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Autore: Annie B    25/02/2016    4 recensioni
Breve Fan Fiction ambientata prima di Cob, è un "What if" che seguirà il corso dei libri, ma partendo dal presupposto che Clarissa e Jonathan siano cresciuti insieme a Idris sotto la guida di Valentine, in assenza di Jocelyn.
"Clary iniziava a chiedersi se fuori da quelle quattro mura, esistesse davvero qualcuno che un giorno avrebbe attratto il suo interesse, chi mai poteva essere forte come suo fratello, coraggioso come lui, altrettanto bello da sembrare un angelo? Ma poi che importanza aveva? In fin dei conti lei era una shadowhunter, l'amore non esisteva e nemmeno la libertà, la sua vita era votata alla guerra, al giorno in cui Valentine avrebbe dichiarato di nuovo guerra a Idris, ma con due armi indistruttibili: lei e Jonathan."
Genere: Erotico, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti, Valentine Morgenstern
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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Buon pomeriggio a chiunque sia rimasto da queste parti leggendo ancora qualcosa! Dopo un sacco di tempo ho deciso di riprovare a tornare a pubblicare, sperando la storia vi piaccia, stabilirò la frequenza di pubblicazione in base alle richieste di chi legge.
Vi prego di lasciare un commento per farmi sapere cosa ne pensate e chiedere tranquillamente se avete qualche dubbio.
Per ora auguro a chi passerà di qui buona lettura, sperando di rispondervi nei commenti!

Un bacione, Annie.


Tre colpi insistenti sulla porta.
Clary aprendo gli occhi assonnata, guardò verso la finestra constatando che era ancora buio. Ovviamente.
Suo padre svegliava lei e suo fratello sempre un'ora prima dell'alba. Solo una volta aveva potuto dormire fino al sorgere del sole, ed era stato quando loro padre aveva picchiato Jonathan così tanto che per tre giorni interi era rimasto privo di sensi nonostante le rune, e l'addestramento di conseguenza era stato posticipato. Ma oltre quella volta, successa più o meno sei anni prima, non c'erano state altre eccezioni.
-Sorella è ora.- la voce di Jonathan dall'altro lato della porta era già sveglia e chiara.
-Arrivo arrivo.- sbraitò Clary uscendo di malavoglia dal caldo delle coperte.
Si affacciò alla finestra osservando la luna bassa che stava scomparendo dietro la collina prima di lasciare posto al sole. Si rifletteva giallastra sul fiume che scorreva fuori da casa loro, mostrando le increspature dell'acqua e tracciando un sentiero lucido che scivolava verso la valle.
Idris a quell'ora era meravigliosa. Silenziosa e quieta. Per quei pochi minuti in cui appena sveglia si affacciava alla finestra, poteva dimenticare chi era, a cosa fosse destinata, in che razza di mondo disgraziato vivesse.
A quell'ora, prima che tutti si svegliassero, era come se ci fosse solo lei. Una normalissima ragazza di quindici anni che viveva in una casetta in campagna, sulla riva di un fiume.
-Nostro padre torna questa mattina, datti una mossa Clarissa, non ho voglia di ricucirti se lo fai arrabbiare.- la voce di suo fratello la riportò alla realtà di sangue e morte nella quale viveva.
-Sto arrivando. Aspettami di sotto.- gli rispose alzando la voce.
Chiudendo la finestra tornò verso il centro della camera, preparò sul letto gli abiti da allenamento e poi rabbrividendo si spogliò indossando l'accappatoio.
L'unico stramaledetto bagno di quella casa striminzita era al piano di sotto, ogni mattina farsi la doccia era un'agonia, soprattutto considerato che a Idris, non erano previsti scaldabagni o impianti di riscaldamento e loro padre non si era preso la briga di installare qualcosa che rendesse la vita lì un po' meno spartana. Non per loro comunque.
L'acqua era gelata, così come tutto il resto. L'unico periodo gradevole dell'anno erano i mesi estivi, ma erano sempre troppo brevi e non bastavano per scaldarla durante l'inverno.
Venti minuti dopo, battendo i denti, era vestita e pronta in soggiorno.
Suo fratello aveva già finito di fare colazione e la stava aspettando.
-Come fai a sapere che torna oggi?- chiese Clary sedendosi a tavola e iniziando a sbucciare una mela.
Non chiamava mai loro padre “papà” le sembrava fuori luogo. Loro padre, Valentine Morgenstern, non era né affettuoso né paterno. Era un soldato, uno stratega, il miglior guerriero che Idris avesse visto da molti anni, ma di certo non era un padre.
Jonathan sghignazzò e giocherellando con le bucce della sua colazione rispose -Ho qualche uccellino che ama cantare.-
-Fai attenzione allora, perché se i tuoi uccellini cantassero con la persona sbagliata, nostro padre gli torcerebbe il collo.- rispose Clary con un sorriso acido.
Detestava la fissazione di suo fratello per i Nascosti, soprattutto la passione che nutriva per le fate, era sicura che i suoi uccellini facessero parte del Popolo Fatato, ma erano falsi e ipocriti, era uno stupido a fidarsi di loro.
-Nostro padre può ammazzare chi gli pare, non me ne frega niente.- rispose piatto Jonathan sfidandola a ribattere.
Clary lo sapeva benissimo che era vero, a suo fratello non importava niente della vita altrui, a volte si era chiesta addirittura se gli importasse della sua, di quella della sua stessa sorella. Ma era sempre arrivata alla conclusione che fosse meglio non indagare troppo.
Finendo di masticare l'ultimo pezzo di mela, si alzò da tavola e si incamminò verso il giardino -Vuoi cominciare o stiamo qui a chiacchierare fino al sorgere del sole?- gli chiese prendendolo in giro.
-Fatti sotto angioletto.- ribatté lui tenendole aperta la porta e indicandole la rastrelliera alla quale erano appese le spade da allenamento.
-Smettila con questa storia!- gli ringhiò addosso Clary legandosi i capelli e afferrando una spada spuntata.
Sapevano fin da quando erano piccoli che loro padre aveva fatto esperimenti su di loro, la differenza sostanziale era che Jonathan era stato rinforzato dal sangue di demone, mentre a Clary, era toccato quello di un angelo. Proprio come quel presuntuoso viziato dell'altro “Jonathan”... loro padre l'aveva cresciuto come un figlio, anzi, considerato che non era figlio suo, l'aveva cresciuto meglio di quanto non avesse cresciuto loro due.
Tanto lei quanto suo fratello, odiavano quel ragazzo a pelle. Ora si faceva chiamare Jace, così avevano sentito dire. Aveva avuto tutto quello che a loro era stato negato. Non ne aveva nessun diritto, eppure loro padre lo amava più di quanto amasse loro.
Jonathan estraendo a sua volta una spada senza filo, si mise in posizione d'attacco e la guardò sarcastico -Vieni qui angioletto, ti spunto le ali.-
-Piantala!- gli urlò Clary scattando in avanti e lanciandosi all'attacco.
Suo fratello schivò l'affondo e la colpì di piatto sulla schiena facendole perdere l'equilibrio, tuttavia facendo una capriola in avanti, Clary pose distanza tra loro e girandosi ancora prima di avere la mira a fuoco scagliò la spada contro di lui conficcandogliela dritta nella coscia fino a far uscire la punta dal retro della gamba. -Alla faccia della lama spuntata.- Pensò divertita.
-Ahia.- disse piatto Jonathan guardandola scocciato.
Clary con un ghigno si avvicinò e dandogli uno spintone lo fece cadere. -Vuoi una mano a tirarla fuori?- chiese posando la mano sull'elsa della spada e spingendola più in profondità.
-Sei proprio di mal umore oggi sorellina.- notò suo fratello digrignando i denti dal dolore.
Un colpo secco le arrivò sulla caviglia facendole scricchiolare l'osso. Tipico di Jonathan, non abbassava la guardia nemmeno se ferito, mai. Era impossibile stendere suo fratello e sperare di essere salvi.
Scivolando per terra Clary grugnì infastidita, non fece in tempo a girarsi e tirarsi su che lui era già in piedi con la spada sporca di sangue nella mano sinistra.
-Quante volte ti ho detto che lanciare l'unica arma che hai non è una mossa saggia?- la prese in giro brandendo entrambe le spade e facendole roteare come le pale di un elicottero di fronte a lei.
-Se fossi stato un normale shadowhunter saresti svenuto, magari anche morto, non farmi la predica fratellino. Stavamo giocando dai.- rispose Clary stringendosi nelle spalle e massaggiandosi il piede.
Jonathan le tirò la spada davanti alle scarpe -Hai cominciato pesante oggi però.- le disse senza sarcasmo -Cosa c'è che non va Clary?- aveva smesso di fare il cretino almeno.
Lei alzandosi sospirò e raccolse la spada -Niente, è solo che detesto pensare a lui e tu continui a ricordarmi quanto siamo simili.-
Non ebbe bisogno di precisare che parlava di Jace, suo fratello sapeva leggerle nel pensiero meglio di chiunque altro.
Le si avvicinò e prendendola per le spalle la fissò dritta negli occhi -Tu non sei come lui. Non dirlo nemmeno per scherzo. Lui non vale niente, è un verme! Un fantoccio che nostro padre ha creato solo perché gli tornasse utile in futuro. Il tuo sangue è puro, superiore a quello di chiunque altro, siamo Morgenstern, è quello l'unico sangue di cui ti debba importare.-
Clary posò le proprie mani su quelle di Jonathan accarezzandole piano, poi un po' contrariata disse -Già, peccato che io non valga niente per nostro padre. Mi odia, mi disprezza, non farò mai niente che per lui sia abbastanza. Potrei andare alla Sala degli Accordi domani se me lo chiedesse e ucciderei il Console senza farmi scrupoli. Eppure lui non vede la mia lealtà. Mamma è morta per colpa mia e lui vuole farmela pagare.-
Suo fratello tirandola vicino al proprio corpo, macchiando anche lei con il sangue che gli usciva dalla coscia, le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra, poi staccandosi appena mormorò -Nostra madre è morta dandoti alla luce, non sei nata come un assassina, sorella. Non darti colpe di cui nemmeno io ti ritengo responsabile. A nostro padre importa solo la causa, penso che l'unica cosa che abbia contro di te riguarda il fatto che tu sia una femmina. Fisicamente inferiore a un guerriero maschio, niente di più.-
Clary stringendogli la schiena gli sorrise contro la guancia -Pensi anche tu che il fatto che io sia una donna sia penalizzante?-
Jonathan le afferrò i capelli alla base della nuca e facendo scontrare i loro denti la tirò contro il proprio viso baciandola con foga.
Lei schiudendo le labbra lo lasciò fare, sapeva che era sbagliato, ma non è che le importasse molto.
Vivere come due reietti ai confini del mondo, come fantasmi, la cui esistenza non era documentata da nessuno, li aveva uniti più di quanto non sarebbe stato opportuno tra due fratelli. Avevano solo loro l'uno per l'altra, si erano ricuciti le ferite un milione di volte, consolati a vicenda quando loro padre frustava l'una o l'altro per ore.
Clary iniziava a chiedersi se fuori da quelle quattro mura, esistesse davvero qualcuno che un giorno avrebbe attratto il suo interesse, chi mai poteva essere forte come suo fratello, coraggioso come lui, altrettanto bello da sembrare un angelo?
Ma poi che importanza aveva? In fin dei conti lei era una shadowhunter, l'amore non esisteva e nemmeno la libertà, la sua vita era votata alla guerra, al giorno in cui Valentine avrebbe dichiarato di nuovo guerra a Idris, ma con due armi indistruttibili: lei e Jonathan.
Forse in un mondo libero dai Nascosti in cui loro padre avrebbe coronato i suoi sogni di purezza, forse in un mondo così sarebbe stata libera, forse quel giorno avrebbe potuto conoscere qualcos'altro che non fosse solo l'odore di sudore e sangue e la solitudine.
Si aggrappò alle spalle di suo fratello e sospirò piano contro la sua bocca, quando lui faceva così, le piaceva molto più di quanto non avrebbe dovuto.
La lingua di Jonathan la accarezzava lenta e sensuale, giocando con le sue labbra e mordendola, e le sue mani erano scese intorno all'elastico della felpa all'altezza dei fianchi e stavano frugando per raggiungere la pelle nuda.
Clary ridacchiando soavemente scosse la testa e lo allontanò -Ne abbiamo già parlato, va bene divertirsi, ma non esageriamo.-
Suo fratello le strinse la vita guardandola negli occhi con desiderio, ma poi sorridendo ironico disse -Con la mia gamba tagliuzzata in questo modo non avresti molto di che divertirti in effetti.-
Se ne era quasi dimenticata, si inginocchiò all'istante davanti a lui ed estraendo lo stilo dalla tasca dei pantaloni gli afferrò il ginocchio -Stai fermo che ti rimetto a posto.-
Jonathan non fece una piega, rimase immobile senza emettere un solo verso e quando Clary ebbe finito di tracciare l'iratze di guarigione, stiracchiò i muscoli constatando che stava tornando come nuovo.
-Direi di lasciar stare il corpo a corpo.- disse Clary con un sorrisetto eloquente -Bastoni?-chiese poi indicando la sfilza di armi da allenamento che avevano intorno nel giardino.
Jonathan ridendo acconsentì -Vada per i bastoni, vuoi iniziare con quelli chiodati o lisci?-
-Lisci, non voglio ridurti come uno scolapasta, se diventassi brutto, le fate non ti rivelerebbero più i loro segreti.- dichiarò Clary sprezzante.
Suo fratello ne afferrò due lanciandone uno a lei, poi osservandola curioso fece -Non capisco che fastidio ti dia, sono solo passatempi, ne abbiamo così pochi qua.-
Iniziando con le mosse di attacco di base, mentre lui parava colpo su colpo, Clary rispose -Non mi da fastidio il fatto che te le fai, mi da fastidio il solo fatto che le consideri degne di rivolgere loro la parola. Sono Nascosti!- concluse disgustata.
-Nostro padre sarebbe fiero di te a sentirti parlare così.- sbuffò Jonathan schivando con una mezza capriola laterale un colpo diretto alle costole. -Io non sono completamente d'accordo con lui riguardo questo argomento.- aggiunse mandando a segno una bastonata che la colpì dietro le ginocchia facendola saltare all'indietro.
-Bel colpo!- esalò Clary ansimando prima di darsi lo slancio con la schiena e rialzarsi in piedi -Ma fai attenzione a non dire cose simili in presenza di nostro padre, credo che non riusciresti a dormire sdraiato sulla schiena per un paio di mesi.- gli disse continuando a rispondere ai colpi con un lieve fiatone.
-Non sono così stupido sorellina. Dico solo che i Nascosti potrebbero tornarci più utili degli shadowhunter stessi in certe... situazioni.- chiarì Jonathan mandando a segno un altro colpo e facendo ribaltare Clary per terra.
Sputando una macchia di sangue sull'erba umida di brina, si rialzò facendo girare il bastone nella mano facendo arretrare suo fratello.
-Oltre che tra le lenzuola non so proprio a cosa possano servirti le doti di una fata o una qualunque di quelle bestie mezzi demoni.- ribatté Clary continuando ad attaccare.
Jonathan schizzando verso di lei come un proiettile le piantò il bastone nella bocca dello stomaco prima che riuscisse anche solo a vederlo, poi con un movimento deciso del braccio le afferrò il collo ribaltandola con una capriola dietro di sé, e infine quando Clary era a terra senza fiato e stordita si mise a cavalcioni su di lei schiacciandole la gola con il gomito -Non è molto carino da parte tua dire una cosa del genere.- le mormorò contro il collo.
-Non parlavo di te, lo sai.- annaspò lei cercando di fare pressione con il bacino in modo da ribaltarlo.
-Non sono forse un mezzo demone anche io? Non ho lo stesso sangue marcio dei Nascosti nelle vene? Se provi tanto disgusto per loro... rammenta che non siamo così diversi.-
Clary smettendo di cercare di liberarsi del suo braccio intorno alla gola, usò il vantaggio di avere entrambe le mani libere e si agganciò intorno al collo di Jonathan con una morsa di ferro, facendo pressione all'indietro finché lui allentando la stretta su di lei fu costretto a seguire il suo movimento per non rompersi le ossa cervicali.
Quando l'ebbe ribaltato sotto di sé invertendo i ruoli, Clary lo guardò dura e fissandolo in quei suoi due occhi neri come le tenebre sussurrò -Tu non hai niente a che fare con quella spazzatura. Non dire idiozie. Il tuo sangue è quello di uno shadowhunter, non di una bestia o il risultato di una mutazione. Sangue di angelo, un angelo con ali nere forse, ma sempre un angelo. E poi...- si interruppe e sorrise, prendendo la mano di suo fratello e posandosela sul fianco -Pensi che a un Nascosto permetterei di avvicinarsi così a me e continuare ad avere entrambe le mani?-
A quel punto Jonathan ghignando, le strinse la vita tirandosi su fino a ritrovarsi seduto sotto di lei con i loro visi a pochi centimetri di distanza -Le perderebbe entrambe le mani.- le alitò contro le labbra, -dove non arriverebbe la tua spada ci penserebbe la mia. Nessuno ha il diritto di mettere le sue luride mani sul corpo di mia sorella.-
Clary ridacchiò soddisfatta e dandogli un bacio all'angolo della bocca si liberò della sua stretta alzandosi in piedi -Non c'è pericolo, noi non esistiamo per il mondo. E una ragazza che non esiste, non può avere relazioni con nessuno. Gli shadowhunter non sono alla mia portata quindi, e i Nascosti come ho già detto, non fanno per me.-
Il sole che si era alzato ormai da un'ora, brillò su di loro come un avvertimento -Basta con queste stupidaggini, se arrivasse nostro padre e ci vedesse così non sarebbe una bella giornata per nessuno.- dichiarò Clary riponendo entrambi i bastoni nella rastrelliera ed estraendo due pugnali a lama corta.
-Vuoi allenarti ancora insieme?- le chiese suo fratello saltando in piedi e pulendosi i vestiti dall'erba.
-Non ti ho ancora battuto, no?- ribatté lei lanciandogli un pugnale, vedendolo fastidiosamente atterrare nella mano di Jonathan senza fargli un graffio. Aveva dei riflessi degni di un felino.
Lui ridendo divertito osservò il pugnale e rispose -Mi hai atterrato, non ti basta?-
-Non fare lo spiritoso, sono stufa di essere la seconda scelta di nostro padre per tutto. Gli dimostrerò che non valgo meno di te.- sibilò Clary facendo fischiare la lama che girava frenetica nel palmo della sua mano.
Continuarono a combattere insieme per un altro paio d'ore, finché alla fine della prima metà della mattinata, Jonathan aveva una spalla lussata e un taglio sotto la clavicola e Clary un gomito rotto e uno zigomo gonfio come un mandarino.
Erano entrambi sdraiati sul prato davanti a casa a riprendere fiato, fissando il cielo e respirando a pieni polmoni cercando di trattenere un po' della libertà delle nuvole, per portarla nella loro piccola prigione fatta di muri e silenzio.
-Diamoci una sistemata prima che torni nostro padre, non ho voglia di tenermi la spalla così fino a sta sera.- disse Jonathan d'un tratto alzandosi a sedere.
Clary sbuffando, mentre vedeva volare via l'ultimo respiro di pace della giornata, si alzò a sua volta e tirò fuori lo stilo. Era ridotta peggio di suo fratello, come di norma, e proprio per questo aveva meno voglia di lui di dover convivere col dolore fino all'ora di andare a dormire.
Loro padre aveva posto la regola che se feriti, se la ferita non comprometteva la loro vita, non avrebbero dovuto curarsi fino all'ora di andare a letto al termine della giornata, ma questo non significava interrompere gli addestramenti, secondo lui li avrebbe resi più forti imparare a combattere anche con le ossa rotte e il sangue negli occhi, probabilmente era vero, ma il più delle volte li rendeva solo più nervosi.
Jonathan che l'aveva raggiunta, si chinò su di lei tirandole su la manica della felpa e stringendole il polso nella mano sinistra, mentre avvicinava lo stilo alla sua pelle con la destra.
Clary osservando i suoi capelli argentati che gli danzavano davanti agli occhi appiccicati alla fronte sudata, lo studiò mentre era preso a curarla, era talmente contrastante il suo carattere da farle credere a volte che ci fossero più personalità in lui. C'erano occasioni in cui non sembrava altro che un demone dall'aspetto umano, altre invece, in cui sapeva essere un buon fratello. Non aveva mai capito da cosa dipendessero quei suoi sbalzi d'umore.
Mentre la pelle dell'avambraccio veniva marchiata a fuoco dallo stilo, ustionandosi e bruciando lievemente, entrambi scattarono sull'attenti sentendo gli zoccoli di un cavallo fin troppo vicino a loro.
Jonathan non fece in tempo a riporre lo stilo, che la voce di loro padre li fece sussultare.
-Non mi sembra che il sole sia calato.- dichiarò tirando le redini dell'animale e facendolo arrestare davanti a loro.
-Bentornato a casa padre.- risposero all'unisono Clary e Jonathan alzandosi in piedi e chinando il capo rispettosamente.
Valentine Morgenstern, scendendo fluidamente dal cavallo, estrasse la spada dalla cintura e mosse qualche passo verso di loro, si fermò davanti a Clary e chiese -Che cos'era Clarissa?-
Clary trattenendosi dallo sbuffare, rispose pacatamente -Il gomito padre.-
Al che con un colpo secco, l'elsa della spada di suo padre, si piantò precisa come un bisturi tra l'omero e l'ulna, spaccandole il braccio in due punti e mandando al diavolo l'iratze che Jonathan le aveva appena tracciato.
Mordendosi la lingua Clary cercò di non emettere un fiato, se era in grado Jonathan di sopportare il dolore in silenzio, lei non si sarebbe mostrata da meno.
Loro padre muovendo un passo, questa volta si fermò davanti a suo fratello -Con te farò i conti dopo.- disse duro come il marmo.
-Venite in casa, dobbiamo discutere. È arrivato il momento di andare a riprenderci la Coppa Mortale.-
   
 
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