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Autore: Elwing    20/08/2003    2 recensioni
Il Viaggio per mare di Legolas e Gimli,una tempesta e gli Dei che separeranno i due amici per sempre.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Ultimo Viaggio

Autore: Elwing 

Un cielo cupo, grigio, pieno di nuvole saettanti che minacciavano la terra che stava ai loro piedi inerme. Sembrava che i Valar si fossero dimenticati per un istante della loro amata terra, o Arda, il nome elfico che gli era stato assegnato all'origine del mondo, durante la sua prima primavera.
La pioggia cadeva incessante sul suolo, sui monti, sul mare…quel mare che sette giorni prima Loro avevano voluto affrontare per fuggire da un mondo pieno di ricordi dolorosi, guerre, morti…dolori che sapevano di non poter cancellare dai loro cuori un tempo fieri ed ora stanchi di lottare.
Volevano scoprire nuove terre, nuove culture…e quella voglia di sapere sembrava spingerli verso la morte.
Tra i flutti violenti e le enormi onde si poteva scorgere la loro nave, la nave di Legolas e Gimli, una semplice nave di legno che sembrava frantumarsi ad ogni onda.
Gimli stava seduto in un angolo inerme: la vela della loro imbarcazione era stata distrutta da tempo, e a lui non restava che sperare nella salvezza, così stava seduto da giorni nel suo angolo con quel poco di cibo rimasto, quel poco che era riuscito a salvare.
Legolas era smarrito. È strano questo per un elfo, dato che questa razza è nota per il buon senso dell'orientamento. Ma in tutto quel caos era impossibile ritrovare la giusta rotta. Il giovane elfo, era stato partecipe a numerose lotte, ed aveva preso parte anche della lotta per l'anello, quella spedizione a Mordor per distruggere l'Unico Anello…ma contro il mare non sapeva come comportarsi. Era stata la sua voglia di sapere a spingerlo a viaggiare. Quella voglia che sentiva tutt'ora e che lo fece ritornare per un istante al momento in cui decise di voler viaggiare…..

La guerra dell'Anello era ormai terminata da anni, e la gloria e la fama aveva circondato i componenti della compagnia,soprattutto Frodo che era riuscito con le proprie forze a distruggere l'Unico e a sottrarsi dal potere del malvagio anello di Sauron. Arwen aveva rinunciato alla sua vita immortale per amore di Estel , ed era così diventata la sua sposa, la sua regina. Tutti erano tornati alla propria vita di un tempo, ma sapevano benissimo che tutto quello che avevano passato l'avrebbero dimenticato solo con la morte….e dopo numerosi anni, era arrivata per tutti.
Frodo, Sam, Marry , Pipino, ed anche Aragorn e Arwen avevano lasciato l'amata terra di mezzo. Solo Gimli, Gandalf e Legolas erano ancora vivi, ma per due di loro non c'era molto tempo…solo Legolas sarebbe vissuto in eterno, per colpa di quell'immortalità che lui disprezzava perché lo separava dal destino dei suoi amici e che un domani lo avrebbe lasciato da solo. Di nuovo. Il principe di Mirkwood sarebbe stato di nuovo solo. In realtà non sarebbe stato così: nel suo villaggio sarebbe diventato Re al posto del suo coraggioso padre Thranduil, avrebbe avuto una sposa e forse dei figli a cui insegnare l'arte del tiro con l'arco, un popolo da cui farsi amare…ma nel suo animo si sarebbe sentito solo e lo sapeva benissimo. Stanco di una vita senza fine, di una vita senza i suoi amici, bramoso del desiderio di morire…di una vita tranquilla e monotona da cui voleva fuggire; ed era proprio ciò che aveva fatto.
Un giorno, si diede appuntamento con il fidato Gimli sulle sponde del Grande Mare a ovest di tutto: della contea, di Gran Burrone, di Bosco Atro…
E qui, alla foce del grande fiume Baranduin ( Brandivino) , stette ad ascoltare il suono del mare, le onde, il profumo del sale che inebriava la sua mente e la vista di quella distesa blu che riluceva sotto lo splendido sole d'orato, e che faceva il tutto simile a pietre di inestimabile valore, un valore che aveva rapito Legolas per sempre. Il dolce canto di Ulmo, signore dei mari, aveva stregato i cuori dei due amici, che stanchi della vita che avevano vissuto, decisero senza dubbi di partire, di lasciare il passato alle loro spalle, e con esso il dolore che lo accompagnava.
Per Gimli sarebbe stato l'ultimo viaggio, dato che era vicino alla morte; ma per Legolas poteva significare una nuova vita.

Il rumore della tempesta non riusciva a distogliere l'Elfo dai suoi pensieri. Sembrava addormentato…Gimli si avvicinò strisciando sulla nave per paura di cadere tra i flutti, e con una mano scosse l'amico che stava dormendo.
Legolas sussultò "Scusa non era mia intenzione addormentarmi. Erano settimane che non lo facevo ed avevo bisogno di un momento per pensare…"
"solo tu riesci a dormire con questo baccano!"replicò Gimli "stupido Elfo!"
Il volto di Legolas si illuminò per un istante lasciando lo spazio ad un debole sorriso che non faceva da tempo.
Cercò di alzarsi per vedere il mare: quando lo fece vide enormi onde dinanzi a loro e per la prima volta aveva paura di morire. Questa sensazione non l'aveva provata neanche di fronte agli Orchi o al terribile Saruman, ma in quel momento temeva per la sua vita e soprattutto, per quella del suo fidato amico.
"Scusami tanto Gimli…è colpa mia se non rivedrai più le tue amate terre…"
Gimli non ebbe il tempo di rispondere e di tranquillizzare l'amico, che Legolas iniziò ad intonare un dolce canto…Il canto era un dono che il grande Llúvatar, il creatore di tutto aveva donato ai Valar, suoi fratelli, e agli Elfi, suoi primi figli. I primogeniti tanto attesi all'alba dei tempi.
Era un canto triste, melanconico, ma dolce e pieno di speranze. Si inginocchiò ad un lato della debole nave, chiuse gli occhi e pregò i Valar.
" Oh Ulmo, grande signore del mare, colui che fece nascere in me la voglia di navigare,di scoprire nuove terre, non ci abbandonare. Udii il tuo canto tanto tempo fa ma non gli diedi ascolto, e quando lo feci intrapresi il duro viaggio nella speranza di udire di nuovo il tuo canto. Oh Ulmo signore del mare, dei fiumi, dei laghi e delle sorgenti; il cui canto ricorda le profondità del mare, chiedi al tuo vassallo Ossë, signore delle tempeste, di cessare questa lotta, che di lotte sono stanco, ed indicaci la via del viaggio…"
La nave tremò, si scosse sotto le onde possenti,e i due viaggiatori stanchi sobbalzarono, sbattendo le teste sul duro legno e perdendo i sensi…
Un'ultima onda sollevò la nave, che si librò nell'aria, la mano di Ossë la spinse nel vuoto e, il duro legno dell'imbarcazione si frantumò; ed i corpi dei due viaggiatori si spersero nelle onde.

Legolas non sentiva più nulla, il suo corpo era leggero, credeva di essere ormai morto. Aprì debolmente gli occhi e intravide una possente figura che si stagliava nel grande blu che la circondava. Riconobbe la voce di Ulmo e la sua capigliatura blu, vide l'enorme palmo avvicinarsi a lui e si lasciò andare, rilassandosi a quel gelido tocco simile alla morte.

Mentre tutto ciò accadeva Gimli riemerse e riuscì ad aggrapparsi ai resti della sua nave, quella nave che era stata anche del suo valoroso amico e che ormai era…morto. Con la tristezza accumulata nel cuore durante gli anni passati, e con la perdita del suo migliore amico, il nano non voleva più lottare contro le onde voleva lasciarsi andare e cadere come aveva fatto il suo compagno. Ma non ebbe tempo. Quando si rese conto di cosa gli accadeva intorno, vide che il possente Ossë, aveva cessato di lottare, la sua ira si era finalmente placata, ed il flebile sole del mattino illuminava l'argentea distesa di acqua sorvolata dai bianchi volatili, tanto adorati da Ulmo. Era tutto tranquillo, sembrava che non fosse accaduto nulla, tutto era tornato di nuovo in pace, ed al povero Gimli non restava che piangere l'amato Legolas. Mentre ricordava le numerose avventure da loro affrontate, in fondo al suo cuore sapeva che l'amico non era morto, era solo lontano da lui, era certo che non l'avrebbe più rivisto ma sapeva che era vivo.
Dopo poco iniziò a soffiare una leggera brezza, Gimli si ridestò e riuscì a sentire il dolce canto di Manwë, signore dei venti, delle nuvole e delle brezze. Il primo di tutti i Re voleva aiutare il piccolo nano, così soffiò incessante per molti giorni, settimane, increspando le acque e guidando con le correnti la piccola imbarcazione di salvataggio. Aiutò il viaggiatore anche la piccola Estë, regina del riposo; che lo fece riposare per interi giorni, rendendolo come morto. E questo sonno, era pieno di sogni belli e di amati ricordi.
Quando Gimli si risvegliò, vide dinanzi a lui la terra, riconobbe subito quegli odori, quei rumori e seppe riconoscere l'amata Terra di Mezzo: appena la sua barchetta, se così può essere definita, entrò nel Golfo di Lhûn, il vento cessò. E così trascinato dalla corrente del fiume, viaggiò tramite esso e riuscì a raggiungere Hobbiton. Finalmente era di nuovo a casa.

Il calore del sole ed il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli, destò il giovane Legolas. Rimase a terra per alcune ore, non capendo dove fosse giunto. Sapeva solo una cosa: il grande Ulmo lo aveva salvato.
Sentiva il sole sulla pelle, sotto le sue mani una leggera sabbia d'orata, ai suoi piedi la fresca acqua. Finalmente si alzò. Vide che era in riva al mare, un mare sconfinato, enorme. Non riusciva a capire dove fosse, che posto era. Di certo non era casa sua. Si guardò intorno smarrito, il dolce vento gli scompigliava i lunghi capelli sciolti, facendoli sembrare di oro puro. Dinanzi a lui il mare, dietro una sconfinata spiaggia, era da solo,non c'era nessuno.
Si mise a camminare per ore, giorni, mesi, anni, ogni tanto incontrava qualcuno ma non sapeva chi fosse: non vedeva Elfi, Hobbit, Nani, solo uomini. Nella terra dove era approdato c'erano solo uomini.
Uomini, palazzi di cemento, cavalli di metallo velocissimi,ed ancora uomini: non vedeva prati,non vedeva campi, non vedeva boschi…era giunto in un posto dove gli uomini si erano come dimenticati della natura, dei fiori profumati e dei loro odori impastati nel vento.Si respirava solo aria sporca,fumi neri che si levavano dal selciato.
Così, con la tristezza nel cuore, e con il disgusto di quel mondo rovinato, iniziò a camminare, a correre in cerca di prati,fiumi,fiori.
Il giovane Elfo scomparve così nella città, nessuno sa dove è andato, nessuno lo ha più visto, Lui sta ancora cercando un po' di pace. Si narra che stia ancora camminando smarrito, chissà se il suo animo si è placato?Chissà se ha trovato quello che cercava?Chissà se ha dimenticato antichi dolori?Chissà dove si trova?
Chissà se ha provato a tornare a casa?
L'unica cosa certa è che lui è ancora vivo.

  
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