« Mi hanno detto che
si chiama Kyle »
È incredibile
quello che puoi fare con la musica.
In
sole sette note puoi creare mondi, realizzare sogni, perdere completamente
cognizione di te e diventare puro suono.
È
triste che qualcuno non riesca a comprendere questo miracolo.
Erano più o meno questi i miei pensieri, oggi pomeriggio,
mentre me ne stavo là sola, seduta al piano a suonare.
Neppure
la voce di mia madre che mi annunciava il suo rientro a casa
mi ha scosso dalle mie fantasticherie. Quando suono,
io non esisto: non c’è più Amanda Bloom;
c’è solo la musica, dentro e fuori di me.
Ma poi, da qualche parte, c’è stato un suono diverso…
Come un singhiozzo.
Di
colpo sono tornata alla realtà, e mi sono voltata.
Dietro
di me c’era un ragazzo.
Che piangeva.
Ho
avuto un sussulto di spavento, ma lui sembrava molto
più spaventato di me.
Si
è allontanato così in fretta da cadere; poi si è rialzato
velocemente ed è fuggito dalla porta di casa ancora aperta.
Io
non riuscivo a muovermi dalla sorpresa.
È
stata mia madre a riscuotermi. È entrata in tutta fretta dalla stanza
accanto, ha seguito la corsa del ragazzo con gli occhi, quindi si è
fermata di fronte a me e mi ha scrutata con aria truce.
«Chi
era quello?»
Io
mi sono concentrata su di lei.
«Non…
Non lo so… Io… È entrato all’improvviso.»
Le
narici di mia madre si sono dilatate, segno che era furiosa.
«Ah,
è così?» Mi ha agguantata per un braccio,
costringendomi ad alzarmi, e mi ha trascinata fuori. Dall’ingresso
abbiamo visto che il ragazzo entrava in casa dei vicini, i Trager.
«Bene. Stasera risolveremo questa cosa.»
E
infatti, questa sera eravamo entrambe al cospetto di Nicole
Trager.
A
me piace Nicole. È una brava persona, e
sorride quasi sempre. La mamma è un po’
più prevenuta, forse perché non nutre molta fiducia negli
psicologi, e Nicole è appunto una psicologa. Una
delle migliori, a quanto sembra.
Mentre
mia madre iniziava la sua tirata, io avrei voluto
sprofondare dall’imbarazzo.
Lei
ha subito iniziato ad attaccare Nicole.
«…
Uno dei tuoi “casi difficili” ha fatto irruzione…»
Io
mi sono voltata a guardarla, esasperata, e ho cercato di contraddirla.
«Non ha “fatto irruzione”,
mamma!…»
Ma non è mai stata una donna facile. Ha continuato la sua
solfa, imperterrita.
«…
Ha fatto irruzione in casa mia questo pomeriggio,
è arrivato di soppiatto alle spalle di Amanda, che era sola…
Chissà cosa sarebbe successo se non fossi arrivata…»
Io
ho cercato per un po’ lo sguardo di Nicole,
sperando di farle capire con gli occhi il mio imbarazzo, e il fatto che non ero
assolutamente d’accordo con mia madre. Quel ragazzo non aveva fatto niente
di male.
Anzi,
quando ho visto che era commosso dalla mia musica… ho provato…
qualcosa… di strano. Ma non certo fastidio.
Ma ho smesso di guardare Nicole quasi
subito, perché a quel punto il ragazzo in questione era entrato,
fermandosi accanto a lei, e guardandomi con uno sguardo indecifrabile.
Ho
ascoltato distrattamente Nicole scusarsi con mia
madre e cercare di spiegarle la situazione, e lei ribattere con la solita acidità
che me la rende spesso così antipatica.
Per
qualche motivo, quel ragazzo mi affascinava.
Poteva
anche essere un “caso difficile”, o qualsiasi cosa mia madre diceva che fosse; ma mi affascinava.
Ora
lo guardavo da vicino, e ho visto la straordinaria intensità dei suoi
occhi azzurri. Occhi curiosi, occhi pieni di segreti.
Gli
ho sorriso, e quando l’ho visto ricambiare mi sono accorta che mi guardava
come… come fossi la cosa più bella che avesse mai visto.
Ma la mamma ha notato i nostri sguardi, i nostri sorrisi, e si
è subito sdegnata.
«Andiamo,
Amanda!»
Prima
che potessi rendermene conto, mi stava già
trascinando fuori.
Continuando
a guardare il ragazzo, ho fatto solo in tempo ad esclamare: «A presto!»
E spero davvero di rivederlo presto.
Mi hanno detto che si chiama Kyle.
Non
ha ricordi, non ha alcuna coscienza di sé. I Trager lo ospitano in attesa di
trovare per lui una nuova sistemazione.
Non
so assolutamente nulla di lui, così come lui sembra non sapere nulla di
se stesso e del mondo che lo circonda.
Ma
una cosa la so: il modo in cui mi ha guardata, le sue lacrime
mentre mi ascoltava suonare… So che quel ragazzo è
speciale.
Kyle…
Chissà
chi è.
Mi
volto adesso nel letto, vedo la luce della luna filtrare fino al mio cuscino, e
sorrido senza un motivo.
Mi
viene quasi voglia di tornare di sotto, a suonare.
Forse
lui tornerebbe.
Ho visto
due puntate di Kyle XY, due sole,
e me ne sono letteralmente innamorata.
Scrivere
qualcosa su questo telefilm maledettamente intrigante e misterioso è
stata un’esigenza. Ovviamente, non potevo cimentarmi con lo stesso Kyle; so ancora così poco della trama…
Ma poi ho ripensato al primo incontro che lui ha avuto con Amanda, nel
primo episodio. Ho cercato di immaginare dapprima la reazione della madre di Amanda all’insolita apparizione di Kyle in casa, quindi i pensieri di Amanda stessa, e questo
mi ha convinta. Così nasce questa piccolissima shot
senza alcuna pretesa, scritta in sedici minuti cronometrati. ;D
Ah,
sì: i pensieri iniziali di Amanda sulla musica corrispondono
più o meno a quelli di Kyle nell’episodio;
ho voluto giocare su una certa sintonia tra i due, pur non esprimendola
chiaramente, perché è ovvio che Amanda non può conoscere i
pensieri di Kyle.
Spero vi
sia piaciuta! ^^ Me lo lasciate un commentuccio?
Baci,
Fabiana