio corpo. << Sei una regina Amore mio e ti tratterò come tale >> avanza verso di me con addosso solo i suoi calzoni per baciarmi in un modo diverso, rispetto come lo ha fatto quando eravamo in Chiesa. Le sue mani scorrono fino a carezzare piano i miei seni ed un mugolio di piacere abbandona le mie labbra. La sua presa su quella parte del mio corpo si rafforza e sento la forza nelle gambe venire a mancare. Riesce a prendermi in tempo e posarmi sulle lenzuola pulite di quel letto. Il NOSTRO. Non smette un attimo di baciarmi e di carezzarmi, e per me non è un problema, non lo è fino a quando la sua mano tira giù l'ultimo indumento che fa da barriera, le mie mutandine. L'ansia ritorna e lui capendo cerca ancora di tranquillizzarmi. Tra sguardi, baci e carezze, anche i suoi calzoni volano via e finalmente lo sento entrare in me. Aveva ragione zia. Fa malissimo. Graffio la sua schiena cercando di reprimere le mie lacrime. << Ti Amo, sarai il mio tutto >> boccheggia cercando di non muoversi in modo che io possa abituarmi, mentre torna a baciarmi e con una mano mi carezza il collo. Mi rilasso quando sento il dolore farsi meno insistente, meno pressante e finalmente anche lui si lascia andare. Finalmente siamo liberi di amarci. E più niente ci separerà. Cosa è successo dopo? Jorge non mi ha mai lasciata, ha mantenuto le sue promesse ed anche io l'ho fatto donandogli 5 splendidi figli, i nostri bellissimi e pestiferi eredi. 




EHM, SONO TORNATA? Allora? Per favore ditemi sinceramente che ne pensate, se ho bisogno di migliorare o altro. Aspetto i vostri commenti!!! Grazie <3 
Tinucha 
   
 
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